venerdì 15 luglio 2011

In Italia tre milioni di persone in povertà assoluta

In Italia tre milioni di persone in povertà assoluta

ROMA, 15 LUG – Nel 2010 in Italia sono 1 milione e 156 mila le famiglie, il 4,6% di quelle residenti, che risultano in condizioni di poverta' assoluta per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente). Lo rileva l'Istat, spiegando che sono considerate assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l'insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta, quindi, spiega l'Istituto dei ''piu' poveri tra i poveri''.

blitzquotidiano.it,15 luglio 2011

Intervista a Marra su NEW STAR del 14 luglio 2011

Quella che segue è l'intervista integrale a Marra delle Gemelle Diverse pubblicata il 14 luglio 2011 da New Star in relazione allo strategismo. L'intervista è con domande e risposte scritte, e Marra ha dichiarato che, diversamente da altre, corrisponde al suo punto di vista scientifico sull'argomento.

Raffaele Ferrante


CHE COSA È LO STRATEGISMO? A NOI LO DICE MARRA IN PERSONA


Noi Gemelle ci siamo innamorate di un personaggio molto discusso: il filosofo e giurista napoletano Alfonso Luigi Marra, autore di quel capolavoro letterario che è Il labirinto Femminile. L'avvocato, per promuovere il suo libro ha realizzato degli spot avendo come testimonial donne molto discusse: da Ruby Rubacuori a Sara Tommasi a Manuela Arcuri. Lo abbiamo incontrato per un tè e gli abbiamo fatto alcune domande.


Gemelle Diverse - Ci dice, avv. Marra, cosa diamine è lo strategismo di cui parla ne Il labirinto femminile?


Marra - Lo strategismo è ovviamente una visione appunto strategica, furbesca, prevaricatoria, non dialogica, delle relazioni umane. L'elemento di novità è che la mia analisi sullo strategismo si inquadra nella mia teoria sul modo di formazione del pensiero e nella mia tesi circa la sessualità come strumento per addivenire all'emozionale profondo dell'altro e quindi come fondamentale forma di linguaggio. Il potere ha invece sempre istituito culture che bloccassero la sessualità allo stadio genitale, perché una sessualità di tipo dialogico innescherebbe il confronto, che poi si estenderebbe alla famiglia e alla società, e nel confronto ogni forma di prevaricazione si dissolverebbe. Strategismo che, in quanto strumento per vincere, è ineludibile e le cui radici raggiungono profondità inenarrabili, ma che è oggi divenuto straordinariamente perverso, sicché occorre che cambi di qualità e divenga compatibile a un maggior livello di civiltà. Il livello di strategismo\pazzia dell'uomo di oggi è infatti tale che, nel vano scontro su tutti i piani, tutte le forze stanno per spezzarsi, e tutte le mete, pur a portata di mano, sono sempre più irraggiungibili per i sempre più tragicamente ridicoli lottatori, che assurdamente si sono consumati al solo scopo di impedirsi l'un l'altro di raggiungerle.


Gemelle Diverse - Quindi lo strategismo è l'oggetto dell' «epistolario d'amore in sms» di cui alle prime 278 pagine del libro.


Marra - Non esattamente. Il vero oggetto de Il labirinto femminile è la mia teoria sul modo di formazione del pensiero, ovvero sul modo in cui l'individuo, sotto la spinta delle pulsioni fondamentali, elabora il suo sapere e giunge alla comprensione delle cose.


Gemelle Diverse - Pulsioni fondamentali? E quali sono?


Marra -Sono la volontà di sopravvivere, svilupparsi, riconoscere, essere riconosciuti, e raggiungere in massimo del risultato con il minimo dello sforzo. Un altro punto centrale del libro è il tentativo di spiegare cosa fu nella mia mente quella che ho definito «scoperta antologica». Il tentativo cioè di descrivere cosa accadde nella mia mente quella notte della primavera del 1984 in cui, d'un tratto, in seguito a una cosa dettami da Loredana, la mia seconda ex moglie, una persona di straordinaria intelligenza, realizzai quell'operazione che avrei poi definito come un'infrangere la barriera del proprio inconscio fittizio e dirsi realmente tutto ciò che non si è mai voluto sapere. Un momento in cui appunto mi resi conto d'un tratto che mi ero costruito, di tutte le persone della mia vita e innanzitutto di me, l'immagine che avevo voluto, traendola peraltro dai luoghi comuni di cui alle antologie della letteratura. Immagini che avevo poi imposto o cercato di imporre agli altri, e che in quel momento ebbi la forza di vedere per quello che realmente erano. Una 'scoperta' dalla quale in poi, dopo quella straordinaria notte, partì il processo intellettuale in seguito al quale giunsi alla comprensione del modo di formazione del pensiero.


Gemelle Diverse - Lei ci sta insomma dicendo che Il labirinto femminile è un saggio sulla psicanalisi. Ma lei è freudiano?


Marra - No, neanche un po', e comunque Freud cerca piuttosto di realizzare una ricostruzione logico/empirica di quello che accade nella mente, ma non enuncia alcuna teoria circa il modo Grassettodi formazione del pensiero.


Gemelle Diverse - Altro che trash e kitsch, lei sembra semplice, ma cela una profondità incredibile.


Marra - Non so, forse. Comunque ho scritto queste tesi, e molte altre, in forma di epistolario d'amore in sms in modo da renderle di facile comprensione. Benché il capitolo finale (Le chiavi di lettura) sia scritto sì anch'esso in una forma praticamente narrativa, sempre per renderlo di più facile lettura, ma sia nella sostanza un saggio.


Gemelle Diverse - Perché dice che gli animali non sono intelligenti e non sono in grado di forme evolute di amore?


Marra - Perche l'intelligenza non consiste nella capacità di formulare concetti o architettare strategie - che hanno anche gli animali - ma nella capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri. Essa si fonda sulla generosità, ed è il presupposto dell'amore, e non è quindi altro che una categoria morale - la principale - tipica solo dell'uomo, perché il cane sarà capace di intelligenza (e di amore) solo quando, guardandoti negli occhi, saprà capire che hai fame e decidere se dividere con te la scodella, mentre, per il momento, così come molti uomini e donne, ti può 'amare' magari anche moltissimo, ma solo per quello che serve a lui. Un amare solo per quello che serve a noi che causa da sempre uno sviluppo eccessivo di forme di strategismo - che, in quanto frutto della prevaricatorietà, non si svolgono secondo i canoni dell'intelligenza, ma della furberia, che consiste nella capacità di svilupparsi a scapito degli altri - e innescano pertanto una dinamica di scontro che genera la sofferenza degli individui e un grande rallentamento del cammino della civiltà.


Gemelle Diverse - Lei ci sconvolge: dice con una semplicità incredibile cose assolutamente ovvie e incontestabili, ma che non ci risulta che nessun altro filosofo, scienziato o pensatore ha mai detto prima. Ma chi diavolo è lei? È sicuro di non venire da un altro pianeta?


Marra - Non vengo da un altro pianeta, ma da un'altra cultura. Ho definito la cultura come il modo che gli uomini, sempre attraverso il rapporto di forza, mediano di dover avere in comune nel vedere la realtà. Ecco: io mi sono ribellato a quell'accordo e ho iniziato a vedere la realtà per quello che è veramente. È per questo che i miei libri e i miei video suscitano tante reazioni da parte delle sentinelle del regime..

Politici e banchieri

EDITORIALE

Politici e banchieri

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 14.07.2011


Il sabato 9 luglio 2011 è una data che gli Italiani non debbono dimenticare. E’ il giorno, infatti, in cui il Ministro Tremonti, senza dare nessuna giustificazione del fatto che non paga l’affitto della casa dove abita, ha risposto ai giornalisti che gli domandavano se avesse intenzione di dimettersi, con una frase lapidaria: “Non mi dimetto perché sono io che garantisco l’Italia davanti all’Europa: se cado io, cade l’Italia e se cade l’Italia cade l’euro. E’ una catena.” In nessun periodo della storia d’Occidente un uomo politico, quale che fosse la sua importanza, ha mai potuto fare una simile affermazione. Né un conquistatore come Napoleone, né uno Zar come Pietro il Grande né un Re come Luigi XIV, né un Imperatore come Filippo di Spagna, perché essi rappresentavano l’immagine politica, non la dimensione concreta degli Stati, la forza dei popoli che vi vivono. Quelle di Tremonti, invece, per quanto terribili, non sono parole vane. La situazione è proprio quella che lui ha riassunto nell’affermazione: se cado io cade l’Italia e cade l’euro. In altri termini, l’Europa va in rovina perché il potere è nelle mani di una decina di banchieri, e sono essi a quantificarne la forza, giocandola in Borsa. Giocatori che soltanto la penna di Dostojewski sarebbe in grado di descrivere, questi banchieri hanno messo sul tavolo da gioco le Nazioni e non si alzeranno fino a quando non le avranno giocate tutte, essendo loro ad avere in mano il banco.

Il dramma, dunque, è tutto qui. Firmando il trattato di Maastricht i politici hanno trasferito il proprio potere nelle mani dei banchieri. Oggi debbono riprenderselo, non possono fare altro che riprenderselo. Il che significa avere il coraggio di creare, senza indugio e senza discussioni, una nuova banca nazionale e stampare in proprio la moneta necessaria al bilancio dello Stato. I titoli dello Stato li compreranno esclusivamente i suoi cittadini (come avviene in Cina, in Russia e ovunque ci siano governi degni di questo nome) e non saranno collocati nella borsa mondiale alla mercé di chiunque voglia impadronirsene. Sono già pronti molti studi e molti progetti, elaborati da economisti italiani e stranieri di grande competenza, per la rinascita della moneta nazionale, e sono anche molti i politici, presenti in diversi Partiti, dal Pdl alla Lega, a Io amo l’Italia all’Italia dei Valori (con un’interpellanza parlamentare dell’on. Di Pietro sulla questione della sovranità monetaria) che sarebbero favorevoli a questa decisione e aspettano soltanto che qualcuno prenda la parola per primo. Si tratta di una decisione che comporterà moltissimi sacrifici, ma alla quale non c’è scelta perché uno Stato che intraprende la strada dei prestiti a interesse con la Banca centrale europea, non sarà mai in grado di restituirli e alla fine crollerà. Abbiamo la Grecia sotto gli occhi: dopo un orribile tira e molla, indegno di un qualsiasi concetto di civiltà, per concederle dei prestiti ad altissimo interesse, oggi la Bce dichiara che il fallimento della Grecia è inevitabile. Non è forse stato imposto pochi giorni fa all’Italia, di cui a sua volta si dice che stia per fallire, di contribuire per il 17% al totale dei miliardi prestati alla Grecia? Debitori sull’orlo della rovina costretti a prestare denaro a chi sta per fallire? C’è in Italia qualche politico che abbia conservato il minimo di buon senso necessario per rendersi conto della “follia” (se è follia e non rapina preordinata) di simili comportamenti?

E’ indispensabile abbandonare ladri e folli al loro destino. Nessuno si illuda che esistano alternative alla decisione di produrre in proprio la moneta. Il meccanismo che sta portando alla rovina gli Stati europei non è dovuto a un qualche imprevedibile incidente ma è intrinseco alla creazione dell’euro, cosa che è stata detta e ripetuta innumerevoli volte da economisti e monetaristi di ogni tendenza politica. Non può sussistere una moneta che non fa capo a uno Stato e che non risponde alle necessità di questo Stato, in quanto la moneta di per sé è stata inventata proprio per essere uno “strumento” e non un “fine”. In Europa, invece, gli Stati sono stati costretti a mettersi al servizio dell’euro, piegandosi a poco a poco a costruire un mercato adatto all’euro, limitando le possibilità di scambio delle merci, coltivando carote su misura, uccidendo mucche, distruggendo arance… Per gli storici di domani l’Europa dell’Unione costituirà l’esempio più evidente di una società che delira. Siamo però ancora in tempo a cercare di non morirne.

Ida Magli
Roma, 12 Luglio 2011