martedì 13 settembre 2011

Piazza Pulita per uscire dalla crisi

Chieti,13 Settembre ’11, Martedì, S. Maurillo - Anno XXX n. 306 - www.abruzzopress.info - abruzzopress@yahoo.it - Tr. Ch 1/81 Nuovo ABRUZZOpress >>> Nazionale Servizio Stampa - CF 93030590694 - Tel. 0871 63210 - Fax 0871 404798 - Cell. 333. 2577547 - Dir. Resp. Marino Solfanelli Ap –

 Economia 
 Piazza Pulita, per uscire dalla crisi 
 di Savino Frigiola

 E' stata varata la prima manovra economica di 54 miliardi voluta dai "poteri forti" (prelevati in grandissima parte dalle tasche degli italiani). Insieme all'altra ancora in corso, produce la riduzione della circolazione monetaria sul mercato pari alla somma delle due manovre ed insieme all'aumento dell'IVA un'ulteriore contrazione dei consumi interni e, quindi, un diffuso incremento della povertà per tutti. La manovra, almeno questa è la versione ufficiale, serve per ridurre il mastodontico debito pubblico. Tutti sanno che non sarà l'ultima (hanno già cominciato a prepararci in tal senso), e tutti continuano a ballare allegramente al suono dell'orchestrina delle menzogne, come sul ponte del Titanic mentre stava affondando. Gli analisti in buona fede concordano nell'attribuire all'emissione monetaria, ad opera dei banchieri privati, Banca d'Italia prima e BCE dopo, la causa e la fabbrica del debito pubblico. Il significato del titolo del libro, da me pubblicato nel 1997, "La Fabbrica del Debito, dell'Usura e della Disoccupazione", ritenuto all'inizio incomprensibile, lo stanno appalesando gli accadimenti. In tanti anni non è pervenuta nessuna contestazione ne denunce di vario tipo dagli ambienti economici, bancari e monetari, ma solo prudente ed omertoso silenzio. I fatti oggi stanno impietosamente a dimostrare quanto tempo si è perso e quanti disastri si sarebbero potuti evitare solo se la "politica" avesse svolto la sua legittima e doverosa funzione di controllo, prevenzione e d'indirizzo nei confronti del sistema bancario-monetario a favore dei cittadini e dei propri elettori. La prova che la "politica" continua irresponsabilmente ad ubbidire ai diktat che giungono dagli ambienti bancari-monetari a proprio vantaggio ed a danno dei cittadini, la si ricava proprio dall'impostazione di questa ultima manovra economica. Anche i più sprovveduti sanno che prima, o nella più drammatica delle ipotesi durante lo sgottamento dell'acqua che sta imbarcando il bastimento, bisogna accanirsi a tamponare la falla mediante la quale la nave rischia di affondare. Ciò è indispensabile per impedire che gli addetti allo sgottamento debbano continuare ad espellere l'acqua all'infinito. Ci vengono richiesti 54 miliardi senza farci capire a che titolo e per cosa farne, se servono per abbattere il debito o ancor peggio per pagare gli interessi sul debito pubblico che stanno crescendo a dismisura. Di tamponare la falla che continua a produrre il debito, nessuno ne parla né è dato sapere se rientra nei piani di una qualunque compagine partitica. E' del tutto insensato continuare ad emettere i titoli di debito nazionali, sui quali paghiamo subito gli interessi ai signori banchieri privati, scontarli presso la BCE ed utilizzare il netto ricavo per pagare i titoli di debito in scadenza. Tutti comprendono che se non si blocca questo meccanismo diabolico il debito pubblico non può che continuare a crescere e l'inevitabile strangolo che ne deriva diventa sempre più soffocante. Per interrompere questa spirale malefica è sufficiente che lo Stato smetta di emettere propri titoli di debito e ritorni ad emettere titoli monetari come ha saputo fare benissimo per cento anni dal 1874 al 1975. Alle immancabili perplessità dei soliti "economisti di sistema", ricordiamo loro che il "valore convenzionale della moneta" enunciato da Auriti, nell'interesse dei cittadini lo impone, e per quanto concerne i trattati europei, troppo frettolosamente firmati, e sufficiente un piccolo strappo sulla scia dei numerosi già effettuati anche da Paesi più blasonati di noi. Gli ultimi due, proprio attinenti all'argomento, riguardano quelli della Grecia e dell'Irlanda avvenuti addirittura con la benedizione della Ela (Emergency liliquidity assistance) - BCE. Le banche di questi due Paesi emettono direttamente Euro in proprio. I soliti pateracchi dei banchieri privati e della "Commissione Europea" si evince dalla risposta all'interpellanza del parlamentare greco Kostantinos Poupakis, che chiedeva lumi sull'accaduto: «la commissione europea non detiene statistiche sulle varie operazioni Ela... Mentre è la BCE che cura questi aspetti.» I fatti sono ineludibili; non è più possibile che la politica tutta permetta che lo Stato italiano così maldestramente continui ad indebitarsi nei confronti dei banchieri privati. Lo Stato, in nome e per conto dei propri cittadini, deve ritornare ad emettere la propria moneta. La deve acquisire a titolo originario e registrarla all'attivo del proprio bilancio al valore corrispondente al signoraggio. L'attività così conseguita dovrà essere utilizzata per le proprie spese istituzionali, per dimostrare che le istituzioni sono al servizio del cittadino e non viceversa. Su queste posizioni bisogna che i cittadini realizzino un fronte comune capace di fare piazza pulita, trasversale ai vecchi apparati partitici a difesa degli interessi nazionali e quindi di tutti. Lasciare agli altri la difesa dei banchieri, delle losche attività finanziarie e dei poteri forti. La nuova linea di demarcazione della politica separa quelli che intendono operare per il benessere dei cittadini da quelli a tutela dei banchieri & C. Solo così sarà possibile rilanciare l'economia e l'occupazione, e ciò che più conta la speranza nel prossimo futuro. Per quanto riguarda il debito pregresso, tra i tanti suggerimenti che ci sono giunti registriamo anche quello del prof. Bruno Amoroso (economista italiano che insegna in una università in Danimarca) che sostiene non solo di "non pagare un debito illegittimo" ma addirittura "chiede i danni" per il mal tolto. Abbiamo tempo per decidere su tutto ciò, intanto pensiamo all'Islanda. Mai come oggi; o con i cittadini o con i banchieri. S. F.

Crisi: Tremonti vara il piano Britannia-2 - E' vero: lo dicono i "mainstream"...

Questo è un titolo dei media mainstream
Per chi ancora non sapesse che cosa è il Britannia 1 - accordo a suo tempo abbastanza censurato dai media -  rimandiamo all'articolo: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2008/09/svendita-italia-labc-panfilo-britannia.html


ROMA (MF-DJ)--Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha annunciato
ieri che entro fine mese ci sara' un incontro con investitori nazionali e
esteri per cedere immobili, concessioni e Spa locali; il varo, quindi, di
un vero e proprio Britannia-2. In questo incontro, secondo quanto
riportato dal Sole 24 Ore, saranno passati in rassegna gli asset pubblici
che possono essere valorizzati o alienati , partendo dal patrimonio
immobiliare fino alle quotazioni azionarie possedute dal Tesoro.

Il maxi evento raccogliera' a Roma praticamente tutte le principali
banche, compagnie d'assicurazione, fondi di investimento, fondi sovrani e
fondi immobiliari, con un occhio particolare rivolto ai Brics. L'obiettivo
e' quello di arrivare a decisioni concrete e quindi operative per il
processo di privatizzazione.

Gli incassi delle dismissioni, di regola, vengono destinati
all'abbattimento dello stock del debito: questa potrebbe diventare
un'azione complementare all'abbattimento del deficit e dell'avanzo
primario per velocizzare la discesa del debito/Pil verso quota 100%.
red/adm

(fine)

MF-DJ NEWS

Per la Grecia, è l'ora del riscatto

Articolo del 17/02/2010
Nicoletta Forcheri

Crisi in Grecia: lettera aperta al Ministro di Stato Haris Pamboukis

Caro Ministro,

il signoraggio (in greco: χωροδεσποτεία) preteso sulla moneta europea da parte della Banca Centrale Europea, sta emergendo come scandalo grazie alla pubblicità data su internet del meccanismo truffaldino della creazione monetaria (fiat money) esercitato da parte di organismi privati anarchici esclusi dal controllo democratico [1].

Secondo commentatori islamici, nella crisi monetaria che sta avvenendo verranno trascinati tutti quei governi occidentali collusi con la mafia del cartello usuraio internazionale [2].

Un consulente del Gruppo Rohatyn aveva già previsto un meccanismo di difesa – adottabile da parte degli stati aderenti a Maastricht – per uscire dal ricatto dei fantasmi che infestano l’Eurotower di Francoforte [3].

Marco Saba [4] ha tradotto per l’Italia questa soluzione in due capitoli del suo libro inedito Moneta Nostra [5].

E’ ora di leggere ed adattare alla situazione peculiare della Grecia questi due capitoli, prevedendo la NeoDracma come ultimo strumento sovrano aristocratico per liberare il Paese dall’aggressione criminale del neocartello pseudo-democratico del credito.

Un politico italiano, Gianmario Ferramonti [6], arriva addirittura a prospettare una nuova moneta dei popoli del mediterraneo adottabile da una nuova Banca Centrale del Mediterraneo, sul modello dell’ALBA e del Sucre latino-americano [7].

Ida Magli spiega bene come altrimenti gli Stati dovranno arrendersi ai nuovi padroni [8].

Ministro!

Per la Grecia, è l’ora del riscatto.

Note:

1] Quasi-criminal behaviour of some financial institution
http://studimonetari.org/documenti/quasicriminal.doc
Petizione per l’audit della BCE:
http://www.petitiononline.com/auditecb/petition.html

2] The Collapse of the Terrorist Dialectic
http://www.shaykhabdalqadir.com/content/articles/Art104_07022010.html

3] Julian D. A. Wiseman, The end of EMU: How Germany might leave
Abstract: A country in the eurozone can, without being in breach of the Maastricht Treaty, create a new central bank controlling the monetary policy of a new currency. This loophole in the Maastricht Treaty is not widely known
http://www.jdawiseman.com/papers/finmkts/deutsche-zentralbank.html

4] Marco Saba è un ricercatore del Centro Studi Monetari
http://studimonetari.org

5] Moneta Nostra, capitoli B2 e B5:
http://www.scribd.com/doc/20265666/Moneta-Nostra

6] Sito di Gianmario Ferramonti:http://www.ferramonti.it/menu.htm

7] Sistema Único de Compensación Regional
http://en.wikipedia.org/wiki/SUCRE_(currency)

8] I padroni degli Stati – di Ida Magli, Italiani Liberi, 11/01/2010
http://web.mclink.it/ME3643/Edito10/banche1701.html

Unicredit, Intesa… Capitali in fuga


Unicredit, Intesa…Capitali in fuga, troppo piccole per crescere

Blitz, 13 settembre 2011
MILANO – Lo spettro che aleggia è sempre lo stesso, da almeno tre anni: da quel crack improvviso di Lehaman Brothers che se non altro ha insegnato come sia praticamente impossibile percepire segnali premonitori. O quando ci sono valutarne la giusta portata. Il crollo delle banche, oggi quelle francesi, viene a più riprese non considerato evento possibile. Tutti gli indicatori, solidità patrimoniale, attivi sul rischio, informative trasparenti, ripetuti stress test, escludono smottamenti. Ma allora perché i mercati non ci credono? Sono settimane che gli istituti bancari preferiscono mettere i propri soldi nella Bce, a tassi irrisori, piuttosto che prestarli al resto del sistema a tassi più convenienti.
L’epoca Lehman è stata contrassegnata da un eccesso di indebitamento rispetto al capitale posseduto come leva privilegiata per operare sui mercati. Ci si indebitava cioè fino al collo per aumentare le proprie quotazioni, favorendo però quelle colossali bolle finanziarie che sappiamo. Oggi, al contrario, la difficoltà ad ottenere credito e la minore propensione – meglio dire una vera e propria allergia – al rischio, costringe gli investitori ad “alleggerirsi”, ovvero a vendere beni detenuti, come le azioni, facendo scendere le quotazioni.
Il problema italiano, al di là delle congiunture legate ai titoli spazzatura di Atene che intossicano soprattutto banche francesi e tedesche (un terzo del totale è nella loro pancia), è legato a capitalizzazioni davvero insufficienti. Il Banco Popolare, che lunedì ha perso il 3% vale 1,7 miliardi di euro: solo a gennaio aveva affrontato un aumento di capitale da 2 miliardi. Banca Mps capitalizza 3,9 miliardi di euro, nemmeno il doppio dell’aumento di capitale da oltre 2 miliardi concluso a luglio. Intesa vale 13,4 miliardi pur avendo incassato in primavera 5 miliardi dai soci. Unicredit non ha lanciato operazioni sul capitale nel 2011, ma le voci insistenti dell’imminenza di un aumento di capitale le stanno procurando uno scivolone appresso all’altro. Siamo agli antipodi del famigerato concetto “too big to fail” (troppo grandi per fallire)?
Da inizio anno l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha accusato una perdita secca del 33,2%. La peggiore performance dei mercati europei. Le banche italiane non riescono a drenare capitale dal mercato, con grave danno per la redditività. Sono troppo piccole, non hanno affrontato le indifferibili riforme strutturali per contenere costi e inefficienze. Hanno perso un po’ meno nei primi sei mesi dell’anno ma l’outlook, le aspettative, è negativo a fronte di una situazione borsistica in cui la volatilità è diventata la norma.
La decisione di Moody’s di mettere sotto osservazione i rating di 13 banche italiane a giugno aveva seguito di una settimana la comunicazione di porre il rating dell’Italia Aa2 sotto esame in vista di una possibile riduzione del giudizio. Nella lista degli osservati speciali di Moody’s comparivano: Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Banca Cr Firenze, Banca Mps, Banco Popolare, Bnl, Cariparma, Banca Popolare Friuladria, Carige, Banca Sella, Cassa di Risparmio di Bolzano-Sudtirol, Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Padovana Credito Cooperativo, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen e Istituto Servizi Mercato Agroalimentare.

Le dimissioni di Stark e l'euro-fallimento

Zepp-LaRouche: le dimissioni di Stark confermano il fallimento dell'esperimento Euro

Da: EIR utive Intelligence Review anno 20 n. 37 - 15 settembre 2011 Strategic Alert - Edizione Italiana
 
Il Movimento Solidarietà tedesco (BueSo), con la sua lista di 20 candidati alle elezioni della città di Berlino il 18 settembre, è entrato nell'ultima settimana di campagna elettorale. Il 10 settembre il partito ha tenuto un incontro elettorale con un videomessaggio della Presidente Helga Zepp-LaRouche, un discorso introduttivo del capolista Stefan Tolksdorf ed altri candidati del partito. La signora LaRouche ha esordito ricordando le spettacolari dimissioni dell'economista capo della Banca Centrale Europea Juergen Stark, forte oppositore all'acquisto di titoli di stato degli stati dell'Eurozona in difficoltà. "C'era chiaramente un conflitto tra il presidente della BCE Trichet, che agisce chiaramente nell'interesse dell'Impero britannico (col quale intendiamo l'oligarchia finanziaria delle banche) e coloro che prendono ancora sul serio lo statuto della BCE, secondo il quale l'unico mandato dell'istituto di Francoforte è quello di garantire la stabilità dell'Euro. "Con le lotte interne alla BCE e la cacofonia nell'Unione Europea, possiamo trarre solo una conclusione: l'esperimento dell'Euro è fallito", ha affermato la signora LaRouche, che ha chiesto alla Germania di lasciare l'Eurozona e di ritirarsi da tutti i trattati dell'UE. Il fallimento della politica di austerità dell'UE è evidente in Grecia, che è sull'orlo di un'esplosione sociale per via dei criminali tagli al bilancio. Eppure "Lo zar energetico dell'UE Oettinger ha fatto l'assurda proposta di mandare in Grecia una sorta di esercito di burocrati con gli elmetti blu" ovvero una forza internazionale di amministratori che supervisioni le privatizzazioni dei beni di stato e raccolga le tasse. Questo non farà che fomentare altri conflitti in Europa. Quanto sia grave la situazione è evidenziato dalla scenata di sette minuti fatta da Trichet durante la sua conferenza stampa dell'8 settembre, quando un giornalista del Boersenzeitung ha chiesto se la BCE diventerà una bad bank, e che cosa ne pensasse del numero crescenti di esperti che dicono che la Germania dovrebbe tornare al marco nel proprio interesse. In effetti, ha commentato la signora LaRouche "le dimissioni di Juergen Stark hanno provocato un vero e proprio shock: l'indice DAX è crollato del 4%, perché la Germania è diventata l'ultima vacca da mungere nella fallimentare politica dell'Euro. Ora Joerg Asmussen dovrebbe sostituire Stark, e questo equivale a mettere una faina a fare la guardia del pollaio". In effetti Asmussen è stato tra i protagonisti della sfrenata deregulation nel 2004, quando c'era la coalizione rosso-verde, ed è uno degli autori del fondo salva-Euro. La politica della BCE, ha ammonito la signora LaRouche, sta portando all'iperinflazione. E "la signora Merkel ha portato la Germania sull'orlo dell'abisso, con la sua politica sull'Euro e sull'energia. Ora chiede un cambiamento dei trattati UE per consentire all'Europa di diventare un'unione fiscale", ha concluso la signora LaRouche, invitando i tedeschi ad aiutare il BueSo a cambiare questa politica.