(di Demetrio Manolitsakis) - (ANSAmed) - ATENE, 19 DIC - In Grecia, a pochi giorni dal Natale e in piena recessione, si ha l'impressione che dovunque prevalga un'atmosfera di rabbia e di tristezza che ai greci di una certa eta' riporta alla memoria scene della Seconda Guerra mondiale e dell'occupazione tedesca del Paese: poverta', lotta quotidiana per la sopravvivenza, disperazione. Le famiglie greche, secondo i dati della Confederazione Nazionale del Commercio ellenico, vivono in una situazione che appena qualche mese fa sembrava impensabile. Nove greci su 10 hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su 10 le spese per i divertimenti e un cittadino su quattro dichiara che gli non bastano i soldi per l'acquisto di generi di prima necessita'. Soltanto un greco su quattro cerca di risparmiare per paura della situazione economica incerta. Mentre sempre un cittadino su quattro vive al di sotto della soglia di poverta', uno al limite della stessa soglia e due su quattro fanno ricorso ai loro risparmi per vivere. In ogni caso, secondo la Confederazione, cio' significa che sul mercato manca la liquidita' che puo' condure alla sparizione della piccola e media imprenditoria. Piu' di 400.000 nuclei familiari, secondo l'Istituto nazionale di statistica Elstat, sono rimasti senza alcun reddito perche' nessuno dei componenti lavora piu', mentre oltre 60.000 famiglie hanno fatto ricorso al tribunale chiedendo la regolamentazione dei loro debiti perche' sostengono di non essere piu' in grado di pagarli nemmeno a rate. Il numero degli indigenti che usufruiscono delle mense comuni allestite dalla Chiesa ortodossa greca e' aumentato ultimamente di 20.000 unita', come ha rivelato Maria Iliopoulou, direttrice del brefotrofio di Atene. Parlando con il sito online Newsit.gr, la donna ha affermato che nelle ultime settimane "sono stati registrati circa 200 casi di neonati denutriti perche' i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve", mentre gli insegnanti delle scuole intorno all'istituto da lei diretto fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare. Anche i maestri delle scuole elementari del Comune di Atene, sostiene Iliopoulou, ''ci chiedono i pasti per i loro scolari che non hanno da mangiare, mentre in molte scuole la situazione e' ancor piu' drammatica perche' alcuni bambini sono svenuti in classe in quanto denutriti. L'Associazione insegnanti di Scuole elementari di Atene, circa la situazione in cui versano molti alunni delle scuole della capitale a causa della difficile situazione economica dei genitori, ha denunciato il caso di un padre che si e' tolto la vita perche' non era piu' in grado di far crescere i suoi tre figli. Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come "propaganda", si e' visto costretto a riconoscere la gravita' del problema. E cosi' ha deciso di distribuire agli alunni delle famiglie meno abbienti buoni pasto con cui al mattino possono acquistare la colazione dal refettorio delle scuole.

Come hanno detto alcuni insegnanti al quotidiano To Vima, il problema di denutrizione esiste e viene individuato piu' facilmente nelle scuole a pieno tempo: "Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perche' si vergognano di dire la verita'". E non mancano nemmeno i casi di pazienti che, dopo essere guariti, non vogliono lasciare l'ospedale perche' non hanno dove andare a dormire.

(ANSAmed).