venerdì 3 febbraio 2012

Valute virtuali contro la crisi


Valute virtuali contro la crisi

Valute virtuali contro la crisi

La soluzione contro la mancanza di liquidità delle aziende è il ricorso alle "alternative currencies". Delle valute che esistono solo in rete e che permettono alle aziende associate al circuito di scambiarsi beni e servizi, senza fare ricorso all'euro.

Alternative currency, moneta complementare o baratto elettronico. Chiamatelo come vi pare, ma il succo rimane sempre lo stesso. Quello dei nuovi sistemi di pagamento che permettono alle imprese di vendere e comprare senza fare ricorso all'euro o alla valuta nazionale.

L'esempio più lampante in Italia è quello delSardex, una moneta virtuale per le aziende sarde (escluse le farmaceutiche, le finanziarie e le rivendite di armi) che si associano al circuito, con la quale è possibile comprare e vendere beni. Ogni Sardex vale un euro ed è su questo valore che si effettuano le transazioni. I crediti e i debiti di ciascuna azienda non sono convertibili in denaro corrente ma solo in prodotti. Se ad esempio si accumula un attivo di mille Sardex non si può pretendere di cambiarli in euro, ma si possono solo fare acquisti in prodotti dallo stesso valore.

È una sorta di meccanismo evoluto del baratto, così come spiega Gabriele Littera, 26 anni, presidente del cda e responsabile marketing di Sardex.net: "Con il baratto un produttore di uova non potrebbe ottenere un cavallo dal valore di duemila euro solo scambiando la sua merce. Quante uova ci vorrebbero? L’ipotetico produttore di uova potrebbe acquistare un cavallo andando a meno duemila Sardex, un passivo che compenserebbe cedendo uova per duemila euro a più imprese che ne hanno bisogno. Così come il proprietario degli animali spenderebbe i suoi duemila Sardex di attivo, acquistando qualsiasi altra cosa. Inoltre questo tipo di scambio prevede la multitemporalità: è possibile riscuotere il proprio credito o estinguere il proprio debito in una fase successiva a quella della vendita".

Un sistema che ha il vantaggio di dare ossigeno a chi non ha liquidità in cassa, limitare i costi che derivano dall’invenduto e incentivare le aziende a fare affari tra loro incrementando il mercato locale. Dopo 13 mesi dalla nascita, Sardex ha già raccolto l'adesione di quasi 300 imprese con un fatturato di circa 150mila euro e un valore di 110mila euro in operazioni nel circuito.

Con la crisi che avanza e mette in ginocchio le aziende il ricorso alle monete complementari sta diventando un'opzione sempre più considerata: in Sicilia sta partendo un network gemello del Sardex che si chiama Sicanex. A Torino il consiglio comunale sta valutando l'opportunità di adottare il Taurino. A Nantes, in Francia, due italiani sono al lavoro per creare il Bonùs. E sempre due giovani italiani,Sebastiano Scrofina e Dario Perna, stanno lavorando al Dropis, una moneta peer-to-peer senza confini che funzionerà così: chiunque voglia vendere qualcosa in rete, si assegna dei Dropis pari al prezzo che vuole incassare. E una volta effettuata la transazione potrà reinvestire i suoi Dropis nel circuito online dedicato.

Una vera e propria rivoluzione in tempo di crisi di liquidità, che - ed è il parere del Wall Street Journal - rappresenta uno dei possibili futuri dell'economia.

2 Febbraio 2012

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Alessandro Giannace

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