giovedì 12 gennaio 2012

Si suicida lanciandosi in un tino di whisky


Si suicida lanciandosi in un tino di whisky

Un uomo di 46 anni si è tolto la vita gettandosi in un tino di whisky della distilleria dove ha lavorato per 23 anni

Un uomo si è suicidato saltando in un tino di whisky nella sede della Glenfiddich Distillery. Brian Ettles, 46 anni, sabato è annegato dopo essersi lanciato nel contenitore da 50mila litri. Il personale dell’ambulanza e i Vigili del fuoco sono stati chiamati sul posto ma l’uomo, padre di due figli, è morto all’interno del tino di legno. Come scrive il Daily Mail, la tragedia si è consumata a Dufftown, nella regione scozzese del Banffshire, il giorno seguente a quello in cui Irene, moglie del signor Ettles, aveva festeggiato il 54esimo compleanno. Il 46enne viveva a Keith ed era un dipendente esperto della distilleria, per la quale ha lavorato per 23 anni.

Il video shock del colonnello polacco che si spara in diretta tv

L’allarme è stato lanciato tempestivamente nella speranza di essere ancora in tempo per salvare la vita di Ettles. Il contenitore all’interno del quale è morto, realizzato in legno e dell’altezza di circa 5 metri, conteneva il mosto nelle prime fasi della distillazione. Eileen Mackenzie, 67 anni, vicina di casa della vittima, ha dichiarato: “Sono sotto shock. E’ un modo così orribile di morire e la maggior parte delle persone con cui ho parlato ne sono sconvolte. Era ancora un uomo giovane e non ho idea dei motivi che possono averlo portato a togliersi la vita in questo modo”.

L’ipotesi del suicidio nella morte dello studente Roberto Straccia

Oltre alla moglie, il signor Ettles lascia la figlia Giulia, di 25 anni, e il figlio Stuart, di 21. Un portavoce di Glenfiddich ha spiegato: “Abbiamo deciso di chiudere lo stabilimento in segno di rispetto verso la persona che è morta. I nostri pensieri sono rivolti alla sua famiglia”. Glenfiddich è il principale esportatore mondiale di whisky a singolo malto. La distilleria è stata aperta nel 1886 da William Grant ed è attualmente gestita dai suoi discendenti.

L’esperto: Si usa il caso Welby per imporre il suicidio assistito

SERVIZIO PUBBLICO: PUNTATA SUL SIGNORAGGIO


SERVIZIO PUBBLICO/ Da stasera anche su Cielo. Santoro misura “Il rigore di Stato”. Anticipazioni e ospiti




giovedì 12 gennaio 2012

SERVIZIO PUBBLICO/ Da stasera anche su Cielo. Santoro misura “Il rigore di Stato”. Anticipazioni e ospitiMichele Santoro
SERVIZIO PUBBLICO – Stasera torna alle 21.10 Servizio Pubblico, che dopo la pausa natalizia, riapre con una grossa novità: il talk di politica e attualità condotto da Michele Santoro sbarca su Cielo (canale 26 dtt), il canale digitale terrestre gratuito, allargando così la multipiattaforma formata da tv locali, Sky, e quattro siti web che offrono la diretta  streaming. Tema della puntata di oggi, 12 gennaio 2012 il “rigore di Stato”, alla luce dei recenti fatti di politica e delle misure adottate dal governo Monti, tra cui l’irrobustirsi dei controlli della Finanza a Cortina e il voto sull’arresto di Cosentino. Gli argomenti che saranno affrontati stasera sono già oggetto di discussione sulla frequentatissima pagina di Facebook dedicata al talk condotto da Michele Santoro, tra questi, il talk si interroga su un prestito della Bce: “Prima di Natale, la Bce ha erogato un maxiprestito di 489 miliardi di euro a tutte le banche d'Europa, con un tasso d'interesse appena dell' 1%. A beneficiarne maggiormente sono state le banche italiane, che da sole hanno ricevuto 116 miliardi. L'accesso al credito per privati e imprese continua però a essere pressoché impossibile. Dove sono finiti tutti questi soldi?” Il dibattito in rete è già vivacissimo. Sarà proprio il pubblico da casa attraverso il social network a potersi esprimere sulle varie tematiche e come di consueto Giulia Innocenzi aggiornerà la pagina in tempo reale durante la diretta, proponendo diversi sondaggi agli internauti. A poche ore dalla puntata sul social network è stato chiesto agli iscritti su quale argomento vorrebbero essere interpellati i telespettatori, tra signoraggio bancario, riforma del mercato del lavoro e evasione fiscale. La maggior parte di coloro che hanno risposto ha chiesto un sondaggio sul signoraggio bancario. Grande attesa per gli ascolti tv di Servizio Pubblico: la messa in onda del programma aiuterà il talk a recpurare gli ascolti persi dalla prima puntata? Lo scopriremo dai dati Auditel di domani, ma intanto scopriamo chi saranno gli ospiti che stasera interverranno al programma: il sindaco di Bari Michele Emiliano, Daniela Santanché del Popolo della Libertà e il procuratore capo della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli. Alla pagina seguente l'elenco delle reti e dei siti attraverso cui è possibile seguire Servizio Pubblico.


Satellite: SkyTG24, Canale 100 , Canale 500, Canale 504.Digitale terrestre: Cielo. Syndication tv locali: Telecupole, Videogruppo, Telecupole, Videogruppo, Telelombardia, Rttr, Free, Telenuovo, Antenna3 nordest, Nuovarete, Telereggio, Telesanterno, Telemodena, DiTv, Primocanale, Rtv 38, Umbria tv, TvCentro – Marche, TeleRoma 56, T9, Extra Tv, Rete 8, Telecapri, Telenorba, Videocalabria. 
Servizio Pubblico è anche in streaming sui siti Serviziopubblico.it, Corriere.it, Ilfattoquotidiano.itRepubblica.it

Blocco sociale contro il regime dei banchieri


Liberalizzazioni: blocco sociale contro il regime dei banchieri

Il capitalismo non potrà evitare la protesta sociale e per sopravvivere sarà costretto a spremere sempre di più i popoli

La crisi odierna è inequivocabilmente dovuta a fenomeni di sovrapproduzione e sottoconsumo, in sostanza deriva da una restrizione dei mercati che è un effetto della variazione della morfologia sociale.
L’enorme rigonfiamento della massa proletarizzata, con la riduzione di gran parte dei ceti medi alla condizione salariata, significa che non ci sono abbastanza compratori per le merci: il proletariato non può ricomprare tutte le merci che esso stesso ha prodotto. Ma ciò rappresenta un’antinomia del capitalismo, dato che non può esistere una società composta esclusivamente da borghesi e proletari.
La razione di miseria obbligatoria imposta a paesi come Portogallo, Grecia, Italia, Spagna e progressivamente a tutti i popoli europei, non basterà a fermare la caduta di rendimento del capitale finanziario, per cui serviranno altre manovre finanziarie che spingeranno sempre di più verso una condizione di insopportabilità dei sacrifici imposti ai proletari. Ormai il capitalismo non ha più nulla con cui tacitare la protesta sociale, anzi, per sopravvivere è costretto ad estorcere sempre di più e in dosi sempre maggiori.
Se Obama è costretto a raddoppiare i fondi sociali di assistenza con cui vengono finanziati sottobanco i grandi supermercati dei distretti popolari al fine di non fare esplodere rivolte, se in Europa si procede all’abolizione di ogni copertura di welfare (pensioni, sanità, scuola, ecc.), se neppure uno solo dei grandi economisti borghesi è stato in grado di prospettare un modo per uscire dalla crisi e stabilizzare l’economia, tutto questo procedere verso il disfacimento totale del capitalismo ha una sua ragione d’essere ed è l’irrazionalità del capitalismo rispetto alle ragioni dell’intera umanità.
Oggi la miseria obbligatoria imposta dal proconsole della Bce per l’Italia, Mario Monti, al solo fine di garantire il pagamento degli interessi del debito pubblico italiano al capitale finanziario internazionale può valere qualche settimana di ripresa dei titoli italiani. Più del 97% di questi titoli sono incettati dalle banche che esigono i pagamenti, pena il default: sono le grandi banche mondiali, a cui la Bce e le banche italiane sono consociate. Di ripresa nemmeno l’ombra, anzi prosegue la liquidazione sistematica dell’industria e del piccolo commercio. La crisi abbatte chi non è abbastanza forte da resisterle: si contano già 60-70 mila piccoli esercizi commerciali chiusi con relativo numero di disoccupati, per lo più clandestini, dato che erano clandestini anche come lavoratori. Questa ecatombe forza il mercato in direzione dei grandi gruppi commerciali, cioè dei grandi supermercati nei quali i prezzi sono stabiliti nell’ambito dei commerci internazionali. Ci avviamo verso un commercio con forti connotazioni autocratiche, verso cui i consumatori non dispongono di alcun mezzo di influenza e di contrattazione.
Al momento i grandi centri commerciali mantengono i prezzi al di sotto di quelli del piccolo commercio, fa parte della strategia per liquidare quest’ultimo e la quantità di merci vendute assicura ai grandi gruppi margini soddisfacenti di profitto, dato anche che possono servirsi di lavoro precario a basso costo. Quando essi avranno imposto condizioni di monopolio, allora potranno esercitare tutta la loro forza per spremere i consumatori.
Il piccolo commercio è stata una delle attività fondamentali della piccola borghesia urbana. Le sue attuali condizioni di reddito non sono dissimili da quelle dei proletari. Ma molta della sua sopravvivenza dipende dall’evasione fiscale sistematica, da essa concepita come lotta di sopravvivenza contro lo Stato e la concorrenza.
Crollata l’illusione berlusconiana in cui essa si riconosceva completamente, oggi la piccola borghesia urbana si trova sul baratro della sua scomparsa come ceto sociale. Il capitale finanziario la sacrifica per acquisire il potere enorme di monopolizzare i commerci e utilizzarlo come forma di controllo e pressione sociale. E’ noto che i capitali dei grandi gruppi commerciali sono consociazioni internazionali gestite dalle banche.
E’ evidente che per gli ultimi residui della piccola borghesia urbana e commerciale le prospettive future sono uno status di proletarizzazione, disoccupazione e precarietà. Ma bisogna stare attenti poiché è proprio da questi ambienti sociali che stanno riemergendo le tesi complottiste, l’antisemitismo di ritorno, il razzismo contro gli extra-comunitari.
Di fronte alla proletarizzazione forzata della piccola borghesia urbana, il proletariato non può più combattere con gli strumenti, ormai anacronistici, della democrazia parlamentare borghese, un nemico di classe che ha finalmente gettato la maschera, uscendo allo scoperto e ponendosi direttamente al vertice di Stati come Italia e Grecia.
Un’analisi della situazione che sia attendibile, onesta e coerente, non può non generare una presa di posizione ferma ed intransigente di fronte all’inasprimento della crisi e alle soluzioni “lacrime e sangue” adottate dai governi in un quadro capitalistico. Governi che non sono più condizionati in modo occulto e latente, come succedeva all’interno dei precedenti scenari parlamentari, da lobby che fanno capo alle grandi banche d’affari e all’alta finanza, ma sono un’emanazione diretta e palese del potere capitalistico, poiché al vertice degli Stati, in Grecia e in Italia, si sono insediati ufficialmente dei regimi guidati da tecnocrati e alti funzionari del sistema bancario e finanziario internazionale.
Su questo punto non si può non concordare, a meno che non si voglia negare l’evidenza.
In un quadro di crescenti ingiustizie e diseguaglianze sociali, è inevitabile che le proteste, frutto della disperazione dilagante, non saranno più facilmente gestibili con gli strumenti tipici della legalità costituzionale e della democrazia liberale borghese, e da semplici movimenti di indignazione e contestazione pacifica e non violenta, potranno assumere la forma delle rivolte o dei tumulti di massa, ovvero una veste insurrezionale.
Pertanto, serve la formazione di un blocco sociale e popolare, di impronta classista, che sia in grado di esercitare un ruolo antagonista, intransigente e deciso, contro il regime dei banchieri, che è (per l’appunto) un’emanazione diretta e palese, persino dichiarata, di un blocco economico molto agguerrito che fa capo agli affari (di classe) del sistema bancario e dell’alta finanza internazionale, che sono evidentemente contrapposti in maniera irriducibile agli interessi del mondo del lavoro produttivo e salariato, precisamente a quelli delle classi operaie e, più in generale, delle masse proletarizzate.
Ma come e con quale durata temporale si potrebbe conseguire un simile obiettivo? E con quali metodi di lotta è possibile, oltre che necessario, agire per concretizzare tale progetto? Ed è un traguardo di breve termine, o di medio e lungo periodo? Sempre che sia realizzabile. Inoltre, ammesso che lo sia, il processo dovrà e potrà svilupparsi dal basso, quindi compiersi in modo spontaneo ed auto-organizzato, o dovrà essere diretto dall’alto, cioè da un soggetto politico che si configuri come avanguardia rivoluzionaria?
A tutti questi interrogativi, che non sono affatto accademici, astrusi o peregrini, bensì estremamente pratici, occorrerebbe dare una risposta. Una risposta che eventualmente può giungere solo dal basso, ovvero dal magma ribollente delle lotte sociali e materiali.

Articolo letto: 262 volte (11 Gennaio 2012)

UNICREDIT: CLASS ACTION DI PAS-FERMIAMOLEBANCHE


12 Gennaio 2012 10:13

UNICREDIT: CLASS ACTION DI PAS-FERMIAMOLEBANCHE

Scritto da  com/mca
(AGENPARL) - Roma, 12 gen - PAS-FermiamoLeBanche (scrivi a info @ PAS-FermiamoLeBanche . it) sta organizzando contro Unicredit, non una generica class-action, bensì un'azione giudiziaria di massa fatta però di tante singole, personalizzate e ben più incisive ed economicamente rilevanti azioni restitutorie e risarcitorie. È infatti vox populi che, sotto l'occhio spento della Consob, si sia concretizzata un'immane quanto illecita speculazione, dapprima, attraverso la 'sapiente' strategia di riduzione al lumicino della capitalizzazione Unicredit a furia di scientifici colpi di vendita e vari altri espedienti, e, da ora, attraverso la non meno sapiente strategia che la vedrà trasformata, con il suo immenso patrimonio, in un boccone-regalo per i vampiri della finanza planetaria. Sotto l'occhio spento, dicevamo, della CONSOB, i cui 'processi' non son altro, anche questa è vox populi, che chirurgie assolutorie rivolte a null'altro che 'legittimare' l'illegittimo. Questo con il sostegno 'morale' del silenzio/assenso di gente come il bilderberghino Monti e il suo governo. Monti che, da un lato, finge di credere «solide» le banche italiane; dall'altro, finge di non capire che - non solo le tasse, ben lungi dalle essere bellissime (lo diceva Padoa Schioppa, ma in realtà era anch'egli un 'illuminato' membro del Bilderberg), sono invece illecite e vanno abolite mediante la nazionalizzazione delle banche sia centrali che di credito, ovvero mediante l'abolizione del crimine del signoraggio bancario, di cui sono il velenoso frutto; e dall'altro ancora finge di non sapere che, per di più, le banche evadono da sole le tasse per importi multipli di tutte le tasse sia evase che pagate dal resto della società (vedi il doc. sul signoraggio dal sito di cui sopra). Ma, ciò detto, è ora utile raccogliere, con l'aiuto dei cittadini frodati, tutto il materiale e le informazioni possibili (inviali alla nostra mail), sia per approfondirli e rispondere specificamente, che per redigere atti e documenti intorno ai quali raccogliersi per recuperare il recuperabile bucando la corazza di collusioni mediatiche, politiche, giudiziarie e istituzionali, che hanno reso possibile un simile disastro in una società talmente ricca che (incredibilmente) il problema è che di tutto c'è troppo. Atti, documenti e informazioni che verranno via via pubblicati su www . PAS-FermiamoLeBanche . it, dove abbiamo creato anche un apposito forum, per consentire, sempre ai fini delle strategie da adottare (anche politiche e mediatiche, oltre che giudiziarie), lo scambio di opinioni e di informazioni. Atti e documenti che devono servire a evidenziare come, oltre alle specifiche violazioni vere e proprie commesse nei confronti dei singoli investitori o in generale, sussistono gravi illiceità già in una serie di attività che la banca ha compiuto come fossero ordinarie 'prassi'. Ciò allo scopo di poter così sostenere l'illiceità dell'intero rapporto e chiedere, secondo le situazioni, la restituzione delle somme di cui la banca si è appropriata indebitamente e/o il risarcimento dei danni per le perdite che ha causato. Un altro elemento di forza contro la banca è l'eventuale presenza di rapporti di affidamento in conto corrente, perché è ormai giurisprudenza consolidata che le banche si approprino indebitamente, specie in relazione ai fidi, di ingenti somme, sicché sarà possibile utilizzare anche questo per dimostrare la complessiva illiceità del suo comportamento per aver illegittimamente lucrato nelle operazioni che fa sui fidi, sia in generale, che nel prelievo o accredito di somme di cui al commercio dei titoli. Senza contare la possibilità di recuperare di per se stesse le somme di cui si appropria indebitamente sui fidi, che spesso, sommandosi, negli anni, risultano essere ben maggiori delle somme di cui ha causato la perdita in seguito al crollo del valore dei titoli. Ti invitiamo nel mentre a rafforzarci, anche nel tuo personale interesse, concorrendo alla nostra lotta contro le banche con l'iscriverti, da www . PAS-FermiamoLeBanche . it, o dal link di www . nocensura . com, al PAS-Comitato promotore del referendum per l'abrogazione delle sei leggi regala soldi alle banche e la lotta al signoraggio bancario. Ti invitiamo altresì a intervenire, sabato 4 febbraio 2012, alle ore 11.30, al teatro Quirino, in Roma, via delle Vergini 7, dove terremo un incontro operativo del quale pubblicheremo i dettagli con una nuova circolare e nel quale tratteremo anche delle iniziative da assumere nelle azioni contro l'Unicredit.
Lo rende noto il Coordinamento provvisorio. 

Suicidio perbene vista mare


Suicidio perbene vista mare

dal Blog di Beppe Grillo
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Una coppia normale, perbene, perde il lavoro e poi la casa. Si trasforma in senzatetto. Decide di suicidarsi in silenzio, per non dare fastidio, in una camera d'albergo vista mare. Il marito aveva lanciato un appello con un video. Chiedeva solo la dignità di un'occupazione. La sua richiesta inascoltata andrebbe trasmessa in Parlamento.
"È un intervista del 2010. Sentite cosa chiedeva questa coppia, notate la calma dell'uomo... Aveva chiesto aiuto scrivendo a tutti, ANCHE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Voleva un lavoro, prima di tutto. NESSUNO LO HA ASCOLTATO. QUESTI SI SONO SUICIDATI NELL'INDIFFERENZA DI UNO STATO CHE DEI PROPRI CITTADINI NON GLIE NE FOTTE NULLA. Gli avevano suggerito, che per avere il lavoro, doveva fingersi INVALIDO, INABILE AL LAVORO.... Qualcuno deve rispondere del suicidio a Bari di Salvatore De Salvo e Antonia Azzolini." Salvo E., Perugia

Orti sovversivi


Orti sovversivi

dal Blog di Beppe Grillo

Orti sovversivi
(18:48)
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"La patata è anarchica e il fagiolo bombarolo. La carota è da sempre un'arma non convenzionale. Il pomodoro e il carciofo sono insurrezionalisti. Il peperone è comunista. L'orto è l'ultimo schiaffo al Potere. L'orto è sovversivo!". Beppe Grillo
"Quando incoraggiamo la gente a coltivare parte del proprio cibo la stiamo incoraggiando a prendere il potere nelle proprie mani. Potere sulla propria dieta, potere sulla propria salute e potere sul proprio portafogli. Penso che questo sia veramente sovversivo perché stiamo dicendo di sottrarre quel potere a qualcun altro, ad altri soggetti sociali che attualmente hanno potere su cibo e salute." Roger Doiron

Discorso di Roger Doiron, fondatore di "Kitchen Gardeners International" una rete non profit composta da 20.000 persone in 100 Paesi.
Coltivare un orto sovversivo (espandi | comprimi)
"Il mio nome è Roger Doiron e coltivo un piano sovversivo. È così sovversivo infatti che ha il potenziale per modificare radicalmente l'equilibrio di potere non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo. Riconosco che le mie parole vi suonano.. vi suonano leggermente alla Doctor Evil, lo posso comprendere, ma, credetemi, abbiamo davvero poco in comune. I suoi piani segreti parlano solo di distruzione e segretezza mentre i miei piani parlano di creazione e apertura Infatti, il mio piano può funzionare se lo condivido con più gente possibile. Ed ora lo condivido con voi, ma mi dovete promettere che lo condividerete a vostra volta con altri.Quindi eccolo qua! Non c'è niente di particolarmente radicale o rivoluzionario in un prato. Ma comincia a diventare interessante quando lo trasformiamo in un orto. Suggerirei a tutti voi che l'orticoltura è un'attività sovversiva. Pensate al cibo come a una forma di energia. È ciò che ci alimenta e allo stesso tempo una forma di potere. E quando incoraggiamo la gente a coltivare parte del proprio cibo la stiamo incoraggiando a prendere il potere nelle proprie mani. Potere sulla propria dieta, potere sulla propria salute e un po' di potere sul proprio portafogli. Penso che questo sia veramente sovversivo perché stiamo anche, necessariamente, dicendo di sottrarre quel potere a qualcun altro, ad altri soggetti sociali che attualmente hanno potere su cibo e salute. Pensate a quali possano essere questi soggetti. E guardate anche all'orticoltura come a una sorta di salutare droga di passaggio, potremmo dire, ad altre forme di libertà alimentare. Poco dopo aver iniziato a coltivare gli ortaggi, dici: "Hey, ora ho bisogno di imparare come cucinarli... poi potrei voler imparare a conservare gli alimenti o a cercare il mercato contadino locale nella mia città". L'altra cosa che accade piantando un orto, specialmente davanti alla Casa Bianca in un prato soleggiato a sud, è che non sai chi potresti influenzare! Non sono proprio sicuro di quale influenza abbia avuto l'orto della mia casa bianca sulla First Lady, ma posso dirvi che lei mi ha molto influenzato da quando ha piantato il suo. Ora, non è qualcosa che va di moda. Capisco che siamo di ambiti completamente diversi e non voglio competere, ma di certo mi ha spinto a pensare molto più in grande il ruolo che voglio avere nel movimento degli orticoltori. Questo è più o meno ciò a cui aspiravo. Modesto, eh? Inizio col mostrarvi un video molto breve che ho prodotto per voi, che il mio migliore sforzo per riassumere la storia della gastronomia in circa 15 secondi. La storia della gastronomia. È una piccola clip divertente e lo sarebbe anche di più se non fosse tragica e , per una volta, vera. La realtà è che ci troviamo nel bel mezzo di un'epidemia di obesità che non è limitata al nostro paese, ma si sta diffondendo in tutto il mondo proprio ora. E, in una specie di universo parallelo, vediamo che anche la fame è in aumento e che ne soffrono oltre 900 milioni di persone. È tre volte la popolazione degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, i prezzi del cibo nel mondo stanno aumentando mentre la popolazione mondiale sta crescendo e si avvia a raggiungere i 10 miliardi di persone.

Più cibo con meno petrolio, acqua, tempo (espandi | comprimi)
Sappiamo che la popolazione sta aumentando e molti di noi si rendono conto che sta anche cambiando. Dal 2007 è avvenuto un passaggio fondamentale: da un mondo principalmente rurale a uno principalmente urbano e questo ha implicazioni sul modo in cui sfameremo queste persone, sugli approvvigionamenti di cibo nelle città. Ora, immagino che ci sia qualche fan di Stephen King tra il pubblico presente, ed io sono uno di loro, ma posso dirvi che non ho mai letto niente di più spaventoso di questo. Ed è lastatistica che dice che per permettere la crescita della popolazione dovremo coltivare più cibo nel corso dei prossimi 50 anni, di quello che abbiamo coltivato nel corso dei 10.000 anni passati. Ora, ciò che rende questo ancora più impegnativo, è che avremo bisogno di coltivare tutto questo cibo con meno. E quando dico meno, intendo un certo numero di cose, meno petrolio, per esempio. I geologi più rispettati credono che abbiamo già raggiunto il picco della produzione di petrolio mondiale. Ora potreste pensare che non ci sia un collegamento fra petrolio e cibo, invece di fatto ce n'è uno molto forte. Ci vogliono 10 calorie di energia da combustibili fossili, nel nostro sistema alimentare altamente industrializzato, per produrre una caloria di energia alimentare.Abbiamo anche bisogno di coltivare più cibo con meno terra coltivabile. Qui, la pressione differisce da un posto all'altro. Nel sud del mondo vediamo la desertificazione mentre nel nord ovest vediamo. Dobbiamo anche coltivare più cibo con minore stabilità climatica e minore diversità genetica. Abbiamo bisogno delle nostre varietà genetiche perché sono una specie di polizza di assicurazione contro il cambiamento climatico. Oggi abbiamo già sentito il consiglio di non mettere tutte le uova in un cestino, ma dovremmo fare la stessa cosa Avremo bisogno anche di coltivare più cibo in meno tempo. Non sto semplicemente parlando della bomba ad orologeria costituita dalla crescita demografica, mi riferisco alla quantità di tempo che noi tutti abbiamo per portare un pasto decente a tavola. E quei 31 minuti là non sono arbitrari. È la quantità media di tempo che le famiglie americane dedicano a preparare i pasti, mangiare e ripulire ogni giorno. 31 minuti. Quindi, in quei minuti è compreso il tempo che ci servirebbe per coltivare il cibo, giusto? E penso che sia necessario farlo, ma questo significherà che da qualche parte, lungo la strada, dovremo rinunciare a qualcosa. Ci dovremmo prendere una specie di vacanza per fare ciò ... sapete: è tempo di lasciare la città o addirittura forse di lasciare il pianeta. Ma dove andiamo? Dove andiamo se abbiamo un solo pianeta? E dove andremo quando viaggiare sarà difficile? Bene, se avete ascoltato i nostri leader politici nel corso degli anni, dovremmo semplicemente andare a fare shopping, giusto? Perché abbiamo questa incrollabile che possiamo comprare la nostra via d'uscita da qualsiasi problema. Ma la realtà è qualcosa di diverso. Non risolveremo i nostri problemi di cibo e di salute semplicemente passando dalla Coca-Cola tradizionale a qualche futura imitazione "verde". All'industria alimentare piace farci credere che possiamo dare ai nostri figli tutte le vitamine, i minerali e tutte le sostanze utili a costruire il sistema immunitario di cui hanno bisogno solo continuando a mangiare le merendine ai cereali. La realtà è molto diversa. Ora, quello che sta diventando ancora più fastidioso ultimamente è che anche il cibo che dovrebbe essere salutare non sempre lo è. E credo che stiamo perdendo fiducia nel nostro sistema alimentare. Più diventa grande e più diventa complesso. Abbiamo visto questo più e più volte. Questa è un'immagine dell'ultima epidemia di E-Coli, in questo caso in Europa, e si pensa che sia partita dai germogli dei fagioli. Quindi ora soffriamo di questa specie di dilemma del consumatore. Abbiamo tanti alimenti diversi, nei grandi negozi di generi alimentari, ma ci fidiamo sempre meno di questi prodotti. Ed abbiamo meno fiducia nei soggetti che mettono quei prodotti sugli scaffali. Credo che abbiamo la necessità di ridefinire ciò che è il buon cibo. A Berlino, in Germania, qualcuno coltiva ortaggi nei carrelli della spesa, abbandonandoli in giro. Sono patate. Ma oltre a ridefinire cosa sia il buon cibo, abbiamo la necessità di ridefinire i nostri spazi vitali. Al posto di vedere questo come un cortile, ripensiamolo come un servizio di fruttivendolo fai-da-te. Infatti questo è il mio cortile ed è così che l'ho immaginato. Ecco in cosa abbiamo trasformato il nostro cortile. E penso che il messaggio chiave sia questo: gli orti producono buon cibo! E quando dico buon cibo, intendo un certo numero di cose diverse. Intendo cibo sicuro, salutare, che è assolutamente magnifico e delizioso.

Gli orti crescono bambini e famiglie sane (espandi | comprimi)
Un altro messaggio importante è questo: gli orti crescono bambini e famiglie sane. Nell'economia attuale la chiave per far passare questo messaggio è, gli orti aiutano le famiglie a risparmiare. Rispetto a ciò, fidatevi tranquillamente delle mie parole, perché, un paio di anni fa, oltre a tritare gli ortaggi con mia moglie abbiamo tritato numeri. Ed abbiamo scoperto che alla fine, abbiamo risparmiato oltre 2000 dollari coltivando il nostro cibo. Voi,ora, potreste chiedere: se gli orti producono tutte queste belle cose, come facciamo a farne di più? Questa infatti è la domanda che la mia organizzazione "Kitchen Gardens International" si sta chiedendo e alla quale sta rispondendo. E la nostra risposta è essenzialmente questa: avremo bisogno di far leva sulle risorse ed il potere che abbiamo, gli orti e gli orticoltori che ci sono in modo da stimolarne di nuovi.E, come ho detto prima, non possiamo mai sapere chi potresti ispirare Ora, se questa campagna ha avuto successo penso.. sapete..non è solo perché abbiamo una First Lady visionaria che ha preso residenza alla Casa Bianca, e che certamente è stata una componente importante, e non è solo perché qualche chef o autore celebre ha ritenuto questa una buona idea da mettere in pratica. Penso che, alla fine, è stato reso possibile dal fatto che molti volevano che accadesse. C'è stato un movimento che lo ha reso possibile. La mia organizzazione ha cercato di canalizzare un po' di quell'energia del movimento e l'ha diretta verso... Ed abbiamo avuto molta fortuna nel far arrivare il messaggio all'esterno ai media, abbiamo avuto una petizione su Facebook, 110.000 firme, abbiamo avuto immagini e video virali ed abbiamo fatto cose un po' folli, come mettere simbolicamente il prato della Casa Bianca in vendita su eBay. Ma abbiamo bisogno di fare anche di più, e quello che cerchiamo di fare nella mia organizzazione, è di mettere in contatto la gente in rete, ma anche di metterla in contatto di persona. Questa è un'immagine da una piccola vacanza che abbiamo chiamato "Giornata Mondiale dell'Orto" che facciamo alla fine di agosto ogni anno ed è un modo per far stare insieme le persone negli orti e per imparare a vicenda. Per vivere l'orto come un'esperienza comunitaria. Abbiamo anche bisogno di crescere la prossima generazione di orticoltori e lo stiamo facendo negli Stati Uniti e all'estero. Ma c'è ancora tantissimo da fare e penso che questa immagine colga dove abbiamo bisogno di andare. Abbiamo bisogno di una mappa. Ho scelto quest'immagine per una ragione, abbiamo una bici-orto a sinistra e una mappa dell'Olanda a destra. Sono stato in Olanda all'inizio di quest'anno e sono rimasto assolutamente meravigliato dalla quantità di bici sulle strade. Il 26% degli spostamenti in Olanda e questo mi ha fatto pensare: come potremmo far accadere questo in termini di cibo e orti? Come possiamo ottenere il 26% di tutti i prodotti dagli orti di casa? Potrebbe sembrare tanto, perché probabilmente ora siamo al massimo al 2%. Ma considerate che all'apice del movimento degli orti vittoriani, nel secolo scorso, il 40% di tutti i prodotti venivano dagli orti. Possiamo tornare a farlo! E penso che questo sia un buon inizio, sicuramente di grande ispirazione ed è di fatto una specie di istantanea dell'aspetto che avevano gli orti quando sono stati fatti all'inizio della primavera, molta diversità, molte colture sane. Tuttavia, questa non è una buona rappresentazione della nostra politica agricola federale. Se dovessimo prendere questo modello, e sovrapporlo alla nostra politica agricola federale, otterremmo questo: miliardi e miliardi di dollari che vanno a sostenere solo una manciata di colture, con quel pochino in alto di frutta e verdura. Questo è scandaloso, scandaloso. Penso che un punto strano dal quale potremmo cominciare è il codice fiscale.

Una politica di incentivo alla coltivazione di orti (espandi | comprimi)
Stiamo usando tutti il codice fiscale per incoraggiare il trasporto e le case verdi, perchè non usarlo per il cibo "verde"? Stiamo parlando di un nuovo pacchetto di incentivi, perché non estenderlo agli orti? Perché no? Che cosa c'è ancora da fare?, abbiamo bisogno di agire localmente ed abbiamo bisogno di accertare che gli orti siano legali. Questo è un orto illegale, o almeno lo era. E' stato fatto nel Michigan all'inizio dell'anno da una donna, madre di 4 figli, che per poco non ha dovuto scontare una sentenza a 93 giorni di carcere per aver coltivato un'orto di fronte a casa. Ok? Abbiamo ancora leggi del 20° secolo, dobbiamo aggiornare il nostro codice alle realtà che abbiamo di fronte adesso. E dobbiamo anche scoprire nuovi modi per portare la gente negli orti, persone che non hanno cortili. Penso che abbiamo anche bisogno di lasciare gli orti imprenditoriali e liberi.Sono felice di come come la nostra tenuta stia aprendo la strada in questo settore. All'inizio dell'anno, in alcune grandi città sono passate leggi sulla sovranità alimentare. Ciò permette ai loro residenti non solo di coltivare cibo dove vogliono, ma anche di venderlo come vogliono e a chi vogliono. Penso che questo sia un incentivo Ci sono tantissimi orticoltori là fuori che potrebbero essere interessati ad aumentare la produzione, se potessero, se avessero un incentivo finanziario. (Dove sono i ragazzi) l'attuale composizione del movimento e se il movimento fosse un film il titolo sarebbe "Dove non ci sono i ragazzi" Qualcuno si prenda l'incarico, ragazzi! Non è giusto nè onesto che il peso di questa responsabilità di sfamare il nostro paese e il mondo debba gravare sulle donne. E sfido le donne a trovare modi creativi e intelligenti per portare gli uomini negli orti. Forse indossando un costume da bagno? Ma oltre a questo, penso che abbiamo bisogno di riesaminare le infrastrutture che abbiamo in opera per gli orti. Penso che abbiamo bisogno di creare nuove infrastrutture e questa è una delle cose sulle quali sta lavorando la mia organizzazione. Un'infrastruttura di comunicazione, con base locale che consenta agli abitanti della stessa zona di connettersi l'un l'altro e di aiutarsi a vicenda. Penso che questo ci manchi al momento ma lo possiamo fare, di sicuro la tecnologia c'è. Oltre a questo penso che abbiamo bisogno di un altro tipo di infrastruttura. Sarebbe bello se ci unissimo tutti! Penso che se abbiamo imparato qualcosa dall'esperienza di TED, è che si sviluppa potere quando mettiamo insieme la gente. Penso che c'è bisogno che la gente si frequenti anche a livello locale. Ci si può ispirare ad un precedente movimento quello delle fattorie, attivo in tutto il mondo, dove gli agricoltori si incontravano tutti insieme per divertirsi ed imparare come diventare degli agricoltori migliori. Penso che ora abbiamo bisogno di una rete di fattorie suburbane. Ancora una cosa di cui abbiamo bisogno è di non perdere il lato conviviale del cibo. Il cibo è al meglio quando è delizioso Gli orti possono contribuire a riportare un po' di quella vibrazione di una comunità. Vi lascerò quindi con un ultimo video, dove rivisito il breve video che vi ho mostrato prima, proponendovi un finale alternativo. Penso che questo finale sia ben alla nostra portata ma richiederà che noi tutti ci diamo una mossa. Ecco a voi, la nuova storia della gastronomia. La storia della gastronomia II (il seguito) Punti per l'asporto Incrementare l'accesso al cibo è la più grande sfida che abbiamo di fronte. Gli orti di casa saranno una parte chiave della soluzione e rappresentano un investimento sicuro.Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere. Coltiva il tuo orto sovversivo adesso!" Roger Doiron
(Sottotitoli a cura di Rupo e Gigliola per Transition Italia)