martedì 12 giugno 2012

Allarme spread. Roma sotto tiro


Allarme spread. Roma sotto tiro: ma dopo Atene, Madrid… finiti i mld europei

di Warsamè Dini Casali
Crescita, il Wall Street Journal: "Monti scelga tra Obama e Merkel, tra spesa publica e rigore"
ROMA – Dopo la Spagna ci siamo noi. Nera Piazza Affari, spread di nuovo vicino ai 500 punti, Italia sotto tiro della speculazione. Cento giorni per salvare l’euro, lo diceva lo speculatore Soros,  Christine Lagarde dal Fondo Monetario Internazionale dice che Soros è perfino ottimista, ne mancano meno di cento. E la preoccupazione del governo Monti sale nonostante gli inviti alla calma: quei 100 miliardi alle banche spagnole basteranno a circoscrivere il contagio, basteranno a distogliere gli occhi della speculazione sull’ultima vittima rimasta, ovvero l’Italia? E noi, in caso gli eventi precipitino e facendo gli scongiuri, chi ci salva? Dopo quattro salvataggi al prezzo di 500 miliardi di euro nessuno è ancora veramente al riparo; di salvataggio in salvataggio, la coperta europea è diventata troppo corta per proteggere anche l’Italia. Fa due conti, in proposito, il Sole 24 Ore: “Per sostenere una qualsiasi emergenza italiana, anche solo gli acquisti dei titoli di Stato sul mercato primario e secondario per abbatterne i rendimenti, in cassa di Efsf-Esm non rimarrebbe un centesimo di euro”.
Da Palazzo Chigi si affrettano a spegnere i focolai del panico, le paure del contagio sono infondate, ingiustificati gli allarmi. Ma intanto anche oggi (12 luglio) i responsabili della politica economica italiana devono assistere preoccupatissimi all’aumento dello spread (in mattinata oltre i 480 punti sul bund) con i rendimenti dei Btp stabilmente e pericolosamente attestati sopra la soglia psicologica del 6%. Non abbiate paura, dicono, ma allo stesso tempo guardano con rinnovato terrore a quanto potrà accadere in Grecia domenica per un voto che può trasformarsi “nella scintilla che innesca l’incendio” (fonte governativa raccolta da Repubblica). Non abbiate paura, dicono, ma non è lo stesso concetto con cui continuano a martellare l’inflessibile Merkel: nessuno è al riparo dal diluvio, non abbiamo tempo di aspettare le elezioni tedesche del 2013 per far partire investimenti europei e project bond.
Un articolo del Wall Street Journal di oggi, dopo che il giorno prima insieme al New York Times aveva candidato l’Italia a bersaglio pubblico numero 1 dei mercati e della speculazione, prova a capire quale sarà l’atteggiamento del primo ministro italiano di fronte al drammatico scenario economico. Sembra di capire che a Brian Carney (l’estensore dell’articolo) piacerebbe davvero conoscere la posizione di Monti rispetto all’alternativa secca che il professore, accademicamente, ha descritto in conference call, nel convegno annuale del Council for United States and Italy di Venezia. Un’occasione importante per conoscere il pensiero di quello che sotto molti punti di vista è stato presentato come uno fra i politici dell’anno sulla scena internazionale.
Dice Monti, due sono le strade per invertire il trend e far ripartire la crescita, sinteticamente: quella americana di Obama di spesa pubblica (deficit spending), quella tedesca avviata dall’ex cancelliere Schroeder delle riforme strutturali che rimuovono gli ostacoli per la creazione di posti di lavoro e investimenti. Quale sia l’opzione migliore, secondo Carney, Monti non lo dice, anche se ora è investito di una altissima responsabilità politica e non può nascondersi dietro dotte dissertazioni professorali. Cosa è meglio per l’Italia, la via anglo-sassone (americana) degli investimenti pubblici o le riforme strutturali, Keynes o il rigore teutonico?
La riforma dell’articolo 18 (Carney lo definisce “infamous article 18″) quanto incide su un mercato del lavoro in cui il 90% delle imprese è sotto i 15 lavoratori (dove vale l’articolo 18)? Il tentativo montiano di realizzare una sorta di compromesso tra le due strade, riforme col consenso dei sindacati e iniezione di denaro pubblico alle condizioni imposte da Merkel, è un’acrobazia intellettuale tipicamente accademica, sostiene il WSJ, ma difficilmente suggerisce l’idea e l’immagine del leader riformista e risolutore di cui l’Italia ha bisogno.

Bergamasca: 40 Comuni licenziano Equitalia


Forza Nuova in merito all’abbandono di Equitalia da parte di molti Comuni bergamaschi.

Forza Nuova apprende, in questi giorni, che circa una quarantina di Comuni della bergamasca hanno deciso di smettere di affidare ad Equitalia la riscossione di multe ed imposte sul territorio del proprio paese.
Da mesi Forza Nuova ha lanciato in tutto il territorio nazionale una campagna politico-sociale contro l’agenzia di riscossione dei debiti.
I bergamaschi si stanno confrontando con uno stato governato da banchieri e politicanti a loro asserviti, uno stato che chiede il sangue ai propri cittadini sprecandolo ed usandolo per pareggiare i bilanci dei grandi gruppi bancari, uno stato che non da lavoro, uno stato che tartassa imprese ed esercizi con tasse e burocrazia da manicomio, uno stato che spreme senza tregua.
E’ chiaro che Equitalia, che appartiene alle Entrate e all’INPS, fa il lavoro sporco andando a riscuotere tutti quei debiti ed imposte assurde che gli italiani non possono più pagare. Forza Nuova lo dice, senza peli sulla lingua: si stratta di usura di stato!
A livello locale e pratico, la proposta lanciata da Forza Nuova è sempre stata, appunto, quella di trasferire i poteri di Equitalia nelle mani di amministrazioni locali o ad enti no profit. Questo tipo di strada può essere intrapresa da tutte le amministrazioni comunali.
Forza Nuova, dunque, accoglie in maniera assolutamente positiva questa inversione di tendenza di molti Comuni della bergamasca!

Ufficio Stampa
Forza Nuova Bergamo

Eutanasia di un governo



Mentre l’Italia torna in cima alla lista delle prossime vittime dell’euro, come a novembre 2011, il governo Monti sperimenta una caotica immobilità.
Abbandonate le grandi riforme, quasi esaurita la mediazione europea sulla crescita, l’esecutivo oscilla tra vittimismo e forzature. Il premier denuncia l’abbandono dei poteri forti, ma si sentono assai più soli i lavoratori esodati. L’Inps aveva scritto a Elsa Fornero che le vittime della riforma, senza lavoro e senza pensione, sono 390 mila. Il ministro conosce il problema da mesi, ma insiste: i soldi ci saranno solo per 65 mila persone, ribattezzate quindi “salvaguardati”. Per la Fornero gli altri sono poco più di un errore statistico. Se ne potrebbe occupare il premier, magari chiedendo le dimissioni del ministro del Lavoro o  del presidente dell’InpsMastrapasqua, dopo aver verificato i numeri.
Invece Monti ha altre priorità. Sfida i partiti imponendo una riforma di fatto della Rai, tecnici esterni ai vertici che gestiscono i soldi senza rispondere al cda e ai partiti, poi si confronta con il vero potere forte che finora lo ha sostenuto, la burocrazia ministeriale incarnata dal sottosegretario Antonio Catricalà. Eugenio Scalfari su Repubblica gli chiede conto della “paralisi governativa” dovuta ai burocrati, dal ragioniere dello Stato Mario Canzio che blocca il decreto sviluppo di Corrado Passera al capo di gabinetto del Tesoro Vincenzo Fortunato, per non parlare dello stesso Catricalà che tenta a sorpresa riforme berlusconiane del Csm e riesce a piazzare il chiacchierato Pasquale De Lise, all’autorità dei Trasporti.
Monti risponde che quei tre li ha ereditati dal governo precedente (quota Gianni Letta) e che se esagerano può cacciarli. Il sociologo Emile Durkheim introdusse la categoria del suicidio egoistico per chi si toglie la vita schiacciato dal proprio fallimento. Gli ultimi giorni potrebbero perfino suggerire che Monti stia cercando il suicidio politico. Magari per essere risarcito in una vita futura, ma non lontana, nel paradiso del Quirinale.

E se lunedì il bancomat non dà soldi?


Euro e Grecia in crisi…E se lunedì il bancomat non dà soldi?


Blitz

soldiBRUXELLES – Immaginiamo di trovarci al bancomat lunedì mattina, è il 18 giugno e la Grecia che ha già votato. Allo sportello non c’è nessuno, sullo schermo appare una scritta: prelievo disponibile non oltre i 100 euro. Immaginiamo che tutto questo sia vero, che se Atene esce dall’euro non solo ai greci potrebbe toccare la sfortuna di trovarsi a combattere con uno sportello a secco di soldi. L’Italia è sorvegliata speciale, i mercati sono già all’attacco e il tiro potrebbe essere sempre più duro specialmente se la Grecia fa partire la miccia e la Spagna non si riprende. Roma è a rischio contagio, i mercati sono nervosi, lo spread ha sfiorato quota 490, le Borse sono sempre più deboli sulle incertezze della crisi del debito.
Per ora è tutto sul piano della possibilità, intanto Bruxelles si prepara all’uscita della Grecia dall’euro e studia un piano per l’ipotesi peggiore: bancomat bloccati e stop ai soldi. Per ora sono soltanto teorie, bisogna evitare di trovarsi impreparati, perché le elezioni in Grecia sono un’incognita pericolosa: se domenica vincerà la sinistra radicale, Syriza, il nuovo governo potrebbe fare saltare il tavolo e quindi potrebbe arrivare l’addio all’euro.
Secondo l’agenzia Reuters l’Eurogruppo sta valutando tutte le opzioni, come ha detto il ministro dell’Economia belga, Steven Vanackere, “fa parte del compito dei governi quello di essere pronti per ogni evenienza”. Con Atene fuori dalla zona euro la Bce dovrebbe bloccare tutte le iniezioni di soldi, i rubinetti verrebbero chiusi per le banche e quindi anche per le imprese. La gente prenderebbe subito d’assalto gli sportelli bancomat. Lo aveva scritto qualche settimana fa anche il Wall Street Journal: “La Bce probabilmente non sarebbe più in grado di prestare denaro alle banche greche. Ciò significherebbe uno stop per la liquidità al sistema greco. Senza euro disponibili, il governo dovrebbe distribuire un’altra valuta come mezzo di scambio”.
Se è stata discussa anche la possibilità di sospendere gli accordi Schengen sulla libera circolazione in Europa, forse il tanto invocato piano B di Bruxelles potrebbe riguardare altri Paesi e non solo l’euro. Per ora la speranza è che non succeda, ma se succede come ha ribadito il ministro belga delle Finanze, Steve Vanackere, “dobbiamo fare tutti gli sforzi per evitare l’exit scenario ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere pronti a quest’eventualità” quindi è “necessità di base per ogni Paese essere preparato”. In più, se l’euro collassa o rischia grosso, la Svizzera ha fatto sapere di essere pronta a introdurre nuovi controlli sui capitali.

Le banche mangia-RAI


Le banche si mangiano la RAI
di Marco Cedolin - 11/06/2012
Fonte: ilcorrosivo 
Da un paio di giorni in molti si stavano domandando la ragione del piagnisteo di Monti, trasformatosi per l'occasione in un epigono di lacrima Fornero, riguardo alla perdita dell'appoggio dei "poteri forti" di cui egli si reputava vittima.
La risposta sembra essere arrivata questa sera, quando il contraltare a tanti lai presidenziali si è concretato in un vero e proprio colpo di mano, attraverso il quale l'usuraio di Goldman Sachs ha d'imperio posto la RAI nelle mani dei banchieri, affinché ne facciano buon uso.
Anna Maria Tarantola, attualmente vice direttore generale della Banca d'Italia, sarà la nuova Presidente della TV di stato, Luigi Gubitosi di Bank of America diventerà il nuovo direttore generale, mentre Angelo Marcello Cardani, bocconiano doc e grande amico di Monti rivestirà il ruolo di nuovo Presdidente dell'Agcom.......

Prima o poi un crollo della finanza

Prima o poi un crollo della finanza busserà alla porta
di Paul Craig Roberts - 11/06/2012
Fonte: Come Don Chisciotte

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Fin dall'inizio della crisi finanziaria e della contrazione dei consumi, la domanda che ci siamo posti è stata: “Come può la Federal Reserve mantenere a zero i tassi di interesse per le banche e applicare tassi reali negativi per i risparmiatori e gli obbligazionisti mentre il debito pubblico degli Stati Uniti aumenta di 1.500 miliardi dollari ogni anno per il suo deficit dibilancio?”
Non molto tempo fa la Fed ha annunciato che avrebbe continuato questa politica per altri due o tre anni. Ma la Fed è vincolata alla politica e se non tenesse artificiosamente bassi i tassi di interesse, il costo degli interessi sul debito pubblico sarebbe così alto che ci si dovrebbe fare domande sul rating di credito che gode il Tesoro degli Stati Uniti e sulla vitalità del dollaro. 

Allora si che verrebbero a galla tutti i problemi sulle migliaia di miliardi di dollari di interest rate swap e di tutti i derivati.
In altre parole, la deregolamentazione finanziaria ha permesso a Wall Street di giocare d'azzardo. La decisione del governo degli Stati Uniti di salvare le banche per farle sopravvivere e la Federal Reserve con la sua politica di zero tassi di interesse ha messo ilfuturo economico degli Stati Uniti, e la sua moneta, in una posizione insostenibile e pericolosa. Non sarà possibile continuare a inondare i mercati obbligazionari con 1.500 miliardi dollari in nuove emissioni ogni anno se il tasso di interesse sulle obbligazioni sarà inferiore al tasso dell’inflazione. Chiunque acquistasse un Treasury Bond comprerebbe un bene che si deprezza. Per di più è un rischio molto alto investire in titoli del Tesoro. Un tassodi interesse basso significa che il prezzo pagato per una obbligazione è molto alto. Un aumento dei tassi di interesse, che deve venire prima o poi, farà crollare il prezzo delle obbligazioni e infliggerà perdite in conto capitale a tutti i detentori di obbligazioni, sia nazionali che estere.
La domanda è: Prima o poi? Lo scopo di questo articolo è quello di esaminare questo problema.
Cominciamo col rispondere alla domanda: come ha fatto a reggere tanto a lungo una politica così insostenibile?
Una serie di fattori stanno contribuendo alla stabilità del dollaro e del mercato obbligazionario. Un fattore molto importante è la situazione in Europa. Ci sono problemi reali anche lì, e la stampa finanziaria continua a parlare di Grecia, Europa e di euro. La Grecia uscirà dall’Unione europea o sarà buttata fuori? Il problema del debito sovrano si fermerà a Spagna e Italia o si estenderà ovunque, eccetto che alla Germania e ai Paesi Bassi?
Sarà la fine della UE e dell'euro? Queste sono tutte domande molto drammatiche che continuano a tenere lontana l’attenzione dalla situazione americana, che, probabilmente, è anche peggiore.
Il mercato delle obbligazioni del Tesoro è sostenuto dalla paura che i singoli investitori hanno del mercato azionario, che è stato trasformato in un casinò dagli speculatori che comprano e vendono in continuazione.
Il Trading ad alta frequenza è un commercio elettronico basato su modelli matematici che prendono le decisioni. Le imprese di investimento competono sulla base della velocità,acchiappando le plusvalenze da una frazione di secondo, e forse mantenendo il titolo solo per pochi secondi. Non si tratta di investitori a lungo termine. Soddisfatti dei loro tantissimi, piccoli guadagni giornalieri, alla fine di ogni giornata hanno già rivenduto tutto.
Questo lavoro ormai rappresenta il 70-80% di tutti gli scambi azionari. Il risultato è un forte bruciore di stomaco per tutti gli investitori tradizionali, che stanno abbandonando ilmercato azionario. Finiscono per comprare Titoli del Tesoro, anche se non sono sicuri della solvibilità delle banche che non pagano quasi niente per i depositi, mentre per i Buoni del Tesoro a 10 anni pagano circa il 2% nominale, il che significa che, considerando l'indice ufficiale dei prezzi al consumo, stanno perdendo l’ 1 % del loro capitale ogni anno.
Se prendiamo l’indice di calcolo dell’inflazione di John Williams (www.shadowstats.com) stanno perdendo molto di più. La perdita è di circa 2 punti percentuali rispetto a lasciare i soldi fermi in banca, ma a differenza delle banche, il Tesoro può chiedere alla Federal Reserve di stampare i soldi per pagare le sue obbligazioni. Pertanto, l'investimento obbligazionario restituisce il suo valore nominale, anche se il suo valore reale è molto più basso. ( http://en.wikipedia.org/wiki/High_frequency_trading).
Studi finanziari ci dicono che la fuga dal debito sovrano europeo, dagli euro “condannati”, e dal progressivo disastro immobiliare verso i titoli del Tesoro USA provocano a Washington un deficit annuo di 1,5 trilioni di dollari. Un'altra spiegazione per giustificare la stabilità diquesta politica insostenibile è la collusione della Fed con Washington e con Wall Street.
Staremo a vedere come andrà a finire.
A differenza del Giappone, che ha il debito nazionale più grande di tutti, gli americani non possiedono il proprio debito pubblico. Gran parte del debito americano è detenuto all'estero, in particolare da Cina, Giappone e dall’OPEC, i paesi esportatori di petrolio. Questo ha messo l'economia statunitense in mani straniere. Se la Cina, per esempio, dovesse trovarsi indebitamente provocata da Washington, potrebbe scaricare fino a 2 trilioni di dollariamericani sui mercati mondiali, dominati dallo stesso dollaro. Il prezzo di qualsiasi bene crollerebbe, e la Fed dovrebbe correre a creare denaro per ricomprare tutti i titoli finanziari emessi in dollari.
I dollari stampati per comprare i titoli oggetto del dumping cinese su tutte le attività in dollari aumenterebbero l'offerta di dollari sui mercati valutari e farebbero scendere il tasso dicambio del dollaro. La Fed, in mancanza di valute estere con cui comprare i dollari dovrebbe fare un appello per recuperare la sua parte del debito sovrano Europeo per avere gli euro, della Russia, che è circondata dai missili americani per avere i rubli e del Giappone, paese sotto il suo controllo, per avere yen, con cui comprare titoli in euro, rubli, e yen.
In altre parole, anche se il governo degli Stati Uniti può far pressione sui suoi alleati e vassalli per scambiare le loro valute più pregiate con una valuta americana deprezzata, questo comportamento non potrebbe durare a lungo. 
Chi lavora con il dollaro americano non vuole più il dollaro, come già fanno i paesi delBRICS.
Comunque se la Cina, per esempio, volesse liberarsi di tutte le sue riserve in dollari, allo stesso momento, le costerebbe caro, perché il valore dei titoli in dollari diminuirebbero a causa del dumping. A meno che la Cina non si trovi a dover affrontare un attacco militare degli Stati Uniti e, per questo, avesse bisogno di tagliare le unghie all'aggressore, la Cina da gestore economico razionale preferirà uscire lentamente dai suoi investimenti in dollari USA.Né Giappone, né Europa, né l'OPEC vogliono distruggere la propria ricchezza accumulata nel deficit americano vendendo dollari in dumping. Ma i sintomi dicono che tutti vogliono liberarsi dalle riserve in dollari.
A differenza della stampa finanziaria americana, gli stranieri titolari di conti in dollari guardano al bilancio degli Stati Uniti e al suo deficit commerciale, guardano all'economia che affonda negli Stati Uniti, guardano le speculazioni aperte di Wall Street, guardano i piani diguerra di un paese egemone e delirante e concludono: "Devo stare attento ma devo uscirne."
Le banche americane hanno anche un forte interesse a mantenere lo status quo. Sono titolari dei titoli di stato americani e potenzialmente anche di titoli più grandi. Le banche possono prendere in prestito dalla Federal Reserve a tasso di interesse zero e acquistare titoli del Tesoro a 10 anni al 2%, per guadagnare così un utile nominale del 2% e compensare le perdite dei derivati. Le banche possono prendere in prestito dollari dalla Fed gratuitamente e investirli in lucrose operazioni sui derivati. 
Come dice Nomi Prins, le banche americane non vogliono fare affari contro se stesse o contro la loro fonte gratuita di finanziamento, vendendo i loro titoli obbligazionari. Inoltre, se dall’estero ci si liberasse del dollaro, la Fed potrebbe aumentare la domanda estera di dollari richiedendo alle banche straniere che vogliono operare negli Stati Uniti di aumentare le loro riserve in dollari.
Potrei continuare, ma credo che questo sia già sufficiente a dimostrare che anche le parti del processo che potrebbero chiuderlo hanno un grande interesse personale nel non smuovere le acque e preferiscono strisciare silenziosamente e lentamente fuori dal dollaro prima che arrivi la crisi. Questo non durerà molto a lungo, perché altrimenti il processo diritiro progressivo dal dollaro si tradurrebbe in un continuo piccolo declino del valore del dollaro che si trasformerebbe in una corsa per uscire, ma gli americani non sono gli unici popoli che delirano.
Il processo stesso di uscire lentamente può spingere in basso la casa americana. Il BRICS -Brasile, la più grande economia del Sud America, la Russia, in possesso di armi nucleari e con un'economia energetica autosufficiente e da cui l'Europa occidentale (i paesi burattini della NATO di Washington) è dipendente per l'energia, l'India, uno dei due giganti asiatici emergenti dotato di armi nucleari, la Cina, il più grande creditore di Washington (ad eccezione della Fed) e anch’essa dotata di armi nucleari e fornitore di prodotti di tecnologia avanzata, è anche il nuovo spauracchio della sicurezza militare e strizza l’occhio ai profitti che verranno da una nuova guerra fredda e poi il Sud Africa, la più grande economia africana : insieme stanno creando una nuova banca.
La nuova banca consentirà alle cinque grandi economie di fare affari senza ricorrere all'uso del dollaro americano.
Inoltre, il Giappone, stato soggetto agli USA dalla Seconda Guerra Mondiale, sta per fare un accordo con la Cina in cui lo yen giapponese e lo yuan cinese potranno essere scambiatidirettamente. Il commercio tra i due paesi asiatici sarà condotto nelle loro valute senza l'uso del dollaro. Questo ridurrà il costo del commercio estero tra i due paesi, eliminando le commissioni sul cambio per la conversione da yen e yuan in dollari e per la riconversione in yen e yuan.
Inoltre, questa spiegazione ufficiale per il nuovo rapporto diretto, evitando il dollaro come mezzo di scambio è, semplicemente, diplomazia. per smettere di dover accumulare dollari e dover parcheggiare i loro surplus commerciali in titoli di stato statunitensi. Il Giappone, governo fantoccio degli Stati Uniti, spera che l'egemone Washington non richieda dirinunciare all'accordo con la Cina.
Ora siamo arrivati ai soldi sonanti. La piccola percentuale di americani che sono consapevoli e informati è perplessa perché i banchieri sono scappati dopo aver commesso i loro crimini finanziari senza essere stati puniti. 
Il motivo potrebbe essere che le banche "too big to fail- troppo grandi per fallire” sono un accessorio di Washington e della Federal Reserve usate per mantenere la stabilità del dollaro e dei mercati obbligazionari del Tesoro malgrado una politica insostenibile della Fed.
Ma prima diamo un'occhiata a come le grandi banche possono mantenere bassi i tassi diinteresse sui buoni del tesoro, sotto il tasso di inflazione, nonostante il costante aumento del debito degli Stati Uniti sulla percentuale del PIL -consentendo così al Tesoro di pagare gli interessi sul debito.
Le banche in pericolo, troppo grandi per fallire, hanno un vantaggio enorme a mantenere bassi i tassi di interesse e al successo della politica della Fed. Tutte le grandi banche vogliono che la politica della Fed abbia successo. JPMorganChase e altre mega-banchepossono indirizzare i tassi di interesse del Tesoro e, quindi, far aumentare i prezzi delle obbligazioni, guadagnandoci, con la differenza dell’Interest Rate Swap (IRSwaps).
Una società finanziaria che vende IRSwaps sta vendendo un accordo per pagare tassi diinteresse variabili sui tassi di interesse fissi. Il compratore sta acquistando un accordo che gli richiede di pagare un tasso di interesse fisso comprando titoli che hanno un tasso variabile.
Il motivo che ha un venditore di rischiare su un investimento a breve di IRSwap, cioè, dipagare un tasso variabile per un tasso fisso, è la sua convinzione che i tassi stanno per cadere. Uno Short-selling può spingere i tassi a scendere, e quindi i prezzi della Tesoreria a salire. 
Quando questo accade, come mostrano i grafici suhttp://www.marketoracle.co.uk/Article34819.html il mercato obbligazionario del Tesoro impazzisce e tutti corrono a comprare. E' "una fuga verso il porto sicuro dei Titoli obbligazioni e del tesoro in dollari degli Stati Uniti." In effetti, la prova (vedi le tabelle nel link sopra) è che gli swap sono venduti da Wall Street quando la Federal Reserve ha bisogno dievitare un aumento dei tassi di interesse per proteggere la propria politica che, altrimenti,diventerebbe insostenibile. Le vendite di swap danno l'impressione che il dollaro prenda quota, ma è solo un’illusione. Quindi, visto che gli IRSwaps non si basano su nessun capitale reale ma sono solo una scommessa sui movimenti dei tassi d'interesse: Non c'è limite al volume di IRSwaps.
Questa apparente collusione fa pensare ad alcuni osservatori che la ragione per cui i banchieri di Wall Street non sono stati perseguiti per i loro crimini è che sono essi stessi una parte essenziale della politica della Federal Reserve per mantenere il dollaro come valuta mondiale. Forse la collusione tra la Federal Reserve e le banche è voluta, ma non dovrebbe essere così. Le banche sono le vere beneficiarie della politica di tasso zero della FED. È interesse delle banche sostenerla. Non è necessario organizzare la collusione (è spontanea).
Passiamo ora ai lingotti d'oro e d'argento. Gerald Celente e altri veggenti avevano previsto che il prezzo dell'oro sarebbe arrivato a $ 2.000 l’oncia entro la fine dello scorso anno. Oro e argento in lingotti hanno continuato nel 2011 la loro decennale corsa al rialzo, ma nel 2012 i prezzi di oro e argento sono crollati, l'oro ha perso ben $ 350 l’oncia dal suo massimo di $ 1900.
Alla luce delle analisi che ho presentato, qual è la spiegazione per questa inversione nel prezzo dell'oro? La risposta ancora una volta è un corto circuito. Alcuni esperti finanziari credono che la Federal Reserve (e forse anche la Banca Centrale Europea) faccia vendite allo scoperto di lingotti attraverso banche di investimento, garantendole da eventuali perditepremendo un tasto del computer e facendo creare alle banche centrali nuovo denaro dal niente.
Ho saputo che una piccolissima percentuale degli acquisti a breve in realtà devono essere garantiti da lingotti d'oro o argento, e sono soddisfatti del loro valore perché, non c'è limite alle vendite allo scoperto di oro e argento. La vendita allo scoperto può effettivamente superare la quantità esistente (usata come garanzia) di oro e argento.
Alcuni di coloro che hanno osservato il processo per anni credono che il governo abbia guidato le vendite allo scoperto per molto tempo. Anche senza la partecipazione del governo, le banche possono controllare il volume degli scambi cartacei d’oro e il profitto che si ricava dai suoi scambi. Recentemente la vendita allo scoperto è così aggressiva che non solo rallenta l'aumento dei prezzi dell'oro, ma spinge il prezzo verso il basso. 
Questa aggressività è segno che questo sistema truccato non reggerà ancora per molto?
In altre parole, "il nostro governo", che presumibilmente rappresenta noi, piuttosto che i potenti interessi privati che eleggono "il nostro governo" (con i loro contributi alle campagne multi-milionarie, ora legittimate dalla Corte Suprema repubblicana) : Sta facendo del suo meglio per evitare di portare via a semplici cittadini, a schiavi, a servi a contratto, e a "estremisti domestici" la facoltà di proteggere la propria ricchezza rimasta dopo gli effetti della dissolutezza della politica monetaria della Federal Reserve? Una nuda vendita a breve impedisce alla crescente domanda di veri lingotti d’oro di far alzare il prezzo dell'oro.
Jeff Nielson spiega in un altro modo che le banche possono vendere i lingotti a breve, anche quando non hanno lingotti. ( http://www.gold-eagle.com/editorials_08/nielson102411.html) Nielson dice che JP Morgan, ad esempio, custodisce il più grande fondo in argento, essendo il più grande venditore di argento-a- breve. Ogni volta che entrano nuovi lingotti nel fondo d'argento, JP Morgan aumenta le vendite a breve per un pari importo. La nuova vendita allo scoperto ferma l’aumento diprezzo che deriverebbe dall’aumento della domanda di argento fisico. Nielson spiega anche che il prezzo dell'oro o dell’argento non è rilevante se aumentano i requisiti di margine per chi compra lingotti pagandoli con un “effetto leva”. La conclusione è che il mercato dell'oro può essere manipolato come lo è il mercato delle obbligazioni del Tesoro e i tassi diinteresse.
Quanto tempo possono continuare queste manipolazioni? Per quanto tirerà ancora il vento? Se sapessimo con precisione la data, saremmo i prossimi mega-miliardari.
Ecco qualche motivo per cui potrebbe prendere fuoco il mercato delle obbligazioni del Tesoro e il dollaro americano:
La guerra, richiesta dal governo israeliano, con l'Iran, a cominciare con la Siria, che interrompe il flusso di petrolio e quindi la stabilità delle economie occidentali e trascina gli Stati Uniti e le sue marionette deboli della NATO in un conflitto armato contro Russia e Cina.Il problema petrolifero causerebbe un ulteriore degrado per gli Stati Uniti e per le economie dell'UE, ma Wall Street farebbe comunque continuerebbe a fare soldi.
La pubblicazione di una statistica economica che faccia conoscere agli investitori lo stato reale dell'economia degli Stati Uniti, una statistica che non sia intercettata dalla stampa ufficiale e che non sia manipolata.
Un affronto alla Cina, il cui governo decida che gli Stati Uniti hanno esagerato e che valga la pena buttare un trilione di dollari, per sbattere gli USA tra le economie del terzo mondo.
Altri errori sui derivati, come, ad esempio, l’ultimo di JPMorganChase, che ha fatto barcollare ancora una volta il sistema finanziario che, comunque non ha fatto cambiare nulla.
La lista è lunga. C'è un limite al numero di errori stupidi e alle politiche finanziarie corrotte che il resto del mondo è disposto ad accettare ancora dagli Stati Uniti. Quando questo limite sarà colmato, tutto sarà finito per "l'unica superpotenza del mondo" e per quelli a cui restano in mano solo armi chiamate “dollaro”.
La deregolamentazione finanziaria ha trasformato il sistema finanziario, che un tempo accoglieva imprese e consumatori, in un gioco da casinò in cui le scommesse non sono coperte. Queste scommesse scoperte, insieme alla politica di zero tassi della FED, hanno portato il tenore di vita degli americani e la loro ricchezza verso un progressivo declino. I pensionati che vivono con i loro risparmi e i loro investimenti, non riescono a guadagnare più nulla sui loro risparmi e sono costretti a consumare il capitale, trasferendo meno ricchezza ai loro eredi. La ricchezza accumulata si sta consumando.
Come risultato dell’esportazione del lavoro all'estero, gli Stati Uniti sono diventati un paesedipendente dalle importazioni, che dipende completamente dai prodotti stranieri come merci, vestiti e scarpe. Quando il tasso di cambio del dollaro scenderà, i prezzi interni degli Stati Uniti aumenteranno, e il consumo reale degli Stati Uniti farà un grande buco. Gli americani consumeranno meno, e il loro tenore di vita diminuirà drasticamente.
Le gravi conseguenze degli enormi errori fatti dalle scelte finanziarie di Washington sono nascoste da un’insostenibile politica di tassi di interesse bassi e da una stampa finanziaria corrotta, mentre il debito continua a crescere velocemente. La Fed ha già vissuto questa esperienza una volta prima. Durante la seconda guerra mondiale la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse bassi per finanziare gli aiuti alle spese di guerra del Tesoro, minimizzando l'onere per gli interessi del debito di guerra. 
La Fed mantenne bassi i tassi di interesse, comprando il debito pubblico. L'inflazione del dopoguerra, che scaturì da questa politica, portò la Federal Reserve ad un accordo con ilTesoro nel 1951, che stabilì che la Federal Reserve avrebbe cessato di monetizzare il debito e i tassi di interesse ricominciarono a salire.
Il Presidente della Fed Bernanke ha parlato di una "exit strategy" e ha detto che quando c’è una minaccia di inflazione, se ne può impedire l’inizio togliendo soldi al sistema bancario. Ma questo si può fare solo con la vendita di buoni del Tesoro, il che significa che i tassi d'interesse aumenterebbero. Un aumento dei tassi di interesse metterebbe a rischio tutti i derivati, causando perdite sui titoli, ed aumentando il costo degli interessi sul debito sia pubblico che privato. In altre parole, per evitare l'inflazione causata dalla monetizzazione del debito si creerebbero problemi più ingestibili dell’ inflazione stessa.

Invece di far collassare tutto il sistema, non sarebbe meglio se la Fed sgonfiasse quegli enormi debiti?
Alla fine, l’inflazione eroderà il potere d'acquisto del dollaro e il suo utilizzo come valuta diriserva, e insieme deperirà anche tutto il credito che ha il governo americano. Tuttavia, la Fed, i politici, ed i gangster finanziari preferirebbero che la crisi scoppiasse dopo piuttosto prima. 
E’ sempre preferibile far passare tempo prima che la nave affondi piuttosto che affondare insieme alla nave. Finché si potranno usare gli swap sui tassi di interesse per aumentare i prezzi delle obbligazioni del Tesoro, e finché basterà avere un titolo di possessodi lingotti per stabilire il prezzo di argento e oro, la falsa immagine degli Stati Uniti come diun rifugio sicuro per gli investitori potrà essere perpetuata. 
Tuttavia, i $ 230 mila miliardi in scommesse sui derivati che posseggono le banche americane potrebbero fare qualche sorpresa. JPMorganChase ha dovuto ammettere che la sua perdita, annunciata recentemente, di 2 miliardi di dollari sui derivati è decisamente più alta. Di quanto più alta resta ancora da vedere. Secondo l’ente di Controllo sulle valute le cinque maggiori banche americane detengono il 95,7% di tutti i derivati. Le cinque banche hanno in portafoglio 226 mila miliardi di dollari in derivati e queste sono tutte scommesse di giocatori d'azzardo che sono al top della finanza. Ad esempio,JPMorganChase ha un asset totale di 1.800 miliardi di dollari, ma vale 70.000 miliardi didollari in scommesse sui derivati , un rapporto di 39 dollari di scommesse sui derivati per ogni dollaro di attivo. C'è ancora poco da sbagliare prima di andare falliti!
Il patrimonio, naturalmente, non è un capitale soggetto a rischi. Secondo il rapporto del “Comptroller of the Currency”, al 31 dicembre 2011, JPMorganChase gestiva un pacchettodi 70.200 miliardi di dollari in derivati, e solo 136 miliardi dollari di capitale a copertura del rischio. In altre parole, le scommesse sui derivati della banca sono 516 volte maggiori del capitale che garantisce le scommesse.
E' difficile immaginare una posizione più sconsiderata e instabile per una banca, maGoldman Sachs è riuscita a fare ancora meglio. Questa banca ha 44.000 miliardi dollari in scommesse sui derivati è coperta da soli $ 19 miliardi di capitale: ne consegue che le scommesse sono 2.295 volte maggiori del capitale che le copre.
Le scommesse sui tassi di interesse ammontano all'81% di tutti i derivati. Quindi sono i derivati che sostengono gli alti prezzi delle obbligazioni del Tesoro degli Stati Uniti, nonostante il massiccio incremento del debito degli Stati Uniti e la sua monetizzazione.
Le scommesse sui derivati delle banche americane di $ 230 miliardi di dollari, concentrate in mano a cinque banche, equivalgono a 15,3 volte il valore del PIL statunitense. Un sistema politico fallito che consente a banche senza regole di fare scommesse scoperte 15 volte superiori al valore di tutta l'economia americana è un sistema che mostra solo la testa di un corpo malato molto gravemente. Appena si comincerà a parlare di questa incredibile mancanza di principi che gestisce la politica e la finanza americana, l’incombente catastrofe attesa diventerà una realtà.
Tutti vogliono una soluzione, e allora eccone una:
Il governo degli Stati Uniti dovrebbe semplicemente annullare i 230 mila miliardi didollari in scommesse sui derivati, dichiarandoli nulli.
In effetti se non è coinvolto nessun vero capitale, si tratta solo di gioco d'azzardo su valori astratti e l'unico effetto serio che produrrebbe la chiusura di tutte le swaps (per lo più contratti sottobanco tra le parti) sarebbe la sparizione di 230 mila miliardi di dollari di rischio manipolato dal sistema finanziario. I banditi finanziari che vogliono continuare a godere diguadagni sulle scommesse, mentre il pubblico assorbe le loro perdite potranno anche cominciare a urlare e gridare sulla bontà dei loro contratti. Tuttavia, un governo capace diuccidere i propri cittadini o buttarli nelle segrete senza un giusto processo, può sicuramente anche abolire tutti i contratti che vuole, in nome della sicurezza nazionale. E certamente, adifferenza di una guerra del terrore, lo spurgo del sistema finanziario dai derivati di gioco d’azzardo renderebbe di gran lunga migliore la sicurezza nazionale.
Il dr. Roberts è stato Assistente Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Associate Editor del Wall Street Journal, editorialista di Business Week, e professore di economia.
Fonte : http://www.globalresearch.ca
Link :http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=31272

Tradotto per ComeDonChisciotte da ERNESTO CELESTINI