martedì 19 marzo 2013

Conferenza nazionale sull’economia


Serve una conferenza nazionale sull’economia

Loretta Napoleoni

di Loretta Napoleoni - Byoblu

 I nuovi eletti si sono insediati in parlamento ma ancora siamo in alto mare riguardo alla formazione di un governo e non è da escludere che tra qualche mese si debba tornare alle urne. Nel frattempo, però, si potrebbe iniziare a lavorare ad un programma economico di solidarietà nazionale, o almeno avviare il dibattito per analizzare le cause e risolvere la crisi economica. Colpisce che fino ad ora nessun partito abbia presentato un programma organico di riforme o proposte economiche: come far ripartire la piccola e media industria? Dove trovare i fondi per la sanità? l’istruzione? Non c’è uno straccio di un documento sul quale discutere a tutti i livelli: dalla rete fino agli esperti del settore. Persino le proposte di vendita del patrimonio nazionale non ne quantificano i vantaggi monetari. Tutto è vago e tutto è approssimato. Colpisce anche che dopo il voto non si discuta di questi temi a livello politico ed istituzionale, invece si continua a fare tanta, troppa propaganda. Tutt’al più di producono dei punti che de facto sono solo slogan che si sommano ad altri slogan.


 La campagna elettorale è stata infatti caratterizzata da slogan generici: rinegozieremo il fiscal compact, la spending review e così via. Frasi che non hanno alcun senso se non inserite all’interno di un progetto di rinnovamento nazionale ed internazionale. Anche se domani tutto il parlamento votasse all’unanimità l’abolizione del fiscal compact, questo non può essere rinegoziato da un singolo paese, è un trattato internazionale.
In Germania, in Gran Bretagna in tutti i paesi del nord Europa le proposte vengono articolate e spiegate nei minimi particolari alla popolazione. Perché’ da noi non succede?

 La leggerezza riguardo alla gestione dell’economia che ci ha portato a questa crisi del debito sovrano continua a caratterizzare il nostro paese. Si sperava che una volta finite le elezioni si formassero dei gruppi di lavoro di esperti, perché’ c’è bisogno di esperti non solo di gente onesta. Solo gli oncologi possono curare i malati di cancro non i dentisti onesti. E dato che il problema economico è anche legato a quello politico, alla storia disgraziata di questo paese andare a cercare all’estero i primari senza prima selezionare un’equipe nostrana di oncologi forse è un errore.

 Io ho lavorato con i grandi nomi dell’economia mondiale in Spagna e vi posso garantire che ad affiancarci erano economisti spagnoli, erano loro che quotidianamente interagivano con Zapatero mentre noi ci riunivano una tantum. Tutto quello che posso dire è che in Spagna fino all’estate prima delle elezioni, quando Zapatero lasciò l’arena politica, la volontà di contrastare Bruxelles era fortissima ed infatti l’economia spagnola, espansiva e non d’austerità, ha funzionato. Se ci avessero permesso di continuarla la disoccupazione spagnola non sarebbe oggi ai massimi storici.

Un modo per cambiare il modo di fare politica c’è, basterebbe organizzare una conferenza nazionale sui tempi caldi dell’economia. Nel 2005 gli spagnoli lo fecero per affrontare la minaccia del terrorismo islamico coinvolgendo molte nazioni ed istituzioni. Vennero formati 12 gruppi di lavoro che per 4 mesi analizzarono un aspetto specifico del terrorismo nell’ottica di rafforzare la democrazia quale arma più efficace contro la violenza politica. Tutti i partecipanti lavorarono in rete e si incontrarono soltanto due volte. A me venne dato l’incarico di dirigere il gruppo che analizzava il finanziamento del terrorismo.

 Nel marzo del 2005 i gruppi presentarono le loro relazioni durante la più grade conferenza mondiale su terrorismo e democrazia. Fu un grande successo perché in quella sede emersero alcuni punti fondamentali usati per gettare le basi di politiche nuove. Grazie a quel lavoro la minaccia del terrorismo islamico in Europa iniziò a diminuire e l’atteggiamento europeo nei confronti della guerra al terrorismo di Bush cambiò.
Il Club de Madrid lanciò l’iniziativa che venne raccolta da tutti. Oggi il nostro parlamento potrebbe lanciare un’analoga iniziativa non solo in Italia ma in tutta Europa.

 E’ arrivato il momento di fare, basta con gli slogan!

La conferenza stampa di Roberta Lombardi, questa mattina, alla Camera

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