giovedì 4 luglio 2013

Portogallo: tutti contro la TROIKA

www.resistenze.org - popoli resistenti - portogallo - 30-06-13 - n. 460

Grande successo dello Sciopero Generale in Portogallo

Toussaint Louventure | lamanchaobrera.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/06/2013

Il 27 Giugno 2013, ha avuto luogo la convocazione del quarto sciopero generale in due anni contro la politica dei tagli del governo neoliberista di Passos Coello. Nel mirino misure come la riduzione del salario minimo, il licenziamento dei dipendenti pubblici, la privatizzazione dei servizi pubblici, lo smantellamento della contrattazione collettiva e la dilapidazione dei diritti sociali, tutte misure effettuate sotto il diktat della troika (FMI, BCE e Commissione europea) che intendono far pagare il prezzo del "salvataggio" alla classe operaia portoghese.

La convocazione dello sciopero generale è partita dal principale sindacato portoghese, Confederazione Generale dei Lavoratori Portoghesi (CGTP), storicamente legato al PCP, che all'inizio di questo mese ha proclamato lo sciopero con lo slogan "Basta sfruttamento e impoverimento". All'ultimo minuto ha aderito anche l'Unione Generale dei Lavoratori legata al Partito Socialista Portoghese, nonostante non abbia appoggiato le due precedenti convocazioni di sciopero realizzate dalla CGTP. Lo sciopero ha avuto un ampio seguito in tutto il paese, soprattutto nel trasporto pubblico (metropolitana, autobus, treni...) paralizzati dalle prime ore del mattino. Hanno supportato ampiamente lo sciopero anche i lavoratori della pubblica amministrazione, in particolare i vigili del fuoco, i lavoratori della raccolta immondizia e i lavoratori della pubblica istruzione che già hanno tenuto uno sciopero nel settore qualche mese fa lottando contro i tagli all'istruzione. Per tutto il Portogallo si sono succeduti picchetti, manifestazioni e raduni in tutti i centri industriali e lungo le vie principali del paese.

Il messaggio del principale sindacato organizzatore, la CGTP, è chiaro: "Non sono i lavoratori portoghesi la causa della crisi, lo sono coloro che hanno evaso capitali e hanno chiuso le imprese. La Troika e i mezzi di comunicazione diffondono la menzogna che i portoghesi hanno troppo, quando il loro salario è tra i più bassi dell'Unione Europea, mentre nel paese i dirigenti delle imprese hanno le remunerazioni più alte della zona euro". E ha aggiunto, "si tratta di far pagare il prezzo della crisi ai soliti, alla classe operaia, tagliando i salari, smantellando la contrattazione collettiva e i diritti sociali e lavorativi, ma i lavoratori portoghesi sono coscienti che i loro diritti non sono caduti dal cielo, tutti sono stati conquistati grazie ad una lotta costante della classe operaia e l'unica soluzione che vediamo è quella sulla via della lotta".

Centinaia di migliaia di portoghesi hanno partecipato alle manifestazioni convocate dai sindacati. Tra le altre organizzazioni che hanno dato il loro sostegno allo sciopero c'è il Partito Comunista Portoghese, PCP. Il suo segretario generale Jerome De Sousa, ha dichiarato: "Siamo testimoni dell'ipocrisia di un governo che oggi sostiene che il Portogallo necessita di più lavoro e meno scioperi, quando con la sua linea politica ha distrutto 
300.000 posti di lavoro negli ultimi anni, portando il tasso di disoccupazione in Portogallo al 18%". Il Segretario Generale del Partito Comunista ha sottolineato che "l'ampio seguito allo sciopero generale contro le politiche anti-sociali è la grande risposta a questo governo" e che "questo sciopero rappresenta una dichiarazione di guerra da parte della classe operaia portoghese contro il governo, i partiti politici complici, i padroni e la UE".

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