sabato 5 ottobre 2013

Dopo qualche ora una seconda persona si è buttata sotto un treno

DRAMMA AD ANCONA, 36ENNE
MUORE LANCIANDOSI SOTTO IL TRENO

Maria Francesca Garzia, 36 anni, morta sotto a un treno
Sabato 5 Ottobre 2013
ANCONA - Ha atteso l'arrivo del primo treno e si è lanciata sotto le rotaie. Dramma della disperazione ieri pomeriggio alla stazione ferroviaria di Palombina, dove una donna di 36 anni Maria Francesca Garzia residente a Fabriano si è tolta la vita.
La giovane attorno alle 17 è arrivata nel parcheggio che si trova adiacente il cavalcavia che conduce alla spiaggia di Palombina Nuova. Dopo aver chiuso l’auto, una Citroen C1 di colore nero, la donna senza esitazioni si è diretta nei pressi del litorale per guadagnare poi il binario lato mare della stazione ferroviaria. Dopo qualche minuto su quel binario si è trovato a passare un locomotore proveniente da Falconara e diretto alla stazione ferroviaria di Ancona. Ai piedi del pilastro che sorregge il ponte, la donna si è lanciata contro il muso del locomotore. Il macchinista non avuto il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo. La tragedia sotto agli occhi di un testimone
Il corpo della donna è stato trascinato per circa 200 metri lungo le rotaie, mentre il locomotore si è fermato 400 più avanti quasi all'altezza di via Ponte Manarini. L'intera scena è stata vista da un testimone che in proprio in quel momento si stava recando in spiaggia. Immediata la chiamata alla centrale operativa del 118. In pochi istanti alla stazione ferroviaria di Palombina è arrivata l'automedica e un mezzo della Croce Rossa Italiana. Inutili i soccorsi
Per Maria Francesca Garzia purtroppo non c'era nulla da fare, se non ricoprire i poveri resti con un telo bianco. Dopo pochi minuti è arrivata una pattuglia della Polizia Ferroviaria, una del radiomobile dei carabinieri di Collemarino e la polizia scientifica che ha effettuato tutti i rilievi del caso. L'impatto con il locomotore che in quel momento viaggiava a una velocità non inferiore ai 100 km/h è stato devastante. Una scarpa è stata trovata nei pressi del pilone, l'altra a quasi settanta metri. Lungo i binari è stato rinvenuto un mazzo di chiavi che la vittima aveva in tasca. Dal portachiavi, dove era inserito il marchio della Citroen, si è potuti risalire all'auto della donna. Sul sedile posteriore una borsa, un paio di libri e una sacca. A lato del guidatore uno scontrino emesso da un distributore di benzina in via Gallodoro a Jesi in data 27 settembre 2013 in cui si attesta un rifornimento di 53 euro. Poco più in là un numero di telefono con tanto di biglietto da visita di un ufficio di rappresentanza con sede a Milano. Sul cellulare l'ultima telefonata
Non si esclude che l'ultima telefonata prima di suicidarsi Maria Francesca Garzia l'abbia fatta a questa persona. Particolari intravisti dai vetri dell'auto, che si è poi regolarmente aperta con le chiavi recuperate dagli uomini della polizia ferroviaria. Attorno alle 19 il corpo della giovane, dopo il nullaosta delle autorità competenti, è stato recuperato. Da una successiva ispezione del mezzo ci si è accorti che tra i due sedili era presente un cellulare Samsung di colore bianco. Giusto il tempo di annotare il contenuto della vettura, che il telefono ha iniziato a squillare. Un momento drammatico gestito dagli agenti della polizia ferroviaria, che hanno risposto alla chiamata allontanandosi di qualche metro. Francesca non ha lasciato nessun messaggio
All'interno dell'auto e addosso alla vittima non è stato rinvenuto nessun messaggio. Residente a Fabriano, la ragazza viveva, con la mamma Isabella Marcellini professoressa di italiano, in via Bovio vicino al centro. Dopo le scuole dell'obbligo, il liceo classico, un percorso formativo brillante poi la decisione di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. Dopo un impiego presso l'Hotel Janus, la giovane aveva trovato un’occupazione a Perugia. Una famiglia particolarmente conosciuta e benvoluta nel Fabrianese, dove il fratello esercita la professione da avvocato. Quanto accaduto ieri ha richiamato sul ponte un numero incredibile di curiosi. Con l'arrivo delle prime, ma frammentarie notizie, qualcuno si è commosso. Treni caos, un altro morto a Fano
Cinque treni Frecciabianca e due Intercity hanno accumulato ritardi fra i 20 e i 130 minuti. Quattro treni regionali hanno viaggiato con ritardi fra i 20 e i 60 minuti, mentre altri cinque sono stati cancellati o hanno avuto limitazioni di percorso. Attorno alle 20 la notizia della disgrazia è arrivata dalle parti di Fabriano. Tra i primi ad esprimere il dolore per quanto accaduto il sindaco Giancarlo Sagramola, incredulo alla notizia. “Sono vicino alla famiglia in questo momento di profondo dolore” ha detto. Dopo qualche ora una seconda persona si è buttata sotto un treno a Fano.