venerdì 9 maggio 2014

Arrestati gli ex banchieri Magnoni e Toschi

Fratelli magnoni, truffa a casse dei giornalisti, periti e ragionieri



MILANO – Soldi fatti sparire dalle casse di previdenza di giornalisti, ragionieri e periti commerciali. Quella che secondo i pm è una associazione a delinquere. Per questo  la mattina del 9 maggio sono stati arrestati i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni.  Le accuse, oltre all’associazione per delinquere sono di bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale.
Oltre ai tre fratelli è stato arrestato anche Luca Magnoni, figlio di Giorgio, e altri arresti, tra cui Andrea Toschi e Alberto Ciamperoni, e perquisizioni sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza. I finanzieri avrebbero accertato una distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo.
I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza: Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente di Nomura Italia (chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell’inchiesta Mps) e in passato avrebbe partecipato anche alla scalata Telecom, la “madre” di tutte le Opa.
Aldo Magnoni è stato l’ideatore dell‘Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom, mentre Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf.
Toschi invece è stato in passato presidente di Arner Bank e amministratore delegato della società di gestione risparmio Adenium, controllata al 100 per cento da Sopaf.
Alcuni degli indagati, attraverso la società Adenium, si sarebbero appropriati di fondi per oltre 50 milioni di euro della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e periti commerciali, e di 7 milioni di euro dell’Inpgi, istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.

I due istituti sono parti lese nell’inchiesta: perquisizioni per la ricerca di ulteriori prove a carico degli arrestati sono state condotte dalla finanza negli uffici di Paolo Saltarelli, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, e di Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi.

Privatizzata la vigilanza sulle banche...

Vigilanza sulle banche ai privati? La solita brutta china

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http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/finanze/2014/05/vigilanza-sulle-banche-ai-privati-la-solita-brutta-china.html
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Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento che toglie sovranità al nostro Paese, per quanto riguarda il decreto Bankitalia. Ci dicono che la Banca d'Italia aveva bisogno di avvalersi di soggetti esterni per i nuovi compiti di vigilanza, perché altrimenti non avrebbe potuto garantire la giusta efficacia e indipendenza. Ma la rivalutazione delle quote e il regalo da 7,5 miliardi alle banche private non servivano, come ci avete raccontato, anche a rafforzare l'indipendenza di Palazzo Koch?

 Avevamo anche chiesto con un emendamento di specificare meglio le circostanze di un possibile conflitto di interessi in capo ai soggetti terzi che supporteranno Bankitalia. E la maggioranza, in malafede, lo ha bocciato.

In definitiva ci domandiamo se fosse davvero il caso di aprire le prerogative della Vigilanza, con tanto di segreto d'ufficio, ai privati. La Banca d'Italia non aveva in seno le forze e le professionalità per farlo da sola? Abbiamo la sensazione che si stia prendendo una brutta china.