giovedì 30 ottobre 2014

Assemblea Mediobanca: Intervento di Marco Saba

Milano, 28 ottobre 2014 - Assemblea degli azionisti di Mediobanca
 
"Saluto innanzitutto i presenti che ringrazio per avermi dato l'opportunità di intervenire. Sono l'azionista Marco Saba, ricercatore del Centro Studi Monetari, ed intervengo per motivare la mia mancata approvazione del bilancio 2013-2014 così come presentato all'assemblea, facendo mie le dichiarazioni dell'On. Sibilia qui presente: manca nel bilancio la voce maggiore e più importante per stabilire la reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società MEDIOBANCA, ovvero la quantità di denaro creata durante l'esercizio. 
  Che il denaro creato da MEDIOBANCA sia denaro legale è evidente perché tale denaro viene correntemente accettato dallo Stato nella riscossione dei tributi. Nell'ipotesi contraria che tale denaro fosse da considerarsi denaro falso, e per questo non registrabile come valore positivo nel bilancio, allora avverrebbe un miracolo degno della Madonna dei Debitori: tutti i crediti oggi vantati dalla banca, a seguito di precedenti impieghi della medesima, sarebbero illegali, nulli e vuoti. E' da notare che tale situazione sarebbe identica anche per tutte le altre banche sul territorio, sicché la conseguenza della dichiarazione di falsità del denaro bancario sarebbe la remissione di tutti i debiti, almeno verso le banche. E' ovvio che tale denaro è vero e in quanto tale ne va dichiarata l'origine bancaria altrimenti il guadagno da reddito monetario verrebbe nascosto all'erario ed agli azionisti, oltreché al resto della società, come ora avviene. Questo problema è davvero cruciale per i  presenti, sia per gli amministratori che per gli azionisti. Continuare ad ignorarlo o cercare di nasconderlo sarebbe quantomai inutile: a soli 100 km da qui, in Svizzera, stanno già raccogliendo le firme per un referendum sull'iniziativa MONETA INTERA, di cui accenno solo i tre punti principali per capire la gravità della situazione che potrebbe poi venire a crearsi qui in Italia: 
"1-Solo la BNS (Banca Nazionale Svizzera) emette, in futuro, moneta bancaria quale mezzo di pagamento legale. 2 - Le banche non possono più creare moneta bancaria propria, ma solamente prestare i soldi che vengono messi a loro disposizione dai risparmiatori, dagli investitori e dalla BNS. 3 - Nuova moneta intera viene di norma messa in circolazione attraverso pagamenti senza debito della BNS allo stato, ai cantoni, o ai cittadini e le cittadine." 
Poiché hanno tempo fino a dicembre 2015 per raccogliere le firme necessarie, è possibile che l'argomento travalicando i confini elvetici diventi un tormentone a livello europeo. Prima che quindi la consapevolezza del fenomeno porti a cambiamenti operativi tali da svuotare completamente la fonte maggiore di reddito della banca, sarebbe il caso di valutare seriamente l'ipotesi di legalizzare di fatto questo guadagno dichiarandolo e pagandoci sopra le tasse. Si rischia altrimenti di fare la figura della famiglia fiorentina dei Bischeri che, nel Medioevo, di fronte alla congrua offerta d'indennizzo da parte del Comune di Firenze per acquistare il loro palazzo che andava demolito per costruire il Duomo, rifiutarono l'offerta e se lo videro espropriare in toto senza indennizzo alcuno.
Siccome credo di trovarmi di fronte all'intellighenzia non solo bancaria, ma anche industriale del paese, concentrata in questa banca, non mi soffermerò ad analizzare punto per punto, uno per uno, gli effetti negativi nefasti che potrebbero conseguire, civilmente e penalmente, dal continuare ad ignorare l'elefante nel salotto. Un antico proverbio indiano dice che, se vedi tutto grigio, forse è giunta l'ora di spostare l'elefante ! La dichiarazione del reddito reale nel bilancio della banca, attuabile rettificando il bilancio ora presentato, potrà scongiurare, se tempestivamente adottata, spiacevoli risvolti per l'attività bancaria futura in Italia. Il fatto che a promuoverla sia Mediobanca, come consigliamo, assumendosene quindi la primazia, non può che aumentare il prestigio nazionale ed internazionale dell'istituto, con ovvi vantaggi per tutti. Gli altri istituti cui abbiamo contestato la stessa perversione attuale dei principi contabili, laddove l'articolo 2423 del codice civile è preciso nel merito dove dice che: "Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al valore recuperato.", hanno finora ignorato la nostra raccomandazione in merito attaccandosi al fatto che avrebbero seguito scrupolosamente le regole contabili. Le hanno seguite sì, tutte, fuorché quella fondamentale che indicava di non seguirle se avessero prodotto risultati incongruenti. Mi aspetto da questo consesso che nasca un confronto positivo che porti al ristabilimento della legalità ed onorabilità dell'attività della banca in modo da non realizzare la funesta profezia di Cuccia che diceva che: "Se è caduto l'impero romano, non si vede perché non dovrebbe cadere Mediobanca". 
 
Grazie a tutti per la cortese attenzione.