martedì 20 ottobre 2015

Intervento di Marco Saba a Imola (Agorà M5S)

Bankitalia: governatore Visco indagato per corruzione, truffa, abuso e infedeltà

Inchiesta Bps: atti Procura Spoleto, Visco indagato

Dal 28 gennaio 2015 per corruzione, truffa, abuso e infedeltà

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/10/20/visco-indagato-dalla-procura-di-spoleto_b58fbe89-5bce-46e4-a8f3-9f1bd11a74ef.html

L'iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Visco è confermata da atti della procura di Spoleto. Da un certificato di "comunicazione d'iscrizione a registro" di una parte offesa, di cui l'ANSA ha copia, emerge che Visco è indagato dal 28 gennaio 2015 per concorso in corruzione, abuso d'ufficio e truffa, e "infedeltà a seguito dazione o promessa di utilità".

Sono complessivamente otto gli indagati nell'inchiesta aperta dalla procura umbra, tutti per le stesse ipotesi di reato contestate a Visco. Oltre al governatore, gli iscritti sono Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro, Silvano Corbella, Giovanni Domenichini, Stefano Lado, Giuliana Scognamiglio e Nicola Stabile. L'esposto che ha portato all'apertura del fascicolo è stato presentato da un centinaio di vecchi soci della Popolare di Spoleto, secondo i quali ci sarebbero state una serie di condotte irregolari nel passaggio a Banca Desio. In particolare, sempre secondo l'esposto dei vecchi soci, ci fu un'offerta di una società di Hong Kong, la 'Nit Holding', superiore di 100 milioni di euro rispetto a quella avanzata da Banca Desio. Offerta alla quale, dicono oggi i vecchi soci della Popolare, i commissari di Bankitalia rifiutarono senza fornire alcuna motivazione chiara.


LA NOTIZIA SUL FATTO QUOTIDIANO

Il commissariamento era stato confermato da Mef - Il commissariamento della Banca Popolare di Spoleto e della controllante Spoleto Crediti e Servizi - vicende oggetto dell'inchiesta della magistratura di Spoleto che, secondo il Fatto Quotidiano, coinvolge, tra gli altri il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco - era stato confermato dal Ministero dell'Economia dopo l'annullamento da parte del Consiglio di Stato. Alla luce delle pronunce del giudice amministrativo e dell'esigenza di evitare qualsiasi incertezza sulla stabilità dei rapporti della clientela, la Banca d'Italia aveva reiterato "ora per allora" le proposte al ministero dell'Economia di amministrazione straordinaria. Con i provvedimenti 149 e 150 del 20 aprile 2015, adottati su proposta dell'Istituto centrale, il Mef aveva reiterato i decreti ministeriali di amministrazione straordinaria con effetto a partire dall'8 febbraio 2013, quando era cominciato il commissariamento.

Ex amministratori già del mirino del pm - Già prima del commissariamento della Banca, avvenuto nel febbraio 2013, la popolare di Spoleto - ora al centro di una inchiesta che coinvolgerebbe il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco - è finito nel mirino della Procura. I pm hanno indagato alcuni ex amministratori - tra i quali l'ex presidente Giovannino Antonini - funzionari dell'istituto e imprenditori dell'area umbra. Il procedimento, definito dalla Procura sulla base delle risultanze delle indagini svolte dal Nucleo Speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, è in attesa dell'udienza preliminare. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere e plurime ipotesi di appropriazione indebita aggravata, intermediazione usuraria, ostacolo alle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e documenti per operazioni inesistenti, omessa comunicazione del conflitto di interessi. Fatti commessi a Spoleto e in altri luoghi dal 30 settembre del 2007 al 24 aprile 2012 - avevano precisato gli inquirenti - "ai danni della Banca popolare di Spoleto e altri soggetti".

Bankitalia, non a conoscenza indagine 
- ''Con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d'Italia non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell'autorità giudiziaria''. Lo riferiscono fonti della stessa Banca d'Italia.

Il denaro fantasma: Oggetti Contanti Non Identificati

Il denaro fantasma: Oggetti Contanti Non Identificati 
by "The Money Doctor"

Il denaro prestato o speso dalla banca per acquistare beni immobili o mobili, essendo creato dalla banca stessa, esce "in nero" poiché viene versato direttamente nel conto del fruitore senza che ne sia tracciabile l'origine. Ovvero, non esiste un accredito precedente in cassa a favore dell'istituto emittente. Così come esce in nero, rientra in nero poiché - alla restituzione - sembra sparire contabilmente.

Questo denaro "nero", ovvero senza certificato di nascita o di origine controllata e garantita, è paragonabile ad un immobile non accatastato. La cessione di questo denaro da parte della banca non viene giustificata da una precedente proprietà contabilizzata da parte della banca del denaro stesso.

Si interrompe quella che viene chiamata la "catena di titolarità" legittima del denaro in oggetto.

La banca segna una uscita di cassa senza prima aver segnato una entrata. Il paradosso di spendere col portafoglio vuoto.

Quando il denaro prestato rientra, sparisce contabilmente ma rimane di fatto in mano alla banca. Non viene distrutto. E' facile accertarsene con l'uso dei contanti materiali, è più difficile quando il rientro avviene tramite denaro elettronico che viene versato nel conto accentrato della banca.

Il fatto che il denaro - elettronico o contante - non sia più visibile contabilmente - ovvero che sia un "oggetto contante non identificato" - non impedisce però alla banca di disporne. Anche qui, è facile capirlo per le banconote e monetine, è più difficile capirlo per il denaro elettronico poiché occorre conoscere il funzionamento empirico delle società interbancarie di compensazione.

Il risultato è che di M1 - quello dichiarato dalla BCE - non si conosce un proprietario originario legittimo.
Ma il risultato pratico più eclatante è che la misura di M1 nella realtà è di parecchio superiore a quanto dichiarato. Un esperto in materia ha ipotizzato che si tratterebbe di circa mille volte la misura ufficiale.

La spiegazione è semplice: in M1 troviamo il denaro aggregato come risulta ufficialmente nei depositi desunti dai bilanci bancari, ma non troviamo traccia di tutto quel denaro clandestino, rientrato in banca e scomparso contabilmente, di cui vengono (definitivamente?) smarrite le tracce.
Diventa denaro fantasma ("shadow money").




Bibliografia:

- SOLDI - Il libro nero della finanza internazionale, di Denis Robert, Ernest Backes, Nuovi Mondi Media, 2004
http://www.amazon.it/Soldi-libro-della-finanza-internazionale/dp/8889091061

- Werner, R.A., Can banks individually create money out of nothing? — The theories and the empirical evidence, International Review of Financial Analysis, Volume 36, December 2014, Pages 1–19
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521914001070

- Werner, R.A., How do banks create money, and why can other firms not do the same? An explanation for the coexistence of lending and deposit-taking, International Review of Financial Analysis, Volume 36, December 2014, Pages 71–77
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521914001434

- Werner, R.A., Do banks really create money out of nothing?
Another empirical test of the three theories of banking, International Review of Financial Analysis (2015)
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521915001477