venerdì 6 novembre 2015

Anche LA STAMPA è per il reddito di cittadinanza

Dopo il QE arriverà il 'denaro dall'elicottero'?

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maria grazia bruzzone      @mar__bru

In questi giorni in Italia i dati Istat sul PIL, sulla fiducia di consumatori e imprese, sugli occupati perfino, suscitano un’improvvisa, provvidenziale ventata di ottimismo sulla ‘ripresa’ in atto - aiutata dalla BCE, dai bassi tassi di interesse e dal crollo dei prezzi energetici, ci viene spiegato. Una coincidenza di fattori che Draghi non si stanca di sottolineare, invitando i governi ad approfittarne per varare riforme strutturali serie.

Ma su fogli e blog finanziari, anche italiani, si leggono analisi meno rosee sull’Italia e, soprattutto, sull’Europa e sull’economia mondo, che non sta affatto bene malgrado i giganteschi sforzi espansivi delle banche centrali, le cui armi monetarie “sarebbero ormai spuntate”.
 
E si arriva a prospettare soluzioni estreme, finora solo teorizzate dagli economisti mainstream, e peraltro già lanciate da eretici come Ellen Brown, la propugnatrice delle banche pubbliche; come il professore/blogger australiano Bill Mitchell; o come Jeremy Corbyn, il neo-segretario dei laburisti britannici. Ma prospettate ormai anche dal ‘re degli hedge fund’ d’Europa Paul Marshall ( Sole24Ore), da Etsuro Honda, consigliere economico del premier giapponese Abe ( Zerohedge), dall’economista Marcello Minenna  ( Corriere della sera Economia), da analisti di Citigroup e   da ultimo da Guido Tabellini, docente e già rettore della Bocconi ( Sole24Ore), per citarne alcuni.

Davanti al controverso esito per non dire al fallimento delle politiche di Quantitative Easing (QE) nel rilanciare economia e occupazione e nel far lievitare l’inflazione, non resterebbe che l’ opzione nucleare, come la chiama Brown: un PQE, PeopleQE, per la gente,  secondo Corbyn.   OMF, Overt Money Financing, per il prof. Mitchell : soldi dall’elicottero, nella metafora tutta teorica di Milton Friedman tornata in voga.
In sostanza: denaro fresco non più dato alle banche ma iniettato direttamente nell’economia reale, in varie forme . Un’eresia scandalosa, fino a qualche tempo fa.
Sintetizziamo qua e là.

ORIGINE DEI QE . Ormai sette anni fa, all’apice della ‘crisi finanziaria’ del 2008 provocata dallo scoppio della bolla americana dei mutui subprime, le banche centrali, a cominciare dalla Federal Reserve americana, hanno lanciato una politica monetaria espansiva. Anziché affrontare gli eccessi della finanza che avevano portato alla crisi (lanciando riforme serie della finanza stessa, per es nella direzione di una separazione tra banche tradizionali e banche di investimento, la cui abolizione era stata una delle principali cause  della deriva speculativa sfociata nella crisi), hanno preferito da un lato portare a zero i tassi di interesse, dall’altro iniettare molte migliaia di miliardi nel sistema bancario (attraverso l'acquisizione di Titoli di Stato), dove la liquidità si era prosciugata. Con l’obiettivo primo di ‘salvare le banche’ stesse e quindi di rilanciare l’economia. 
“Toppe inadeguate utilizzate per tentare di uscire dalla crisi finanziaria mondiale che era scaturita dallo scoppio della bolla Usa” ( qui Sole24Ore ) .
“In sette anni la Fed ha varato tre piani di QE e continua a tenere a zero i tassi, una cosa affatto normale , un ‘ribaltamento della finanza’ “(ib).

Con forte ritardo la BCE ha prima portato i tassi a zero (sett 2014) poi ha varato anch’essa un piano di Quantitative Easing che è in pratica l’arma di ultima istanza per una banca centrale, quando non può più agire sulla leva dei tassi, innescando con ciò   la reazione di altre banche europee di paesi non euro.

LE NOBILI MOTIVAZIONI E I SEMPRE PIU CONTROVERSI RISULTATI DEI QE, che fanno sentire i loro effetti molto sulla finanza (e sui portafogli dei più facoltosi) ma molto meno sull’economia reale (e sui portafogli dei meno abbienti). Li ha clamorosamente denunciati il “re degli hedge fund” europei Paul Marshall , in una lettera al Financial Times ripresa dal Sole.
  Oltre a essere talvolta del tutto inutili, come nel caso del Giappone, che dopo aver stampato montagne di denaro si ritrova in deflazione e recessione.

  Nobili, appunto, le motivazioni: ridare fiato all’economia mantenendo solida l’offerta di moneta destinata al sistema bancario, in  modo da evitare una contrazione del credito simile a quella degli anni Trenta.
  “Ma la realtà, molto più prosaica, è che l’acquisto di titoli di Stato da parte delle banche centrali fa lievitare tutti gli altri asset, dalle azioni all’immobiliare. In questo modo a beneficiare dei vari QE è il mondo finanziario: banchieri, gestori degli hedge funds, immobiliare (in questo l’Italia vive un altro film)”.

DISCORSO A PARTE IL QE DI DRAGHI, che secondo Marshall “rappresenta un colossale ‘schema Ponzi’ architettato per distorcere il mercato obbligazionario europeo a vantaggio degli indebitatissimi e stagnanti paesi euro-periferici”. Come l’Italia, viene adombrato.

Infatti a gioire sono stati soprattutto paesi come Portogallo, Grecia e  Spagna. Oltre al nostro, che ha visto precipitare lo spread fra BTP e Bund tedeschi da 537 punti (luglio 2012) a poco più di 100 (settembre 2015).  Favorendo tuttavia in modo trasversale le classi più abbienti d’Europa che avevano soldi da investire in Borsa – sottolineava a fine settembre un’analisi (di Enrico Marro) sul Sole pur vantando i soldi risparmiati dall'Italia grazie alla cura Draghi.


LE ARMI SPUNTATE DELLE BANCHE CENTRALI. Oltre ad arricchire i ricchi, “ la droga monetaria delle banche centrali ha creato dipendenza”. Portando a tre effetti collaterali poco desiderabili – secondo uno studio di Royal Bank of Scotland citato: una pessima distribuzione della ricchezza, una minor produttività, e una serie crescenti di bolle finanziarie difficili da gestire.  Basti dire che in sei anni l’indice S&P 500 [il valore in Borsa delle prime aziende quotate] è triplicato.  
“Come uscirne? Con riforme impopolari o con un altro bel QE nuovo di zecca” ( qui).


E si va avanti.   Mentre la Fed continua a rinviare l’aumento dei tassi di interesse, col timore di far scoppiare le nuove bolle,  a cominciare da quella delle Borse.
Dall’inizio della crisi le aziende quotate in Borsa hanno aumentato molto di più il rapporto fra prezzi delle loro azioni e utili degli utili stessi. A Wall Street questi sono aumentati del 52,1%, i primi dell’82%, similmente in Europa (dove i profitti reali sono caduti ma il rapporto prezzi/utili è cresciuto del 114%, idem in Giappone). “Ennesimo segnale che la liquidità è rimasta lì, nei mercati”.
In altre parole, i soldi dei QE non vengono investiti nell’economia reale ma nella speculazione finanziaria ovvero,   in una pratica spesso criticata [ buyback] che consiste nel vendere e ricomprare le proprie azioni per tenerne alto il prezzo.

Oggi Bank of Japan potrebbe aumentare il suo QE da 80mila a 100mila yen/anno, etc. In due settimane ben 5 banche centrali potrebbero lanciare ulteriori messaggi espansivi.
“L’obiettivo delle banche centrali è far ripartire l’economia e una sana inflazione”, come al solito, racconta il Sole in un articolo di fine ottobre dal titolo Le armi spuntate delle Banche Centrali” .

“Fino a oggi però a uno sforzo così poderoso ha corrisposto un risultato minimo: l’inflazione resta globalmente bassa, il mercato del lavoro si mantiene squilibrato con salari bassi, anche nei paesi dove la disoccupazione è bassa come in Usa e Germania [sui dati reali della disoccupazione Usa, che non considera chi ha rinunciato a cercare lavoro, vedi Underblog] e la crescita mondiale rallenta”. 

Sempre più numerosi sono così le analisi di economisti che dubitano sulla bontà della cura.

MEGLIO FARE BONIFICI DI 8MILA EURO A TUTTI? E’ la ‘provocazione’ lanciata da Marshall re alla fine della sua lettera al FT:   “Sarebbe meglio iniettare il denaro fresco di stampa su grandi progetti infrastrutturali. Oppure – arriva a dire il finanziere britannico - fare un nuovo tipo di QE: un bel bonifico direttamente nei conti correnti di ogni singolo cittadino. Per il Regno Unito si tratterebbe di 5800 sterline (quasi 8mila euro) a persona, neonati compresi. Funzionerebbe? Non sia, ma almeno sarebbe più giusto”.

Alla stessa provocatoria conclusione arriva Minenna sul Corriere Eco (“ Mille miliardi sul tavolo, chi li ha visti?”, ripreso da ItaliaOggi ). “In Italia continua a non esserci inflazione, esordisce (-0,4% a settembre, +0,2% nel 2015), nell’ UE va anche peggio (-0,1%).  Che le misure approntate finora siano servite a poco in termini di inflazione non è più un mistero”.

“Il problema infatti è la persistente difficoltà a erogare nuovo credito. Nell’ultimo anno una valanga di liquidità ha sommerso le banche ma ben poco è arrivato a imprese e famiglie: da inizio anno i prestiti bancari sono scesi dello 0,5%”.  Malgrado i miliardi – 1000- erogati dalla BCE già a fine 2011-inizio 2012 (col meccanismo del Ltro)che le banche avevano usato per gestire i loro rischi  e i successivi 400 miliardi (100 alle banche italiane) del Tltro che tentava di obbligare le banche a prestare,  e  quelli del vero e proprio QE partito un ano fa.

“Che fare?Raddoppiare il QE servirebbe a poco. Per far ripartire la domanda i soldi devono arrivare a consumi e investimenti. Cosicché anche l’inflazione abbia qualche chance di risollevarsi. Una possibilità sarebbe modificare regole - e sanzioni alle banche che non prestano.  In alternativa si rischia di dover bypassare le banche e, come predica Jeremy Corbyn, in Inghilterra, dover ricorrere all’estremo: lanciare banconote dagli elicotteri. Sperando che non sia troppo tardi”.

Corbyn, il nuovo leader laburista di estrema sinistra che è stato tra i primi a infrangere il tabù, aveva proposto di dare alla Bank of England un nuovo mandato per rilanciare l’economia investendo su larga scala in case, energia, trasporti e progetti digitali. L’ha chiamato PQE- QE for the People, vale a dire per la gente, contrapponendolo al QE per la finanza e per i ricchi, elargito fino ad oggi. Gli investimenti verrebbero fatti attraverso la Banca Nazionale degli Investimenti.

DENARO DALL’ELICOTTERO SULL’ECONOMIA. E’ ormai il tema.
“Draghi ha accennato a una serie di strumenti ancora a disposizione ( vedi qui). Si parla anche di una misura mai messa in pratica ma suggerita a suo tempo da Milton Friedman [il padre del liberismo economico]: mettere il denaro direttamente nei conti correnti dei cittadini, a patto che li spendano. E’ il cosiddetto Helicopter Drop, denaro gettato sull’economia” conclude a sua volta un altro articolo del Corriere Eco.
 
Zerohedge ne aveva parlato esplicitamente già a settembre 2013: “L’elicottero di Bernanke scalda i motori”, titolava, citando sia un saggio del 2002 dell’allora governatore della Fed, sia Larry Summers che già criticava la politica dei QE.



E’ ancora Zerohedgea raccontare il 10 ottobre scorso l’ipotesi di un People-QE avanzata da Honda, il consigliere del premier del Giappone Abe, davanti al fallimento dell’Abenomics (la cura nipponica base di QE), ben documentato qui.

Si comincia: la maggiore banca di investimenti dell’Australia dice che il ‘denaro dall’Elicottero’ arriverà fra 12-18 mesi”, titola a settembre di quest’anno Zerohedge , citato da Ellen Brown in un suo post titolatoE’ tempo per l’opzione nucleare:  dare denaro a Main Street” – ai cittadini.

“Oggi tutto il denaro in circolazione virtualmente viene creato come debito delle banche ma la gente [e l’economia reale] non può più sobbarcarsi più debito. Il QE cerca di rigonfiare la quantità di moneta circolante fornendo denaro alle banche per creare nuovo debito, ma questa politica è fallita. E’ tempo di fornire un po’ di moneta libera dal debito all’economia reale”.

La predizione di Zerohedge si basa su un’analisi di Macquire, la maggior banca di investimento australiana che, constatato che le politiche attuali non funzionano, si chiede se “il settore pubblico non possa riuscire là dove il settore privato è incapace di far circolare il denaro in modo soddisfacente. In sostanza: invece di agire attraverso i mercati delle obbligazioni e il settore bancario, perché il settore pubblico non potrebbe bypassare i mercati tutti e iniettare stimoli direttamente nel flusso sanguigno dei paesi? Avrebbe di sicuro un impatto maggiore”.

Del resto, a raccomandare il ‘denaro dall’elicottero’ è persino il capo degli economisti’ globali’ di Citygroup, una delle maggiori banche americane. Allo scopo di evitare una recessione globale imminente.

Lo scenario previsto dagli economisti della megabanca Usa prevede che nel 2016 inizi una recessione globale a partire dalla Cina. “L’incertezza resta, ma una risposta politica tempista ed efficace può aiutare a diminuire il rischio… Soldi dall’elicottero in Cina, area euro, Usa e Regno Unito unita a una ristrutturazione dei debiti può mitigare l’impatto e, se fatto subito, prevenire la recessione nei prossimi due anni”.

Mitchell, docente e blogger australiano, concorda.  Ma propone di chiamarlo non PQE ma OMF- Overt Money Financing, finanziamento monetario aperto, o palese. "Denaro iniettato direttamente nell’economia, un tabù per gli economisti mainstream"

"Apparentemente perché produrrebbe inflazione. In realtà per due ragioni:
taglierebbe fuorii traders privati dalla loro dose di corporate welfare, benefici che, a differenza di quelli per malati e disoccupati li hanno arricchiti all’estremo;
spazzerebbe viala ‘scimmia del debito’ usata per massacrare i governi alle prese coi deficit fiscali".
Banche, finanza e grandi corporations sono insomma i maggiori oppositori. Negli Usa come in Europa.

LA PROPOSTA E’ STATA GIA’ POSTA SUL TAVOLO DEL PARLAMENTO EUROPEO, per iniziativa del Comitato per gli affari economici e monetari della BCE, nella  bozza del report annuale 2012 – ricorda il prof. Mitchell. E ne cita due paragrafi, il 9 e il 10.

Nel primo si riconosce come gli strumenti di politica monetaria messi in campo dall’inizio della crisi abbiano mostrato i loro limiti nello stimolare la crescita e migliorare la situazione del mercato del lavoro; e si afferma che la BCE potrebbe esplorare nuove misure non convenzionali al fine di partecipare a un vasto programma UE per la crescita, compreso l’uso della Emergency Liquidity Assistance – un fondo speciale di cui la BCE dispone – per un ‘finanziamento monetario palese’ del debito governativo per finanziare tagli di tasse delle famiglie a basso reddito e/o nuovi programmi di spesa focalizzati sugli obiettivi di Europa 2020.
Nel secondo si considera la necessità di rivedere i Trattati UE e gli statuti della BCE così da stabilire la stabilità dei prezzi e il pieno impiego come gli obiettivi della politica monetaria dell’eurozona. 

“Questi paragrafi sono stati espunti dal report, in gran parte a causa della paranoia sull’iper-inflazione della Germania”, scrive il professore. Convinto che il Finanziamento Monetario Aperto sarebbe il miglior modo per venire a capo della crisi dell’Eurozona senza buttar giù l’UE. Questi i vantaggi:

1 La BCE direbbe agli Stati membri che metterebbe a disposizione gli euro per permettere spese in deficit per accrescere produzione e impiego. 2 Non verrebbe prodotto nuovo debito. 3 Non verrebbero alzate le tasse. 4 Gli interessi non salirebbero. 5 Una Garanzia del Lavoro verrebbe subito introdotto. 6 La Troika potrebbe ritirarsi – non più salvataggi. 7 Quando si arrivasse alla crescita, cambiamenti strutturali – migliori servizi, migliori scuole, un miglior sistema sanitario - potrebbero essere implementati.

DRAGHI HA DI NUOVO PARLATO DI MISURE NON CONVENZIONALI. "IL QE PUO' CAMBIARE.
Il professor Tabellini domenica scorsa (1/11) prende sul serio le parole di Draghi e avanza proposte che ne precisano l’idea, pur senza citare l’elicottero.

“I Trattati europei impediscono alla banca centrale di finanziare direttamente un’espansione fiscale. Ma, anziché finanziare un taglio delle imposte, la BCE potrebbe decidere di stampare più moneta versandola direttamente sui depositi e sui conti correnti postali dei cittadini… Oppure la BCE potrebbe acquistare titoli perpetui (con scadenza illimitata) per contribuire a finanziare investimenti pubblici…Inoltre potrebbe cambiare le regole che si è data nella conduzione della politica monetaria…alzando temporaneamente il suo obiettivo di inflazione tutte le volte che i prezzi scendessero sotto il sentiero prestabilito.

Le idee non mancano, insomma. Quanto ai rischi di iper-inflazione, il post di Ellen Brown li minimizza.
“Il problema oggi non è l’inflazione, ma la deflazione.  E aggiungere denaro nell’economia non farebbe alzare i prezzi fino a che la domanda non è saturata e la produzione non raggiunge la sua piena capacità” .

“Se poi il PQE /OMF andasse oltre la capacità produttiva, il governo non avrebbe bisogno di rapportarsi alla banca centrale per ritirare il denaro in eccesso dalla circolazione . Lo potrebbe fare attraverso le tasse (che negli Usa rappresentano il 24% per PIL). E ci sono altri sistemi che il Tesoro potrebbe utilizzare: per esempio chiudendo le scappatoie fiscali, tassando i $21.000 miliardi nei paradisi fiscali, e aprendo banche pubbliche che riporterebbero al governo gli interessi sui prestiti.  L’interesse netto delle banche Usa nel 2014 ammontava a $423 miliardi – ricorda Brown, americana e grande propugnatrice delle banche pubbliche.

Il fatto è che, se non scarseggiano le idee, non mancano neppure le resistenze di banche, finanza e corporations . Negli Usa come nell’ UE.  Dove un recentissimo articolo del Financial Times ha rilanciato il tema dei conflitti di interesse della stessa BCE, che intrattiene rapporti con finanzieri, spesso informati alla vigilia di importanti decisioni della banca, come accaduto lo scorso maggio. Del resto azionisti della BCE sono le banche centrali, solo alcune delle quali sono pubbliche. Non lo è per es Banca d’Italia, quarta azionista BCE, terza dell’Eurozona. Ma non lo è nemmeno la Fed, la Federal Reserve americana, i cui azionisti sono le grandi banche