sabato 9 gennaio 2016

Utili derivanti dalla creazione di moneta presso la BNS o nelle banche


"Quando la moneta è prodotta dallo Stato, è quest'ultimo che, spendendola ad esempio per acquistare beni e servizi, la mette in circolo nell'economia e realizza immediatamente il controvalore, al netto dei costi di produzione. "

- Banca d'Italia 


Curia Vista - Atti parlamentari

15.3391 – Interpellanza

Utili derivanti dalla creazione di moneta presso la BNS o nelle banche

https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20153391

Depositato da
Data del deposito
04.05.2015
Depositato in
Consiglio nazionale
Stato delle deliberazioni
Non ancora trattato dalla Camera

Testo depositato

Dalla metà del 19° secolo la Confederazione detiene il monopolio della messa in circolazione delle monete. Gli utili che ne derivano confluiscono nelle casse federali e ammontano a diversi milioni di franchi all'anno. Nel 2013 e nel 2014 il valore di tutte le monete era di circa 3 miliardi di franchi.
Dal 1891 esiste un monopolio statale anche per l'emissione di banconote. Diversamente dalle monete, in occasione della prima messa in circolazione le banconote non sono vendute al valore nominale, bensì date dalla Banca nazionale svizzera (BNS) unicamente alle banche commerciali in cambio dei loro averi in giroconto. Nel 2013 e nel 2014 il valore di tutte le banconote era di circa 60 miliardi di franchi.
Gran parte del denaro in circolazione (massa monetaria M1), la cosiddetta moneta scritturale, è creato dalle banche private attraverso la concessione di crediti. Nel 2013 e nel 2014 il valore di questi averi di clienti (depositi a vista) ammontava a oltre 300 miliardi di franchi.
Alla luce di questa situazione si pongono le seguenti domande:
1. Come mostra il meccanismo della creazione di moneta disciplinato dalla legge, sarebbe possibile destinare risorse supplementari alla Confederazione e alla collettività se, per quanto riguarda la creazione di moneta e la prima messa in circolazione, alle banconote si applicasse lo stesso processo adottato per le monete. Per quale motivo la Confederazione rinuncia a questa fonte d'entrata, da cui nell'arco di decenni si ricaverebbero diversi miliardi di franchi?
2. Il meccanismo della creazione di moneta potrebbe essere trasferito anche alle banconote senza che si debba modificare la Costituzione?
3. Allo stato attuale, a prescindere dalle ragioni "storiche", in che modo si giustificano queste pratiche differenti relative alla creazione di moneta e alla prima messa in circolazione?
4. Come si giustifica che la creazione del surrogato della moneta contante (all'interno della massa monetaria M1), ossia la "moneta scritturale", sia affidata alle banche, mentre oggi è un fatto indiscutibile che le monete e le banconote siano emesse dallo Stato e dalla BNS?
5. La creazione della moneta scritturale come mezzo di pagamento legale (all'interno della massa monetaria M1) da parte della BNS genererebbe utili pari a 300 miliardi di franchi nell'arco di decenni e nel caso di una messa in circolazione simile a quella delle monete. Perché si rinuncia a queste entrate supplementari senza esigerne almeno una parte?

Risposta del Consiglio federale del 19.08.2015

In occasione della creazione di moneta la Banca nazionale acquista attivi e in questo modo mette in circolazione nuovo denaro sotto forma di mezzo legale di pagamento. Al riguardo si tratta di monete, banconote e soprattutto anche di moneta scritturale (giroconti delle banche commerciali presso la Banca nazionale). In particolare per le banconote e le monete questa operazione comporta notevoli costi. Attraverso la creazione di moneta la Banca nazionale accresce dapprima i suoi impegni nella misura dell'incremento della quantità di denaro della banca centrale (banconote in circolazione e giroconti). Quale controparte la Banca nazionale aumenta le sue riserve monetarie. Questi investimenti assicurano maggiore massa monetaria attraverso corrispondenti giroconti. Anche se spesso tali investimenti producono utili, la loro massimizzazione non rappresenta l'obiettivo della politica monetaria. L'impiego di questi mezzi per finanziare compiti all'interno o addirittura all'esterno della Banca nazionale è tutt'al più possibile in dimensione limitata, in particolare per il tramite della distribuzione dell'utile a Confederazione e cantoni. Un più vasto finanziamento della spesa pubblica mediante gli utili della banca centrale rischierebbe di subordinare le esigenze della stabilità politico-monetaria alla politica finanziaria.
Di principio, la creazione di moneta non genera utili visto che si tratta di un'espansione del bilancio. Infatti sia gli attivi di bilancio (valore patrimoniale) che il capitale di terzi vengono aumentati sotto forma di biglietti di banca o giroconti. Dato che non deve essere rimborsato, questo capitale di terzi assume un certo carattere di capitale proprio. D'altra parte, se la politica monetaria lo richiede, la Banca nazionale deve essere in grado di ridurre rapidamente la circolazione di moneta. Per conseguire una riduzione duratura della massa monetaria la BNS deve vendere i propri attivi. In questo modo anche il patrimonio della Banca nazionale si riduce.
Anche per le banche commerciali risulta un utile limitato dalla creazione di moneta. La creazione di moneta privata avviene solo nella misura in cui, a seconda della situazione degli interessi, esiste una domanda di credito. Le banche possono dunque anch'esse espandere il bilancio nel senso che da una parte concedono crediti e allo stesso tempo aumentano i mezzi su un conto bancario. In questo modo la banca può realizzare un utile che rappresenta una fonte di finanziamento per l'attività bancaria (operazione sulle differenze di interesse) grazie ai diversi interessi di crediti e conti bancari. Questo utile deve bastare alla banca per coprire i propri costi di amministrazione e ammortizzare i diversi rischi che ne derivano (ad es. rischi di credito, rischi di tasso d'interesse).
1. Mediante la creazione di moneta (di monete, banconote o monete scritturali), la Confederazione o la Banca nazionale non potrebbe conseguire un utile sostanziale, perché questo sarebbe particolarmente limitato dalla necessità di gestione della liquidità. Di principio la massa monetaria dovrebbe aumentare a lungo termine all'incirca nella stessa misura della crescita economica. Variazioni a breve termine, talvolta consistenti, discendono dalle necessità politico-monetarie. Se lo Stato dovesse assumersi tutta la creazione del credito, attualmente contestata dalle banche commerciali, dovrebbe anche sopportare i costi e i rischi risultanti dalle operazioni di credito. A riguardo sorgerebbero notevoli conflitti di interessi se lo Stato potesse prendere decisioni sulla concessione di crediti.
2./3. Le monete sono invero coniate sotto la sovranità della Confederazione, ma la loro messa in circolazione, al pari delle banconote, è operata dalla Banca nazionale. Entrambi i meccanismi sono quindi generalmente già molto simili.
4. La concessione di crediti da parte delle banche è auspicata nel quadro di un'allocazione del capitale efficiente, visto che esse dispongono delle possibilità di trasformazione delle quantità, delle scadenze e dei rischi. Alla creazione di moneta sono tuttavia posti limiti rigidi. Da una parte la creazione di moneta scritturale da parte delle banche è limitata dalle riserve minime legali, che devono essere detenute dalle banche sotto forma di giroconti presso la Banca nazionale. Attualmente l'esigenza di una riserva minima si situa al 2,5 per cento dei loro impegni a breve termine a vista in franchi. Le riserve effettive delle banche superano attualmente il 50 per cento, per cui sono ancora lungi dall'aver esaurito il loro potenziale legale di concessione di crediti. D'altra parte le banche possono creare nuovi crediti solo se con i tassi di interesse vigenti sussiste una corrispondente domanda di crediti e soprattutto se le banche sono disposte ad accettare nuovi rischi di credito alle condizioni vigenti. Da ultimo le banche hanno un interesse alla restituzione dei crediti. D'altronde con l'ammortamento di un credito la massa monetaria creata viene di nuovo annullata. Attraverso il livello degli interessi sul mercato del franco la Banca nazionale può influenzare in maniera determinante il volume di credito. Se la concessione di crediti venisse gestita direttamente dalla Banca nazionale, ad esempio mediante un razionamento dei crediti, questo avrebbe ripercussioni indesiderate sul tasso d'interesse e quindi sull'efficacia della politica monetaria. Un possibile dilemma tra le esigenze della politica monetaria e quelle della stabilità finanziaria sull'ammontare del tasso d'interesse non verrebbe di principio risolto per mezzo di una statalizzazione della creazione di crediti.
5. La maggior parte della moneta della Banca nazionale viene già messa in circolazione sotto forma di moneta scritturale. Come descritto in precedenza, l'utile proveniente dalla creazione del credito non determina entrate supplementari, che potrebbero essere utilizzate per finanziare le uscite, ma controbilancia i costi e i rischi dell'attività bancaria, ad esempio anche quelli che discendono dalla messa a disposizione del traffico dei pagamenti.

Cronologia / verbali

Data Consiglio
25.09.2015CNLa discussione è differita.

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