sabato 19 novembre 2011
Quei tentacoli di Goldman
Quei tentacoli di Goldman
Milano Finanza, venerdì, 18 novembre 2011 - 21:47
I mercati finanziari sono diventati «una nuova lobby». Non lo ha detto un giovane di Occupy Wall Street o un blogger a caccia di notorietà con teorie complottiste. È invece quanto dichiarato venerdì 18 novembre da Lorenzo Bini Smaghi, membro dimissionario del board della Bce e dal gennaio prossimo docente all’Università di Harvard. «Non è il governo dei poteri forti», ha assicurato il neopresidente del Consiglio Mario Monti nel suo primo discorso al Senato.
In questi giorni si discute molto infatti dei passati incarichi di Monti, in particolare di quello in Goldman Sachs, di cui dal 2005 è stato consulente internazionale. Tanto che qualche buontempone ha ribattezzato il nuovo esecutivo come il governo di «Goldmonti». Esagerazioni, anche perché il ruolo di Monti nella banca americana è stato appunto di semplice consulente. Decisamente più coinvolto nella grande banca d’affari statunitense l’altro Mario nazionale, il presidente della Bce Draghi, che dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa.
Si tratta della stessa banca che ha aiutato la Grecia a truccare i conti consentendole di entrare nell’euro. Il peccato originale risale al 2000, ma le consulenze di Goldman ad Atene sono andate avanti anche dopo quel fatidico anno, quando era governatore della Banca centrale greca Lucas Papademos, il nuovo premier greco fortemente voluto dai mercati. Tre uomini dai legami più o meno stretti con Goldman Sachs si trovano quindi ora a presidiare i punti di snodo della crisi dell’euro: la Bce, l’Italia e la Grecia.
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