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domenica 14 agosto 2011

MANOVRA – FERRERO (PRC): TREMONTI O E’ PAZZO O E’ SADICO

MANOVRA – FERRERO (PRC): TREMONTI O E’ PAZZO O E’ SADICO. PROPONE ESATTAMENTE LA RICETTA CHE HA PORTATO LA GRECIA AL DISASTRO.

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11/08/2011 15:56 | ECONOMIA - ITALIA (Da: controlacrisi.org)

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

“Tremonti stamattina ha proposto esattamente la ricetta che ha portato la Grecia al disastro: privatizzazioni, licenziamenti, tagli alla spesa sociale e politiche economiche restrittive. Si tratta di una ricetta che visti gli esiti che ha avuto in Grecia può essere avanzata solo da un pazzo irresponsabile o da un sadico che si diverte a tartassare i propri concittadini senza che l’economia ne tragga alcun giovamento. Perché è evidente che una manovra come quella annunciata da Tremonti è recessiva, cioè aggrava la crisi. Parallelamente la manovra non serve a nulla contro la speculazione non contenendo nessuna misura di regolamentazione dei mercati finanziari. Il nodo vero è che questa manovra è devastante per l’Italia ma molto utile per la Germania che ha interesse ad avere nell’Italia una fornitrice di semilavorati di qualità a basso costo per le sue industrie. Evidentemente l’asse Tremonti – Bossi a questo ci sta portando: a diventare una enclave cinese della Baviera. Andrebbero processati per tradimento.”
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Cina mette in discussione signoraggio del dollaro....

Deficit di natura strategica

di Massimo Teodor, IlSole24OreCronologia articolo14 agosto 2011



Come mai l'America non è più la nazione egemone del Novecento e scivola verso la decadenza? All'interrogativo di grande attualità risponde Lucio Caracciolo con un saggio a tesi geopolitica - America vs America - che mette a fuoco il deficit di visione strategica della politica estera americana con la fine della Guerra fredda e, ancor più, con l'inutile guerra al terrorismo. I peggiori nemici dell'America non sono gli Stati-canaglia e i terroristi islamisti contro cui si è dissanguata la massima potenza militare, ma l'America stessa che non riesce a trovare quella bussola che realisticamente orientò i presidenti Harry Truman e Ike Eisenhower nel primo scontro con l'Unione Sovietica.

Il fallimento americano cominciò quando la superpotenza non seppe approfittare della sconfitta del comunismo e ripiegò sull'autoglorificazione di se stessa fino all'11 settembre 2001. L'attacco alle Twin Towers colse di sorpresa George W.Bush che, forte del consenso del momento, reagì all'insegna di due principi velleitari ‐ l'idealista e il nazionalista ‐ suggeriti dai neoconservatori. Gli idealisti ritenevano che l'America dovesse svolgere la missione di agente della libertà e di democrazia, impersonando il bene contro il male; e i nazionalisti facevano affidamento sull'invincibile potenza militare concepita come ideologia dello Stato-fortezza. Ma entrambe le strategie difettavano di un'adeguata comprensione della realtà, ragion per cui l'America cadde nella trappola dei jihadisti che miravano alla diffusione globale del loro messaggio esaltato in tal modo proprio dalla guerra al terrorismo condotta da Bush in assenza di chiari obiettivi. Ridimensionando il ruolo di al-Qaida, sarebbe stato invece opportuno far cuocere il terrorismo nel suo brodo, considerando che solo i musulmani sono in grado di contrastare efficacemente il fondamentalismo islamico.

Il dilemma che attanaglia gli americani, mossi sia da motivi idealistici che da interessi concreti, è se divenire una potenza imperiale a tutto tondo contraddicendo le ragioni stesse per cui nacque la repubblica contro l'impero britannico, oppure rinchiudersi nell'isolazionismo. Il progetto imperiale americano si è sempre basato, più o meno esplicitamente, su quel legame tra impero e libertà che, ancora una volta, è stato declinato con enfasi militare da George W.Bush. Se la missione americana consiste nell'esportazione della libertà e della democrazia, allora la superpotenza si deve affidare alla forza delle armi che così, da puro mezzo, diviene il fine della politica internazionale: «Gli Stati Uniti non riescono a mutarsi in potenza coloniale neppure quando lo vorrebbero». Dopo i disastri della guerra al terrorismo causati dal presidente repubblicano, neanche Obama è riuscito a distaccarsi da quella vacua politica, pur se ha abbandonato il mito militaristico continuando tuttavia a coltivare il sogno della leadership mondiale: «Quando l'America prova a diventare un 'vero' impero ferisce l'American Way of Life. Il sogno americano scolora. E con esso la credibilità degli Stati Uniti».

Per Caracciolo l'attuale declino dell'America genera il cambiamento della geopolitica planetaria contestualmente all'apparizione di nuovi fattori: l'esplosione demografica dei Paesi extra-occidentali; la primazia di Cina e India come soggetti di crescita con modelli diversi dall'americano; la diminuzione della potenza dell'Occidente correlata con la crisi economica e finanziaria; e la moltiplicazione degli 'attori geopolitici', cioè delle potenze grandi e medie. In realtà, la vera novità internazionale è l'emergere come superpotenza della Cina che ha tratto giovamento dalla politica estera americana, dalla Seconda guerra mondiale che ha ridimensionato il Giappone, fino alla guerra al terrorismo che ha consentito la repressione delle minoranze interne. L'autore di America vs America dà un giudizio tanto severo sul vuoto strategico degli Stati Uniti, quanto si dichiara ammirato del «dinamismo geopolitico di Pechino» che ha sovvenzionato il debito pubblico statunitense con l'obiettivo di stringere il nodo dell'interdipendenza economico-finanziaria e mettere in questione il signoraggio mondiale del dollaro.

Lucio Caracciolo, America vs America
Editori Laterza, Roma-Bari, pagg. 194
€ 16,00
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LE SANGUISUGHE DEL VENTUNESIMO SECOLO

LE SANGUISUGHE DEL VENTUNESIMO SECOLO

di Claudio Messora - 14 agosto 2011

Non serve un governo tecnico, ma un governo guidato

da cittadini che ci liberi dall'attuale classe dirigente

Claudio Messora

Poi si scopre che la Endemol, la società di produzione televisiva internazionale che ci ha regalato Il Grande Fratello (di nome e di fatto) non solo è controllata per un terzo dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tramite Mediacinco Cartera (controllata per il 25% da Mediaset Investment e per il 75% da Telecinco), ma per un altro terzo dalla Goldman Sachs di Romano Prodi (ex Presidente del Consiglio e candidato sempre verde), di Mario Draghi (governatore della Banca d'Italia e Presidente della BCE a giorni), di Mario Monti (candidato alla Presidenza del Consiglio del governo tecnico dal Corriere della Sera),di Gianni Letta (membro dell'Advisory Board e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), di Massimo Tononi (sottosegretario all'Economia del governo Prodi), della speculazione sui derivati sul cibo alla radice della carestia tra il 2006 e il 2008 eccetera eccetera. Il tutto attraverso la Edam Acquisition, che opera come holding di investimento, detenuta per il restante terzo da John De Mol, il tycoon dei media olandese che ha inventato il format, e che ha sede in Flevolaan 41A, Naarden, 1411, Olanda.

La stessa Endemol, oltre a Chi vuol esser milionario?, Affari tuoi, Centrovetrine, il nuovo Baila di Barbara D'Urso ed altre amenità culturali, curiosamente poi vende Che tempo che fa alla Rai di Fabio Fazio. Quindi c'è stato almeno un contratto RAi in bilico (Fazio minacciava di trasferirsi su LA7), per la cui censura si additava il centro-destra, che era in realtà prodotto proprio da "Edam - Endemol - Mediaset - Silvio Berlusconi - PdL - Letta - Prodi - Draghi" eccetera eccetera.

E' evidente a chiunque non abbia le fette di salame sugli occhi, anzi di mortadella, che niente potrà mai cambiare finché avremo finanzieri al governo. Speculano, alzano i debiti sovrani, gridano al default, si propongono come i salvatori della patria abbassando i tassi, immettendo liquidità, emettendo Buoni del Tesoro in qualità di ministri dell'economia e poi acquistandoli in qualità di banche centrali in una moderna e titanica riedizione del vecchio signoraggio monetario (sembra che ti facciano un favore, ma creano ulteriore debito con il quale ti tengono per le palle), si rendono necessari e impoveriscono culturalmente i popoli affinché possano discutere del nulla. Così sono pure liberi di governare!

Non abbiamo bisogno di un governo tecnico, ma di un governo di cittadini con un diploma di ragioneria che tiri una riga e tagli tutti i ponti con queste sanguisughe del ventunesimo secolo.

Anzi no: le sanguisughe hanno anche delle proprietà curative.

Tratto dal videoblog byoblu.com
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