lunedì 5 dicembre 2011
DALL’ASSE FINI-BERSANI IL SOSTEGNO AD UN GOVERNO DI LACRIME
ECONOMIA. SCILIPOTI (MRN) - DALL’ASSE FINI-BERSANI IL SOSTEGNO AD UN GOVERNO DI LACRIME, SANGUE E SPREAD A DANNO DEL POPOLO ITALIANO
Roma, 05/12/2011: “Chiarissimo Professor Monti, se oggi i giovani e i non giovani si trovano quasi nell’impossibilità di trovare lavoro e iniziano a lavorare, forse, a 30-35 anni; se si vedono innalzare l’età contributiva a 41-42 anni; e se si sommano questi due dati si ottiene che un lavoratore andrebbe in pensione a circa 75 anni; e si considera che l’età media, in Italia, è di 74-76 anni; esaminati questi dati, ecco il risultato: si tutelano i conti economici e delle Banche a danno del futuro dei nostri giovani. Così l’On. Scilipoti, segretario politico del Movimento di Responsabilità Nazionale, in riferimento alla manovra economica di 30 miliardi. “Questo Governo, che non è espressione del Popolo Sovrano – continua il deputato MRN – aumenta l’IVA, ripropone il ritorno (maggiorato) dell’ICI, aumenta i nuovi estimi catastali a + 60 %, ma non taglia tutti gli enti inutili che gravano come un macigno sul bilancio dello Stato”. “Bisogna invece chiudere immediatamente tutti gli enti inutili – conclude l’On. Scilipoti - eliminare l’ICI sulla prima casa e dare più soldi a chi lavora”.
Attacco alla sovranità in Irlanda
L'attacco alla sovranità suscita una tempesta politica in Irlanda
1 dicembre 2011 (MoviSol) - Il 17 novembre l'agenzia stampa Reuters ha riferito che la documentazione sui piani del governo irlandese per la finanziaria 2012, che include aumenti delle tasse e tagli al bilancio, è stata esaminata dal Parlamento tedesco (Bundestag) prima ancora di essere presentata al Parlamento irlandese! A quanto pare, la Commissione Europea ha inoltrato il documento al governo tedesco, che l'ha quindi presentato alla Commissione Bilancio del Bundestag che, stando alla legge tedesca, deve essere informata di tutte le questioni che riguardano l'European Financial Stability Facility (il fondo salva-euro), anche se riguardano documenti confidenziali di un altro paese.
Il leader di Sinn Fein Gerry Adams ha denunciato immediatamente la cosa: "È un altro esempio di come venga ceduta ad altri la sovranità del nostro stato", ha dichiarato al Parlamento irlandese. "Edna Kenny (il Premier) deve venire al Dáil e spiegarci come mai questi documenti vengano discussi da una commissione bilancio tedesca prima che il loro contenuto sia stato reso noto al Parlamento irlandese. Inoltre, apprendiamo da fonti tedesche che il governo intende aumentare l'IVA al 23%, imponendo un fardello insopportabile alle famiglie e danneggiando il settore commerciale già duramente depresso. Verrà adottata una tassa sui nuclei familiari, un'altra indicazione che questo governo ha perso la bussola e non è più in contatto con la realtà della vita della gente. Ci sono famiglie che a stento riescono a pagare il mutuo della casa, mantenere i figli all'università e mettere il cibo sulla tavola e ora viene loro chiesto di pagare un'altra flat tax".
Lo scalpore suscitato dalla notizia in Irlanda ha costretto il governo (composto dal Fine Gael e dal partito laburista) a presentare una protesta formale alla Commissione Europea, ed ha anche indotto il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan a sollevare lo spettro di un referendum se la Commissione cercherà di usurpare altri poteri sovrani dei governi nazionali, come ha proposto recentemente Josè Manuel Barroso.
Riferendosi alle nuove regole fiscali che la Commissione intende far approvare alla Corte Europea, Noonan ha ammonito che tali nuove regole dovranno essere sottoposte alla Corte Costituzionale irlandese, che insisterebbe su un referendum. Tuttavia, ha detto "abbiamo indicato alle autorità europee che sarà difficile che il pubblico irlandese approvi un referendum su un cambiamento del trattato".
Al contempo Noonan ha chiesto all'UE una remissione del debito, soprattutto per il fatto che gli irlandesi devono pagare non il debito sovrano, ma il debito del settore bancario privato in Europa. "Sopportiamo un fardello non dovuto per proteggere dal contagio il sistema bancario europeo", ha dichiarato Noonan. "Stiamo cercando modi per ridurre il debito. Vorremmo che anche i nostri colleghi europei affrontassero la questione in maniera positiva. Ogni volta che c'è un debitore incauto, c'è anche un creditore incauto " ha detto, alludendo alle banche tedesche, francesi, britanniche e olandesi.
Noonan si riferisce in particolare, tra gli altri debiti che l'Irlanda si è vista costretta a garantire, al credito di 31 miliardi di Euro dell'UE legato alla bancarotta della banca Anglo-Irish. Noonan ha dichiarato che l'Irlanda non ha "piani di contingenza dettagliati" per un'uscita dall'Eurozona, aggiungendo "ovviamente ci abbiamo pensato, ma è una possibilità molto remota" ha dichiarato.
Sardegna: Le navi degli Indignados
Sardegna/ Le navi degli Indignados chiedono lavoro e giustizia
di Massimiliano Cordeddu.
Arrivano a Cagliari le navi degli indignados. Capitan Ugo Cappellacci è sotto assedio.
WWW.NAVEDEGLINDIGNADOS.IT
Le navi Enermar “Pace” e “Agata” diventano il quartier generale delle vertenze sarde
Al porto di Cagliari, precisamente nel molo di fronte al palazzo del Consiglio regionale della Sardegna, sono ormeggiate dai primi del mese di novembre due navi della compagnia di navigazione Enermar. A bordo ci sono 83 marittimi della compagnia marittima che per ben 10 anni hanno servito la comunità maddalenina, trasportando passeggeri e merci sul piccolo braccio di mare tra Palau e l’ Isola di La Maddalena, senza percepire alcun “doblone” dalle Regie Casse regionali. Sono stati licenziati a causa dell’inerzia di Capitan Ugo Cappellacci e del suo mozzo Christian Solinas e, quest’ ultimo, visti i meriti conquistati in mare, è stato nominato, in quota Partito Sardo d’Azione, quale gran segretario del Real Cabotaggio Marittimo da e per le colonie Sarde.
La nave degli indignados ha un sito www.navedeglindignados.it, una sorta di manifesto nel quale si può leggere nell’ home page la Mission: “La nave degli Indignados è simbolo del risveglio dei diritti, quel diritto che troppo spesso sembra dovuto, naturale, e non ci si accorge della libertà che ci garantisce finché non ci viene negato. La nave degli Indignados chiede il rispetto della legalità contro tutti i soprusi clientelari e il suo obiettivo non è solo quello di protestare, ma di far “salire a bordo” quanti vogliono iniziare un coordinamento che porti alla partecipazione e alla proposizione di valide alternative alla crisi.
All’ appello della nave ha risposto il Movimento Pastori Sardi e altri rappresentanti di vertenze aperte da anni e mai risolte dalla Ciurmaglia , la quale oltre ad aver consegnato la Sardegna ai “Signori del Vento”, leggi cricca eolica P3, vede coinvolto nello scandalo giudiziario anche il nostro eroe Capitan Ugo Cappellacci, imputato di abuso d’ufficio. L’intento dichiarato dalla nave è quello di unire tutti gli indignados isolani, contro l’inerzia del “Palazzo”!
www.navedeglindignados.com
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Enermar: nuovo sit-in marittimi davanti al Consiglio regionale
Nuova protesta e nuovo sit-in questa mattina dei marittimi della Enermar che da un mese occupano la Nave degli Indignados ancorata al Molo Ichnusa a Cagliari. I dipendenti della compagnia di Vincenzo Onorato, che alcune settimane fa ha deciso la cessazione del servizio per via della controversia con la Delcomar relativa l'assegnazione di sei corse da La Maddalena a Palau, sostano nell'atrio del Consiglio Regionale, in via Roma a Cagliari. I marittimi, sostenuti dalla Uil Trasporti dovrebbero anche incontrare il presidente del Consiglio, Claudia Lombardo. "Nel ringraziarla per la sua disponibilità - è detto in un nota - ribadiamo con forza che l'unica soluzione per tutelare il nostro diritto al lavoro è la permanenza nei servizi della nostra azienda, altre soluzioni improvvisate non darebbero la certezza e la sicurezza a tutti gli 83 lavoratori e all'intero servizio erogato dalla Enermar".
Operai sulla petroliera occupata
LA VERTENZA
Operai sulla petroliera occupata
con sacchi a pelo e tamburi
Trapani, il Cantiere navale ha deciso di licenziarli. Da una settimana in venti dormono sulla nave in costruzione
di GERALDINE PEDROTTI http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/12/03/news/operai_sulla_petroliera_occupata_con_sacchi_a_pelo_e_tamburi-26034102/
Gli operai sulla Marettimo M.
FOTO / Gli operai sulla petroliera
Da quasi un anno gli operai del cantiere vivono di cassa integrazione ordinaria, che scadrà a dicembre. Nonostante le richieste dei lavoratori di rinnovare l'ammortizzatore sociale, il mese scorso Satin ha avviato la procedura di mobilità per l'intero organico. Secondo il piano industriale di Cnt, gli operai potrebbero essere riassunti in futuro, se il cantiere dovesse risollevarsi dalla crisi, ma sono in pochi a crederci. La protesta va avanti da fine settembre, quando in 36 hanno iniziato a presidiare il cantiere, occupandolo 24 ore su 24. La scorsa settimana la decisione di alzare il tiro, salendo sulla Marettimo M.
La nave è una petroliera commissionata alla Satin dalla società siracusana Augusta Due, i cui lavori sono stati bloccati ad agosto per mancanza di fondi. Nei giorni scorsi, la società armatrice ha manifestato l'intenzione di trasferire la nave in un altro cantiere per completarne la costruzione. "Portando via la nave, l'Augusta Due dovrebbe versare a Satin 3 milioni di euro - spiega uno degli occupanti, Antonio Di Cola - soldi che la società userebbe per pagare la nostra mobilità.
La partenza di questa nave segnerebbe la nostra condanna a morte". Da venerdì sera i 20 operai vivono all'interno dell'imbarcazione, senza luce né acqua, dormendo per terra e correndo costantemente il rischio di infortunarsi, viste le condizioni di una nave non ancora completata. "Cerchiamo di adattarci come possiamo, ma è difficile - continua Antonio- appena tramonta il sole cala il buio completo, non c'è elettricità e il rischio di farsi male è costante. Per dormire usiamo sacchi a pelo e coperte, ci sdraiamo sul pavimento, perché le cabine sono chiuse e non possiamo entrarci".
"Andiamo avanti grazie al sostegno delle nostre famiglie - racconta Maurizio Sanacore, 40 anni di cui 18 alla Cnt - ogni giorno ci portano qualcosa da mangiare e dei bidoni d'acqua per bere e lavarci". Da terra le mogli dei 20 operai trapanesi si uniscono alla lotta, manifestando di fronte alla Questura. "Siamo sull'orlo della disperazione - si sfoga Patrizia - siamo quasi tutte famiglie monoreddito e quel reddito ormai è solo l'assegno di cassa integrazione che ci arriva ogni4 mesie tra poco ci toglieranno anche quello". "A un operaio del cantiere stanno pignorando la casa perché non può più pagare il mutuo - racconta un'altra donna - siamo sull'orlo del baratro. Se l'azienda non dovesse fare un passo indietro siamo pronte a salire anche noi sulla nave, accanto ai nostri mariti".
"Quello che fa più male è l'indifferenza di questa città - commenta dalla petroliera Enrico Culcasi, operaio di 45 anni - dalle istituzioni ai cittadini ai sindacati, per tutti siamo invisibili. Dove sono i politici? Perché non si parla di noi a Palazzo d'Orleans? La proprietà del cantiere è della Regione, che la dà in concessione a Satin da anni. Sarebbe anche interesse delle istituzioni risolvere la questione, invece continuano a ignorarci".
E ogni sera, nella calma del porto, i 20 operai compiono il loro rituale: salgono sul ponte della nave e iniziano a battere con rabbia su dei fusti metallici, per richiamare l'attenzione di una Trapani che sembra averli dimenticati.
(03 dicembre 2011)