Al minuto 5'30'' l'onorevole del Parlamento europeo Mara Bizzotto, che ha rivolto un'interrogazione alla Commissione europea, il 4 dicembre scorso dichiara: "Il piano B, tutto è nato da indiscrezioni lette sulla stampa che non sono mai state smentite. Chiediamo alla Commissione europea se è al corrente che il governo tedesco sta cominciando a ristampare i marchi o un euro tedesco, chiediamo se la Germania ha comunicato qualcosa alla Commissione e come valuta l'eventuale uscita della Germania dall'euro e le manovre che la Germania sta facendo. Chiediamo una risposta anche dal Prof. Monti."
Fonte: http://marabizzotto.it/it/index.php?pL1=focus&pL2=focus_dett&newsId=4f2b058e8299bd4823302780174b0dd4
30/11/2011
“IL FALLIMENTO DELL’EURO E’ ALLE PORTE: LA GERMANIA SCARICA L’UNIONE EUROPEA ED INIZIA A STAMPARE MARCHI IN SVIZZERA"
L'On. Bizzotto presenta un’interrogazione urgente alla Commissione Europea
"Il fallimento dell’euro è ormai sotto gli occhi di tutti, e la cosa che stupisce di più è che un Paese come la Germania, vero pilastro della moneta unica, stia già pensando di scaricare l’Unione Europea. Secondo economisti e addetti ai lavori, infatti, Berlino avrebbe già incaricato due aziende svizzere di stampare marchi in quantità consistenti".
Queste le parole dell’europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto che ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione "affinché sia fatta chiarezza al più presto sull'argomento".
"Secondo indiscrezioni giornalistiche, sinora mai smentite, la Banca centrale tedesca e il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble avrebbero affidato la stampa alla ditta Sicpa di Losanna, società leader negli inchiostri per banconote, e ad un'altra azienda di Zurigo, di cui non viene fatto il nome" spiega l'eurodeputata leghista.
"Perfino alcuni Governi, tra cui quello guidato dal professor Monti, pare ne siano già a conoscenza - aggiunge l'On. Bizzotto – ma nessuno dice nulla, nessuno dice se siano stati effettivamente condotti degli studi di fattibilità per valutare un possibile crollo dell’euro e un ritorno alla vecchia moneta. Come al solito i massoni dell’alta finanza agiscono nell'ombra fregandosene dei cittadini”.
"La Commissione deve riferire al più presto se è a conoscenza di questi fatti e se davvero alcuni Stati stiano concretamente pensando all'uscita dall'euro - dichiara l'eurodeputata del Carroccio - I cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere”.
"Noi sin dall’inizio abbiamo pensato che l’euro si sarebbe rivelato una gran fregatura - conclude l’On. Bizzotto - Adesso, oltre al danno, ci becchiamo pure la beffa di essere tenuti all'oscuro di tutto. E’ giunto il momento che chi ha fortemente voluto e sostenuto l’euro ne ammetta pubblicamente il fallimento e pensi concretamente ad un’exit strategy che non danneggi ulteriormente i cittadini”.
sabato 10 dicembre 2011
Alla guerra dell'euro
EDITORIALE
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 09.12.2011
Porta questo titolo: “Alla guerra dell’euro” l’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo. Anche questo numero è scritto come sempre da persone molto competenti e, per quanto riguarda l’Unione europea, quasi del tutto obiettive. Dico “quasi” perché, sebbene siano comparsi più volte fascicoli di fuoco sull’Europa e sull’impossibilità della sua realizzazione (ricordo fra gli altri: “L’Europa è un bluff”), si è però sempre sentita sotto traccia una specie di dolorosa rabbia per questa impossibilità. Insomma: se si potesse fare sarebbe bellissima, ma di fatto non si può. Non si può per gli innumerevoli, evidenti motivi di ordine geopolitico, storico, economico, che ormai anche l’ultima delle casalinghe ha imparato a conoscere bene perché ne ha vissuto le tragiche conseguenze in questi anni nei quali i politici hanno imposto l’unificazione.
ItalianiLiberi | 09.12.2011
Porta questo titolo: “Alla guerra dell’euro” l’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo. Anche questo numero è scritto come sempre da persone molto competenti e, per quanto riguarda l’Unione europea, quasi del tutto obiettive. Dico “quasi” perché, sebbene siano comparsi più volte fascicoli di fuoco sull’Europa e sull’impossibilità della sua realizzazione (ricordo fra gli altri: “L’Europa è un bluff”), si è però sempre sentita sotto traccia una specie di dolorosa rabbia per questa impossibilità. Insomma: se si potesse fare sarebbe bellissima, ma di fatto non si può. Non si può per gli innumerevoli, evidenti motivi di ordine geopolitico, storico, economico, che ormai anche l’ultima delle casalinghe ha imparato a conoscere bene perché ne ha vissuto le tragiche conseguenze in questi anni nei quali i politici hanno imposto l’unificazione.
L’editoriale di Caracciolo è ricco di bruciante ironia e non risparmia il fuoco a pallettoni: se la banca svizzera Ubs afferma che “l’euro non dovrebbe esistere”, Caracciolo aggiunge che si tratta di una moneta in sé improbabile, tecnicamente autodistruttiva, figlia di genitori separati che per fingersi uniti decisero di battezzarla … Non è possibile riassumere in poche righe tutti i punti importantissimi toccati in questo editoriale ma, a conferma del sottinteso rimpianto di cui parlavo, alla fine viene avanzata una proposta: piuttosto che rimanere strangolata fra le mire di Sarkozy e quelle della Merkel, l’Italia ha in mano una carta potente: se non volete che faccia saltare il banco, formiamo una Confederazione Europea, uno Stato democratico multinazionale che riunisca soltanto Francia, Germania, Spagna, Polonia e Italia, abbastanza simili per dimensioni demografiche, territoriali, economiche, culturali. E’ a questo punto che la geopolitica mostra il suo peccato d’origine, quello che, pur se per tutt’altri motivi, l’accomuna ai costruttori dell’unione europea: mancano i popoli. Manca la vera ricchezza dei popoli d’Europa, la loro creatività, la loro lingua, la loro volontà, il loro “carattere”. Quando Sarkozy dice sottovoce, lamentandosi della testardaggine della Merkel: “i Tedeschi sono sempre gli stessi” e Caracciolo giustamente aggiunge: “ i Francesi sono sempre gli stessi”, a che cosa ci si riferisce se non ai caratteri dei popoli? Sono quegli eterni caratteri per i quali ci ritroveremmo nella eventuale Confederazione con il conflitto direttivo fra Germania e Francia e i nuovi, vecchi “sudditi” disprezzatissimi dei quali si può continuare a dire “gli Italiani sono sempre gli stessi”, ecc. ecc.
Non preoccupiamoci, però, della proposta di Caracciolo: pur amico della sinistra e di Enrico Letta con il quale ha scritto, combattendone la fede europeista, ben due libri, non sarà ascoltato. Amaro eppure luminoso destino quello dell’Italia: ricchissima di intelligenze critiche e governata dai peggiori politici che possano toccare in sorte a una nazione. Che siano stati sempre i peggiori non c’è dubbio: nessun popolo, se non l’italiano, sarebbe riuscito a rimanere intellettualmente vivo pur governato per duemila anni dai Papi, dogmaticamente infallibili. Ma il progetto di unificazione europea ha messo in luce qualcosa di peggio dell’infallibilità papale: l’esistenza di politici che usano il potere con l’assolutezza di una infallibilità che supera quella garantita dallo Spirito Santo, o meglio, che non ne ha bisogno. E’ nata, contestualmente con la finzione di un impero creato per la “pace”, una nuovissima forma di politica, quella che per certi aspetti aveva previsto oltre un secolo fa Vladimir Solovëv parlando proprio degli Stati Uniti d’Europa: la falsificazione del bene. Il Male adesso opera direttamente nella storia portando con sé i doni del Bene: la pace, l’uguaglianza, l’amore di tutti con tutti. Si tratta di una finzione assoluta, indistinguibile dalla verità. Non sono necessari i termini teologico-cristiani di Solovëv per capire che questa finzione è il male su cui si fonda l’unione europea e che ha proseguito giorno per giorno la sua opera distruttiva fino alla fase finale. E’ l’attuale dittatura degli operatori del nulla: il gioco di borsa, il denaro virtuale. Ne ha convalidato la verità Mario Monti eliminando la moneta concreta. .
Ida Magli
www.italianiliberi.it
Roma, 8 Dicembre 2011
www.italianiliberi.it
Roma, 8 Dicembre 2011
Rigor Montis
Rigor Montis
di Beppe Grillo - 09/12/2011Fonte: Il Blog di Beppe Grillo
Il denaro che guadagni ti appartiene, ma solo fino a un certo punto. Un Amato che di notte entra nel tuo conto corrente lo trovi sempre. Il denaro è diventato inoltre una microspia, un chip sottocutaneo. Si è evoluto da strumento finanziario a strumento di controllo. Altro che intercettazioni. Serve a tracciare le tue azioni, a legarti per sempre a una banca anche se odi le banche, a portare dentro la tua camera da letto un funzionario del Tesoro per verificare a chi hai pagato, e perché, 252 euro la sera del secondo giovedì di ottobre di tre anni fa alle ore 21.15. "Rispondi maledetto o chiamo Equitalia". Ogni governo segue le sue inclinazioni, la sua cultura. Il governo dei Banchieri non fa eccezioni. Pensioni e stipendi pubblici potranno essere prelevati in contante solo fino a 500 euro, il resto dovrà essere pagato in banca o su un conto postale o con carte prepagate, magari con la social card di Tremorti. Nel decreto non sono ancora comprese le schede del Gratta e Vinci e de Il Milionario o la carta straccia dei Btp. Ma è solo questione di tempo, in particolare per i titoli di Stato. Tutti i movimenti del tuo conto corrente, anche i prelievi bancomat e i pagamenti con carte di credito, in sostanza la tua vita, saranno a disposizione del Fisco dal primo gennaio 2012. Lo prevede l' articolo 11 della manovra "Emersione di base imponibile". Fino ad oggi veniva comunicato il solo numero del tuo conto corrente. Per ogni movimento dovrai tenere le ricevute, le causali, l'indirizzo dell'idraulico per evitare sanzioni? E i contanti allora? Perché non pagare in contanti e dire che te li sei fottuti a donne e champagne? Sbagliato! In futuro ci sarà una soglia massima di prelievo in contanti dalla banca. La prossima disposizione di Rigor Montis sarà la tassazione delle mattonelle di casa usate per nascondere le banconote. Nel frattempo è impossibile tassare "tecnicamente" con un 1,5% in più gli evasori totali che hanno usufruito dello Scudo Fiscale. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
La bomba a Equitalia? Era la prima rata
“La bomba a Equitalia? Era la prima rata”
9 dicembre 2011
L’attentato contro una delle sedi dell’ente riscossione tributi ha scatenato un’esultanza di stampo calcistico
Tutti ormai sanno della bomba esplosa nell’agenziaEquitalia di via Millevoi a Roma. A destare sorpresa, al di là dell’atto in sé, è la reazione degli italiani, sollevati e addirittura felici dal botto.
LE REAZIONI POLITICHE – Come sempre Internet è un termometro ideale per capire bene come le persone hanno vissuto l’accaduto. Su Twitter appaiono chiarissime tre diversi atteggiamenti: alcuni politici, come Renata Polverini, condannano senza se e senza ma l’attentato di matrice anarchica, manifestando assoluta solidarietà a Equitalia e al direttore rimasto ferito nello scoppio, magari richiamando anche l’appello di Mario Monti, secondo il quale Equitalia fa il suo dovere. Altri hanno rilanciato la posizione del presidente Mastrapasqua, secondo il quale Equitalia non fa altro che applicare la legge.
E QUELLE DEI CITTADINI - Altri utenti, pochi, commentano dicendo che per quanto sia comprensibile vista la sete di denari di Equitalia, non è giusto e non ha senso prendersela con persone che lavorano. Infine, e questa è la stragrande maggioranza, qualcuno è pronto addirittura a stappare lo spumante. Ironia, cattiveria, tentativo di capire cosa ci sia dietro il disagio di un’intera generazione che esulta per una bomba esplosa in un luogo simbolo della “non equità”, a dispetto del nome, del sistema Stato italiano.
Perchè ho questa immaggine di 60 milioni di persone che fanno girare il ditino?Attentato Equitalia – Mia madre: “Già, è ora che iniziamo a mettere delle bombe in un po’ di uffici”Conosco pacifici trentenni che non condannano il pacco bomba a #Equitalia. La rabbia di questa generazione a volte mi spaventa.Bomba a #Equitalia : finalmente i primi effetti positivi della manovra.Bomba ferisce direttore Equitalia . Monti esprime solidarietà al direttore il resto degli Italiani alla prima.Quello che è successo alla sede di Equitalia denota che non c’è più gente qualificata che sappia costruire ordigni decenti.Roma, pacco bomba in una sede Equitalia. Il direttore ferito ad un artiglio.
SPINOZA – Sul forum di Spinoza, invece, ci sono tentativi più o meno riusciti di battute che possano strappare un sorriso. C’è da dire che molte di queste, nelle ultime ore, stanno rimbalzando su Facebook:
Esplode pacco bomba in Agenzia Equitalia. Era la prima rata.Esplode pacco bomba in Agenzia Equitalia. Ora ha 60 giorni per presentare ricorso.Roma: esplode pacco bomba in Agenzia Equitalia. Questi anarchici, sempre lì a rubarti le idee…Roma: esplode pacco bomba in Agenzia Equitalia – sono commosso…Esplode pacco bomba all’agenzia di Equitalia. “Le bombe sono una cosa bellissima” ha commentato l’autore del gesto.Esplode pacco bomba in Agenzia Equitalia, dopo le lacrime ecco il sangue
COME VEDONO LA COSA I GIORNALI – Anche i siti dei principali quotidiani stanno dando ampio risalto alle reazioni del web. Il Messaggero spara ad alzo zero contro i “commenti shock su Twitter e Facebook”, mentre Il Fatto Quotidiano ha lasciato aperti i commenti, salvo poi buttarsi su una moderazione senza pietà a causa degli insulti, delle accuse, delle esultanze e delle litigate tra coloro che esultavano per l’atto e altri che condannavano questa gioia senza senso.
I PERCHE’ DI UN ODIO – Equitalia, società nata per la riscossione dei tributi, partecipata per il 51 per cento dall’Agenzia delle Entrate e per il 49 per cento dall’Inps, ha dalla sua tutti gli strumenti per riscuotere multe, tasse, sanzioni con il risultato che col passare degli anni è stata vista come un’entità vampiresca buona solo a succhiare soldi ai cittadini con la minaccia di mettere la loro casa o la loro azienda all’asta. Sempre su Twitter in queste ore sta circolando lastoria di un uomo, malato d’Alzheimer, che per una multa non pagata di 63 euro si è visto portare via la casa. Nel frattempo l’accusato è morto. La cosa si è risolta con un versamento di 200.000 euro. Al di là della solidarietà, queste cose portano a quanto successo stamattina.