giovedì 14 marzo 2013

Bankitalia: si suicidano con l'autoerotismo ?


Giallo al Flaminio, 47enne trovato morto in casa

Era nudo e con la cinta dei pantaloni stretta al collo. La porta è risultata chiusa dall'interno, ipotesi strangolamento per gioco erotico

Il palazzo di via Sacchi (Proto)Il palazzo di via Sacchi (Proto)
ROMA - È giallo a Roma per la morte di un uomo di 47 anni , M. P. ,trovato impiccato alla spalliera del letto della sua abitazione in via Andrea Sacchi 4, nel quartiere Flaminio. Il corpo è stato ritrovato dai vigili del fuoco che sono entrati nell'appartamento, dove la vittima viveva da sola, dopo aver forzato la porta d'ingresso. L'uomo lavorava in Banca d'Italia. Dalle prime ipotesi si potrebbe trattare di strangolamento per un gioco erotico.
STRANGOLAMENTO - Nell’abitazione non sarebbero stati notati segni di colluttazione né di rapina. Nessun segno apparente di violenza sul corpo. Non sono stati portati via né denaro né gioielli né oggetti preziosi. Il corpo era nudo sul letto ed è stato trovato con la cinta dei pantaloni stretta al collo e legata alla spalliera del letto. La porta dell’abitazione era chiusa con le chiavi di casa attaccate all’interno, ma la finestra della stanza da letto era aperta. Sul posto sono a lavoro gli agenti della polizia scientifica e del commissariato Villa Glori. Secondo primissime informazioni, il certificato del medico legale parlerebbe di strangolamento e non si esclude che stesse praticando autoerotismo procurandosi piacere con il soffocamento.

La presidente argentina esorta i leader europei a opporsi ai “predatori finanziari”

La presidente argentina esorta i leader europei a opporsi ai “predatori finanziari”


14 marzo 2013 (MoviSol) - Aprendo la nuova legislatura del Congresso Nazionale il 1 marzo, la Presidente dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha puntato il dito contro i leader mondiali che si piegano ai fondi speculativi e che cercano di distruggere le nazioni, invece di difendere il benessere delle loro popolazioni.
Cristina Fernandez ha parlato del default argentino nel 2001-2002 e della conseguente ristrutturazione del debito sovrano, che ha costretto i detentori di titoli di stato (in larga parte stranieri) ad accettare una riduzione del valore nominale, gonfiato, di tali titoli, indicando il disastro in Europa. "E’ probabile che molti altri paesi, prima o poi, pur negando il disastro, ristrutturando e attuando salvataggi bancari, saranno costretti a ristrutturare il proprio debito riducendo i pagamenti ed i tempi di rimborso. Altrimenti come potranno pagare paesi come Grecia, Spagna e ora l’Italia, che a quanto scopriamo ha il dramma di non avere un governo?"
In questo contesto, ha aggiunto, le battaglie giudiziarie dell’Argentina contro gli speculatori e i loro fondi pirata, che continuano ad esigere il pieno pagamento, più gli interessi, sui titoli che detengono, sono emblematici, non solo in termini economici e finanziari, ma anche come un test politico. "La questione è se i principali leader mondiali, i membri del G-20, i capi degli istituti di credito ed i governi di varie nazioni del mondo lasceranno che una manciata di predatori finanziari – che si contano sulle dita di una mano – mandino in rovina il mondo intero, creino milioni di disoccupati, persone disperate che si suicidano, che hanno perso il lavoro, non possono andare a scuola, hanno perso la casa, o se daranno invece la priorità alla loro società, alla loro nazione, alla loro storia ed al loro patrimonio. Questo è in ballo oggi" ha dichiarato la Fernandez.
Riferendosi al calo della produzione industriale in Europa, e in particolare in Italia, ha considerato che "viviamo in un mondo strano, dove i leader che hanno più responsabilità, perché nei loro paesi si è generata la crisi, non hanno una percezione di ciò che sta avvenendo". E si è chiesta: "Come è possibile che si voglia sacrificare intere nazioni a dei piccoli gruppi" che esattamente come i fondi pirata che predano in Argentina "cercano di imporre le proprie condizioni al mondo intero?"
La Presidente argentina sottolinea che lo sviluppo scientifico e tecnologico è alla base del suo governo così come lo era di quello del suo scomparso marito, Nestor Kirchner, dichiarando che è sua ferma intenzione ricostruire l’infrastruttura scientifica che è stata decimata dalla giunta militare e dal regime del FMI dagli anni Settanta agli anni Novanta, costringendo decine di migliaia di scienziati e studenti universitari a lasciare il paese. Questo sarà al centro dell’attenzione anche in futuro, ha notato, giacché il paese dipende da ciò.
Quello che infuria il FMI, ha aggiunto, è che "fondamentalmente abbiamo avuto successo senza seguire la sua politica. Anzi, siamo andati contro tutte le cose che ci hanno detto di fare, e andiamo benissimo. Ecco perché vogliono punirci, non ci perdonano questo successo".

Treviso: si impicca muratore


L'intervento di un'ambulanza

TREVISO. MURATORE 61ENNE PERDE IL LAVORO.
LO TROVANO IMPICCATO AD UN ALBERO

LEGGO - 14 Marzo 2013 - 16:39
TREVISO - La sua piccola azienda edile era sempre più in crisi, a causa delle commesse azzerate da alcuni mesi. E lui, artigiano edile di 61 anni, non ha retto allo sconforto e si è tolto la vita in un bosco a valdobbiadene (Treviso). Il corpo del muratore 61enne, come scrive oggi il Corriere del Veneto, è stato recuperato oggi dagli operatori del soccorso alpino in un bosco di Valdobbiadene. L'uomo si è tolto al vita impiccandosi con una corda al ramo di un albero. Sono stati i suoi familiari ieri sera a dare l'allarme non vedendolo più rincasare. Oggi il triste ritrovamento del corpo dell'uomo.

Venezuela: misure per creare una nuova base materiale

www.resistenze.org - popoli resistenti - venezuela - 13-03-13 - n. 444

Il PCV propone misure per creare una nuova base materiale verso la transizione socialista
 
Tribuna Popular | tribuna-popular.org
Caracas, 25/02/2013
Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) ha proposto questa mattina che lo Stato venezuelano assuma il monopolio sulle importazioni per porre fine alla speculazione e la fuga di dollari dal paese fatta da uomini d'affari senza scrupoli. Tutto questo nel quadro di una serie di misure economiche dirette a passare dallo Stato capitalista dipendente, rentier e improduttivo che ancora esiste, per creare una base sociale produttiva in Venezuela.

L’ambasciatore Usa apprezza i grillini

L’ambasciatore Usa, ex cognato di Kerry, figlio di un agente della Cia, apprezza i grillini


Thorne
13 mar – Noto imprenditore di Boston con la passione della politica, il64enne Thorne è molto vicino al senatore democratico John Kerry, del quale è stato compagno di studi a Yale e d’armi in Vietnam. Kerry è stato anche il cognato di Thorne, marito della sorella gemella di Thorne, Julia, ma il loro divorzio e la successiva morte di cancro della donna non ha diviso i due ex cognati. Anzi, quando Kerry si è candidato alle presidenziali del 2004, il futuro ambasciatore ha diretto la sua campagna online. Finanziatore della campagna elettorale di Barack Obama e vicepresidente della società finanziaria Adviser Investment, Thorne era stato citato in aprile dal Washington Post nella lista di “amici e grandi donatori” del presidente e dei democratici ai quali tradizionalmente va “il 30 per cento dei circa 160 incarichi diplomatici”, spesso i più prestigiosi ed ambiti.

Ue, i croati non vogliono saperne


Dal 1° luglio ventottesimo Stato dell’Unione
Ue, i croati non vogliono saperne: “Nuovo referendum”
Rodolfo Toè
http://www.linkiesta.it/referendumski-ustanak
L’anno scorso avevano detto sì. Ora i referendari ci riprovano in extremis per sfuggire a Bruxelles

Protesta anti Ue nel centro di Zagabria (Afp)

ZAGABRIA – Non c’è solo Grillo a proporre “referendum sull’euro” e a invocare una maggiore democrazia diretta. In Croazia, il Paese che diventerà il ventottesimo stato membro dell’Unione Europea a partire dal primo luglio, un comitato (Referendumski Ustanak, “rivolta del referendum”) sta cercando di organizzare un referendum per chiedere alla popolazione di esprimersi sull’ingresso nell’Unione. Il Premier croato, Zoran Milanović, aveva già organizzato una consultazione popolare sulla questione nel febbraio 2012. Aveva vinto il ’sì’ a Bruxelles, ma l’affluenza era stata bassissima. Meno del 50% degli aventi diritto al voto aveva deciso di pronunciarsi.