martedì 19 marzo 2013

Padre Amorth: Nel mondo comandano 7-8 persone


Il numero uno degli esorcisti: "Monti (e non solo) massone"

Padre Amorth: "Nel mondo comandano 7-8 persone. Hanno pestato i poveri e salvato i ricchi". E sul nuovo pontefice: "Temo che faccia la fine di Papa Luciani"

Eccolo, trascritto alla lettera: «Chi comanda è chi ha i soldi. Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini. Di Monti cosa vuole che dica? Non per niente è stato messo su da un massone! Perché Napolitano è massone. Non lo conosco personalmente (Monti, ndr), però per essere arrivato così, di colpo, al ruolo che ha... Solo con la potenza della massoneria poteva arrivarci».
È una videointervista che dura quasi due ore, raccolta l'11 marzo. Mi è stato concesso di visionarne un estratto di 24 minuti. Davanti alla telecamera l'anziano sacerdote della Società San Paolo denuncia come l'associazione segreta si sia infiltrata nel cuore stesso della Chiesa: «La massoneria ha i rami dappertutto. Anche in Vaticano, purtroppo. Esiste. Perché è basata sul denaro, sulla carriera. Si aiutano reciprocamente».
In una successiva testimonianza di 15 minuti filmata il 13 marzo, nel pomeriggio in cui il conclave ha eletto il cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro, l'esorcista racconta di come la massoneria sia riuscita a cacciare Ettore Gotti Tedeschi dalla guida dello Ior, dove Benedetto XVI l'aveva chiamato per uniformare la Santa Sede alle normative in materia di trasparenza e di antiriciclaggio. In una pausa delle riprese, il paolino ha espresso un terribile presentimento, portandosi una mano sul cuore: «Papa Luciani ce l'ho qua e non vorrei che il nuovo pontefice facesse la stessa fine».
I due video sono stati girati dal regista Massimo Emilio Gobbi, convocato a Roma da un cardinale (non italiano) della curia romana conosciuto anni fa attraverso monsignor Emmanuel Milingo, l'arcivescovo-esorcista dimesso dallo stato clericale nel 2009 e finito a recitare in Kamorrah days, un film di Gobbi. «Il porporato», spiega il cineasta, «mi ha informato che padre Amorth, 88 anni a maggio, intendeva dettare una sorta di testamento spirituale, ma soprattutto farne giungere uno spezzone ammonitorio al presidente degli Stati Uniti. S'è infatti convinto che Barack Obama, protestante aderente alla United Church of Christ, sia passato dalla parte di Satana dichiarando incostituzionale il divieto dei singoli Stati americani alla celebrazione delle nozze gay».
Ma perché il cardinale straniero amico di padre Amorth ha deciso di affidare il delicato compito proprio a Gobbi, autore di film non propriamente per educande? È presto detto: il regista, fondatore del movimento politico «Il Kennedy italiano» ispirato a sé medesimo, nel 2007 incontrò Obama: «Lo conobbi attraverso Ron Paul, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, appoggiato con 50 milioni di dollari dal finanziere George Soros, per il quale ho lavorato».
Gobbi riferisce che fra lui e padre Amorth, partigiano a 18 anni nella Brigata Italia, ordinato prete nel 1954 e laureato in giurisprudenza, s'è subito instaurato un clima di grande fiducia: «Nonostante l'età avanzata, ha una lucidità mentale straordinaria. Prima di cominciare le riprese, mi ha persino chiesto: “Ha fatto il bianco?”. È l'espressione gergale usata dai cineoperatori quando bilanciano la telecamera puntando l'obiettivo su un cartoncino di quel colore».
Mentre il neoletto Papa Francesco manifesta con forza un anelito di spiritualità («ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!»), il vecchio esorcista traccia nella videointervista un profilo esattamente opposto della barca di Pietro: «Purtroppo anche nella Chiesa ci sono quelli che vanno avanti a forza di carriera, a forza di soldi, a forza di corruzione. Anche nella Chiesa c'è una grande massa di massoni. E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché! Perché di fronte al dio denaro uno ammazzerebbe suo padre, sua madre, i suoi figli. Anche un uomo di Chiesa lo fa, se non ha fede. La massoneria è diventata la padrona nella gestione del denaro, un qualcosa di una potenza enorme. Ma cosa crede? Che sia il capoccia degli Stati Uniti, Obama, a comandare? Macché. Gli uomini politici sono tutti soggetti alla massoneria».
A questo punto padre Amorth sferra l'attacco a Giorgio Napolitano, definito senza perifrasi «massone», e a Mario Monti, imposto come premier dal capo dello Stato nel novembre 2011: «Sappiamo solo che hanno pestato i poveri e non hanno toccato i ricchi. Questo lo sappiamo con certezza. Pestato i poveri e non toccato i ricchi», ripete. «Per prima cosa io avrei dimezzato la paga a tutti i parlamentari, ai ministri». E ancora: «Le leggi di Monti... Ho visto varie persone che si sono suicidate in seguito a queste leggi. Un caso comunissimo: un cittadino possiede un appartamentino dove abita, quindi che non gli rende, e non ha entrate. Gli mettono tasse da pagare, e robuste, oltre 2.000 euro l'anno. Che fa? Io ne ho già conosciuti tanti che mi hanno detto: guardi, padre, l'unica soluzione è il suicidio».
«L'intervista con padre Amorth era fissata per il 6 marzo, ma alle 3 di notte ho avvertito un dolore lancinante al petto», racconta il regista Gobbi, cardiopatico iperteso, già colpito da infarto miocardico acuto nel 1992. «Alle 9 del mattino, anziché prendere l'aereo per Roma, sono stato ricoveraro all'ospedale civile di Venezia, dove mi è stata diagnosticata un'ischemia coronarica acuta», ed esibisce tanto di referto medico. «Era già stato programmato per l'indomani un intervento chirurgico. Verso sera viene al mio capezzale un medico e mi dice: “Lo sa che l'ischemia non c'è più? Completamente sparita. Non riusciamo a capire”, e mi ha dimesso».
Gobbi è convinto che il diavolo ci abbia messo la coda. Nonostante la vita sregolata che conduce, il regista dimostra se non altro d'avere più fede di quel cardinale che un giorno gelò padre Amorth con le seguenti parole: «Lei fa l'esorcista, ma lo sappiamo entrambi che Satana non esiste, no? Tutta superstizione. Andiamo, non vorrà farmi credere che lei ci crede davvero?».

Conferenza nazionale sull’economia


Serve una conferenza nazionale sull’economia

Loretta Napoleoni

di Loretta Napoleoni - Byoblu

 I nuovi eletti si sono insediati in parlamento ma ancora siamo in alto mare riguardo alla formazione di un governo e non è da escludere che tra qualche mese si debba tornare alle urne. Nel frattempo, però, si potrebbe iniziare a lavorare ad un programma economico di solidarietà nazionale, o almeno avviare il dibattito per analizzare le cause e risolvere la crisi economica. Colpisce che fino ad ora nessun partito abbia presentato un programma organico di riforme o proposte economiche: come far ripartire la piccola e media industria? Dove trovare i fondi per la sanità? l’istruzione? Non c’è uno straccio di un documento sul quale discutere a tutti i livelli: dalla rete fino agli esperti del settore. Persino le proposte di vendita del patrimonio nazionale non ne quantificano i vantaggi monetari. Tutto è vago e tutto è approssimato. Colpisce anche che dopo il voto non si discuta di questi temi a livello politico ed istituzionale, invece si continua a fare tanta, troppa propaganda. Tutt’al più di producono dei punti che de facto sono solo slogan che si sommano ad altri slogan.


 La campagna elettorale è stata infatti caratterizzata da slogan generici: rinegozieremo il fiscal compact, la spending review e così via. Frasi che non hanno alcun senso se non inserite all’interno di un progetto di rinnovamento nazionale ed internazionale. Anche se domani tutto il parlamento votasse all’unanimità l’abolizione del fiscal compact, questo non può essere rinegoziato da un singolo paese, è un trattato internazionale.
In Germania, in Gran Bretagna in tutti i paesi del nord Europa le proposte vengono articolate e spiegate nei minimi particolari alla popolazione. Perché’ da noi non succede?

 La leggerezza riguardo alla gestione dell’economia che ci ha portato a questa crisi del debito sovrano continua a caratterizzare il nostro paese. Si sperava che una volta finite le elezioni si formassero dei gruppi di lavoro di esperti, perché’ c’è bisogno di esperti non solo di gente onesta. Solo gli oncologi possono curare i malati di cancro non i dentisti onesti. E dato che il problema economico è anche legato a quello politico, alla storia disgraziata di questo paese andare a cercare all’estero i primari senza prima selezionare un’equipe nostrana di oncologi forse è un errore.

 Io ho lavorato con i grandi nomi dell’economia mondiale in Spagna e vi posso garantire che ad affiancarci erano economisti spagnoli, erano loro che quotidianamente interagivano con Zapatero mentre noi ci riunivano una tantum. Tutto quello che posso dire è che in Spagna fino all’estate prima delle elezioni, quando Zapatero lasciò l’arena politica, la volontà di contrastare Bruxelles era fortissima ed infatti l’economia spagnola, espansiva e non d’austerità, ha funzionato. Se ci avessero permesso di continuarla la disoccupazione spagnola non sarebbe oggi ai massimi storici.

Un modo per cambiare il modo di fare politica c’è, basterebbe organizzare una conferenza nazionale sui tempi caldi dell’economia. Nel 2005 gli spagnoli lo fecero per affrontare la minaccia del terrorismo islamico coinvolgendo molte nazioni ed istituzioni. Vennero formati 12 gruppi di lavoro che per 4 mesi analizzarono un aspetto specifico del terrorismo nell’ottica di rafforzare la democrazia quale arma più efficace contro la violenza politica. Tutti i partecipanti lavorarono in rete e si incontrarono soltanto due volte. A me venne dato l’incarico di dirigere il gruppo che analizzava il finanziamento del terrorismo.

 Nel marzo del 2005 i gruppi presentarono le loro relazioni durante la più grade conferenza mondiale su terrorismo e democrazia. Fu un grande successo perché in quella sede emersero alcuni punti fondamentali usati per gettare le basi di politiche nuove. Grazie a quel lavoro la minaccia del terrorismo islamico in Europa iniziò a diminuire e l’atteggiamento europeo nei confronti della guerra al terrorismo di Bush cambiò.
Il Club de Madrid lanciò l’iniziativa che venne raccolta da tutti. Oggi il nostro parlamento potrebbe lanciare un’analoga iniziativa non solo in Italia ma in tutta Europa.

 E’ arrivato il momento di fare, basta con gli slogan!

La conferenza stampa di Roberta Lombardi, questa mattina, alla Camera

LA LOGGIA D’ORO DI MARIO MONTI


La Breugel fondata da Monti finanziata da Novartis, Unicredit ed UBS

 

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SI CHIAMA ‘’BRUEGEL’’ LA LOGGIA D’ORO DI MARIO MONTI – NON SOLO BILDERBERG E TRILATERAL: L’ASSOCIAZIONE FONDATA DAL PROF NEL 2004, POI PRESIEDUTA DA TRICHET, INCASSA FINANZIAMENTI MILIONARI DAI GOVERNI DI MEZZA EUROPA (ITALIA COMPRESA) E DAI COLOSSI DELLA FINANZA E DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA – INTITOLATA AL PITTORE FIAMMINGO IDOLO DEGLI OCCULTISTI, E’ ALL’OTTAVO POSTO NELLA CLASSIFICA DEI “THINK TANK” PIU’ POTENTI DEL PIANETA
Rita Pennarola per La Voce delle Voci