martedì 6 agosto 2013

Adriano Celentano: perché non cambierà mai ...

Adriano Celentano sul Fatto Quotidiano: “La precarietà generale”

Pubblicato il 6 agosto 2013 08.30 | Ultimo aggiornamento: 6 agosto 2013 08.30





ROMA – Torna a farsi sentire Adriano Celentano, questa volta lo fa con un articolo (“La precarietà generale“) dalle pagine del Fatto Quotidiano. “Quanti hanno ucciso o non si sono fermati a soccorrere chi è stato investito e dopo qualche anno viaggiano liberi? Ormai anche la punizione è diventata un optional – scrive Celentano – È come se gli italiani fossero investiti da un senso di precarietà generale non solo nel lavoro, ma anche nei rapporti fra padre e figlio, marito, moglie e amante, quasi come se non ci fidassimo l’uno dell’altro.”
Ecco uno stralcio dell’articolo:
Avete visto cosa è successo a Venezia? Uno spettacolo grandioso che non poteva che succedere nella città più bella del mondo, considerata per altro PATRIMONIO dell’Umanità. La Carnival Sunshine, così si chiama la nave, ha voluto fare l’inchino a Micky Arison, Presidente della Carnival Corporation che nel frattempo, mentre il mostro si avvicinava a soli 20 metri dalle fondamenta, non ha resistito alla tentazione di mandare un tweet con tanto di foto allegata raffigurante il passaggio della sua “creatura”. Non posso non pensare che i responsabili di questo lento e inesorabile ASSASSINIO perpetrato alla città di Venezia non siano prima di tutti Luca Zaia, Presidente della Regione veneta, e l’ex sindaco Paolo Costa, ora Presidente delle autorità portuali che, pur di non rinunciare a sfasciare del tutto Venezia, vorrebbe addirittura escavare il fondo di uno dei canali circostanti.
È questa la nuova Lega di Maroni? Ma ora mi viene spontaneo un consiglio ai due ministri di Infrastrutture e Ambiente: Cari Lupi e Orlando, se per caso non siete in grado di fermare questo SACRILEGIO UMANITARIO, ditelo a qualcuno che vi aiuti prima che il governo cada, perché quelli che verranno dopo di voi potrebbero essere peggio di voi. Fatelo presto, altrimenti il governo INCIAMPERÀ molto prima di quanto voi pensiate. Le plateali gesta condotte dalla Carnival Sunshine Corporation nella Laguna di Venezia non sono altro che le prove generali di un imminente DISASTRO che potrebbe abbattersi sulla città più bella del mondo. Dove persino le pietre, arricchite dall’ARTE dei grandi maestri nel corso dei secoli, non ne possono più. Sono stanche di essere continuamente minacciate.
Ora dalla pubblicità degli stilisti in Piazza San Marco; ora addirittura, come qualche anno fa, dai giganteschi cartelloni raffiguranti le automobili che oscurarono per mesi il Ponte dei Sospiri, nascondendolo alla vista di migliaia di turisti; ora, peggio ancora, dai folli architetti che propongono torri velenose alte 250 metri all’insegna del più basso e becero consumismo. Ma la minaccia più grande e insidiosa viene dai sindaci. Capaci di strangolare non soltanto i sospiri del leggendario ponte, ma di tutto ciò che dalla natura si respira. Quei sindaci che via via, senza vergogna, si sono succeduti non per governare Venezia, ma per affondarla. Sono le PIETRE, quindi, le più arrabbiate. Queste “creature” smussate da una bellezza ANTICA apparentemente sono ferme e silenziose, ma a guardarle più da vicino si percepisce un lamento che viene da lontano: l’ODIO che esse sprigionano contro questa classe politica. E non solo questa, ma tutte quelle che si sono succedute dalla fine della guerra in poi.
Qualcuno si domanderà come dovrebbe essere la NUOVA classe politica. Io lo so e sarebbe anche facile da spiegare, ma non sono in grado di competere contro l’OMERTÀ di coloro che per non perdere il posto, come ad esempio quello di “direttore di un giornale”, ti censurano spudoratamente. Mentre invece sarebbe ora di cominciare a perderlo, il posto. Altrimenti, come ho scritto in un SMS mandato all’interessato: “Fino a quando ci saranno persone come te a guidare posti di comando come può essere quello di un giornale, che per sua natura impone il NOBILE compito di informare e non di CENSURARE come fai tu, l’Italia non cambierà mai.”