sabato 26 ottobre 2013

Esempi di resistenza allo strapotere bancario: la Sardegna

Esempi di resistenza allo strapotere bancario: la Sardegna (Indipendentzia)
Da: Sindacau Pastores Sardos

venerdì 06 febbraio 2004 Olbia e Sassari Pagina 13
L'UNIONE SARDA
Sassari
 
Show indipendentista al processo rinviato
 
Avevano preparato striscioni e bandiere ed erano pronti a far sentire le loro ragioni, ma un difetto di notifica ha fatto slittare il processo al prossimo tre giugno. Per quella data i tredici indipendentisti accusati di aver murato, il 20 dicembre del 2001, l’ingresso del Banco di Sardegna di piazza Castello in segno di protesta, si ripresenteranno a palazzo di giustizia e spiegheranno al giudice Guido Vecchione cosa li spinse a compiere un gesto così clamoroso. Ieri mattina il processo è stato aperto e dopo l’appello degli imputati rinviato. Un po’ di delusione per Gavino Sale, leader del movimento Indipendentzia Repubrica de Sardigna, e per gli altri dodici imputati che ne hanno approfittato per annunciare che in giugno torneranno alla carica con un seguito di sostenitori ancora più numeroso di quello di ieri mattina. Dopo l’aggiornamento dell’udienza gli indipendentisti, accompagnati da diversi pastori del sindacato pastori sardi kuiles, hanno inscenato una forma di protesta sostando alcuni minuti sulle scale dell’ingresso del palazzo di giustizia. Qualche minuto più tardi gli indipendentisti hanno spiegato di essere finiti sul banco degli imputati per un innalzamento dei tassi di interesse dopo un prestito rilasciato dalla banca a ben altre condizioni.
Agenzia Unione <http://agenzia.unioneditoriale.it/> | 20 dicembre 2001 Blitz del movimento Kuiles a Sassari. SASSARI. Blitz del movimento Kuiles davanti all’ingresso dell’agenzia centrale di piazza Castello del Banco di Sardegna. Una trentina di allevatori hanno eretto un muro di blocchetti di cemento alto un metro e mezzo per bloccare l’ingresso dell’istituto di credito. Una protesta contro la Regione, che secondo le indicazioni dell'Ue chiede agli agricoltori e agli allevatori di restituire i mutui erogati in base alla Legge 44 del 1988. Davanti al muretto i militanti del movimento Kuiles hanno srotolato alcuni striscioni con le scritte "Abbiamo ragione" e "Non paghiamo niente". I manifestanti poi hanno bruciato i documenti regionali con la richiesta di restituzione dei mutui. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia e i carabinieri, e il questore Vincenzo Postiglione ha avuto un colloquio con leader della protesta, l'indipendentista Gavino Sale. La manifestazione ha avuto comunque uno svolgimento pacifico e si è conclusa dopo circa mezz’ora. (g.m.ss)
> L'Unione Sarda <http://www.unionesarda.it> | 21 dicembre 2001
Blitz al Banco di Sardegna: con una parete di cemento gli allevatori bloccano l’ingresso della filiale di piazza Castello.
Un muro di rabbia contro la Regione: contributi da restituire, clamorosa protesta del movimento “Kuiles”.
Cinquantotto blocchetti di cemento per chiudere la bocca alla Regione e mandarle un messaggio preciso: i nostri soldi non li avrai. Firmato: gli allevatori del movimento Kuiles, autori ieri mattina di una clamorosa azione di protesta contro la beffa dei contributi concessi e poi richiesti indietro. Con un blitz fulmineo hanno tirato su un muro, di fronte all’ingresso del Banco di Sardegna di piazza Castello, nell’ora in cui arrivavano i dipendenti e i primi clienti. Erano in quaranta, donne comprese, guidati dal leader indipendentista Gavino Sale. In meno di cinque minuti hanno messo in piedi una parete alta un metro e mezzo, bloccando l’ingresso principale agli uffici dell’istituto di credito.
Un modo per dire che il loro denaro non passerà mai attraverso quelle porte, e se la Regione continua a inviare richieste di pagamento sta solo sprecando tempo. Anzi: proprio davanti a quel muro un falò ha distrutto decine di lettere spedite agli imprenditori dall’assessorato regionale all’Agricoltura. «È una rapina», ha tuonato Gavino Sale, «una rapina da sessanta miliardi». A tanto ammontano le somme che le aziende dovrebbero restituire.
Colpa di una legge regionale (la numero 44 del 1988) che ha sedotto e poi tradito 5000 allevatori. Concedeva sostanziosi contributi per abbattere gli interessi sui mutui del Banco di Sardegna. Per l’Unione europea non si poteva: concorrenza sleale. E ha imposto di recuperare quelle somme. Anno 1997, mica ieri. Da allora nessun rimedio da parte della Regione, fino a quando, un mese fa, sono partite le lettere («Oggetto: recupero crediti»).
Ma la risposta è, appunto, il muro contro muro. Il blitz è scattato poco dopo le otto. Piazza Castello era quasi deserta, e in un attimo sono spuntati fuori gli allevatori e il camioncino col materiale: 75 blocchetti (ma ne sono bastati meno di 60), calce, attrezzi da lavoro. Organizzazione perfetta, un cantiere in piena regola, con cartello “lavori in corso” e nastro rosso per delimitare l’area. Alle 8 e 13 hanno iniziato a costruire il muretto, alle 8 e 17 avevano già finito.
I dipendenti della banca hanno accennato una protesta, ma in realtà non si sono vissuti momenti di tensione. Anche perché sia i lavoratori che i clienti potevano entrare dalla porta laterale. Solo qualcuno, dall’interno, ha cercato di spingere il muro ancora fresco, ma ci ha pensato Sale, alla sua maniera (dito sul naso e sguardo severo: «Non fate i maleducati»). Sul cemento, e su trenta bandiere, la scritta “Kuiles” tracciata con lo spray. E uno striscione diceva: «Abbiamo ragione e non paghiamo nulla». Lo ha spiegato Gavino Sale: «L’assessore all’Agricoltura Felicetto Contu ha detto che siamo innocenti ma dobbiamo pagare, e questo è assurdo».
Sono arrivati carabinieri e polizia, ma le forze dell’ordine hanno riconosciuto il carattere pacifico del sit in. Solo per un attimo sembrava che Sale potesse finire in questura, ma poi gli agenti si sono limitati a identificare i manifestanti. Per loro anche una piccola vittoria: hanno potuto parlare col direttore dell’area di Sassari del Banco, Antonello Spano. «Noi non c’entriamo», ha chiarito il dirigente, «anzi, stiamo già venendo incontro alle esigenze degli allevatori. Per esempio con i contributi per i capi uccisi dalla Lingua blu». Per Sale anche un colloquio col questore Vincenzo Postiglione, arrivato insieme a tutto lo stato maggiore di via Coppino.
Alle nove era tutto finito, dopo che i vigili del fuoco hanno dovuto srotolare una pompa per spegnere il braciere in cui arrostivano le lettere della Regione. Poi hanno smontato il muro, ma gli allevatori non hanno potuto riprendersi i blocchetti: sono stati sequestrati come ipotetici corpi del reato (anche se non è chiaro quale contestazione potrà essere mossa al drappello di Kuiles). Con un certo disappunto per i legittimi proprietari: «Passi per i blocchetti - si è lamentato uno - ma c’era anche il livello, lo strumento per mettere a filo il muro… Era così bello, peccato, mi serviva». Articolo di Giuseppe Meloni.