Fonte: http://www.movimentobaseitalia.it/index.htm | |
USCIRE DALL'EURO SI PUO' E SI DEVE
ADESSO POSSIAMO DECIDERE NOI
Con questi due quesiti si intende uscire definitivamente dall'euro, non dall'Europa, ritornando al sistema monetario antecedente(lira), abrogando tutte le disposizioni relative alla introduzione dell'Euro in Italia.
Quesito 1 Volete Voi che sia abrogata interamente la Legge 17 dicembre 1997 n. 433, pubblicata nella G.U. n. 295 del 19 dicembre 1997, dal titolo: "Delega al Governo per l'introduzione dell'Euro"»?
SCARICA IL MODULO PER LA RACCOLTA FIRME
I moduli per la raccolta firme dei due quesiti referendari devono essere stampati su carta da 90 gr. ,ogni foglio di quattro facciate, aperto, deve misurare cm 42,6 x cm 30,8 (formato legale) o, solamente per i Comuni, un A3 perfetto. La stampa deve essere di colore nero.
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giovedì 27 febbraio 2014
Referendum No euro: sono partite le firme
Camerano: debito pubblico e signoraggio, un convegno
Camerano: debito pubblico e signoraggio, un convegno con Padre Quirino Salomone
Quali sono le reali cause della crisi economica e delle modalità con cui essa è stata indotta nei rispettivi paesi con particolare attenzione al caso Italia?...Per quale motivo la Banca Centrale Europea presta moneta allo Stato, lo indebita e lo Stato riconosce e garantisce il debito emettendo i cosiddetti “titoli di stato” che alla scadenza dovranno essere ripagati, interessi compresi, facendo ricorso nuovamente allo strumento del prestito, in una spirale senza fine, della quale non si vede l’uscita? Il nostro patrimonio ed il nostro reddito, faticosamente guadagnati, vengono tassati con Iva, Irpef, Ires, Imu, Irap, Accise, Addizionali, etc…, vengono svendute le nostre aziende e il nostro patrimonio statale: è tutto dovuto ad un passaggio economico ciclico o è frutto di un piano ben congeniato? Queste saranno le domande su cui si articolerà un interessante convegno dal titolo “La più grande truffa di tutti i tempi” che si terrà Sabato 01 Marzo alle ore 15.30 presso la Sala Convegni del Comune di Camerano (P.zza U.Matteucci - ingresso a lato dell’entrata Comunale). Introdurrà il convegno un ospite singolare per questo tipo di argomenti Padre Quirino Salomone frate francescano ex rettore della basilica di Collemaggio a L'Aquila, giornalista, pubblicista, conferenziere, direttore della rivista “La perdonanza”, attuale rettore della basilica di San Bernardino in L'Aquila. Devoto di San Bernardino da Siena, svolge la sua missione quotidiana da 50 anni al servizio degli emarginati, dei poveri e dei più deboli in tutto il mondo.
Seguiranno nel dibattito: Domenico Longo, editore della rivista “l’Altra Voce”, da oltre 30 anni, scrittore e giornalista. Discepolo di Giacinto Auriti, da anni ne divulga il pensiero e combatte le sue battaglie. Fondatore dell’associazione Aurora Mediterranea. Cosimo Massaro, scrittore impegnato da anni nel divulgare le tematiche care a Giacinto Auriti. Componente del Coordinamento Nazionale Proprietà Popolare della Moneta. Antonio Pimpini, avvocato e presidente dell’Associazione “Giacinto Auriti”. Allievo, amico e avvocato di Giacinto Auriti da anni diffonde il suo pensiero, diventando un riferimento nazionale per le tematiche del Signoraggio Bancario. Sauro Agostinelli, libero professionista, ricercatore indipendente in materie sociali/economiche “eque”, ripropositore del modello “Terza Via – Stato Imprenditore” di Enrico Mattei. Cesare Padovani, ricercatore indipendente. Moderatore Luigi De Giacomo.
Assessore Costantino Renato
Seguiranno nel dibattito: Domenico Longo, editore della rivista “l’Altra Voce”, da oltre 30 anni, scrittore e giornalista. Discepolo di Giacinto Auriti, da anni ne divulga il pensiero e combatte le sue battaglie. Fondatore dell’associazione Aurora Mediterranea. Cosimo Massaro, scrittore impegnato da anni nel divulgare le tematiche care a Giacinto Auriti. Componente del Coordinamento Nazionale Proprietà Popolare della Moneta. Antonio Pimpini, avvocato e presidente dell’Associazione “Giacinto Auriti”. Allievo, amico e avvocato di Giacinto Auriti da anni diffonde il suo pensiero, diventando un riferimento nazionale per le tematiche del Signoraggio Bancario. Sauro Agostinelli, libero professionista, ricercatore indipendente in materie sociali/economiche “eque”, ripropositore del modello “Terza Via – Stato Imprenditore” di Enrico Mattei. Cesare Padovani, ricercatore indipendente. Moderatore Luigi De Giacomo.
Assessore Costantino Renato
Il Latifondismo 2.0
Latifondismo
di Lorenzo Parolin - 26/02/2014Fonte: Arianna Editrice
Distese di campi di sua proprietà e centinaia di contadini che lavorano per lui. È l’identi-kit del latifondista, figura odiata dal popolo. Per fortuna, però, essa sta quasi scomparendo; non per ravvedimento degli sfruttatori, ma perché l’attività è diventata poco redditizia. Il latifondismo, tuttavia, non si estingue: ricompare sulla scena sotto altre vesti facendosi accogliere persino benevolmente, almeno fino a quando non sarà smascherato di nuovo. Un tempo il mezzadro usava le risorse del padrone e come guadagno si teneva metà dei raccolti; oggi, invece, che grazie all’uso delle macchine il moderno lavoratore produce molto di più, in proporzione riceve uno stipendio molto più modesto, e l’intero “raccolto” se lo vende il “padrone”, straguadagnando. Tutto avviene come se, tolte le spese, il lavoratore fosse socio al 20%, al 10% (o all’1% se è Cinese), anziché al 50%, come lo era lo “sfortunato” mezzadro.
I moderni latifondi sono le grosse banche, le grosse assicurazioni, le grosse società di leasing, le grosse industrie, le grosse imprese commerciali, le grosse multinazionali, le grosse reti televisive, le grosse catene di supermercati, di alberghi, di negozi eccetera. Esse hanno possedimenti dappertutto! E al pari dei vecchi latifondi, il loro scopo è di trarre profitti esagerati dal sudore di milioni di lavoratori. Dunque, se sei impiegato in uno di questi colossi, ricorda che, anche se mangi a sufficienza, quel benessere non ti è offerto per bontà del “padrone”, ma affinché, usandolo per comperare ciò che tu stesso produci (o che produce un altro “servo” come te), tu incrementi la domanda di lavoro e renda così ogni giorno possibile il tuo sfruttamento. Sei quindi uno strano animale che più mangia più fa ingrassare il padrone, evoluzione della figura del contadino-servo dei secoli scorsi che lo ingrassava mangiando poco. E io ricordo bene quando da ragazzo arrivava il fattore a casa mia a portare ordini: il mattino seguente bisognava lasciare ogni occupazione e portare in regalo al “Signore” il polloche la mamma aveva adocchiato per il nostro pranzo domenicale, contornato da primizie d’orto e frutta della migliore, affinché egli potesse godersi la vita!
Secondo i padroni di tutti i tempi i servitori dovrebbero addirittura riverire e ringraziare chi mette loro a disposizione, sia pure a titolo oneroso, gli strumenti con i quali guadagnarsi da vivere; senza il loro “aiuto” i poveri potrebbero finanche morire di fame!
Questo però è vero perché i più forti monopolizzano tutte le risorse (concentrano i capitali) e ai poveri non resta che stare sottomessi. Quando tutti i campi erano del Conte o del Marchese o del Signorotto locale, al contadino non restava che scegliere sotto chi stare. Invece, se metà del mondo fosse distribuito in uso gratuito ad ogni suo abitante all’atto della nascita e restituito alla Società all’atto della morte, solo una metà del mondo potrebbe essere compravenduta dai più forti e trasmessa per eredità. Io addirittura sarei per penalizzare ed eliminare tutti quelli che vivono di rendita: i lavoratori dividerebbero da subito fra loro quello che va ai parassiti; diversamente, per quanto benessere ci sia, la polpa finirà sempre nelle tasche dei “latifondisti”, e ai lavoratori arriveranno, fossero anche abbondanti, solo le briciole. Tuttavia, essendo i “latifondisti” personaggi molto forti e determinati a farsi servire, bisognerebbe usare la forza per scacciarli, col rischio di avere la peggio. Consiglio allora alle masse di percorrere la via dell’emancipazione. Conquistato con un po’ di sacrificio un livello culturale e una professionalità superiore a quella dei parassiti, il latifondo non troverà più polli da spennare, ma concorrenti agguerriti, e si sgonfierà.
L’emancipato veda poi di non diventare latifondista pure lui. [rif. www.lorenzoparolin.it S3/102]