Fonte: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/03/falsi-dilemmi.html
Un falso dilemma è una fallacia pseudo deduttiva (http://www.argomentare.it/strumenti/fallacie/falso_dilemma.htm) che parte cioè da una falsa contrapposizione, tipo "o fai la chemio o muori", e più genericamente "o sei di destra o di sinistra". Come appunto quella secondo me che "o con l'euro o fuori dall'euro". Se si parte dal presupposto costituzionalmente corretto che la moneta è l'esclusiva divisa di uno Stato, sia l'euro monco attuale - finta moneta unica per nascondere il fatto che è una moneta straniera impostaci con un cambio fisso obbligato, senza un equivalente Stato e con un debito nazionale per singolo Stato membro - sia le monete nazionali a debito private sono volute dall'oligopolio finanziario delle banche dealer. Quindi suggerire di uscire dall'euro senza porre i termini per rendere sovrano il popolo e senza riattribuire la divisa a uno Stato che rappresenti il popolo, equivale a rimanere in questo euro dove i popoli non sono sovrani.
La falsa contrapposizione consiste nel contrapporre euro e non euro come due soluzioni contrapposte "aut aut" (vedi i tanti intellettuali e movimenti che stanno nascendo su questa fallacia, insistendo generalmente su una fuoriscita dall'euro quanto mai vaga) di cui l'una sarebbe innegabilmente positiva quanto l'altra è indubbiamente negativa, mentre la vera contrapposizione dovrebbe vertere sull'appartenenza del reddito monetario al momento dell'emissione: pubblico o privato? e sulla natura debitoria della moneta, quindi il dilemma dovrebbe essere: moneta addebitata o accreditata? Per di più il dilemma dovrebbe portare sulla natura della retribuzione della creazione monetaria, quindi il corretto dilemma dovrebbe essere: a interessi o forfettario? Inoltre sulla redistribuzione delle ricchezza, viziata alla base da questo tipo di moneta privata, appartenente a un oligopolio, e di natura debitoria + gli interessi, il dilemma dovrebbe essere SPA o Cooperativa? Qualunque costituzionalista di buon senso risponderebbe cooperativa, "cooperazione" sancita dalla nostra Costituzione, e non la "concorrenza" come succede per i trattati UE, soprattutto per quel che riguarda l'emissione monetaria e la conseguente redistribuzione dei suoi utili, ma anche per la gestione delle risorse pubbliche, del demanio, delle rendite del territorio, del suo patrimonio, e per tutto ciò che rientrava una volta nella definizione di servizi pubblici che la UE ha trasformato in servizi di interesse generali, che peraltro nessun articolo dei trattati impone che siano privati, anzi vi è un particolare articolo del trattato UE (art. 345, ex art. 295, ex articolo 222) che lascia indifferente la struttura proprietaria delle aziende di servizio pubblico (cfr. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2010:083:0047:0200:it:PDF), un articolo di cui la Francia e la Germania si sono ampiamente avvalse, soprattutto la prima non privatizzando le aziende pubbliche, mentre l'Italia privatizzava e salsiccionava l'IRI con il mantra "ce lo chiede l'Europa", lavoro che Renzi si è prefissato di proseguire e concludere:
Quindi, il dilemma non è euro si o euro no, il dilemma è: a chi va la rendita monetaria e a chi dovrebbe andare in regime democratico, costituzionale, nell'autodeterminazione dei popoli? Semplice, basterebbe che la quota di signoraggio della BDI in BCE andasse al tesoro nazionale di ogni Stato membro, e che la quantità di moneta emessa fosse concordata tra i governi degli Stati che hanno l'euro - SENZA GB E DANIMARCA - per risolvere il problema e diventare dalla mattina alla sera una sorta di confederazione svizzera. La quota nel capitale naturalmente andrebbe commisurata unicamente in base alla demografia e non in base al PIL, se vogliamo una vera redistribuzione dei redditi in UE (ma anche parzialmente in base al PIL l'Italia non sarebbe sicuramente penalizzata...).
Ciò comporterebbe l'abrogazione degli articoli del Protocollo 4 sullo Statuto del sistema europeo di banche centrali (cfr. http://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf):
N. Forcheri 2/3/2014
La falsa contrapposizione consiste nel contrapporre euro e non euro come due soluzioni contrapposte "aut aut" (vedi i tanti intellettuali e movimenti che stanno nascendo su questa fallacia, insistendo generalmente su una fuoriscita dall'euro quanto mai vaga) di cui l'una sarebbe innegabilmente positiva quanto l'altra è indubbiamente negativa, mentre la vera contrapposizione dovrebbe vertere sull'appartenenza del reddito monetario al momento dell'emissione: pubblico o privato? e sulla natura debitoria della moneta, quindi il dilemma dovrebbe essere: moneta addebitata o accreditata? Per di più il dilemma dovrebbe portare sulla natura della retribuzione della creazione monetaria, quindi il corretto dilemma dovrebbe essere: a interessi o forfettario? Inoltre sulla redistribuzione delle ricchezza, viziata alla base da questo tipo di moneta privata, appartenente a un oligopolio, e di natura debitoria + gli interessi, il dilemma dovrebbe essere SPA o Cooperativa? Qualunque costituzionalista di buon senso risponderebbe cooperativa, "cooperazione" sancita dalla nostra Costituzione, e non la "concorrenza" come succede per i trattati UE, soprattutto per quel che riguarda l'emissione monetaria e la conseguente redistribuzione dei suoi utili, ma anche per la gestione delle risorse pubbliche, del demanio, delle rendite del territorio, del suo patrimonio, e per tutto ciò che rientrava una volta nella definizione di servizi pubblici che la UE ha trasformato in servizi di interesse generali, che peraltro nessun articolo dei trattati impone che siano privati, anzi vi è un particolare articolo del trattato UE (art. 345, ex art. 295, ex articolo 222) che lascia indifferente la struttura proprietaria delle aziende di servizio pubblico (cfr. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2010:083:0047:0200:it:PDF), un articolo di cui la Francia e la Germania si sono ampiamente avvalse, soprattutto la prima non privatizzando le aziende pubbliche, mentre l'Italia privatizzava e salsiccionava l'IRI con il mantra "ce lo chiede l'Europa", lavoro che Renzi si è prefissato di proseguire e concludere:
Quindi, il dilemma non è euro si o euro no, il dilemma è: a chi va la rendita monetaria e a chi dovrebbe andare in regime democratico, costituzionale, nell'autodeterminazione dei popoli? Semplice, basterebbe che la quota di signoraggio della BDI in BCE andasse al tesoro nazionale di ogni Stato membro, e che la quantità di moneta emessa fosse concordata tra i governi degli Stati che hanno l'euro - SENZA GB E DANIMARCA - per risolvere il problema e diventare dalla mattina alla sera una sorta di confederazione svizzera. La quota nel capitale naturalmente andrebbe commisurata unicamente in base alla demografia e non in base al PIL, se vogliamo una vera redistribuzione dei redditi in UE (ma anche parzialmente in base al PIL l'Italia non sarebbe sicuramente penalizzata...).
Ciò comporterebbe l'abrogazione degli articoli del Protocollo 4 sullo Statuto del sistema europeo di banche centrali (cfr. http://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf):
- art. 7 dello statuto BCE sull'indipendenza del SEBC che sottomette il politico alla tecnocrazia finanziaria
- art 21 di divieto di scoperti agli enti pubblici che vieta alla BCE di essere una vera pagatrice di ultima istanza e che costringe gli enti pubblici a indebitarsi con l'oligopolio delle banche dealer
- art 29 sulla ponderazione della quota, che va fatta unicamente in base alla demografia, se vogliamo essere più sociali, come è adesso, se vogliamo essere più liberali
- art. 30 di obbligo di riserve in valute, tesoretto che va al tesoro nazionale di ogni paese
- art 32.4 che stabilisce che dal reddito monetario correttamente definito dal 32.2 gli interessi siano la retribuzione dei depositi [ricordiamo che i depositi sono moneta bancaria creata dal nulla] per sostituirli con il forfettario, sia pur proporzionale.Dalla definizione corretta di "reddito annuo che [la BCN] ottiene in contropartita delle banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi" dell'art 32.2, infatti, il comma 4 stabilisce che vanno decurtati gli interessi sui depositi degli enti creditizi presso le BCN.
- art 37 sul Segreto professionale
Le ultime notizie sono che la Commissione europea trova spunti per contestare la recente conversione in legge del DL Bankitalia ma l'UE contesterà unicamente la ricapitalizzazione di 7.5 miliardi, non la trasformazione di BdI in società anonima, né lo spezzatino imposto dallo stesso DL che finirà per dare la BDI ai fondi/dealer esteri, ma la sua sarà una contestazione proforma, ai sensi delle norme europee contro gli aiuti di stato, perché se si tratta di regalare soldi all'Unicredit, covo di Allianz, potere forte a cui la Commissione europea e l'UE obbediscono, normalmente acconsentono a qualsiasi aiuto di Stato (vedi la Ryanair) e accettano la formazione di monopoli a vantaggio di quei poteri (AIr France KLM, Suez Gaz de France ecc). L'UE è serva dell'oligopolio delle banche dealer (cfr. http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/search?q=dealer), come volete che controlli il mercato libero e che punisca la formazione di monopoli, se il suo padrone è proprio quell'oligopolio di dealer sancito dai trattati che per di più chiamano ingannevolmente "mercato"?
Con la sovranità monetaria, o comunque la nostra quota di reddito monetario in mano al tesoro democraticamente controllato dal popolo, persino il problema dei rifiuti si risolve, perché significa togliere l'abuso di potere ai produttori di petrolio/plastica - che controllano anche la stampa moneta - che ci costringono a comprare le cose impacchettate con plastica, e i rifiuti si possono riciclare con moneta pubblica, quindi diventano una ricchezza per la collettività.N. Forcheri 2/3/2014