Non solo Libor: anche il prezzo dell'oro è stato manipolato (per 10 anni) dalle banche?
di Enrico Marro IlSole24Ore2 marzo 2014
Dopo quello del Libor, potrebbe esplodere lo scandalo dei prezzi dell'oro. Con cinque colossi del credito sul banco degli imputati: Deutsche Bank, Bank of Nova Scotia, HSBC Holdings e Sociéte générale. La possibilità emerge in un paper (non ancora pubblicato) dell'Università di New York, firmato da Rosa Abrantes-Metz della Stern School of Business e da Albert Metz, managing director di Moody's Investor Service.
L'ipotesi – riportata da Bloomberg - è che le cinque banche si siano mosse per pilotare il cosiddetto "afternoon fix" di Londra, quello delle ore 15 GMT, vale a dire il benchmark usato da banche centrali, società minerarie e brand della gioielleria. A insospettire i due ricercatori sono proprio gli strani movimenti di prezzo a cui si assiste intorno alle 15 londinesi.«La struttura del benchmark potrebbe favorire collusione e manipolazione - si legge nello studio – e i dati empirici sono coerenti con l'ipotesi di interventi artificiali sui prezzi. E' probabile che si sia verificata una "cooperazione" in tal senso tra i partecipanti», ossia le cinque banche, che per inciso hanno rifiutato di commentare i contenuti dello studio.
Gli autori del paper hanno passato al setaccio i movimenti intraday dell'oro spot dal 2001 al 2013, alla ricerca di variazioni improvvise e inspiegabili. Dal 2004, in particolare, hanno registrato frequenti sbalzi del prezzo, ma solo nel pomeriggio. Prima di quell'anno non si erano mai verificati. E mai sono stati osservati al mattino, anche dopo il 2004. La direzione di queste repentine variazioni del prezzo era spesso verso il basso: i due terzi dei movimenti sospetti verificatosi tra il 2004 e il 2013 sono stati all'ingiù, sottolinea la ricerca, ma nel 2010 si è arrivati addirittura al 92% di movimenti negativi durante il "fix".
Rosa Abrantes-Metz, che ha scritto il paper, è stata l'autrice di Libor Manipulation, lo studio del 2008 che ha aiutato a svelare le manipolazioni del tasso interbancario londinese, portando allo scandalo e alle maximulte per ben 1,7 miliardi di euro comminate nel dicembre scorso dalla Commissione Ue a sei grandi banche mondiali.