venerdì 2 maggio 2014

Mappa della corruzione negli archivi segreti della GdF ?

Ma chi e perché resiste all’apertura degli archivi?

Al di là del carattere più o meno elettorale della sortita renziana, conviene fare qualche considerazione più generale sull’apertura degli archivi dei servizi, delle forze di polizia e di “tutte le amministrazioni dello Stato” (Ministero degli Esteri? Del Commercio con l’Estero? Banca d’ Italia? Banche pubbliche ed enti a Ppss del tempo? Dove ci fermiamo?) e sugli interessi che si scontrano intorno a questo nodo. Quando si parla di archivi di polizia e servizi, subito la mente va alle stragi ed al terrorismo. Ma, a costo di dare una grave delusione a chi mi legge e spera nella “grande rivelazione”, questa è, probabilmente, la parte meno rilevante e quella che spiega meno le tenaci resistenze che si oppongono all’apertura degli archivi.
Delle stragi sappiamo già molto, abbiamo arato quegli archivi da cima a fondo, abbiamo acquisito decine di migliaia di documenti, sono emersi testimoni… Certo possono venire fuori ancora elementi di qualche interesse che, però, più che rovesciare il quadro storico ormai delineatosi, potrebbero corroborarlo riscontrando qualche testimone, chiarendo meglio qualche angolo oscuro, arricchendo il quadro e aggiungendo qualche tessera al mosaico già abbondantemente delineato. Ma non mi aspetto nulla di particolarmente clamoroso. Forse se si potessero vedere archivi nuovi, sinora inesplorati, potrebbe venire fuori qualcosa di più consistente (in particolare sul caso Moro), ma, bisogna anche tener presente l’eventuale lavoro di “ripulitura”, che a suo tempo può essere stato fatto.
Insomma: va benissimo aprire gli armadi, ma senza alimentare aspettative eccessive; se poi, viene fuori la grossa sorpresa tanto meglio.
Ma allora perché tante resistenze? Anche perché ormai, né fra i politici, né fra i responsabili degli apparati di intelligence e polizia, c’è più nessuno che abbia qualcosa da temere da quelle rivelazioni.
Alcune resistenze si capiscono subito: per inviare i fascicoli all’Acs occorrerebbe fare un lavoro di cernita bestiale, di cui gli apparati proprio non vogliono saperne (e posso capirli), magari con il rischio di qualche scivolata. Ad esempio penso al caso dell’archivio della Guardia di Finanza, dove ci sono notizie molto delicate riguardanti anche transazioni finanziarie, gare d’appalto, fusioni societarie, giochi in borsa ecc e magari qualcuna è tale da poter suscitare un contenzioso giudiziario ancora oggi, per cui occorre andarci molto cauti per non pestare qualche m. troppo grossa…

LA MENZOGNA DI BRUXELLES: "SONO FINITI I SOLDI" !

''E' UNA BRUTALE MENZOGNA DI BRUXELLES DIRE CHE SONO FINITI I SOLDI E VA TAGLIATA LA SPESA PUBBLICA'' (THE GUARDIAN)

''E' UNA BRUTALE MENZOGNA DI BRUXELLES DIRE CHE SONO FINITI I SOLDI E VA TAGLIATA LA SPESA PUBBLICA'' (THE GUARDIAN)

giovedì 1 maggio 2014
http://www.ilnord.it/c-2919_E_UNA_BRUTALE_MENZOGNA_DI_BRUXELLES_DIRE_CHE_SONO_FINITI_I_SOLDI_E_VA_TAGLIATA_LA_SPESA_PUBBLICA_THE_GUARDIAN

Spiacenti, non ci sono più soldi. E quindi: rigore, tagli alla spesa pubblica, spending review. Per colpire, solo e sempre, il settore pubblico: il welfare, la spesa vitale per i cittadini, da cui dipende strettamente la salute dell’economia privata di aziende e famiglie. Stando a politici, tecnocrati e banchieri, è come se il denaro «fosse una risorsa limitata, alla stregua della bauxite o del petrolio». Errore: il denaro è inesauribile, illimitato. Perché può essere creato dal nulla, in qualsiasi momento, a una sola condizione: che venga accettato come  valore di scambio, per acquistare beni e servizi e pagare le tasse.