Martin Wolf: "Dobbiamo togliere alle banche private il potere di creare denaro"
Di Christian Battistoni | 16.05.2014 16:18 CEST
Da mesi anzi di anni si discute, soprattutto in Italia, sull'opportunità o meno di avere una Banca Centrale così lontana dai propri interessi. Di discorsi sulla sovranità monetaria e sul signoraggio né è piena la rete, soprattutto da quando, il d.lgs n° 43 del 10 marzo 1998 sottrasse definitivamente la Banca d'Italia dalla gestione del governo italiano, sancendo l'appartenenza della stessa al sistema europeo delle banche centrali. Di li in poi, la quantità di moneta circolante dovrebbe essere decisa dalla Banca Centrale Europea. Dico dovrebbe perché, proprio qualche giorno fa Martin Wolf nel suo articolo apparso sulle pagine del Financial Times, ci fornisce tutta un'altra spiegazione che assume connotati sarcasticamente anarchici, vista la presunta controllabilità dello strumento monetario millantata dai più alti funzionari delle Banche Centrali di tutto il Mondo.
World Economic Forum
Martin Wolf al World Economic Forum
Martin Wolf al World Economic Forum
Gli si desse retta, il suo titolo - "Spogliare le banche private dal potere di creare denaro" - basterebbe per mandare in soffitta le teorie, le istituzioni, e le politiche economiche che prima hanno causato la crisi, poi l'hanno aggravata con le politiche di austerità, scrive Luciano Gallino sul sito de "La Repubblica".
Secondo l'influente autore del quotidiano inglese, la maggioranza del denaro circolante viene creata dal nulla, le banche private infatti creerebbero depositi come sottoprodotto dei loro prestiti. Prima di Wolf è stata la Banca d'Inghilterra a ribadire che la prima fonte di creazione della moneta sono proprio le banche private. "In pratica la creazione di denaro differisce da vari malintesi popolari: le banche non agiscono solo da intermediari, dando in prestito i depositi effettuati presso di loro... Ogni volta che una banca fa un prestito, crea allo stesso tempo un corrispondente deposito sul conto del mutuatario, creando in tal modo nuovo denaro." (Bank of England, "Quarterly Bulletin", n. 1, 2014). Secondo Wolf, nel Regno Unito tali depositi costituiscono circa il 97% dell'offerta di moneta. In pratica quasi la totalità delle sterline circolanti nel paese sarebbero un sottoprodotto di attività delle banche private.