Signori Presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati,
facendo seguito alla mia e-mail dell’1.4.2014 (riportata in calce e riscontrata dal solo on. Giorgetti), con questa 2a nota si vuole completare la disponibilità informativa offerta a tutti i gruppi politici presenti in Parlamento, sulla loro eventuale partecipazione alle assemblee dei soci delle primarie società italiane del settore bancario quotate in Borsa: Unicredit (assemblea del 13.5.2014 a Roma, dove su 465.000 soci sono risultati presenti al voto soltanto circa 40 persone) ed Intesasanpaolo (assemblea dell’8.5.2013 a Torino).
In merito alla vanificazione di risorse, allo stato, si allegano:
- schema-prospetto di due soli fogli redatto da un gruppetto di piccoli azionisti di minoranza per la gestione del sessennio 2008-2013 di Unicredit, che evidenzia tra l’altro la vanificazione di risorse per 100,5 miliardi di euro (tra cancellazioni e rettifiche per svalutazioni crediti, avviamenti e immobilizzazioni) di cui all’allegato A;
- due Elenchi di una pagina ciascuno riguardanti l’aumento delle partecipazioni Unicredit in società aventi sede in località off shore (da 22 a 31) e in Lussemburgo (da 8 ad 11), di cui alle lettere B-C.
Inoltre, ove interessi, si trasmettono di seguito tre link di interviste/interventi effettuati:
* dall’esperto Marco Saba alle assemblee soci di Unicredit a Roma e di Intesa a Torino, in merito ad eventuali ammanchi apportati al conto economico per circa 500 miliardi di euro in Unicredit e per circa 343 miliardi di euro in Intesa, con perdita per l’erario di circa 250 miliardi di euro;
* dal deputato Carlo Sibilia, l’unico parlamentare che finora si è interessato ai temi assembleari, presente all’assemblea di Unicredit ed intervenuto tra l’altro:
- sul sostanziale fallimento delle politiche di concentrazione delle “privatizzazioni selvagge” avviate nel settore bancario negli anni ’90;
- sulla vanificazione delle risorse del gruppo Unicredit per oltre 100,5 mld di euro (cui si aggiungono 18,5 miliardi di euro per conferimenti ed aumenti di capitali dei soci nel 2009-2012);
- sulle crescenti partecipazioni di Unicredit nelle società aventi sede in località off shore e in Lussemburgo durante il periodo 2008-2013.
In particolare.
1° link di 2 minuti) Intervista di Marco Saba (centro studi monetari)del 14.5.2014 alla tv “La7″, programma “La Gabbia” condotto da Gian Luigi Paragone, in merito all’intervento reso dallo stesso Saba all’assemblea dei soci Unicredit il giorno precedente (13.5.2014 a Roma) sulla omissione di circa 500 miliardi di euro di liquidità dal conto economico del bilancio consolidato 2013 di Unicredit, con perdita di circa 150 miliardi di euro da parte dell’erario, e riallocazione della colossale liquidità in tre primarie società di compensazione bancaria europea (Clearstream, Euroclear e Swift) che a loro volta la smisterebbero su molteplici conti bancari di altre entità societarie aventi sede in località off shore.
La stesura del bilancio di Unicredit – sostiene Marco Saba – non tiene conto del fatto che le banche, oltre alla marginale attività di intermediazione, creano nuovo denaro ogni volta che prestano o investono, un fatto confermato recentemente dal Consigliere Generale della Banca di Francia Bernard Maris, oltre che dal bollettino della Banca d’Inghilterra n.1 del 2014. Questa creazione di liquidità da parte di Unicredit non viene evidenziata – come dovrebbe – nelle attività del conto economico, ma si deduce solo secondariamente dalla voce 70 dei crediti verso la clientela dello stato patrimoniale consolidato (pag.82 bil.cons.), ovvero 503,1 miliardi di euro (503.142.266.000,00), una cifra ben superiore rispetto ai 3,4 miliardi indicati nel rendiconto finanziario come “liquidità generata nel periodo” (pag.88 bil.cons.).
Così al netto della tassazione al 27,5% – secondo Marco Saba – alla voce 340 del conto economico del bilancio consolidato si avrebbe un utile netto d’esercizio di almeno 353 miliardi di euro (anziché la perdita netta di 15,2 miliardi di euro prevista in bilancio). Per la distribuzione dei dividendi si deve conseguentemente far riferimento all’utile netto rettificato con cui essi sono in rapporto, sviluppando 61 euro di dividendo per ogni azione nell’esercizio 2013: rimessi in bonis i conti di Unicredit, i suoi primi tre soci Blackrock, Aabar Luxembourg e PGFF Luxembourg, ad esempio, potrebbero incassare circa 17 miliardi di euro cadauno.
Conclude Saba asserendo che il bilancio consolidato 2013 di Unicredit avrebbe stravolto ad arte il risultato economico reale, traendo in inganno tutti gli azionisti.
http://www.youtube.com/watch?v=Z6NddvxwNe0
2° link 5 minuti) Intervento di Marco Saba (centro studi monetari) all’assemblea dei soci Intesa Sanpaolo tenuta l’8.5.2014 a Torino sotto la presidenza di Giovanni Bazoli – con Consigliere Delegato Carlo Messina – in merito alla omissione di 343,9 miliardi di euro di liquiditàdal conto economico del bilancio consolidato 2013 di Intesa, con perdita di circa 100 miliardi di euro da parte dell’erario, ecc.
http://seigneuriage.blogspot.it/2014/05/gruppo-intesa-mancano-344-miliardi-lad.html
3° link 11 minuti) Intervento di Carlo Sibilia all’assemblea dei soci Unicredit tenuta a Roma il 13.5.2014 sotto la presidenza di Giuseppe Vita – con Amministratore Delegato Federico Ghizzoni – svolto sul bilancio di esercizio 2013 di Unicredit, in ulteriore flessione rispetto ai precedenti esercizi, rilevando tra l’altro sia la “strabiliante” vanificazione di risorse di oltre 100,5 miliardi di euro da parte del management di Unicredit nei soli ultimi sei anni di attività 2008-2013, sia l’aumento delle numerose partecipazioni di controllo di Unicredit in società off shore da 22 a 31 (nel Delaware a Dover e Wilmington, nelle Cayman a George Town, a Singapore, Hong Kong, Taipei, Almaty City, Puerto de la Cruz) e da 8 ad 11 in Lussemburgo nel sessennio 2008-2013.
http://seigneuriage.blogspot.it/2014/05/intervento-di-carlo-sibilia-m5s.html Nel restare a disposizione di tutte le forze politico-parlamentari per eventuali chiarimenti, si inviano i più distinti saluti.
Saverio Telesca (socio di un piccolo gruppo di azionisti/risparmiatori di minoranza)