La nuova Commissione UE esce a pezzi dalle audizioni

La nuova Commissione UE esce a pezzi dalle audizioni al Parlamento Europeo


15 ottobre 2014 (MoviSol) - L'esame dei commissari designati da Jean-Claude Juncker ha letteralmente sbrindellato la nuova Commissione sul nascere e ne ha fatto emergere la corruzione morale e i conflitti d'interesse. Notevole è stata la graticola a cui è stato sottoposto il britannico Jonathan Hill, che dovrebbe occuparsi di regole finanziarie, e del lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente designato per l'Euro e il dialogo sociale. Hill è stato respinto alla prima audizione e ha dovuto ripresentarsi una seconda volta. Dombrovskis ha superato l'esame solo perché ha promesso di adoperarsi perché sia superato il vuoto legislativo che non prevede nei trattati regole per l'uscita dall'Euro, per ritrattare le sue affermazioni il giorno dopo.
In entrambi i casi è stato l'Europarlamentare Marco Zanni a guidare la carica. Zanni ha definito la lista delle nomine “un esercizio di satira politica” e la nomina di Hill in particolare “la scelta più controversa e perversa. Affidare ad un conservatore britannico amico delle lobbies finanziare il portafoglio sulla stabilità e i servizi finanziari è un affronto”, ha dichiarato Zanni durante l'audizione del commissario designato.
“La sua storia evidenzia come lei sia in enorme conflitto d'interesse e – ha dichiarato Zanni – quanto sia inadatto per il ruolo assegnatole. Proviene da un paese dominato dal settore finanziario. Vanta una lunga carriera da lobbista di primo piano, a libro paga di tutti quegli interessi finanziari che adesso sarà chiamato a regolamentare.”
Nell'audizione di Dombrovskis, Zanni l'ha attirato in una trappola. Gli ha chiesto se intenda risolvere il vuoto legislativo causato dall'assenza, nei trattati europei, di regole e procedure per paesi che volessero uscire dall'Euro. Dombrovskis ha affermato che nessuno può impedire ad un paese membro di farlo e che la Commissione fornirebbe l'assistenza “tecnica” per chi ne manifestasse la volontà.
Il giorno dopo, evidentemente avendo subito una lavata di capo da Juncker, Dombrovskis ha emesso una dichiarazione firmata, in cui si legge: “Comprendo che le mie risposte nell'audizione di ieri sul tema della possibilità che uno stato membro esca dall'area dell'Euro possano aver dato luogo a fraintendimenti. La partecipazione all'Euro è irreversibile, come chiariscono i trattati”. Questa posizione, puramente ideologica, non è nuova in quanto è il mantra ripetuto ossessivamente dal Partito Unico dell'Euro. Ovviamente non riflette la realtà, in quanto se un governo sovrano decide di uscire dall'Euro, nessuno può impedirglielo. Ma intanto il commissario designato si è coperto di ridicolo.
Altri, come la slovena Alenka Bratusek, non si sono salvati. Il francese Moscovici ha trovato la strada in salita per aver violato le regole di bilancio da ministro del Tesoro francese, mentre lo spagnolo Miguel Arias Canete, designato all'energia e al clima, ha dovuto difendersi dalle accuse di conflitto d'interesse a causa dei suoi legami con l'industria petrolifera.
Se la Commissione Europea abbia mai avuto un cencio di credibilità, questa si rivela forse la più corrotta e screditata di tutte.