Gli euroinomani del ‘ci vuole più Europa’
Filosofo
E poi vi sono gli ‘euroinomani’. Sono coloro i quali non riescono a vivere senza l’euro, l’Unione Europea e la Banca Centrale.
Nell’odierno scenario di genocidio finanziario e di usurocrazia
bancaria, gli euroinomani continuano a ripetere il mantra del ‘ci vuole più Europa’,
che è l’analogo del ‘ne voglio ancora’ tipico dei tossicodipendenti. Se
il male è – difficile negarlo – l’Europa dell’euro e delle banche (cioè
l’unica Europa oggi esistente!), dire ‘ci vuole più Europa’ è, in
effetti, l’equivalente del dire, di fronte alle tragedie del tossico,
‘ci vuole più droga’.
La definizione di ‘
euroinomani‘ la devo a un amico
vero, il coraggioso giornalista Alessandro Montanari. Discutere con gli
euroinomani è impossibile: non tanto in nome dell’adagio scolastico per
cui ‘contra negantem principia non est disputandum’, quanto piuttosto
per il fatto che, in ragione della loro assuefazione, essi non riescono a
concepire un mondo senza l’euro e senza la Banca Centrale. Ne segue un
paradosso evidente, che è sotto gli occhi di tutti: le tragedie
annunciate dagli euroinomani come inevitabili
qualora si uscisse dall’euro
(miseria, impoverimento, conflitti, violenza, ecc.), si stanno tutte
puntualmente realizzando permanendo nel sistema eurocratico. La Grecia
ne è un esempio, un tragicissimo esempio.
Così com’è, l’Europa esiste unicamente come asservimento dei popoli e
come dittatura della finanza: e questo nel quadro di un perverso
sistema in cui a decidere non sono parlamenti e popoli sovrani, ma
banchieri e finanza, in una oscena oligarchia che non pensa ma solo
calcola, ai danni del pianeta e dei popoli.
Il sogno di Kant è sostituito dall’incubo dell’eurocrazia:
pensare di pervenire al primo senza uscire dal secondo è un errore
clamoroso, purtroppo largamente egemonico nell’odierno panorama
culturale e politico.
Per imporre la schiavitù, il sistema moderno – scriveva il poeta
Ezra Pound
– utilizza il debito: il debitore finisce per essere asservito al
creditore, secondo un nesso di schiavitù puramente
economico-finanziario. L’usura ‘offende divina bontade’, scrive Dante
nella
Commedia (“Inferno”, XI, vv. 95-96). E la Grecia si sta ribellando contro l’usura del capitale finanziario.
Contro l’usura furono Dante e Aristotele, Tommaso e Marx, Platone e
Pound. E noi dovremmo accettare l’usura perché ‘ce lo chiede l’Europa’ e
lo vuole la signora Merkel?
Per tornare alla metaforica della droga e degli euroinomani, si
tratta di eliminare la droga (non di intensificare le dosi col “ci vuole
più Europa”!), nel nostro caso di uscire dal folle progetto
eurocratico, tornare alla sovranità nazionale democratica (la Grecia di
Tsipras ci sta arrivando?) e, da lì, perseguire forme di comunità
alternative, sempre basate sul riconoscimento tra liberi e uguali. La
vera Europa realizzata sarebbe quella in cui la Grecia e la Germania
stessero tra loro come soggetti liberi e uguali e non, come oggi
avviene, come un servo (la Grecia) e un signore (la Germania), secondo
una asimmetria fondata su nessi economici.
La vera Europa – di cui l’odierna è la perversa negazione – è
un’Europa plurale, di popoli liberi e sovrani,
con le loro lingue e le loro tradizioni, in cui a decidere sia il
popolo e non l’economia, gli uomini in carne e ossa e non le entità
‘sensibilmente sovrasensibili’ – avrebbe detto Marx – del mercato e
della finanza.
L’euro, del resto, non è stato un ‘errore': è stato il compimento di un esiziale processo di
spoliticizzazione dell’economia avviatosi nel 1989. Come ho cercato di spiegare nel mio ‘
Il futuro è nostro’ (Bompiani,
2014), l’euro e l’Unione Europea sono, infatti, il compimento di un
‘capitalismo assoluto’, in cui sovrani sono solo il mercato e quelle
realtà ‘piene di capricci teologici’ (Marx) come la Banca Centrale, che
nessuno ha democraticamente eletto e che, non di meno, decidono della
vita dei popoli.
Per questo, la lotta contro il capitale e in difesa del lavoro e dei
popoli deve essere oggi, anzitutto, lotta contro l’euro e la dittatura
finanziaria pudicamente chiamata “Unione Europea”. Tramite il colpo di
Stato eurocratico, si è instaurato un vero e proprio cesarismo
finanziario, in forza del quale si sono trasferiti i poteri dei governi
democratici a istanze prive di rappresentatività, non soggette ad alcun
controllo da parte del popolo. Si è instaurata la sovranità assoluta dei
mercati finanziari e si è prodotta un’autentica deriva oligarchica
della democrazia. È ora di disintossicarsi, prima che arrivi
inesorabilmente l’“overdose”.