lunedì 28 dicembre 2015
Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...
Associazione "Svizzera dei banchieri": in italiano, il "signoraggio" scompare...
Il 24 dicembre scorso, una nota della Cancelleria Federale svizzera annuncia che le firme raccolte per il referendum sulla moneta sovrana sono valide e che la consultazione popolare si terrà entro 18 mesi.
Nella nota di protesta dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), la parola "signoraggio", presente nella versione inglese, scompare inspiegabilmente.
Qui un estratto del testo inglese:
The Swiss Sovereign Money Initiative would also affect Swiss citizens, as it:
Mentre nel testo italiano:
L’Iniziativa Moneta intera implica effetti negativi sulla popolazione svizzera, in quanto:
Il 24 dicembre scorso, una nota della Cancelleria Federale svizzera annuncia che le firme raccolte per il referendum sulla moneta sovrana sono valide e che la consultazione popolare si terrà entro 18 mesi.
Nella nota di protesta dell'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), la parola "signoraggio", presente nella versione inglese, scompare inspiegabilmente.
Qui un estratto del testo inglese:
The Swiss Sovereign Money Initiative would also affect Swiss citizens, as it:
- would punish depositors, and they would earn even lower interests on their savings.
- would shrink the economy and the resulting tax deficits would have to be compensated by us all. The promise of increased profit from money creation (seigniorage) to the benefit of the general public is a fairy tale.
- would render mortgages more expensive. The dream of owning one’s own home would thus become viable for a reduced number of Swiss citizens.
Mentre nel testo italiano:
L’Iniziativa Moneta intera implica effetti negativi sulla popolazione svizzera, in quanto:
- penalizza i risparmiatori, destinati a percepire interessi ancora più esigui sui loro risparmi.
- comporta una contrazione dell’economia, chiamando tutti noi a compensare il minor gettito fiscale che ne deriva. I maggiori utili a favore della collettività generati dalla creazione di denaro sono una promessa vana e fantasiosa.
- comporta un rincaro delle ipoteche. Il sogno di un’abitazione di proprietà diviene quindi meno realizzabile per le cittadine e i cittadini svizzeri.
MISTERO !
MONETA SOVRANA: La Svizzera pronta al referendum
La Svizzera pronta al referendum contro le banche
di Marcello Bussi, MILANO FINANZA, 28 dicembre 2015
http://www.milanofinanza.it/news/la-svizzera-pronta-al-referendum-contro-le-banche-201512281043503585Il Movimento svizzero per la moneta sovrana ha proposto il referendum perché ritiene che la creazione di denaro da parte delle banche private sia contro l'articolo 99 della Costituzione federale ("il settore monetario compete alla Confederazione"). "Con l'introduzione della moneta intera", spiega il Movimento, "le banche non possono più creare denaro per conto proprio, ma solo prestare denaro che hanno ricevuto a disposizione dai risparmiatori, da altre banche o, quando necessario, dalla Banca nazionale. Le banche non hanno più un indebito vantaggio nei confronti degli altri attori del mercato, perché non possono più creare denaro loro stesse".
Secondo il Movimento, "a partire dall’introduzione della moneta intera, su tutti i conti che servono al traffico dei pagamenti si trova solo denaro elettronico garantito dalla Banca nazionale. La banca deve gestire questi conti come dei depositi titoli. Il denaro appartiene al titolare del conto e non va perso in caso di fallimento di una banca, ma non vengono pagati interessi. Chi preferisce ricevere interessi anziché avere denaro sicuro può, come finora, affidare il suo denaro alla banca tramite un conto risparmio o altre forme di investimento, contro interessi".
LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in
LaRouche: arrestare i banchieri che preparano il furto del bail-in
- domenica, 27 dicembre 2015 11:53
http://movisol.org/larouche-arrestare-i-banchieri-che-preparano-il-furto-del-bail-in/
Il 24 dicembre Lyndon LaRouche ha chiesto che i banchieri di Wall Street e della City di Londra che si accingono dal 1 gennaio a rubare miliardi di dollari di risparmi direttamente dai conti correnti, nell’ambito delle procedure di bail-in per salvare le banche, dovrebbero essere prontamente arrestati e messi in galera prima che commettano il furto.
Oggi si chiama bail-in, una volta di chiamava truffa. Negli
anni Venti e Trenta del secolo scorso, la JP Morgan e altre banche
truffarono i propri clienti inducendoli ad acquistare titoli della loro
banca che stava per dichiarare fallimento. Alcuni banchieri andarono in
galera per questo, grazie a Franklin Delano Roosevelt.
Qualche anno fa, le principali banche spagnole, incluso il Banco
Santander, hanno tentato la stessa truffa vendendo ai propri clienti
obbligazioni cosiddette “preferentes” delle banche in via di fallimento, imponendo enormi perdite ai propri clienti.
All’inizio dell’anno in corso, a Portorico, alcune delle principali
banche, incluse UBS e, di nuovo, Banco Santander, sono state colte con
le mani nel sacco mentre cercavano di rifilare ai propri clienti
obbligazioni municipali tossiche. Se la cavarono con una multa quando
furono colte sul fatto.
In Italia quattro banche sono state salvate confiscando i risparmi di 10mila loro clienti.
Questa pratica fraudolenta diventerà legale quando entrerà in vigore la
nuova legge dell’Unione Europea l’1 gennaio 2016, e pretende che l’8%
del capitale totale di una banca venga venduto sotto forma di “bail-in bond”, ovvero carta straccia equivalente al veleno per topi.
Anche negli Stati Uniti le banche di Wall Street intendono appropriarsi
dei risparmi della gente comune. La buona notizia è che la maggior parte
degli americani è così povera che non ha neanche dei risparmi da farsi
sottrarre. Un articolo di CNBC MarketWatch fa notare che quasi il 62% degli americani ha meno di 1.000 dollari di risparmi per le emergenze. Uno studio di Bankrate.com
dimostra anch’esso che il 62% non ha risparmi, aggiungendo che il 57%
di coloro che avevano dei risparmi prima del crac del 2008 li ha spesi
per far fronte alla crisi economica.
domenica 27 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
BANCHE: Unc chiede le dimissioni del capo della vigilanza
BANCHE: Unc chiede le dimissioni del capo della vigilanza di Bankitalia
http://www.consumatori.it/comunicati-stampa/banche-unc-chiede-le-dimissioni-del-capo-della-vigilanza-di-bankitalia/
Carmelo Barbagallo smentito da Ue sul blocco intervento Fondo Tutela
Roma, 10 dicembre 2015 – “Chiediamo le dimissioni del capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, visto che tutto ha fatto Bankitalia, fuorché vigilare” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo quanto dichiarato ieri dal capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, in audizione alla Camera, l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi nel salvataggio delle 4 banche in crisi non sarebbe stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Europea. Peccato che Barbagallo sia poi stato smentito dagli uffici comunitari e da un documento di Bruxelles, secondo il quale c’erano tre possibili strade per salvare le 4 banche italiane e loro non ne hanno favorita nessuna.
“Una figuraccia che si aggiunge alla mancata vigilanza. Bankitalia è intervenuta più volte dentro le banche fallite, rilevando delle anomalie negli anni precedenti ai default, ma non ha mai ritenuto di dover avvisare il mercato. In particolare, per Banca Marche, non l’ha fatto nel 2012 quando c’è stato l’aumento di capitale. Gli azionisti, di conseguenza, sono stati indotti ad acquistare azioni ed obbligazioni secondarie, confidando nell’efficienza e nella validità di Banca Marche. Ora qualcuno deve pagare per questo e non può che essere il responsabile della vigilanza. Per questo chiediamo le sue dimissioni” ha proseguito Dona.
Roma, 10 dicembre 2015 – “Chiediamo le dimissioni del capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, visto che tutto ha fatto Bankitalia, fuorché vigilare” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo quanto dichiarato ieri dal capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, in audizione alla Camera, l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi nel salvataggio delle 4 banche in crisi non sarebbe stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Europea. Peccato che Barbagallo sia poi stato smentito dagli uffici comunitari e da un documento di Bruxelles, secondo il quale c’erano tre possibili strade per salvare le 4 banche italiane e loro non ne hanno favorita nessuna.
“Una figuraccia che si aggiunge alla mancata vigilanza. Bankitalia è intervenuta più volte dentro le banche fallite, rilevando delle anomalie negli anni precedenti ai default, ma non ha mai ritenuto di dover avvisare il mercato. In particolare, per Banca Marche, non l’ha fatto nel 2012 quando c’è stato l’aumento di capitale. Gli azionisti, di conseguenza, sono stati indotti ad acquistare azioni ed obbligazioni secondarie, confidando nell’efficienza e nella validità di Banca Marche. Ora qualcuno deve pagare per questo e non può che essere il responsabile della vigilanza. Per questo chiediamo le sue dimissioni” ha proseguito Dona.
sabato 19 dicembre 2015
venerdì 18 dicembre 2015
giovedì 17 dicembre 2015
Scandalo banche: si indaga per truffa
Scandalo banche: si indaga per truffa, faro su Bankitalia e Consob
17 dicembre 2015, di Alessandra CaparelloNon si placa la polemica intorno alla vicenda del salvataggio da parte del governo guidato da Matteo Renzi grazie ai soldi dei risparmiatori di quattro banche sull’orlo del fallimento, Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti.
E proprio i risparmiatori rappresentati da Federconsumatori guidata da Rosario Trefiletti e Adusbef di Elio Lannutti hanno presentato un esposto. Stando a quanto riporta Repubblica ,la denuncia mossa dinanzi alla procura di Arezzo guidata da Roberto Rossi riguarda l’omessa vigilanza della Banca d’Italia e “di altri soggetti” – come si legge nelle carte – “che hanno provocato un danno enorme, bruciando il risparmio di migliaia di persone”.
Andando indietro nel tempo, nel 2013 all’interno di banca Etruria accadono due avvenimenti molto importanti: da una parte l’aumento di capitale per 100 milioni di euro effettuato a luglio e rilevatosi insufficiente e dall’altra l’emissione di circa 120 milioni di euro di obbligazioni subordinate. Da qui l’esposto delle due associazioni dei consumatori che puntano il dito proprio contro Bankitalia e la Commissione nazionale per la società e la borsa, i due organismi che dovevano controllare e vigilare, esposto portato all’attenzione della procura aretina che potrebbe sfociare nell’apertura di una quarta indagine sul reato di truffa ai danni dei clienti della banca.
Nell’esposto vengono citati due passaggi del prospetto di Bankitalia emesso all’epoca dell’aumento patrimoniale effettuato a luglio del 2013 da Banca Etruria:
“Al momento gli esiti dell’ispezione non sono noti e prevedibili e quindi ove la qualità del portafoglio creditizio e delle garanzie a mitigazione del relativo rischio dovessero essere considerate non pienamente soddisfacenti, i requisiti aggiuntivi richiesti da Banca d’Italia potrebbero essere innalzati”.
mercoledì 16 dicembre 2015
Prigionieri delle banche: la tutela dei nostri risparmi è battaglia di libertà
Mercoledì, 16 Dicembre 2015 06:07
Prigionieri delle banche: la tutela dei nostri risparmi è battaglia di libertà (prima puntata)
http://lavocedeltrentino.it/index.php/877-anno2013/prima-pagina/la-parola-al-direttore/23963-prigionieri-delle-banche-la-tutela-dei-nostri-risparmi-e-battaglia-di-liberta-prima-puntata
Il crac delle banche " amiche" (di Renzi & C.) con la
messa sul lastrico di migliaia di risparmiatori altro non è che il
gravissimo segnale della crisi del sistema bancario italiano.
Le quattro banche fallite ma " salvate" con decreto del
governo: Cariferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Caririeti, sono la
punta dell'iceberg: il sistema bancario italiano accusa, nel suo
complesso, una sofferenza di ben 200 miliardi di euro. (nella foto la
protesta alla Banca d'Itallia di Trento ancora nel lontano 12 settembre 2008)
Ci sono evidenti responsabilità manageriali unite a precise
responsabilità politiche che saranno delineate (almeno questa è la
speranza) dalle indagini avviate dalla magistratura, mentre è annunciata
(con il consenso di tutti) la costituzione di una commissione di
inchiesta parlamentare.
La storia d'Italia, dalla sua unità, è costellata da scandali bancari
con non trascurabili intrecci di natura politica. Clamoroso quello della
Banca Romana che esplose alla fine dell' 800 con il coinvolgimento di
alcuni settori della sinistra storica e dei governi Crispi e Giolitti.
Il " caso" della Banca Romana provocò inchieste della magistratura e parlamentari, con arresti "importanti", rapimenti e persino delitti.
Per mettere in sicurezza il sistema bancario e liberarlo dalla speculazione dei titoli " tossici" e dalla finanza " creativa" che sono veri imbrogli, è necessario recuperare la sovranità monetaria. Non esiste sovranità popolare se non c'è sovranità monetaria. La moneta deve appartenere al popolo e il reddito di signoraggio va tolto alle banche, che sono aziende private a tutti gli effetti.
Anche Bankitalia, dopo la privatizzazione delle banche dell'IRI voluta
da Romano Prodi, è privata, e di proprietà delle banche medesime.
L'unico ente pubblico presente in Bankitalia è l'INPS (con la
partecipazione del 5% del capitale).
Che cos'è il signoraggio?
Tralasciando il significato storico (di derivazione medioevale "aggio
del signore"), il signoraggio è la differenza tra il valore nominale
della moneta e il suo costo di stampa. Ecco un semplice esempio. Se il
costo di stampa della moneta di 5 euro è 30 centesimi, il reddito
conseguito dalla BCC (Banca Centrale Europea) che stampa la moneta è di
4,70 euro (signoraggio primario), mentre il signoraggio secondario è il meccanismo del c. d. " moltiplicatore monetario" utilizzato dalla banche di credito (proprietarie delle banche centrali).
La Banca d'Italia (di proprietà delle banche private,
di società di assicurazioni per il 94,33% e per 5,67% da INPS e INAIL:
situazione al 31.12.2014) ha la partecipazione del 12,3108 della BCE,
che, a tutti gli effetti, è banca privata. Di conseguenza, l'euro è di
proprietà privata della BCE.
Ma gli Stati dell'UE (tranne Inghilterra, Svezia e Danimarca che hanno
conservato le rispettive monete nazionali) comperano gli euro con i
titoli del debito pubblico. Da qui, lo stretto legame tra moneta (euro) e
debito pubblico nazionale. La bolletta finanziaria dell'Italia
(ammontare degli interessi passivi sui titoli di Stato) varia tra i 70
ai 100 miliardi di euro all'anno (punta massima 99 miliardi nel 1992).
Per il 2015 la previsione è una bolletta di ca 70 miliardi di euro (pari al 4,3% del Pil)
Prima domanda. Perché " regalare" al sistema
delle banche, che sono aziende private, il reddito di signoraggio? Si
rivendichi la sovranità monetaria, assicurando il reddito di signoraggio
alla Stato, cioè a tutti noi!
Seconda domanda. Perché l'operato della BCE e delle banche centrali nazionali è insindacabile, secondo gli articoli 107 (1) e 105A (2) del Trattato di Maastricht? Si chieda l'abolizione di tali norme o si esca dall'UE!
(1) Articolo 107 del Trattato di Maastricht
Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei
doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo Statuto del SEBC,
né la BCE né una Banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi
organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle
istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né
da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari
nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo
principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi
decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali
nell'assolvimento dei loro compiti.
(2) Articolo 105A del Trattato di Maastricht
1. La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di
banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali
nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e
dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi
corso legale nella Comunità.
2. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l'approvazione delle BCE per quanto riguarda il volume del conio.
domenica 13 dicembre 2015
La Procura di Roma apre inchiesta su Bankitalia
#Crac banche: su denuncia Adusbef e Federconsumatori a 9 Procure, la procura Roma ha aperto inchiesta su operato #Bankitalia. Risparmio tradito stavolta non resterà impunito
Le evidenti responsabilità dell’omessa vigilanza nei casi di Banca Marche CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria, e di altre due banche venete, denunciate da Adusbef e Federconsumatori a 9 Procure della Repubblica il 3 dicembre scorso saranno accertate dalla Procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta su Bankitalia.
Adusbef e Federconsumatori che avevano ipotizzato i reati di truffa, appropriazione indebita, ed omessa vigilanza (altro che ostacolo alla vigilanza) ringraziano il Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone per la sensibilità dimostrata verso una truffa gigantesca ed annesso esproprio criminale del risparmio, che ha ridotto sul lastrico 130.000 famiglie vittime di Bankitalia, che ha portato una vittima ad impiccarsi ad una ringhiera dopo aver perso sudore e sacrifici di una vita, con analogo esproprio di altri 208.000 azionisti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
I vertici di Bankitalia, a cominciare dal Governatore Ignazio Visco e dal capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo, non possono più restare al loro posto per l’evidente inidoneità a tutelare il bene sacro del risparmio, per non far replicare tra qualche anno, le tragedie del risparmio tradito, come già accaduto 10 anni fa con i crac di Cirio, Parmalat e dei tango bond. Se questi signori non avranno la sensibilità di dimettersi, devono essere destituiti per decreto, assieme a Giuseppe Vegas presidente CONSOB per non far restare impunito il risparmio tradito e la fisico al collasso nelle banche. Infine, Adusbef e Federconsumatori, la cui delegazione parteciperà oggi al sit in a Firenze delle vittime di Bankitalia e delle banche, chiedono il rimborso integrale dei risparmi rubati, attingendo dai conti economici di Bankitalia e dai dividendi pari a 380 milioni annui pagati alle banche socie, ritenendo inaccettabile l'elemosina di Stato concessa da arbitri incostituzionali, non essendo tollerabile confondere diritti e dignità con elargizioni elemosinali.
Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Roma,13.12.2015
Le evidenti responsabilità dell’omessa vigilanza nei casi di Banca Marche CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria, e di altre due banche venete, denunciate da Adusbef e Federconsumatori a 9 Procure della Repubblica il 3 dicembre scorso saranno accertate dalla Procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta su Bankitalia.
Adusbef e Federconsumatori che avevano ipotizzato i reati di truffa, appropriazione indebita, ed omessa vigilanza (altro che ostacolo alla vigilanza) ringraziano il Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone per la sensibilità dimostrata verso una truffa gigantesca ed annesso esproprio criminale del risparmio, che ha ridotto sul lastrico 130.000 famiglie vittime di Bankitalia, che ha portato una vittima ad impiccarsi ad una ringhiera dopo aver perso sudore e sacrifici di una vita, con analogo esproprio di altri 208.000 azionisti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
I vertici di Bankitalia, a cominciare dal Governatore Ignazio Visco e dal capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo, non possono più restare al loro posto per l’evidente inidoneità a tutelare il bene sacro del risparmio, per non far replicare tra qualche anno, le tragedie del risparmio tradito, come già accaduto 10 anni fa con i crac di Cirio, Parmalat e dei tango bond. Se questi signori non avranno la sensibilità di dimettersi, devono essere destituiti per decreto, assieme a Giuseppe Vegas presidente CONSOB per non far restare impunito il risparmio tradito e la fisico al collasso nelle banche. Infine, Adusbef e Federconsumatori, la cui delegazione parteciperà oggi al sit in a Firenze delle vittime di Bankitalia e delle banche, chiedono il rimborso integrale dei risparmi rubati, attingendo dai conti economici di Bankitalia e dai dividendi pari a 380 milioni annui pagati alle banche socie, ritenendo inaccettabile l'elemosina di Stato concessa da arbitri incostituzionali, non essendo tollerabile confondere diritti e dignità con elargizioni elemosinali.
Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Roma,13.12.2015
sabato 12 dicembre 2015
Derivati segreti: il Tesoro non pubblica i contratti
Derivati, ecco quanto ci costano
Debito pubblico e tassi: il rapporto
sui costi e le stime del Tesoro
I numeri del primo rapporto pubblicato sul sito del ministero dell’Economia. La parte più opaca riguarda i 160 miliardi in derivati, già costati all’erario negli ultimi 4 anni 16,9 miliardi, e con una perdita potenziale di oltre 40
di Milena Gabanelli
http://www.corriere.it/economia/15_dicembre_10/derivati-ecco-quanto-ci-costano-debito-pubblico-tassi-rapporto-costi-stime-tesoro-e6b90c6e-9f22-11e5-a5b0-fde61a79d58b.shtml
Finalmente tutti coloro che vogliono sapere
cosa sta succedendo al nostro debito pubblico sono serviti: il primo
rapporto sul debito pubblico italiano è online, sul sito del Ministero
dell’Economia. Lo ha scritto la direzione di Maria Cannata, ovvero colei
che di quei 2.199 miliardi di debito sa tutto perché lo gestisce da 15
anni. Sa tutto anche della parte più opaca che riguarda i 160 miliardi
in derivati, già costati all’erario negli ultimi 4 anni 16,9 miliardi, e
con una perdita potenziale di oltre 40. Peccato che a questo «bubbone»
vengano dedicate solo 2 paginette, ma la cosa non stupisce dato che
nessuno può vedere i contratti, neanche i parlamentari della Repubblica.
Eppure di cose da spiegare ce ne sarebbero, a partire dalla probabilità
che il Tesoro, nei prossimi 5 anni, paghi 15 miliardi di quei 40.
Secondo i calcoli del Nens di Vincenzo Visco,
la probabilità sarebbe del 95%. Inoltre grazie ai derivati la durata
del debito pubblico è stata allungata di 80 giorni, e questo ci costerà,
per ogni giorno in più, mezzo miliardo di euro. Ne vale la pena? Non si
sa, dato che il Tesoro si guarda bene dal rendere pubblici i contratti, nonostante il premier Renzi un anno fa avesse detto che sarebbero stati messi sul sito web del Tesoro.
Tornando alle due paginette, nonostante
la stringatezza qualche informazione si riesce ad estrapolare, e
riguarda le grandi banche, sopratutto estere, che hanno fatto derivati
con lo Stato. Si legge: «La costante discesa dei tassi di mercato ha
prodotto ... le condizioni per l’attivazione di nuovi Irs a tasso fisso
attraverso l’esercizio di opzioni in precedenza vendute dal Tesoro».
Tradotto: le banche hanno esercitato clausole per cui il ribasso dei
tassi non determinerà una minore spesa per interessi per lo Stato.
Quindi anche se Draghi ha portato i tassi sotto zero noi continuiamo a
pagare. Sarebbe bene sapere per quanti miliardi di debito pubblico, e
per quanto tempo, abbiamo preso l’impegno a pagare tassi fissi più alti
di quelli di mercato: 1, 10 o 100 miliardi?
Poco dopo si legge: «...Il contenimento
dell’esposizione delle banche controparti è stato funzionale a
massimizzare l’attività degli intermediari nelle aste del debito
pubblico». Tradotto: le banche ci hanno chiesto di fare operazioni in
derivati o ristrutturazioni per ridurre la loro esposizione al
rischio-Italia, e noi le abbiamo assecondate, altrimenti non avrebbero
comprato i nostri titoli di Stato. Quindi ci hanno preso per il collo, e
paghiamo pure il “pizzino”, visto che dal 2014 i tassi sono sempre
stati calanti e ora addirittura sono negativi?
Interessante la parte dedicata alle swaption:
«...Si è intervenuti a rimodularne le condizioni e ad allungare la
duration della posizione per il Tesoro, posponendo la data di esercizio
dell’opzione, estendendo la scadenza dello swap sottostante e riducendo
proporzionalmente il tasso fisso che il Tesoro verrebbe a pagare in caso
di esercizio su un nozionale incrementato. Ciò si è sostanziato nel
riacquisto della swaption originaria, finanziato con la vendita della
nuova, con le caratteristiche di durata e di tasso menzionate». Arduo
districarsi ... il significato però dovrebbe essere: caro Tesoro, stai
messo male con quel derivato, talmente male che ne devi fare un altro
ancora peggiore, i cui danni si manifesteranno più in là nel tempo e
intanto per quest’anno è tutto a posto.
Poi c’è il derivato su valute. Si
legge che «costituiva la copertura di un titolo trentennale da 250
milioni di sterline inglesi e il Tesoro, trovandosi in posizione
creditoria, ha incassato circa 75 milioni. ... Per il titolo in
sterline, viste le difficoltà del Tesoro nel porre in essere una nuova
copertura e considerata la dimensione limitata del bond che sarebbe
rimasto esposto alle fluttuazioni del cambio, si è preferito rinunciare
temporaneamente a coprire l’esposizione in valuta». Per i comuni mortali
ciò significa che abbiamo battuto cassa e ora siamo senza copertura sul
rischio di cambio per 250 milioni di sterline. Visto che l’euro si è
svalutato del 15% (come prevedibile effetto del Quantitative Easing), le
perdite di oggi controbilanciano l’incasso dei 75 milioni del 2014? Chi
lo sa!
Comunque Maria Cannata a modo suo e fra le righe, le cose le ha scritte. Se poi un domani la Corte dei Conti o una Procura della Repubblica dovessero chiedere conto di tutte le carte per capire le ragioni per le quali sono state fatte operazioni dannose per lo Stato, potrà sempre dire: «Ma io la relazione l’ho inviata al governo, alla commissione finanza, ai rami del Parlamento, se non hanno capito e non è stato posto rimedio, che c’entro?».
Comunque Maria Cannata a modo suo e fra le righe, le cose le ha scritte. Se poi un domani la Corte dei Conti o una Procura della Repubblica dovessero chiedere conto di tutte le carte per capire le ragioni per le quali sono state fatte operazioni dannose per lo Stato, potrà sempre dire: «Ma io la relazione l’ho inviata al governo, alla commissione finanza, ai rami del Parlamento, se non hanno capito e non è stato posto rimedio, che c’entro?».
10 dicembre 2015 (modifica il 10 dicembre 2015 | 10:57)
giovedì 3 dicembre 2015
La guerra della NATO contro l'Europa
«L’arte della guerra»
Missile contro il gasdotto
di
Manlio Dinucci
Il missile Aim-120 Amraam lanciato dall’F-16 turco
(ambedue made in Usa) non era diretto solo al caccia russo impegnato in
Siria contro l’Isis, ma a un obiettivo ben più importante: il Turkish
Stream, il progettato gasdotto che porterebbe il gas russo in Turchia e,
da qui, in Grecia e altri paesi della Ue.
Il Turkish Stream è la risposta di Mosca al siluramento, da parte di
Washington, del South Stream, il gasdotto che, aggirando l’Ucraina,
avrebbe portato il gas russo fino a Tarvisio (Udine) e da qui nella Ue,
con grandi benefici per l’Italia anche in termini di occupazione [1].
Il progetto, varato dalla russa Gazprom e dall’italiana Eni e poi
allargato alla tedesca Wintershall e alla francese Edf, era già in fase
avanzata di realizzazione (la Saipem dell’Eni aveva già un contratto da 2
miliardi di euro per la costruzione del gasdotto attraverso il Mar
Nero) quando, dopo aver provocato la crisi ucraina, Wa-shington lanciava
quella che il New York Times definiva «una strategia aggressiva mirante a ridurre le forniture russe di gas all’Europa».Sotto pressione Usa, la Bulgaria bloccava nel dicembre 2014 i lavori del South Stream affossando il progetto [2]. Contemporaneamente però, nonostante Mosca e Ankara fossero in campi opposti riguardo a Siria e Isis, la Gazprom firmava un accordo preliminare con la compagnia turca Botas per la realizzazione di un duplice gasdotto Russia-Turchia attraverso il Mar Nero.
Il 19 giugno Mosca e Atene firmavano un accordo preliminare sull’estensione del Turkish Stream (con una spesa di 2 miliardi di dollari a carico della Russia) fino alla Grecia, per farne la porta d’ingresso del nuovo gasdotto nell’Unione europea [3].
Il 22 luglio Obama telefonava a Erdogan, chiedendo che la Turchia si ritirasse dal progetto [4].
Il 16 novembre Mosca e Ankara annunciavano, invece, prossi-mi colloqui governativi per varare il Turkish Stream, con una portata superiore a quella del maggiore gasdotto attraverso l’Ucraina. Otto giorni dopo, l’abbattimento del caccia russo provocava il blocco, se non la cancellazione, del progetto.
Sicuramente a Washington hanno brindato al nuovo successo. La Turchia, che importa dalla Russia il 55% del gas e il 30% del petrolio, viene invece danneggiata dalle sanzioni russe e rischia di perdere il grosso business del Turkish Stream. Chi allora in Turchia aveva interesse ad abbattere volutamente il caccia russo, sapendo quali sarebbero state le conseguenze? La frase di Erdogan «Vorremmo che non fosse successo, ma è successo, spero che una cosa del genere non accada più» implica uno scenario più complesso di quello ufficiale. In Turchia ci sono importanti comandi, basi e radar Nato sotto comando Usa: l’ordine di abbattere il caccia russo è stato da-to all’interno di tale quadro.
Qual è a questo punto la situazione nella «guerra dei gasdotti»? Usa e Nato controllano il territorio ucraino da cui passano i gasdotti Russia-Ue, ma la Russia può fare oggi meno affidamento su di essi (la quantità di gas che trasportano è calata dal 90% al 40% dell’export russo di gas verso l’Europa) grazie a due corridoi alternativi.
Il Nord Stream che, a nord dell’Ucraina, porta il gas russo in Germania: la Gazprom ora lo vuole raddoppiare ma il proget-to è avversato nella Ue dalla Polonia e altri governi dell’Est (legati più a Washington che a Bruxelles).
Il Blue Stream, gestito alla pari da Gazprom ed Eni, che a sud passa dalla Turchia ed è per questo a rischio.
La Ue potrebbe importare molto gas a basso prezzo dall’Iran, con un gasdotto già pro-gettato attraverso Iraq e Siria, ma il progetto è bloccato (non a caso) dalla guerra scatenata in questi paesi dalla strategia Usa/Nato.
[1] “Come Vladimir Putin ha ribaltato la strategia della NATO”, di Thierry Meyssan, Traduzione Emilio M. Piano, Megachip-Globalist (Italia), Rete Voltaire, 8 dicembre 2014.
[2] “Chi ha sabotato il gasdotto South Stream”, di Manlio Dinucci, Tommaso di Francesco, Il Manifesto (Italia), Rete Voltaire, 10 giugno 2014.
[3] “Greece to invest $2 bn in Turkish Stream, will sign memorandum asap - Energy Minister”, Russia Today, June 1, 2015.
[4] Queste informazioni non appare sulla stampa della Casa Bianca : “Obama’s Call with Turkish President Erdoğan”, The White House, July 22, 2015.
[2] “Chi ha sabotato il gasdotto South Stream”, di Manlio Dinucci, Tommaso di Francesco, Il Manifesto (Italia), Rete Voltaire, 10 giugno 2014.
[3] “Greece to invest $2 bn in Turkish Stream, will sign memorandum asap - Energy Minister”, Russia Today, June 1, 2015.
[4] Queste informazioni non appare sulla stampa della Casa Bianca : “Obama’s Call with Turkish President Erdoğan”, The White House, July 22, 2015.
mercoledì 2 dicembre 2015
Auguri dall’Italia per lo storico referendum sulla moneta in Svizzera
Auguri dall’Italia per lo storico referendum sulla moneta in Svizzera
martedì 1 dicembre 2015
Svizzera: depositata l'iniziativa "moneta intera"
ATS News
Depositata l'iniziativa "moneta intera" con 110'000 firme
01.12.2015 - aggiornato: 01.12.2015 - 12:25
http://www.gdp.ch/ats-news/depositata-liniziativa-moneta-intera-con-110000-firme-id101135.html
http://www.gdp.ch/ats-news/depositata-liniziativa-moneta-intera-con-110000-firme-id101135.html
Nel sistema attuale le banche creano denaro
aggiungendo con i computer cifre sui conti bancari, ma si tratta di
"denaro virtuale" che non proviene dalla Banca nazionale, ma viene
creato dalle banche stesse. Gli istituti bancari infatti quando aprono
un credito posseggono solo una minima parte della valuta. La cifra
riportata sui conti bancari inoltre non è un mezzo legale di pagamento,
ma solo una promessa da parte di una banca di pagare denaro contante
quando necessario. Se una banca si trovasse in una situazione precaria i
clienti non potrebbero più prelevare denaro. Esiste una garanzia sui
depositi fino a 100'000 franchi ma questa copre solo l’1,4% di tutti gli
averi.
In Svizzera dal 2003 al 2012 c'erano mediamente 340 miliardi di franchi di massa monetaria: solo il 10% era denaro emesso dalla Banca nazionale svizzera (BNS), il restante 90%, pari a circa 300 miliardi, era "denaro elettronico" creato dalle banche private.
L'iniziativa Moneta intera chiede di cambiare questo sistema permettendo solo alla Banca nazionale di creare moneta elettronica. Le banche potranno concedere prestiti solo con denaro che hanno ricevuto da risparmiatori, altre banche o dalla Banca nazionale. La moneta elettronica diventerebbe così un mezzo legale di pagamento, come le banconote e le monete, e apparterrebbe al proprietario esattamente come il contante che ha nel portafogli o in cassaforte, spiegano gli iniziativisti
Il denaro contante viene sempre meno utilizzato e sostituito da transazioni. Continuando di questo passo i cittadini quindi non avranno più a disposizione un mezzo legale di pagamento che valga come il denaro contante e sarebbero completamente dipendenti dalle promesse di pagamento della banche.
Inoltre sempre secondo gli iniziativisti il sistema attuale è contrario alla volontà del popolo. Nel 1891 infatti, con una votazione popolare, gli svizzeri decisero di affidare unicamente alla BNS la creazione "di biglietti di banca e di ogni altra moneta fiduciaria". L'iniziativa "Moneta intera" sarebbe quindi un'iniziativa di implementazione di quel voto.
Con la moneta intera, aggiungono i promotori, le banche continueranno ad occuparsi del traffico dei pagamenti, della concessione di crediti, della gestione patrimoniale e di altri servizi finanziari: semplicemente non potranno più creare denaro per conto proprio.
In Svizzera dal 2003 al 2012 c'erano mediamente 340 miliardi di franchi di massa monetaria: solo il 10% era denaro emesso dalla Banca nazionale svizzera (BNS), il restante 90%, pari a circa 300 miliardi, era "denaro elettronico" creato dalle banche private.
L'iniziativa Moneta intera chiede di cambiare questo sistema permettendo solo alla Banca nazionale di creare moneta elettronica. Le banche potranno concedere prestiti solo con denaro che hanno ricevuto da risparmiatori, altre banche o dalla Banca nazionale. La moneta elettronica diventerebbe così un mezzo legale di pagamento, come le banconote e le monete, e apparterrebbe al proprietario esattamente come il contante che ha nel portafogli o in cassaforte, spiegano gli iniziativisti
Il denaro contante viene sempre meno utilizzato e sostituito da transazioni. Continuando di questo passo i cittadini quindi non avranno più a disposizione un mezzo legale di pagamento che valga come il denaro contante e sarebbero completamente dipendenti dalle promesse di pagamento della banche.
Inoltre sempre secondo gli iniziativisti il sistema attuale è contrario alla volontà del popolo. Nel 1891 infatti, con una votazione popolare, gli svizzeri decisero di affidare unicamente alla BNS la creazione "di biglietti di banca e di ogni altra moneta fiduciaria". L'iniziativa "Moneta intera" sarebbe quindi un'iniziativa di implementazione di quel voto.
Con la moneta intera, aggiungono i promotori, le banche continueranno ad occuparsi del traffico dei pagamenti, della concessione di crediti, della gestione patrimoniale e di altri servizi finanziari: semplicemente non potranno più creare denaro per conto proprio.
L'incredibile scoperta della pratica bancaria
L'incredibile
scoperta della pratica bancaria
di Marco Saba,
IASSEM, 1 dicembre 2015
L'ultimo testo del
professor Richard Werner, che apparirà pubblicato nel prossimo
numero della Rivista Internazionale di Analisi Finanziaria (1),
s'intitola: “Un secolo perduto nell'economia: tre teorie bancarie e
la prova conclusiva”.
Riportiamo la traduzione del sommario
in italiano per la comodità del lettore:
“Come operano
le banche e da dove arriva la provvista di denaro? La crisi
finanziaria ha sollevato la consapevolezza che queste domande sono
state inopportunamente sottovalutate da molti ricercatori. Nel secolo
passato, in periodi differenti, hanno dominato tre differenti teorie
sulla pratica bancaria:
1) La teoria
bancaria correntemente prevalente dell'intermediazione finanziaria
dice che le banche raccolgono i depositi e poi li prestano, proprio
come gli altri intermediari finanziari non bancari.
2) La vecchia
teoria bancaria della riserva frazionaria dice che ogni banca
individualmente è un intermediario finanziario che non ha potere di
creare moneta, ma che il sistema bancario nel suo insieme è capace
di creare moneta attraverso il processo della “multipla espansione
dei depositi” (il moltiplicatore monetario).
3) La teoria
bancaria della creazione del credito, predominante un secolo fa, non
considera le banche come intermediari finanziari che raccolgono
depositi per poi prestarli, ma invece argomenta che ogni banca
individualmente crea credito e moneta nuova ogni volta che la banca
effettua un prestito.
Le teorie
differiscono nel loro trattamento contabile del prestito bancario e
anche per quanto riguarda le implicazione procedurali.
Poiché secondo
la teoria dominante dell'intermediazione finanziaria le banche sono
virtualmente identiche agli altri intermediari finanziari non
bancari, queste non sono incluse nei modelli economici usati
nell'economia o dai banchieri centrali. Inoltre, la teoria che vede
le banche come intermediari ci procura il razionale per la
regolazione bancaria basata sull'adeguatezza del capitale. Se questa
teoria non fosse corretta, la corrente modellazione prevalente
nell'economia e le politiche di regolazione sarebbero senza
fondamento empirico.
Nonostante l'importanza della questione, finora solo una prova
empirica delle tre teorie è stata riportata nelle riviste
scientifiche. Questo documento presenta una seconda prova empirica,
ricorrendo a metodi alternativi, che permette il controllo di tutti
gli altri fattori. Le teorie bancarie dell'intermediazione
finanziaria e della riserva frazionaria vengono rifiutate dalle prove
presentate. Questa scoperta mette in dubbio le motivazioni per la
regolamentazione dell'adeguatezza patrimoniale della banca al fine di
evitare le crisi bancarie, come viene illustrato nel caso di studio
di Barclays Bank durante la crisi. La scoperta indica che consigliare
e incoraggiare i paesi in via di sviluppo a prendere in prestito
dall'estero, è fuorviante. La trattazione considera qual'è il motivo
per cui gli economisti hanno fallito per gran parte del secolo scorso
nel fare progressi per quanto riguarda la conoscenza del sistema
monetario, e perché invece si sono spostati sempre più lontano
dalla verità, come già era riconosciuta dalla teoria della
creazione di credito ben più di un secolo fa. Viene trattato il
ruolo dei conflitti di interessi delle parti interessate nel plasmare
l'attuale consenso accademico che non tiene conto delle banche. Viene
indicata una serie di percorsi per le ulteriori necessarie ricerche.”
E poi Werner, dopo
aver analizzato il bilancio della Banca Raffeisen ed aver dimostrato
empiricamente la validità dellla teoria della creazione del
“credito”, e che questo credito è denaro, conclude:
“(quanto sopra)
rinforza la necessità di una nuova agenda di ricerca
interdisciplinare sul ruolo delle banche e della banca centrale in
particolare, e del sistema monetario in generale,
che dovrebbe essere saldamente radicata nella metodologia della
ricerca empirica e induttiva
per produrre economia scientifica. Mentre molti autori hanno
proclamato un offuscamento continuo della divisione tra le banche e
le istituzioni finanziarie non bancarie, l'autore
ha mostrato esattamente quello che consente alle banche di creare
denaro (e capitale) dal nulla, mentre le
non-banche non sono
in grado di farlo. E' quindi richiesto un
lavoro interdisciplinare con i ricercatori
in politica, diritto, contabilità, gestione, ricerca operativa,
informatica, ingegneria e sistemi di ricerca per assicurare che
l'economia e la finanza per conto proprio non possano
continuare ad ignorare la realtà empirica e si
avviino in un altro secolo perso per le
scienze economiche .”
Nello
studio precedente (2) Werner affermava che la legalità o meno del
modo con cui le banche gestiscono la parte
contabile necessita di una ulteriore ricerca legale al di là degli
scopi dell'autore, tuttavia rimane aperta
la questione contabile: le banche
registrano l'operazione del prestito NON evidenziando la creazione di
nuovo denaro ma lasciando supporre all'osservatore che esse
utilizzino il denaro contenuto nei depositi, mentre, come
empiricamente dimostrato, nella pratica si comportano in tutt'altro
modo. Le conseguenze di questa tenuta contabile difforme dalla realtà
dei fatti sono state da me evidenziate nel corso di varie assemblee
degli azionisti presso le più importanti banche italiane nel 2014 e
2015.
In pratica, non contabilizzando nell'attivo di cassa il denaro
creato ex novo, si simula una situazione passiva dell'istituto che
non corrisponde a verità ma che influisce sulla nostra realtà visto
l'affannarsi delle autorità nel cercare continuamente metodi per
rimpinguare le casse delle banche, come l'esempio della recente legge
sul BAIL-IN ben ci dimostra.
Si cerca cioè continuamente di riempire
un falso buco contabile attingendo alle tasche dei cittadini,
direttamente o indirettamente, perché non si vuol riconoscere
l'enorme guadagno non contabilizzato che le banche ottengono creando
soldi dal nulla e pretendendo di farseli restituire con gli
interessi.
L'entità
della grave situazione che così si crea è sotto gli occhi di
chiunque. Basta andare in Grecia, o vivere in Italia aprendo gli
occhi. per scoprire la realtà della miseria assurda e non necessaria che creano
continuamente queste politiche bancarie di offuscamento contabile
dell'abbondanza possibile dei mezzi monetari, e quindi della
fattibilità immediata di un reddito di sussistenza per tutti, per
capire che viviamo nella caverna di
Platone.
Il vero problema oggi è che il
sistema bancario è fuori controllo, ma non solo, c'è anche il fatto
drammatico che il mostro di Bankenstein si
è impadronito di tutto il resto. Autorità di controllo comprese,
oltre a tutta l'ostentata ignoranza e indifferenza mostrata
dai media col
silenzio assordante su questo problema.
Note:
1) Werner, R.A., A
lost century in economics: Three theories of banking and the
conclusive evidence, International Review of Financial Analysis
(2015)
2) “Whether
the Client Money Rules were designed for this purpose, and whether it
is indeed lawful for banks to reclassify general ‘accounts payable’
items as specific liabilities defined as ‘customer deposits’,
without the act of depositing having been undertaken by anyone, is a
matter that requires further legal scrutiny, beyond the scope of this
paper.”
In: Werner, R.A.,
How do banks create money, and why can other firms not do the same?
An explanation for the coexistence of lending and deposit-taking,
International Review of Financial Analysis, Volume 36, December 2014,
Pages 71–77