Il Parlamento Europeo non riesce più a tollerare il comportamento dei burocrati. Serviti, riveriti e osannati per decenni, ora la musica sta cambiando. I gruppi contro la tecnocrazia non intendono passare la mano e continueranno a portare la voce di milioni e milioni di cittadini europei dentro le aule che contano.
Avete presente quando, alla fine di una discussione, improvvisamente vi viene in mente tutto quello che avreste potuto dire per ribattere al contraddittorio? Ecco, non è questo il caso. Perché nell'intervento che vi riportiamo del portavoce Marco Zanni, è stato detto tutto quello che milioni e milioni di persone vorrebbero dire al presidente della Banca Centrale Europea, ieri nella seduta plenaria di Bruxelles.
Alle non risposte, questa volta, anche la voce della Grecia si è fatta sentire con l'europarlamentare Notis Marias, vicepresidente del gruppo ECR. E' stato lui a interrompere lo sproloquio del governatore volto a nascondere sotto la sabbia (leggasi i 4 mesi di proroga agli ellenici) una polveriera che ha già messo a nudo l'intero sistema.
L'incontro, tra l'incredulità generale, si è interrotto con abbondante anticipo quando Mario Draghi ha deciso di andarsene lasciando tutti a discutere con un fantasma.
Caro presidente, è così rumorosa la voce di milioni di cittadini?
L'intervento di Marco Zanni con Mario Draghi, presidente BCE:
L'intervento di Marco Valli con Jeroen Dijsselbloem, presidente Eurogruppo:
Intanto, ieri, Varoufakis ha espresso una velata preoccupazione per il rimborso dei prestiti al FMI in marzo che ammontano ad 1,6 miliardi di euro. Infatti non sembrano esserci risorse disponibili, anche perché il programma di estensione è ancora in corso di definizione. L'idea del Ministro greco per ripagare il FMI ricalca la polemica di ieri al Parlamento Europeo, cioè la restituzione da parte della BCE degli utili sui bond greci acquistati nel programma SMP che ammonterebbero a 1,9 miliardi di euro. Questa disponibilità vorrebbe essere usata dal governo greco per ripagare i prestiti di Marzo. Ma il buon Draghi ha già detto "nein".
Ecco le scadenze di marzo per il governo greco:
6 Marzo: maturano €1,4 miliardi T-Bills da rimpiazzare con nuove immissioni;
6 Marzo: Repay €300 milioni al FMI;
13 Marzo: Repay €350 milioni al FMI;
13 Marzo: maturano €1,6 miliardi T-Bills da rimpiazzare con nuove immissioni;
16 Marzo: Repay €580 milioni al FMI;
20 Marzo: Repay €350 milioni al FMI;
20 Marzo: maturano altri €1,6 miliardi T-Bills sempre da rimpiazzare con nuove immissioni.
In totale si parla di 1,6 miliardi di euro da ripagare al FMI, e 4,6 miliardi da rifinanziare con nuovi T-Bills. Inoltre iniziano ad uscire le prime stime ancora non precise di parte del programma Tsipras presentato alla Troika, molto utopico a livello di lotta all'evasione (su 7 miliardi di evasione accertata prevede di recuperarne 2 miliardi) e non quantificabile a livello di tempistica; probabilmente non sarà sufficiente per FMI, BCE ed Europa, infatti verranno inserite le privatizzazioni (partita ancora aperta) e verra discusso il rialzo dell'IVA per rientrare nei parametri richiesti.
Ecco le stime di entrate/uscite del suo piano:
Entrate:
Riscossione tasse in ritardo: € 3 miliardi;
Contributi previdenziali: € 1,5 miliardi;
Evasione fiscale (azione sulla piccola evasione, i grandi capitali già scappati): €2 miliardi su € 7 miliardi su 3500 casi confermati;
Contrabbando: contrabbando di carburante €1,5 miliardi e tabacco €800 milioni.
Uscite:
Sistema bancario: €2 miliardi per una bad bank per raccogliere i NPL (non performing loans);
Crisi umanitaria: €1.32 miliardi (pochissimo rispetto a promesse elettorali);
Amministrazione: tagli del 20% sull'approvvigionamento con un sistema comune per i governi locali e ospedali quantificato in €1 miliardo.
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