LA PRIMA VOLTA DEI DERIVATI
- Pubblicato: Venerdì, 28 Agosto 2015 13:45
- http://www.italia.attac.org/joom-attac/finanza-neoliberismo/finanza-pubblica-debito/10232-la-prima-volta-dei-derivati
di Marco Bersani (Attac Italia)
Dopo
più di quattro anni di processo, il Comune di Prato ha ottenuto
l’annullamento dei contratti derivati sottoscritti fra il 2002 e il 2006
con Dexia Crediop. Nella sentenza dell’Alta Corte di Londra del 25
giugno scorso sono messe nero su bianco le motivazioni: i contratti sono
nulli in quanto non contemplavano la facoltà di recesso in capo al
Comune di Prato nei sette giorni successivi alla stipula. Per la corte,
l'articolo 30, comma 7, del Dlgs 58/1998 costituisce una norma
imperativa inderogabile dalle parti, ai sensi dell'articolo 3, comma 3,
della Convenzione di Roma I sulle obbligazioni contrattuali,
indipendentemente dal fatto che le parti abbiano scelto di assoggettare i
contratti alla legge inglese, utilizzando i relativi modelli
contrattuali predisposti dall'Isda (International Swaps and Derivatives
Association).
Ed
è questa la novità di questa sentenza rispetto a tutte le precedenti:
il richiamo alla Convenzione di Roma I ricorda che quando le parti
sottoscriventi un contratto sono italiane, la normativa italiana va
comunque rispettata e non può essere by-passata anche se si è scelto un
arbitrato estero.
Grazie
a questa sentenza, il Comune di Prato non solo ha evitato il dissesto,
ma si è anche aperto la porta alla richiesta di un risarcimento danni
dell’ordine di 5 milioni di euro.
Viene
così premiata la tenacia del Comune di Prato, che, a differenza di
altri enti locali anche più grandi – il Comune di Milano, la Regione
Piemonte- ha deciso di non transigere e di andare fino in fondo,
ottenendo una sentenza che potrebbe modificare il quadro di moltissimi
analoghi casi.
In
Italia, gli enti locali non possono più sottoscrivere derivati, con
l’unica eccezione dei contratti di protezione contro l’innalzamento dei
tassi sui mutui contratti. Tale norma, introdotta sotto forma di
sospensiva nel 2009, è diventata definitiva con la legge di stabilità
2014. Ma, come ha ricordato la Corte dei Conti nel rapporto presentato
nel maggio scorso alla Commissione Finanze della Camera, ammonta a quasi
25 miliardi di euro –sui 160 complessivi dello Stato italiano- il
valore nozionale dei contratti derivatisottoscritti dagli enti
territoriali nel corso degli ultimi decenni.
Sono
quindi moltissimi gli enti locali ancora imprigionati nella gabbia di
contratti sottoscritti da amministratori irresponsabili e da banche in
malafede, che hanno azionato vere e proprie truffe ai danni delle
collettività territoriali, i primi per ottenere flussi di cassa
immediati (pregiudicando il futuro delle comunità amministrate), le
seconde per poter estendere il casinò finanziario anche agli enti
locali.
E,
poiché il contratto stipulato fra il Comune di Prato e Dexia Crediop è
un contratto internazionale standard, è prevedibile che molti altri
contratti stipulati fra comuni e banche siano analogamente annullabili.
Non
ci sono motivazioni sufficienti affinché tutti i Comuni in analoga
situazione procedano sulla stessa falsariga del Comune di Prato? Sarebbe
l'occasione per trasformare un caso specifico in una battaglia
generale, ovvero quella della riappropriazione di enorme risorse
collettive espropriate alle comunità territoriali e regalate alla banche
e alla finanza.
E
se i gli enti locali continuassero a nicchiare, la sentenza dell'Alta
Corte di Londra non può divenire un moltiplicatore di energie per le
comunità locali affinché si mobilitino e, scoperchiando bilanci e
contabilità dei propri Comuni, pretendano la restituzione del maltolto e
la sua destinazione ad obiettivi sociali e ambientali collettivamente
individuati?