lunedì 24 dicembre 2018

La finta dicotomia tra "Stato" e "Banchieri anarchici"

LA FITTIZIA DICOTOMIA TRA STATO E CAPITALISMO
Di comidad (del 13/12/2018 @ 00:17:29, in Commentario 2018, linkato 2261 volte) 
 
Mentre viene annunciata prossimamente una nuova ondata recessiva, la Commissione Europea riesce a tenere inchiodato il governo Conte alla questione di un ridicolo 0,5 in più o meno di deficit. Il paradosso della artificiosa scarsità di denaro (il “non ci sono i soldi”) a fronte di una capacità produttiva diventata invece praticamente illimitata, costituisce il capolavoro mistificatorio della lobby della deflazione.

La lobby della deflazione è un tipico caso di “troppo evidente per essere visto”. Le grandi multinazionali bancarie ed i grandi fondi di investimento hanno un chiaro interesse a tenere l’economia reale in condizione di stagnazione: lo scopo è quello di evitare ogni fiammata inflazionistica che possa incrinare il valore dei crediti ed ogni incremento del PIL che, aumentando il gettito fiscale, renda i governi meno dipendenti dai prestiti dei grandi investitori. 

I componenti di una lobby non hanno bisogno di riunirsi o di scambiarsi gli auguri di natale per riconoscersi come una coalizione di interessi. Nelle multinazionali bancarie e nei fondi di investimento si alleva un personale che gestisce con pieno automatismo quegli interessi. Questo personale possiede (per dirla alla Foucault) i “saperi”, ma anche gli agganci, che gli consentono di accedere alle gerarchie delle organizzazioni sovranazionali come il FMI, l’OCSE, la Banca Mondiale, il WTO e la Commissione Europea. Il meccanismo della “porta girevole” assicura a questo personale di alternare carriere nel pubblico e nel privato, ovviamente sempre all’insegna degli stessi interessi privati.
Le lobby infatti sono trasversali ed occupano tutti gli spazi a disposizione. Il senso dello Stato è il senso di un’astrazione e potevano avercelo Platone o Hegel. Il senso della lobby ha invece l’impellenza dei tornaconti personali, dei ricatti incrociati e dell’odio per l’uguaglianza. 

Gran parte del dibattito rimane invece ancora fissata alla coppia “capitalismo e/o Stato”, con esiti teorico-pratici spesso poco convincenti. Una delle tesi oggi prevalenti è quella definita con acritico intento liquidatorio come “rossobrunista”. Gli esponenti di questa corrente politico-culturale individuano nello Stato nazionale l’unico possibile argine al capitalismo mondialista ed iper-finanziario. Si tratterebbe di promuovere il “pubblico” senza preoccuparsi dell’etichetta di destra o di sinistra di chi lo promuove.
Si tratta però anche di capire se “capitalismo” e Stato” siano nomi che indicano fenomeni precisi, oppure siano invece astrazioni che prescindono dai dati concreti.

Recuperare la sovranità dello Stato può essere un’idea suggestiva, ma sembra anche una chiusura della stalla quando i buoi sono scappati. Uno Stato, se è tale, non cede la sua sovranità: se l’ha ceduta, vuol dire che non era uno Stato, oppure che lo Stato era solo un’astrazione giuridica che copriva e mistificava altre gerarchie sociali. La cessione della sovranità monetaria non è cominciata con l’euro e neppure col famigerato “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia del 1981. Quando gli Stati hanno riconosciuto il diritto esclusivo di emissione monetaria alle sole banche centrali, avevano già abdicato alla loro “sovranità”. 

Le privatizzazioni le ha fatte sempre lo “Stato” e non si è verificata alcuna resistenza da parte delle burocrazie statali contro tutto ciò. L’identificazione tra “pubblico” e Stato è molto problematica, se si considera che il grande privatizzatore è proprio lo Stato. Negli anni ’70 l’Unione Sovietica era ritenuta da molti analisti come l’avanguardia dello Stato Leviatano che avrebbe fagocitato e controllato tutto. L’Unione Sovietica è invece crollata per la pressione di una lobby affaristica interna, desiderosa di smantellare l’impero per trasformare i sudditi in clienti del gas e del petrolio russo. 

In Italia il Pubblico Impiego è sotto tiro non solo da parte dei ministri di turno, ma anche da parte di organi di polizia che travalicano la loro funzione per trasformarsi in attori mediatici. Esiste oggi una sorta di “Carabinieri Productions” che lancia video grotteschi sui pubblici impiegati presunti “furbetti”. Uno “Stato” che si fa carico di screditare se stesso? Ed in nome di che cosa? Della “porta girevole” che consentirà ai funzionari pubblici di farsi una carriera del privato? 

La stessa astrattezza coinvolge la nozione di "capitalismo”. Potrebbe esistere il “capitalismo” senza lo Stato che lo assiste finanziariamente e gli privatizza tutto? O è sempre la stessa lobby, che si fa chiamare “Stato” o “capitalismo” o “Mercato” a seconda delle convenienze?

Giocando sulle astrazioni si possono suscitare vere e proprie cortine fumogene come lo “Stato minimo” di Robert Nozick (uno Stato che si occupi solo di difesa e giustizia e lasci il resto al “Mercato”), oppure il cosiddetto “anarco-capitalismo” di Murray Rothbard: uno Stato che si suicidi privatizzando tutto e affidandosi sempre al dio “Mercato”. Queste fumisterie ideologiche provengono dagli USA, cioè proprio il Paese dove il massimo investitore è lo Stato, anzi il Pentagono. 

Dopo anni e anni di balle sui garage di Steve Jobs (un idolo per la sedicente “sinistra”), fortunatamente oggi anche una rivista come “Limes” riconosce che tutta la tecnologia dei vari Microsoft, Apple, Facebook deriva direttamente ed esclusivamente dal Pentagono. La fittizia dicotomia tra Stato e capitalismo, Stato e Mercato, Stato e privato consente sì mirabilie illusionistiche, ma le evidenze contrarie sono molto maggiori.

lunedì 17 dicembre 2018

La Malesia chiede condanne penali per Goldman Sachs

Malesia: accuse di reati penali contro Goldman Sachs

Con una mossa senza precedenti che potrebbe prefigurare accuse simili dal DOJ statunitense - e molti mal di testa per il "recente pensionato" Lloyd Blankfein - il procuratore generale malese ha intentato accuse criminali contro Goldman Sachs - prendendo di mira due delle filiali asiatiche della banca d'investimento e due ex Banchieri Goldman che sono già stati accusati dagli Stati Uniti (l’ex capo del Sud-Est asiatico Tim Leissner e banchiere Roger Ng), accusando la banca d'investimento di violare le leggi sui titoli del paese mentendo sugli accordi obbligazionari per tre affari che hanno raccolto $ 6,5 miliardi per 1MDB, un Fondo sovrano malese formato sotto l'ex primo ministro Najib Razak che le autorità statunitensi ritengono sia stato saccheggiato per oltre 4 miliardi di dollari da banchieri e funzionari corrotti.
Mentre le autorità di Singapore, Svizzera e altrove avevano già presentato accuse penali contro diverse banche coinvolte nello scandalo lo scorso anno, le prime accuse contro Goldman e i suoi dipendenti sul coinvolgimento nello scandalo si sono materializzate due mesi fa quando il DOJ incriminò Leissner e Ng.
Poco dopo le accuse, i resoconti dei media hanno rivelato che i dirigenti di Goldman, in particolare l'ex CEO Lloyd Blankfein, erano coinvolti nelle transazioni. Blankfein ha partecipato ad almeno tre incontri sia con Razak che con il finanziere in disgrazia Jho Low, il presunto finanziere corrotto che è stato anche incriminato dalle autorità malesi lunedì, invitando anche Low ad una seduta privata al quartier generale di Goldman, al numero 200 della West Street. Mentre stavano portando avanti l'accordo, i dipendenti di Goldman - incluso Blankfein - hanno scartato le preoccupazioni sollevate dal dipartimento di conformità della banca e hanno consentito a Low di fungere da intermediario non ufficiale tra la banca e il governo malese, nonostante il dipartimento di conformità della banca avesse avvertito che Low non meritava fiducia. Il Dipartimento di Giustizia sta inoltre esaminando il ruolo di altri banchieri anziani di Goldman.

Le accuse hanno seguito le segnalazioni nel fine settimana sostenendo che ex dipendenti Goldman ritenevano che 1MDB potesse offuscare l'eredità di Blankfein per far rivivere la reputazione della banca a seguito di un massiccio accordo del 2010 per gli abusi legati alle sue vendite di obbligazioni ipotecarie prima della crisi finanziaria. Commentando gli accordi 1MDB, un dirigente ha detto "qualcosa puzza" e ha messo in discussione come siano riusciti a superare le regole di conformità.

    "Riteniamo che queste accuse siano indirizzate male, le difenderemo vigorosamente e attendo con impazienza l'opportunità di presentare il nostro caso. L'azienda continua a cooperare con tutte le autorità che indagano su questi argomenti", ha dichiarato Goldman in una nota al Wall Street Journal.

In una dichiarazione al Financial Times, Tommy Thomas, procuratore generale della Malesia, ha affermato in una dichiarazione che Goldman ha ricevuto $ 600 milioni di spese per il suo ruolo, un totale che era "molte volte superiore ai tassi di mercato e alle norme del settore prevalenti". La Malaysia chiede a Goldman di rinunciare a tutte le spese pagate dal governo malese (che sono state pagate a un tasso superiore al mercato per riflettere alcuni "rischi" correlati all'accordo), oltre a ulteriori fondi punitivi. Mentre il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che sono stati rubati circa $ 4,5 miliardi da 1MDB, le autorità malesi hanno preso di mira solo $ 2,7 miliardi.

    "La Malesia ritiene che le insinuazioni contenute nelle accuse contro l'imputato riguardano violazioni gravi delle nostre leggi sui titoli, e per riflettere la loro gravità, i pubblici ministeri cercheranno multe penali ben oltre i $ 2,7 miliardi sottratti dai proventi delle obbligazioni e $ 600 milioni in onorari percepiti da Goldman Sachs e chiederanno sentenze detentive nei confronti di ciascuno dei singoli accusati: il termine massimo di reclusione è di 10 anni ", ha dichiarato il procuratore generale.

L'accusa della Malaysia asseriva che le dichiarazioni contenute nei documenti di vendita delle obbligazioni di Goldman erano "false e fuorvianti" e che i dipendenti Goldman coinvolti partecipavano personalmente beneficiando degli accordi.

    La Malaysia ha dichiarato che le circolari e il memorandum di collocamento privato emessi da Goldman per le tre obbligazioni contenevano dichiarazioni "false, fuorvianti o omissioni materiali", in quanto affermavano che i proventi delle obbligazioni sarebbero stati utilizzati per scopi legittimi.
    "I prospetti informativi e il memorandum di collocamento privato sono documenti seri, da intendersi affidabili, e, in effetti, sono stati fatti valere dagli acquirenti delle obbligazioni", ha detto.
    La Malesia ha detto che l'imputato ha strutturato le emissioni obbligazionarie per "scopi apparentemente legittimi quando sapevano che i loro proventi sarebbero stati sottratti e fraudolentemente deviati".
    "Oltre a ricevere personalmente parte dei fondi obbligazionari sottratti, quei dipendenti e direttori di Goldman Sachs hanno ricevuto grandi premi e migliori prospettive di carriera presso Goldman Sachs e nel settore dell'investment banking in generale", ha affermato l'ufficio del procuratore generale.

Già la polemica 1MDB ha ispirato alcuni clienti Goldman a tagliare i legami con la banca, in particolare tra il fondo di fondi sovrani, che la banca aveva designato come "area di crescita chiave". Un fondo Abu Dhabi ha intentato causa a Goldman per danni non specificati relativi a 1MDB.
I dirigenti di Goldman che finora hanno eluso i procedimenti giudiziari ora hanno un'altra ragione per essere ansiosi, perché anche se evitano di sottoporsi al controllo del Dipartimento di Giustizia, gli Stati Uniti hanno un trattato di estradizione con la Malesia.
In questo periodo festivo, 1MDB continua a fare “regali” al signor Blankfein.

Rapporto dal sud Africa sulla corruzione Stato-banche

Estratto dal rapporto: 

the corporations and economic crime report

 https://www.opensecrets.org.za/cecr/

(pag. 53-55)

COME PROCEDERE DA QUI ?

Le corporazioni, e in particolare i fornitori di servizi finanziari, non sono semplici giocatori o semplici opportunisti quando si tratta di corruzione e crimini economici. Piuttosto, sono parte integrante di un sistema che consente a questi crimini di avere luogo. Di conseguenza ottengono profitti enormi.

Ci sono temi comuni che emergono da questa analisi. Per uno, è chiaro che contrariamente alla nozione di crimini senza vittime, la condotta discussa qui infligge gravi danni ai più vulnerabili sudafricani. Solo perché questi atti sono stati compiuti da persone in giacca e cravatta in eleganti uffici lontani dai comuni sudafricani, ciò non significa che le perdite siano meno sentite. Questi crimini hanno spogliato i pensionati sudafricani e hanno beneficiato direttamente dei fondi e hanno facilitato il più ampio saccheggio delle risorse del paese, diminuendo la quantità disponibile per tutti. L'austerità dell'attuale governo è tanto più crudele in questo contesto. I compiaciuti beneficiari di questi crimini economici hanno, almeno in parte, la responsabilità delle crescenti crisi di povertà, disuguaglianza e disoccupazione nella nostra società.In secondo luogo, è chiaro che continuare a fare una distinzione tra corruzione dello stato e reati del settore privato è inutile e impreciso. Alcuni dei più grandi scandali per corruzione in Sud Africa hanno avuto l'interesse aziendale nel loro nucleo. Forse è più utile comprenderli come crimini dei potenti, in quanto ciò ci consente di esaminare le reti di attori sia pubblici che privati ​​che colludono e si coalizzano per trarre profitto dall'ingiustizia.


Infine, c'è una grave crisi di responsabilità per le potenti corporazioni qui descritte. Dall'aiutare e favorire un crimine contro l'umanità fino al furto del denaro dei pensionati, ci sono pochi casi in cui possiamo puntare al successo del procedimento giudiziario o al rimpatrio di fondi. Senza questi processi, l'impunità regna e le reti di potenti attori privati ​​si impegnano nella stessa condotta nel tempo. Ciò riflette un fallimento fondamentale dello stato nel fornire la supervisione e la sanzione richieste per scoraggiare e fermare questo tipo di condotta. Inoltre riflette le lacune nel sistema legale per tenere conto delle società.


Da questi temi, è anche chiaro cosa si può fare per reagire a queste potenti reti:


RIFORMARE
URGENTEMENTE LE ISTITUZIONI RESPONSABILI.
L'erosione della capacità, della volontà politica e del morale presso l'NPA è diventato uno degli ostacoli più significativi alla responsabilità in Sudafrica. Anche laddove altri investigatori e regolatori dello stato e della società civile scoprono prove di criminalità, questi casi vengono trasferiti all'NPA e non vengono portati avanti.


È imperativo che tutti i futuri leader dell'NPA non siano solo persone di integrità, ma soprattutto che il loro impegno indichi l'impegno nei confronti di un'istituzione che sarà protetta dalle interferenze politiche a lungo termine. La società civile dovrebbe anche richiedere un impegno da parte dell'NPA affinché persegua i casi di criminalità economica dall'apartheid ai giorni nostri nel tentativo di affrontare l'impunità.


POTENZIARE E RIFORMARE I REGOLATORI


Quelle istituzioni incaricate di regolamentare il settore privato sono troppo spesso limitate alla raccolta di informazioni e non possono perseguire un'effettiva assunzione di responsabilità senza fare affidamento sull'NPA. Ai regolatori dovrebbero essere conferiti maggiori poteri per indagare sulla condotta degli attori del settore privato e per avviare un'azione indipendente in cerca di restituzione in caso di accertata condotta scorretta. Questi pensieri sono stati ripresi dal Tesoro, che ha chiarito che la nuova FSCA deve avere maggiori poteri per impegnarsi in una supervisione sufficientemente intensa, intrusa ed efficace. Tuttavia, maggiori poteri devono essere accompagnati da riforme che garantiscano l'indipendenza di queste istituzioni che spesso sono molto vicine alle industrie che regolamentano, rendendole non disposte a perseguire aggressivamente la responsabilità.


FARE CAUSA DOVE POSSIBILE


Come con la maggior parte delle giurisdizioni, in Sud Africa i procedimenti penali si basano sullo stato per avere la volontà e la capacità di procedere.Quando manca lo stato, o entrambi, spesso si percepisce che i tribunali penali sono chiusi. Tuttavia, il contenzioso civile può ancora essere portato da qualsiasi individuo o gruppo in grado di mostrare danni. Mentre permangono problemi per quanto riguarda l'accesso al sistema giudiziario, vi è ancora l'opportunità di perseguire l'assunzione di responsabilità per le società e le persone che commettono reati economici o che sono complici di altre violazioni, anche laddove lo stato non agirà. I procedimenti civili hanno il grande vantaggio di far sì che le parti responsabili paghino denaro guadagnato illecitamente.


SOSTIENI LA SOCIETÀ CIVILE
 
Rimane vero che la criminalità aziendale non sempre riceve l'analisi e l'attenzione che merita. Tuttavia, questo rapporto e le ampie ricerche e indagini su cui si è basato sul ruolo potente e incessante svolto da diversi elementi della società civile nel raccogliere le informazioni necessarie per perseguire l'assunzione di responsabilità. Che si tratti di giornalisti, movimenti sociali o singoli informatori, essi hanno bisogno di sostegno materiale e solidarietà da parte di tutti noi, in particolare quando vengono attaccati dai potenti attori che espongono.

mercoledì 21 novembre 2018

Sovranità e democrazia: scateniamo la risonanza

Sovranità e democrazia
http://www.freecriticalthinking.org/daily-pickings/2821-sovereignty-and-democracy


Cosa significa essere umano? A parte l'ideologia religiosa, noi siamo esseri sovrani, con il diritto all'autodeterminazione, co-dipendenti l'uno dall'altro, dalla nostra ecologia e dall'universo. Questo è tutto.

Memori di questo, qual è stata la nostra esperienza sin dalla nascita e dall'emergere della gerarchia istituzionale? La nostra sovranità è stata negata, inizialmente attraverso il dispotismo manifesto e, da ultimo, attraverso un condizionamento e un controllo sempre più pervasivi. Quindi quale parte gioca la "democrazia" in tutto questo?

Ai tempi dei re e dei despoti, il sovrano aveva bisogno del sostegno delle persone più potenti e influenti nel suo regno e così la piramide del potere iniziò ad evolversi. Pochi nella corte del sovrano erano in grado di minacciare direttamente il sovrano, ma alcuni potevano e ricevevano sufficiente sostegno tra i loro pari per sfidare il sovrano dominante e assumere il controllo. È così emersa la pratica inevitabile di intrighi, inganni e manipolazione dove i vari giocatori si contrapponevano per il potere, mentre i beni comuni (territorio e risorse) sono stati progressivamente requisiti e distribuiti come incentivi per mantenere quelli all'interno della corte che erano leall al sovrano.

Arrivano i banchieri. I governanti hanno sempre avuto bisogno di denaro per rimanere al potere, per non parlare di aumentarlo e i banchieri hanno (e possono creare) denaro. I banchieri prestano volontariamente denaro ai governanti in cambio di profitto e il potere: il potere di acquisire più ricchezza (terra e le risorse) attraverso lo sfruttamento del debito e la competenza esclusiva sulla creazione di moneta per comprare favori al fine di plasmare il regno per il proprio beneficio. Il problema era / è, i dèspoti muoiono (o vengono uccisi) ed i loro debiti muoiono con loro; qualsiasi governante successivo avrebbe ripudiato i prestiti come illegittimi - le banche non controllavano i militari e di conseguenza mancavano i mezzi per far rispettare i pagamenti.Le famiglie bancarie non solo prestarono denaro al sovrano, ma prestarono anche alla corte del governatore: i contendenti per il potere e gli influencer chiave, es. quelli con accesso alle leve del potere. 

 Prima della democrazia, i principali influenzatori erano il clero, la nobiltà locale e l'esercito. I banchieri perfezionarono anche l'arte dello spionaggio e dell'inganno. Non dimentichiamo che queste dinastie bancarie sono internazionali, prestando denaro ad entrambe le parti durante la guerra, estraendo la loro "fetta di carne". Così l'elite strutturale cominciò a prendere forma.

 Quando hai raggiunto così tanto potere ma sai che le tue fortune e la tua vita possono essere cancellate dal prossimo sovrano, come garantisci la tua vita, il tuo potere e la tua ricchezza? Democrazia! Sotto la democrazia i debiti vengono raramente ripudiati e le tasse servono per pagare gli interessi sul debito pubblico indipendentemente dalle altre necessità del tesoro. "Tesoro" è un'inversione; "Debitore" sarebbe più preciso; il denaro nazionale è controllato dai banchieri e non dal governo.

 Ed è così che noi elettori siamo diventati involontariamente complici dei crimini economici dell'Elite Strutturale: usura e furto dei beni comuni. L'ignoranza non è difesa dalla legge perché il sistema giudiziario è una gerarchia istituzionale corrotta che risponde all'Elite Strutturale.I governanti (ed i loro burattinai, i banchieri) avrebbero solo permesso alla democrazia di diffondersi fino al limite del diritto di voto. I banchieri usano il loro potere e la loro ricchezza per modellare i risultati delle elezioni finanziando e sostenendo i candidati per il parlamento attraverso i media mentre corrompevano direttamente l'elettorato con prestiti, denaro e favori.Per tutto il tempo, i banchieri hanno continuato ad infiltrarsi e colonizzare le leve del potere e, dal 20esimo secolo, hanno il controllo della politica, dell'economia e del complesso militare-industriale-mediatico-accademico (MIMAC) negli Stati Uniti (nuovo impero) e in Gran Bretagna (vecchio impero).

 Fu allora che il nostro condizionamento, il sottomettersi all'autorità e l'abdicazione della responsabilità per noi stessi e tra l'uno con l'altro, entrò in una nuova fase: l'era delle "pubbliche relazioni" ovvero della propaganda. La propaganda si estende oltre il mondo accademico, i media sociali e il mainstream, pervadendo quasi ogni aspetto della nostra vita; in realtà siamo sottoposti a una costante raffica di condizionamenti sociali e strategie di modifica del comportamento. 

Non c'è più alcun bisogno di corrompere direttamente l'elettorato; ogni partito cerca di fare appello alla varietà di risposte condizionate promosse dalla propaganda, facendo promesse che non possono mantenere. Dove ci sono due partiti principali o blocchi di potere, ciascuna parte è sostenuta dal proprio gusto di propaganda e le persone votano secondo le loro preferenze ideologiche, nella convinzione sbagliata che il loro voto farà la differenza - non lo farà. 

 Nel frattempo, ci stiamo divertendo a morte mentre assorbiamo le bugie che distolgono la nostra attenzione dalla nostra realtà: siamo allevati come bestiame domestico.Ci è stata negata la nostra sovranità.

Non ci è stata negata solo la nostra sovranità, ma noi continuiamo a votare, inconsapevolmente, per la rimozione dei pochi resti rimasti di sovranità personale, nella vana speranza che le nostre vite e le vite di altre persone miglioreranno. Ma non lo faranno. 

 La diminuzione dell'affluenza alle elezioni dimostra che un numero in crescita di persone è scontento o marginalizzato dal processo di voto, nonostante i media e la pressione sociale per persuaderci a votare, votare e votare di nuovo. 

La vita, per una percentuale crescente della popolazione in Occidente, è diventata progressivamente più difficile negli ultimi quattro decenni. A seguito della seconda guerra mondiale gli standard di vita migliorarono, visibilmente ma solo temporaneamente, poiché il "contratto sociale" iniziava a condividere parte della ricchezza in modo più equo. Nel Regno Unito, Winston Churchill, il presunto "salvatore della Gran Bretagna", fu cacciato senza troppe cerimonie nel 1945 e sostituito da un governo laburista che introdusse lo stato sociale.

 Nel frattempo, l'espansione dell'offerta di moneta e la propaganda creavano un'illusione di ricchezza e prosperità che si accumulava inizialmente verso quelli più in alto nella piramide sociale e poi verso altri più in basso negli strati all'interno delle popolazioni nazionali dell'impero, Stati Uniti e Regno Unito.Nei decenni successivi, questo processo si è propagato nei paesi più lontani del globo, i paesi in via di sviluppo sono diventati beneficiari della tecnologia e della ricchezza occidentali, creando infrastrutture che sono state trasferite "offshore".  
Un numero crescente di nazioni in via di sviluppo ora sente gli effetti avversi del nuovo "miracolo economico": la privatizzazione dei beni pubblici da affittare ai contribuenti a prezzi sempre più alti per finanziare il debito sottostante sui soldi creati dalle banche, ovvero: The Shock Doctrine

 Disuguaglianza, distruzione ambientale e conflitti hanno tutte le loro radici nei tre difetti fondamentali: usura, furto dei beni comuni, gerarchia istituzionale.thisIsACauseINVERT600.JPG
 

Il potere dell'elite strutturale non solo si è affermato, ma ha esteso la sua portata economicamente, psicologicamente, geopoliticamente e socialmente. Oggi le conseguenze negative del potere concentrato nell'elite strutturale si riflettono in disuguaglianze esponenziali, degrado ambientale e conflitto globale. Il nuovo campo di battaglia per le nostre menti e la nostra sovranità sono i social media.

Regole per Twitter


 Queste regole sono un quadro suggerito per l'utilizzo dei social media nel contesto del pensiero critico e dell'apprendimento co-creativo.I social media, come molte tecnologie e Internet stessa, sono un'arma a doppio taglio, uno strumento di controllo e manipolazione di massa. Tuttavia, può anche essere efficace raccogliere e filtrare le informazioni per favorire una comprensione condivisa della realtà.Il Pensiero Critico "fa" solo Twitter e lo usa principalmente per condividere informazioni e la sua analisi dell'economia politica e le sue conseguenze.  

Una spiegazione più dettagliata di come usiamo Twitter è qui: Twitter, perché seguiamo così pochi utenti ? 

Se immaginiamo tutte le numerose e diverse persone che condividono informazioni e cercano risposte, possiamo apprezzare rapidamente, se comprendiamo il potere dell'apprendimento co-creativo, che abbiamo già gli ingredienti per cambiare il mondo in meglio.

 Per prima cosa il nostro pensiero potrebbe essere: "formiamo un movimento", ma dobbiamo ricordare il problema della scala dimensionale: un'autentica democrazia, come l'apprendimento co-creativo e il vivere, non si adatta bene.  

L'economia politica non può essere pianificata e diretta centralmente - abbiamo visto i fallimenti dei "piani quinquennali" sia nella Cina comunista che nell'Unione Sovietica - ma può auto-organizzarsi, emulando processi naturali.La gerarchia istituzionale è il difetto politico che ci ha portato in questo pasticcio; non ci libererà mai dalla schiavitù.

 Ma l'apprendimento co-creativo può liberarci. Se combiniamo la conoscenza collettiva e la saggezza di tutte queste persone, sviluppando relazioni all'interno e tra circoli di fiducia (di una dozzina di persone - vedi qui Scala) creeremo una comprensione condivisa dell'economia politica che risuonerà ben oltre il confine riconoscibile di quelli che sanno di essere nati in servitù. 

 Questa risonanza farà precipitare un cambiamento nella coscienza umana che trasformerà la società.Queste regole offrono linee guida logistiche per concentrarsi e accelerare questo processo, ad es. massimizzare l'effetto del tuo sforzo.

    
• Twittare periodicamente newsletter - se ne avete una;

    
• Segui solo quelli che aggiungono una prospettiva diversa al mondo e mantieni questo numero al minimo. A seconda di quanto tempo hai, per formare relazioni basate sulla fiducia, seguire una dozzina è probabilmente più che sufficiente, ma dato che alcuni twittano raramente, il doppio di quel numero è probabilmente il numero massimo che puoi seguire e rispondere efficacemente con informazioni, es. 24;

    
• Non preoccuparti del numero di follower che hai, guarda la diversità. Se quello che stai dicendo risuona con le persone indipendentemente dalla loro razza, genere, ideologia o background, significa che probabilmente stai condividendo informazioni e analisi che aiutano a creare una comprensione condivisa della nostra realtà;


Se seguiamo i principi e il processo di CoCreative Learning, raggiungeremo questa comprensione condivisa prima piuttosto che dopo. Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, a nostra disposizione per prosperare in un'ecologia abbondante come esseri umani sovrani; tutto ciò che dobbiamo fare è parlare con "l'altro". 

giovedì 15 novembre 2018

LaCostituzionePiùBallaDelMondo

Appendici del Titolo III della Parte seconda - Argomenti o articoli non entrati nella Costituzione - Autorizzazione del Parlamento per battere moneta

[Il 24 ottobre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente prosegue l'esame degli emendamenti agli articoli del Titolo terzo della Parte seconda del progetto di Costituzione: «Il Governo».]
Passiamo agli emendamenti aggiuntivi.
L'onorevole Romano ha proposto due articoli aggiuntivi. Il primo (art. 90 bis) è del seguente tenore:
«Il Governo non può battere moneta senza la previa autorizzazione del Parlamento».
L'onorevole Antonio Romano ha facoltà di svolgerlo.
 
Romano. Pare che l'articolo aggiuntivo proposto sia stato appreso da qualcuno come una stranezza; ebbene, penso che non vi sia nulla di strano giacché una norma consimile è esistita anche in Inghilterra. Ho voluto appositamente controllare un commento della Costituzione inglese in modo da essere sicuro del precedente costituzionale.
Per illustrare l'emendamento aggiuntivo proposto, ritengo necessario richiamare i precedenti legislativi riguardanti gli istituti di emissione. La legge fondamentale, che regolava i tre istituti di emissione, cioè Banca d'Italia, Banco di Napoli e Banco di Sicilia, legge che in gran parte regge tuttora l'unico istituto di emissione, è quella del 10 agosto 1943, n. 449, che fu detta di riordinamento degli istituti di emissione.
Insieme con varie modificazioni successive essa venne fusa in un primo testo unico del 1900 approvato con regio decreto 9 ottobre 1900, n. 373, ed in un secondo testo unico del 1910, approvato con regio decreto 28 aprile 1910, n. 204.
Modificazioni di capitale importanza del testo unico del 1910 si ebbero col regio decreto 17 giugno 1928, n. 1377, decreto col quale furono sanzionati gli accordi conclusi il 5 maggio 1928 tra il Tesoro e la Banca d'Italia. Altre modificazioni pur esse importanti si ebbero nel 1935 in ordine alla circolazione dei biglietti. In ultimo vi è stato il decreto di riforma bancaria del 1936 per effetto del quale, oltre ad essere state mutate la figura giuridica e la costituzione della Banca d'Italia, nuove norme sono state stabilite nei riguardi del suo ordinamento, delle sue operazioni e delle sue funzioni.
Nell'articolo primo del decreto del giugno 1928 si legge: «Saranno presi accordi tra il Ministero delle finanze e la Banca d'Italia per evitare aumenti di circolazione negli stessi margini risultanti dal rapporto proporzionale considerato nell'articolo 4 del regio decreto-legge 21 dicembre 1927, n. 2325».
Quindi l'istituto unico di emissione, supremo regolatore del mercato, ha il dovere di mantenere la circolazione dei propri biglietti in determinati limiti e di non accrescerla in modo non rispondente al migliore andamento del mercato monetario.
In tal maniera il limite della circolazione effettiva rimaneva affidato alla prudenza dell'Istituto di emissione, che doveva tener conto del mercato monetario e della riserva, che veniva distinta in ordinaria e straordinaria. Questo sistema fu temporaneamente modificato nel 1935, disponendosi la sospensione in linea provvisoria ed eccezionale dell'obbligo della riserva (regio decreto-legge 21 luglio 1935, n. 1293, e regio decreto-legge 5 settembre 1935, n. 1647).
Col sistema fino ad oggi adottato siamo venuti a trovarci nella condizione di non conoscere il volume della massa circolante, anche perché, dopo l'invasione del nostro territorio, hanno funzionato più torchi in Italia: quello italiano, quello tedesco e quello americano. Altra confusione è stata originata dall'abbandono delle nostre intendenze in Jugoslavia e in Africa.
Penso che sia venuto il momento di tenere una buona volta conto che a parità di circolazione e di volume di merci le variazioni dei prezzi sono proporzionate a quelle della quantità di moneta.
Tutto ciò mi ha indotto, col conforto del precedente avanti accennato, a proporre una norma che possa costituire un freno alla circolazione cartacea. Nell'emissione della moneta il legislatore deve preoccuparsi di costringere il Governo ad una condotta seria. La carta moneta è un credito, fonte di questo credito è la fiducia. Le industrie, l'agricoltura ed il commercio ruotano intorno a questa fiducia.
La vita di questa fondamentale attività dell'uomo si svolge appunto in quel complesso di operazioni che avvengono attraverso le banche, le quali sono diventate tanti sistemi planetari ruotanti intorno a quegli astri di fiducia che sono le banche di emissione. Lasciare incontrollata l'emissione di carta moneta significa lasciare aperto il varco a pericoli diversi. Quando un Governo intende preparare una guerra fa prima girare il torchio e con la carta-moneta mette in moto gli alti forni. Allo stesso espediente ricorre quando vuole attuare un protezionismo industriale.
Il Parlamento, rimasto estraneo a questi atti, che incidono nella vita del Paese, viene a trovarsi in un secondo tempo di fronte al fatto compiuto. Penso quindi che sia doveroso controllare l'emissione della carta moneta, giacché la fiducia nella moneta è in rapporto alla condotta più o meno seria del Governo. Controllare questa condotta è dovere dei Parlamenti.
Oggi prevale la tendenza a tutto controllare, anche quando il controllo costituisce un intralcio.
Invece per l'emissione della moneta ci si rimette alla prudenza dell'istituto di emissione.
Se la moneta rappresenta in qualche modo la fiducia che si può riporre in un popolo, questo ha il diritto ed il dovere di vigilare e controllare a mezzo dei suoi rappresentanti la nascita della moneta, strumento onnipotente ed onnipresente della vita economica del Paese. (Commenti).
 
Presidente Terracini. Invito la Commissione ad esprimere il proprio avviso sull'articolo aggiuntivo 90-bis proposto dall'onorevole Romano.
 
Egidio Tosato. La Commissione non può accettare questo articolo aggiuntivo.
 
Presidente Terracini. Lo pongo in votazione.
(Non è approvato).


sabato 10 novembre 2018

Concorrenza tra valute per salvare l'euro


COMMENTARIO SU ECONOMIA E POLITICA 31/10/2018

Concorrenza tra valute per salvare l'euro

di THOMAS MAYER E NORBERT F. TOFALL (traduzione automatica)

Sommario

L'aspettativa che i membri dell'Unione monetaria europea si adeguino alle esigenze di una moneta unica europea nel tempo non è stata soddisfatta. Per evitare una disintegrazione dell'euro politicamente ed economicamente costosa, è quindi necessario riorganizzare la moneta europea. In questo documento, proponiamo un rinnovo dell'euro come "pieno denaro" in un regime di concorrenza con altri tipi di denaro.

Abstract 

The expectation that the member states of the European Monetary Union would adapt over time to the requirements of a single European currency has not been fulfilled. In order to ward off a politically and economically costly collapse of the euro, it is therefore necessary to restructure the European currency. In this paper, we propose a renewal of the euro as "100% money" in a regime of competition With other types of money.

"Alcune cose che erano ancora utopiche al mattino sono già fantascientifiche a mezzogiorno e sono già realtà la sera. "
- Jerry Lewis


L'euro non dovrebbe essere abolito, ma riformato e integrato.

L'inizio dell'integrazione europea fu la liberalizzazione degli scambi tra i paesi membri della Comunità economica europea. In retrospettiva, il mercato interno europeo creato in questa tradizione è una storia di successo senza precedenti e il motore più forte dell'integrazione europea. Con la costruzione di un'area di competizione, i singoli Stati membri, con i loro diversi punti di forza e debolezze, hanno potuto gradualmente crescere insieme attraverso la competizione per un'Europa comune. Al contrario, l'introduzione dell'euro come moneta "unica comune e" è stato un errore, che, anche se è rilevante per crisi esistenziale di oggi di integrazione europea e l'Unione europea non sono gli unici responsabili. Come dimostrano le crisi greche del 2010 e 2015 e l'attuale crisi in Italia, questo errore deve essere risolto se l'integrazione europea e l'UE non devono essere ulteriormente depressi. Per questo, l'euro non deve essere abolito, ma riformato e integrato.

Sfortunatamente, dopo due decenni di esperienza nell'UEM, alcuni paesi non sono riusciti ad apportare gli adeguamenti necessari.

Un'area valutaria comune richiede che gli Stati partecipanti trasferiscano la propria sovranità sulla creazione di moneta e il tasso di cambio ad altre valute verso un'autorità sovraordinata. Ciò elimina l'opportunità di finanziare i disavanzi del bilancio statale da parte della banca centrale di proprietà statale e compensare l'aumento eccessivo dei costi mediante il deprezzamento del tasso di cambio al fine di mantenere la competitività internazionale dell'economia. In altre parole, un'unione monetaria pone crescenti richieste sulla gestione disciplinata della finanza pubblica e sul controllo dei costi privati delle imprese. Sfortunatamente, dopo vent'anni di esperienza nell'Unione economica e monetaria europea (UEM), è chiaro che alcuni paesi - e in particolare l'Italia - non possono applicare questa disciplina.


Il grafico 1 mostra che i costi unitari del lavoro in Italia sono aumentati molto più rapidamente nei due decenni dell'unione monetaria che in Germania. Il grafico 2 mostra che il maggiore aumento dei costi ha comportato un corrispondente aumento dei prezzi. Il conseguente apprezzamento del tasso di cambio reale implicito ha portato alla contrazione del settore che produce beni commerciabili. Oggi la produzione industriale in Italia è inferiore del 13% rispetto al livello del 1998, l'anno prima dell'inizio dell'Unione monetaria europea (UEM). Al contrario, è il 34 percento più alta in Germania (grafico 3). L'erosione del settore per la produzione di beni commerciabili può essere compensata dall'espansione della produzione di beni non commerciabili. Tuttavia, se ciò riduce la produttività aggregata, l'economia si ridurrà. Dalla crisi finanziaria del 2007-08, il prodotto interno lordo reale in Italia è diminuito di circa il 3% (grafico 4). Il PIL reale in Germania è aumentato del 14 percento durante questo periodo.
Grafico 1. Germania e Italia:
Costi unitari del lavoro (economia totale)

Fonte: Macrobond
Grafico 2. Germania e Italia: indice dei prezzi al consumo armonizzato

- Italia - Germania
Fonte: Macrobond
Grafico 3. Germania e Italia: produzione industriale

- Italia (produzione industriale esclusa la costruzione)
- Germania (produzione industriale)
Fonte: Macrobond
Grafico 4. Area dell'euro: PIL reale

- Germania - Area euro - Italia
Fonte: Macrobond

Un'economia in declino da lungo tempo pone sfide enormi per lo stato e la società. In tali circostanze, non sorprende che il governo italiano non sia stato in grado di ridurre il proprio deficit di bilancio abbastanza da ridurre il debito pubblico. Nel corso degli ultimi due decenni, il deficit di bilancio dello Stato italiano raramente sceso sotto il 2,5 per cento del PIL e il debito pubblico è aumentato dal 111 per cento del PIL nel 1998 a oltre 130 per cento nel 2018 (Tabella 5 e 6). La Germania, d'altro canto, è riuscita a generare eccedenze di bilancio nella ripresa dopo la crisi finanziaria del 2007-08 e, dopo un temporaneo aumento, ha ridotto il suo debito sovrano a poco più del 60% del PIL nel 2018.

Se l'economia non cresce, sarà sempre più difficile rimborsare i prestiti che sono stati aumentati facendo affidamento sui ricavi in crescita.

- Germania -Italia
Fonte: OCSE, Economic Outlook, Macrobond
Quando l'economia non cresce, diventa sempre più difficile rimborsare i prestiti che sono stati aumentati facendo affidamento sui ricavi in crescita. Certo, anche la qualità del credito in Italia è stata influenzata dall'influenza politica e dal clientelismo. Ma il più grande contributo al deterioramento della qualità sarà stata la mancanza di crescita economica nel corso di un decennio. Nel primo trimestre del 2018, i prestiti in sofferenza rappresentavano il 18,6% del totale dei prestiti, molto più del capitale proprio delle banche. Nell'area dell'euro nel suo insieme e in Germania, le azioni corrispondenti erano rispettivamente dell'8,4% e del 3,8%.

Da un punto di vista economico, la conseguenza della miseria italiana sarebbe l'uscita dall'unione monetaria.

L'Italia dovrebbe ritirarsi dall'euro?

martedì 30 ottobre 2018

Come dovrebbe rispondere il governo a Draghi ?

Commento all'articolo sul Financial Times: 

 

Draghi launches defence of central banks over political heat

https://www.ft.com/content/ddc8aabe-d92c-11e8-a854-33d6f82e62f8

Come dovrebbe rispondere il governo a Draghi ? Il mio commento di oggi sul Financial Times:

La risposta giusta da parte del governo italiano dovrebbe essere: 

"Il governo italiano non dovrebbe essere soggetto al dominio politico del cartello bancario e dovrebbe essere libero di scegliere gli strumenti più appropriati per adempiere il suo mandato." 


Le misure urgenti che la BCE dovrebbe seguire per ripristinare un po' di credibilità sono: 


1 - riconoscere lo status di moneta a corso legale del denaro creato dalle banche commerciali; 


2 - armonizzare le regole contabili con la prassi bancaria in materia di
liquidità riconoscendo che i depositi sono CASH (M1) secondo IFRS-IAS
7.6 e US-GAAP ASC 942-230-20; 


3 - contabilizzare la creazione di denaro come ricavo per la banca nel conto di flusso di cassa; 


4 - la stessa banca centrale deve contabilizzare la creazione di euro nel suo rendiconto finanziario che non è attualmente pubblicato. 

Di conseguenza, non vi sarà più bisogno di ricapitalizzare le banche perché il potere di creare nuovo denaro non dipende dalla dimensione del capitale iniziale dell'emittente.

sabato 27 ottobre 2018

L’acefalo non è un pesce.


L’acefalo non è un pesce.

di Marco Saba, 27 ottobre 2018
http://www.agraria.org/pesci/cefalo1.jpg
Esempio di Cèfalo.


Più è alto il debito pubblico e più è alta la ricchezza dei redditieri, ovvero di quelli che creano denaro dal nulla, fuori bilancio, per far pagare ad un popolo acefalo la sua ben meritata schiavitù.

Quando i banchieri nei secoli passati si resero conto che i loro trucchi contabili erano ormai fuori dalla portata intellettuale delle decadenti famiglie monarchiche, inventarono la macchina del parlamento con annesso debito pubblico. Infatti, mentre i re potevano ripudiare il debito - come accadde nel caso del re di Francia, di quello d’Inghilterra e di quello di Napoli, verso i banchieri fiorentini Bardi, Peruzzi, Acciajuoli e Scali - così non avviene, normalmente, quando il debito diventa “pubblico”, ovvero “nazionale” come si dice nel mondo angloamericano. Quando cioè la sovranità d’indebitarsi (?) passò dalle monarchie al popolo tramite il Parlamento che è l’istituzione principe nata per garantire i redditieri nati stanchi sulla solvibilità del paese e non, come viene ingenuamente creduto, per rappresentare la volontà politica dei cittadini. Viene fatto eleggere chi meglio potrà garantire gli interessi dei rentiers. E’ la libertà, uguaglianza e fratellanza massonica, bellezza ! La frase in testa a questo articolo rappresenta la mia risposta all’avv. Marco Mori che insiste sui social a dire: “Più è alto il debito pubblico e più è alta la ricchezza complessiva.” Un po' come la statistica di Trilussa: se io ho due polli e tu nessuno, nel complesso abbiamo un pollo a testa !

La compagnia degli acèfali, che non sono pesci, si ingrandisce sempre più, coinvolgendo ormai tutti gli strati sociali, dal vetero marzista al neokeynesiano scalzo, passando dagli intellettuali in cerca di autore agli economistici che puntano a sistemarsi sposando qualsiasi baggianata faccia piacere ai banchieri-redditieri. Questa marea disgustante di Boldrin, Marattin, Zingales e compagnia cantando, rischia di contaminare i pochi cervelli non ancora all’ammasso attraverso il megafono stonato di un governo che prospetta come grande successo l’aver ottenuto il 2,4% di deficit anziché, per esempio, costituire una commissione d’inchiesta e revisione del debito pubblico, come già hanno fatto stati dove non hanno cittadinanza i Casini e i Cacciari vari nostrani. Dobbiamo liberarci di - e segnare a dito - questi imbonitori nostrani che ci distolgono quotidianamente dall’obiettivo principale, la sovranità del nostro popolo, che è anche il traguardo di tutti gli altri popoli coi quali potremo convivere pacificamente. E invece siamo piantati in una foresta pietrificata dove l’esercito dei grigi, i burocrati senza scadenza, i boiardi, remano anche loro per farci rimanere nel medioevo della gleba. Alla proprietà del campo, che legava il contadino alla terra, si è sostituita l’acquisto della casa col mutuo, che lega il cittadino per decenni ad un debito di non si sa che cosa, ma comunque il doppio, per aver ottenuto da una banca un falso in bilancio trasformato in denaro corrente.

Mentre la popolazione si avvia verso la povertà, l’intera Europa istituzionalmente aristocratica vede nello status dell’Africa odierna un traguardo facilmente raggiungibile nel prossimo futuro (vedi Grecia). Le due classi, i benissimo-stanti ed i miserabili, si allontanano sempre di più e aumenta la forbice pre-rivoluzionaria. “Aristocratici di tutta Europa, unitevi !” - ci dice questa marmaglia. Le alternative che vedo sono due: o questo governo alza il tiro fino agli obiettivi davvero importanti per il nostro paese, o verrà scalzato da una popolazione delusa e inferocita. Ormai anche gli immigrati africani hanno capito che il trucco del comando politico sta nella moneta bancaria: da loro l’apolide franco CFA, da noi l’apolide euro. Le aristocrazie europee che guardano il loro ombelico saranno sempre unite contro popoli confusi e disorientati. Per questo li confondono e disorientano, aumentando lo stato di polizia per verificare che nessuno possa fiatare contro il Moloch. Viceversa, il compito dei popoli è di capire il maggior comune denominatore e concentrare le loro energie per unirsi, a livello internazionale, e combattere i falsari al potere. I pupari che muovono le fila al riparo delle loro logge, porticati, stanze a porte chiuse, temono il risveglio popolare che è scritto nel marmo del destino. Si tratta di persone che andrebbero curate: non hanno capito che un sistema un po’ più giusto converrebbe anche a loro. Le guerre, infatti, inquinano tutto il pianeta che, come sapevamo dai tempi di Aristarco di Samo, 290 A.C., è un globo che gira intorno al Sole. Possiamo fàrcela aumentando un po’ la consapevolezza collettiva e cercando su internet quelle informazioni, quelle risorse e quei collegamenti necessari che, me lo auguro, ci porteranno all’evoluzione e fuori da questo stantìo medioevo. Facciamo una riflessione, come direbbe l’attivista Konare.

mercoledì 17 ottobre 2018

MLI propone due referendum: NO EURO e Art. 75 Cost.

MOVIMENTO LIBERAZIONE ITALIA
Due referendum: NO EURO e Art. 75 Cost.

REFERENDUM CONSULTIVO

sull'EURO

Nel tempo, dal 1981 ad oggi, vi è stata una sovrabbondante cessione di significative quote della sovranità nazionale, soprattutto monetaria, che ha posto il nostro Paese nella singolare situazione di essere tra i primi contribuenti di una Europa delle Burocrazie, organizzata senza il rispetto di alcuna regola democratica.
Questa Europa delle Burocrazie ha creato:
1) un Parlamento, votato dai popoli, che non fa leggi, con parlamentari che rubano letteralmente la loro indennità, così annichilendo la democrazia rappresentativa;
2) una moneta unica, euro, che ha dimezzato il potere di acquisto di stipendi e pensioni, senza che vi fossero gli Stati Uniti d’Europa a sostenerla;
3) una plutocrazia, che emette provvedimenti che poi nessuno Stato attua nei propri Paesi se contrastanti con gli interessi dei singoli Popoli.
Ciò ha consentito, da una parte, la cessione di asset importanti dell’Economia Nazionale (banche, assicurazioni, aziende agro alimentari), dall'altra l’introduzione nella nostra Costituzione del vincolo del pareggio di bilancio secondo i criteri dettati da chi effettivamente governa l’Europa, così legandoci “mani e piedi” rispetto alla nostra capacità di operare scelte economiche nell’interesse del nostro Paese, con l’inasprimento del sistema fiscale e l’aggravamento del sistema pensionistico, che ha creato sacche di impoverimento ad ogni livello sociale.
Appare pertanto urgente intervenire per un riequilibrio della nostra situazione, soprattutto in una fase storica in cui siamo stati lasciati soli nella gestione di una migrazione totalmente fuori controllo.
In tale contesto appare prioritario intervenire sulla moneta unica “Euro”, che non avendo uno Stato dietro le spalle, è un mero artificio economico, per arricchire quelle Lobby di potere economico finanziarie, che controllano gli attuali movimenti e partiti politici, sottraendo risorse e risparmi ai cittadini europei.
Il nostro non è, e non potrebbe essere in quanto anticostituzionale, un referendum abrogativo che non sarebbe ammesso perché riguarda  i trattati internazionali che non sono soggetti ai referendum abrogativi, previsti dalla Costituzione.
E’ un referendum consultivo e di indirizzo che demanda al POPOLO SOVRANO una sua opinione nel merito. Così come nel 1989 fu indetto il referendum consultivo per l'ingresso nell'Unione europea, sarà fatto un referendum (consultivo) di indirizzo per una modifica di una legge costituzionale.
L’Euroessendo un accordo di cambi fissi, impedisce di scaricare il peso della competitività sulla moneta, spostandolo interamente sul lavoro, quindi sui salari e sulle garanzie contrattuali e di legge in favore del lavoratore.
Ciò confligge  aspramente sia con i principi fondamentali rubricati agli artt. 1 e 4 della Costituzione, sia con la relativa specificazione di cui alle disposizioni costituzionali che vanno dall’art. 35 all’art. 40 (Parte Prima della Carta).
Ma v’è di più, molto di più; qualcosa di più profondo che attiene addirittura all’esercizio della potestà legislativa da parte dello Stato.
Se si legge l’art. 117 della Costituzione vigente, introdotto con la revisione costituzionale del 2001, esso attribuisce allo Stato la legislazione esclusiva sulla moneta [lettera e) del medesimo articolo, secondo comma], quindi, per poter derogare la sovranità monetaria ad altri organismi che non fossero lo Stato italiano, occorreva quanto meno una legge costituzionale, cioè una legge che – nella scala gerarchica delle fonti del diritto – si colloca un gradino al di sotto della Costituzione ma comunque due gradini al di sopra delle leggi ordinarie e un gradino sopra i regolamenti comunitari
Ciò detto, la moneta unica europea è stata introdotta dapprima con una previsione, attraverso tre diverse fasi, del Trattato di Maastricht, poi con un regolamento comunitario (Reg. n. 1466/97), cioè un “atto giuridico” dell’Unione che ha prodotto effetti direttamente vincolanti per gli Stati membri senza la necessità di un atto di recepimento da parte dei Parlamenti nazionali. 
Ergo, la fattibilità costituzionale di derogare la sovranità monetaria ad un qualsiasi organismo che non fosse lo Stato italiano, non poteva prescindere da un passaggio legislativo “rafforzato” – così come rigidamente prescritto dall’art. 138 della Costituzione – che derogasse appunto alla lettera e) dell’art. 117 secondo comma Cost.
Da ciò la necessità di indire un referendum consultivo per sondare la volontà popolare in merito al mantenimento della moneta unica, con un “NO ALL'EURO”.



REFERENDUM ABROGATIVO 

DELL’ART. 75 DELLA COSTITUZIONE


L’art. 1 della Costituzione della Repubblica stabilisce quanto segue:
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

L’art. 75, commi 1, 2 e 3 della Costituzione stabilisce quanto segue:
E` indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali .
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati”.
Essendo evidente lo stridente contrasto fra l’art. 1 della Costituzione, che essendo compreso fra i principi fondamentali della Carta Costituzionale ha un valore preminente, e l’art. 75, il Movimento Liberazione Italia, unica organizzazione politica a muoversi nel senso, ha denunciato la grave violazione dei principi fondamentali della Costituzione alla Procura della Repubblica di Roma che così ha osservato: “Il principio che sancisce il diritto del popolo italiano all’autodeterminazione attraverso il sistema democratico del voto, comprende anche l’accesso a forme di espressione diretta e perciò al referendum nelle sue varie forme prestabilite, sicché giustamente si può astrattamente porre la questione sul mantenimento o meno dei limiti di “comprimibilità” dello strumento referendario, cristallizzati a suo tempo con la limitazione imposta dall’art. 75 della Costituzione”.
Il PM, pur ammettendo che è ragionevole quanto lamentato dall’esponente, rinvia a leggi di revisione costituzionale, quindi a questa classe dirigente politica, oggi tanto esecrata dal popolo italiano per la sua inerzia proprio in questo campo, che dura da oltre 70 anni, la manifesta incompatibilità dell’art. 75 con l’art. 1.
Attesa tale inerzia manifesta e dolosa, il Movimento Liberazione Italia chiede al Popolo Italiano di sottoscrivere il presente atto per l’abrogazione dell’art. 75 della Costituzione, con la seguente formula:
Chiedo l’abrogazione dell’art. 75, comma 2, della Costituzione, nella parte in cui vieta ai cittadini il referendum sulle autorizzazioni a ratificare trattati internazionali, in quanto in contrasto con l’art. 1 della Carta Costituzionale”

Il Presidente del Comitato dei Saggi Fondatori
(Antonio Pappalardo)