martedì 25 agosto 2020

Del capitale fittizio e del furore rivoluzionario



Tratto da: Un modello dinamico di crisi - Indagine sul futuro prossimo del capitalismo, n+1 Magazine, 2008
https://www.academia.edu/7265219/Un_modello_dinamico_di_crisi_Indagine_sul_futuro_prossimo_del_capitalismo?email_work_card=abstract-read-more

 ...Unificando i parametri del "nostro" modello con quello standard del MIT e con quello della GFN, senza dimenticare il picco del petrolio, la proiezione che se ne ricava è inesorabile: al 2030 il sistema salta. Pur avendo spiegato come leggere le proiezioni di un modello dinamico, siamo sicuri che fra vent'anni qualche cretino verrà a chiederci conto delle nostre "profezie"

 Il consumo del pianeta e la genesi del capitale fittizio

   Occorre dimostrare perché hanno torto coloro che vorrebbero un mondo capitalistico riformato, coloro che non capiscono perché questo sistema non possa superare le proprie distruttive contraddizioni. Che non capiscono quindi l'ineluttabilità del "consumo" capitalistico del pianeta, per cui il loro grido di dolore non è altro che vano piagnisteo.

  Secondo la teoria della rendita il prelievo puro e semplice dalla terra e il prelievo che il proprietario del campo (o della miniera o del pozzo petrolifero) effettua sul profitto del settore produttivo, hanno delle analogie. Nel nostro testo "Vulcano della produzione o palude del mercato?"  l'analogia è estesa a qualunque settore, produttivo o meno, in grado di sfruttare una rendita di posizione (ad esempio un monopolio) che permetta un prelievo extra rispetto al profitto medio. Marx utilizza lo stesso criterio per distinguere il capitale reale (produttivo o di credito) da quello fittizio. Incominciamo dal prelievo puro e semplice dalla terra. Un raccoglitore di funghi che venda al mercato il suo raccolto ricava del denaro, partecipando alla generale produzione e ripartizione del valore. Se tutto il ricavato servisse solo a riprodurre il raccoglitore stesso, è come se egli si nutrisse direttamente di funghi, si confezionasse i vestiti con tessuto d'erba e si facesse le calzature con giunchi intrecciati. Ma se il ricavato eccedesse i suoi bisogni immediati e da ciò ne risultasse un gruzzolo in banca, allora bisognerebbe chiedersi da dove sbuchi quel denaro extra e che cosa rappresenti. L'origine, lo sappiamo, è nel valore altrui (profitto o salario di chi compra i funghi), ma ciò nell'intera società non si vede, mentre si vede benissimo il gruzzolo che aumenta. Se il gruzzolo che si forma in un anno è pari a 50 euro e il tasso d'interesse medio è del 5%, è come se il nostro raccoglitore avesse un capitale di 1.000 euro. Lo stesso discorso vale ad esempio per un pescatore, un cacciatore o un cercatore d'oro.

   Un privato che compri e venda azioni al computer senza alcun rapporto con le aziende che emettono capitale azionario e che guadagni 50 euro all'anno oltre al capitale iniziale è come se avesse, anche lui, un capitale aggiuntivo di 1.000 euro (senza il bisogno di calcolare il netto per il suo sostentamento, dato che ciò che guadagna in più è tutto valore altrui). Un monopolista che ricavi un sovrapprofitto non dalla speciale qualità dei suoi prodotti ma dalla condizione di monopolio, gode degli stessi vantaggi di un concorrente che abbia investito una maggior quantità di capitale per migliorare la produttività o la qualità dei suoi prodotti. È come se avesse investito anche lui. Questi capitali, che provengono dai meandri sociali della produzione e del mercato, agiscono come se esistessero solo per i singoli accaparratori finali. Essi sono chiamati da Marx capitali fittizi. All'inizio sono capitali reali e, se vengono depositati in banca e inseriti quindi nel circuito del credito, essi continuano ad essere reali. Ma, già distaccati dalla loro origine e diventati proprietà dei rentiers, una volta entrati nel giro creditizio finanziario si staccano del tutto dal capitale reale… e si moltiplicano. Un titolo cartaceo emesso su un valore reale può essere venduto più volte, comportandosi come moneta, così come all'origine succedeva solo alla classica cambiale scontata. Tra il 1971 e il 1974 due masse enormi di capitale circolante si autonomizzano definitivamente dalla produzione reale e tendono a diventare capitale fittizio irreversibile: la massa degli eurodollari, resi inconvertibili dal governo USA, e la massa dei petroldollari, derivata dalla decuplicazione dei prezzi petroliferi. Entrambe irreversibili: perché nessuna massa del genere avrebbe mai potuto ritornare al circuito primario della produzione di plusvalore senza far saltare il sistema dalle fondamenta. Da una parte capitale, cioè lavoro passato, morto; dall'altra non solo petrolio, ma tutte le risorse della Terra. Ora, la terra è uno degli elementi fondamentali del processo produttivo completo, con il lavoro e il capitale. Tutte le materie prime, è ovvio, vengono dalla terra, dall'agricoltura come dalle miniere, dalle foreste come dai pozzi petroliferi. Tutto il prelievo di biomassa e di minerali deve avere il suo corrispettivo in plusvalore proveniente dal settore produttivo per un ammontare deciso dall'unico criterio della domanda che cozza contro la proprietà e contro la quantità di plusvalore disponibile. La proprietà fondiaria è dunque come una forza estranea che limita l'investimento di capitale. Il quale è costretto ad aumentare la produttività, a trovare ogni espediente per superare questo limite, ingigantendo il ciclo produttivo complessivo e ingigantendo di conseguenza il bisogno di materie prime. Il consumo del mondo, la sua mineralizzazione, sono un prodotto specifico del capitalismo. Nessun'altra società è mai giunta né potrà mai giungere a tanta perversione economica.La rendita dev'essere sempre pagata, sia che riguardi un terreno coltivato, irrigato e ben concimato, sia che riguardi un terreno su cui non è stata apportata assolutamente alcuna miglioria. In questo secondo caso esso non "vale" nulla, non incorpora lavoro umano e quindi valore. Non dovrebbe perciò rientrare nel costo di produzione industriale. E invece anche la terra assume un valore a causa della proprietà capitalistica, come se fosse un prodotto del lavoro umano e non della natura. Infatti la rendita, l'abbiamo visto negli esempi precedenti, può essere riferita al capitale, pur senza esservi legata. Può essere cioè considerata, al pari di tutti gli altri redditi monetari, come l'interesse di un capitale immaginario che si concretizza nella forma irrazionale di prezzo della terra. E ciò anche se la terra non può avere un "prezzo", perché non può avere valore di scambio, come l'aria o il mare (per adesso), anch'essi fonti primarie e non prodotti del lavoro. Se il tasso d'interesse medio è − poniamo − del 5% e un dato terreno rende 50 euro all'anno, allora il suo prezzo è 1.000 euro (50/0,05). Ma la tendenza storica è verso la diminuzione del saggio di profitto, che comporta storicamente una diminuzione del saggio di interesse. Se ad esempio quest'ultimo si dimezza, ecco che la stessa rendita di 50 euro corrisponde a un capitale immaginario di riferimento raddoppiato (50/0,025 = 2.000 euro). Per questo, a parità di rendita, il prezzo della terra e degli immobili è destinato storicamente a salire:
"Quanto più capitale si investe nel suolo, quanto più grande è lo sviluppo del-l'agricoltura e in genere della civiltà, tanto più aumentano sia le rendite per acro sia la somma totale delle rendite, tanto più gigantesco è il tributo che la società versa sotto forma di soprapprofitti ai grandi proprietari fondiari" 
(Marx, Il Capitale, Libro III, cap. XLIII).

   Il discorso vale ovviamente anche per le miniere, per i pozzi di petrolio eper gli immobili d'ogni genere. Ora prendiamo il prezzo di produzione del-l'insieme di merci prodotte nel mondo. Come sappiamo, esso, a differenzadei prezzi di costo dei singoli rami produttivi o di una singola fabbrica, cor-risponde esattamente al valore. Scomponiamolo nei suoi elementi sociali,che sono quelli destinati alle tre grandi classi, capitalisti, proletari, pro-prietari fondiari:
 Prezzo = capitale costante + salario + plusvalore + interesse + rendita.

   Essendo il prezzo di produzione storicamente dato dalla media dei valoriche lo compongono, è chiaro che ogni variazione fra di essi non può che risolversi in un trasferimento a somma zero. Se aumenta il salario deve diminuire qualche altro elemento; e così per la rendita ecc. Siccome l'intero sistema capitalistico deve reggersi sul mantenimento di una produzione di plusvalore sufficiente a perpetuare il ciclo del capitale reale, ecco che diventa pericolosissimo ogni fenomeno che obblighi a ripartirne "troppo" all'interno del prezzo di produzione, fra gli elementi che lo compongono. Ma il sistema, giunto all'attuale dipendenza dalla rendita e dalla finanza (cioè dal capitale fittizio),
impone proprio una feroce ripartizione del valore. E siccome la componente salariale è data anch'essa, storicamente, dalla quantità di beni e servizi necessaria a riprodurre la forza-lavoro e può oscillare solo entro quei limiti, ecco che, tolto il possibile e l'impossibile dal salario, è solo dal plusvalore che si può trarre ciò che andrà devoluto:
1) al capitale costante come feedback di valore per la riproduzione allargata;
2) all'interesse per il credito;
3) alla rendita per le materie prime, l'energia, gliimmobili, le infrastrutture, ecc.;
4) alla dissipazione dovuta all'anarchia del mercato, al controllo contabile, alla sicurezza, ecc. ( faux frais);
5) al costo dello Stato e dei suoi apparati di classe.

   Ovviamente non stiamo a parlare del singolo capitalista, che può anche personalmente violare la regola generale, ma dell'intero sistema che deve per forza affrontare il classico e irrisolvibile problema della coperta troppo corta. Non è strano che all'interno della classe capitalista (industria, finanza erendita) non si possa risolvere nulla: il salario non lo si può mandare al disotto del suo valore; il profitto deve poter permettere la riproduzione allargata; il credito è il motore dell'industria moderna e la finanza è sua figlia, non c'è l'una senza l'altro; la tangente alla rendita non la si può eliminare senza eliminare la proprietà privata.

   Non resta che l'innalzamento della produttività della forza-lavoro (dello sfruttamento) e il consumo del mondo. Finché il mondo stesso e il proletariato che lo abita non superano la soglia di sopportazione. Quella del mondo come biosfera è stata già sorpassata; quella del mondo minerale dei "quattro picchi e un declino" sarà raggiuntaintorno al 2030; quella del proletariato ci auguriamo sia superata ben prima. Il nostro modello, che con tutto il materiale prodotto dal partito storico della rivoluzione è certo più vasto di quello comprimibile in un articolo, non prevede che le classi rimangano inerti di fronte al collasso del capitalismo. Prevede piuttosto che lo anticiperanno, specie il proletariato, che non potrà che esplodere in un furore rivoluzionario.

Nota. Questo articolo è la trascrizione ampliata di un rapporto registrato il 13 gennaio del2007 durante uno dei nostri incontri redazionali trimestrali e intitolato: Le prospettive del capitalismo dalla pesantezza dell'acciaio alla leggerezza del software e oltre. 
Le variazioni e le aggiunte riguardano soprattutto gli argomenti collegati alla crisi scoppiata nell'estate del 2007 sull'onda dei mutui subprime e ancora in corso mentre andiamo in tipografia. Alla crisi e ai suoi sviluppi dedichiamo uno specifico articolo su questo stesso numero della rivista.

lunedì 24 agosto 2020

Il potere latifondista, costruito su furti, schiavitù e saccheggi coloniali


"Questo fa parte della lunga tradizione inglese di recinzione: cogliere un bene comune e darlo ai ricchi e ai potenti". Passeggiatori nel parco nazionale dello Yorkshire Dales. Fotografia: Alamy
I proprietari terrieri inglesi ci hanno rubato i nostri diritti. È tempo di reclamarli
George Monbiot

Il potere del latifondo, costruito su furti, schiavitù e saccheggi coloniali, schiaccia le nostre libertà. Una nuova campagna cerca di decolonizzare la campagna
@GeorgeMonbiot
Mercoledì 19 agosto 2020 07.00 BST
Fonte: https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/aug/19/pandemic-right-to-roam-england

L'attacco di Boris Johnson alle leggi inglesi sulla pianificazione è molto nuovo e molto vecchio. È nuovo perché elimina il sistema per decidere come usare la terra, sostituendolo con qualcosa di più vicino al modello americano. È vecchio perché rappresenta l'ennesimo trasferimento di potere dal resto di noi ai signori della terra, un processo che avviene, con occasionali inversioni di tendenza, dal 1066.

   Un potere che nel 1947 era assicurato al pubblico - il diritto democratico di influenzare l'edificio che influisce sulla nostra vita - viene ora recuperato dalle imprese edili, dai costruttori e dalle persone che traggono il maggior profitto dallo sviluppo, i proprietari terrieri. Questo fa parte della lunga tradizione inglese di recinzione: cogliere un bene comune e darlo ai ricchi e ai potenti. La democrazia è sostituita dal potere del denaro.

   Quasi tutti noi, in Inghilterra e in molte altre nazioni, siamo nati dalla parte sbagliata della legge. Il peso sproporzionato che la legge dà ai diritti di proprietà rende quasi tutti cittadini di seconda classe prima di tirare il primo respiro, recintati dalla bella vita che potremmo condurre.

   L'incapacità della nostra legislazione di moderare le rivendicazioni della proprietà nega altri diritti fondamentali. Tra questi c'è l'uguaglianza davanti alla legge. Se possedete grandi appezzamenti di terreno, un grande peso della legge siede dalla vostra parte, difendendo i vostri privilegiati smodati da quelli che non lo fanno. Ci è proibito esercitare un diritto democratico cruciale - il diritto di protestare - su tutti i terreni di proprietà pubblica, tranne che sulle tasche in diminuzione. Se cerchiamo di esprimere il nostro dissenso altrove, possiamo essere arrestati immediatamente.

   La libertà di camminare è un diritto fondamentale come la libertà di parola, ma in Inghilterra è negata su tutto il 92% del territorio. Anche se diamo ai proprietari terrieri 3 miliardi di sterline all'anno di tasca nostra sotto forma di sussidi agricoli, ci viene proibito di pagare la maggior parte di quello che paghiamo. Le grandi tenute hanno sequestrato e murato i più bei panorami d'Inghilterra. In molte parti del paese, siamo confinati in stretti sentieri attraverso paesaggi deprimenti, circondati da filo spinato. Chi non può permettersi di viaggiare e soggiornare nelle regioni con maggiore accesso (per lo più nel nord-ovest dell'Inghilterra) non ha nessun altro posto dove andare.

Per saperne di più:
La revisione della pianificazione dei Tories è un feroce attacco alla democrazia
Laurie Macfarlane


   La pandemia ci ha ricordato che l'accesso alla terra è fondamentale per il nostro benessere mentale e fisico. I bambini in particolare hanno un disperato bisogno di luoghi selvaggi e interessanti in cui poter vagare liberamente. Un ampio corpus di ricerche, approvate dal governo, suggerisce che la nostra salute mentale è notevolmente migliorata dalla connessione con la natura. Eppure siamo costretti a sgattaiolare ai margini della nostra nazione, indesiderati ovunque tranne che in poche gabbie verdi e luoghi in cui dobbiamo pagare per entrare, mentre vaste tenute sono riservate alle famiglie monoparentali.

   Questo governo non cerca di rimediare allo squilibrio, ma di aggravarlo. La sua proposta di criminalizzare gli sconfinamenti negherebbe i diritti dei viaggiatori (zingari, rom e nomadi) a perseguire la propria vita. Minaccia inoltre di trasformare le recinzioni dei proprietari terrieri in muri di prigione. La settimana scorsa ho scoperto un'attività estrattiva illegale in una parte del fiume Honddu in Galles. Se non avessi sconfinato, non l'avrei vista e non l'avrei fermata. Criminalizzare la violazione dei confini metterebbe le persone in libertà fuori dalla legge, e i proprietari terrieri al di sopra della legge.

   La proposta del governo di concedere ai proprietari terrieri e ai costruttori il permesso di costruire su grandi tratti d'Inghilterra inclinerà la legge ancora di più verso la proprietà. Le proprietà immobiliari saranno progettate non per il beneficio di coloro che ci vivono, ma per il beneficio di coloro che le costruiscono. Vedremo più baraccopoli verticali man mano che i blocchi di uffici si trasformeranno in abitazioni, e periferie più deprimenti senza scuole, negozi, trasporti pubblici o spazi verdi, interamente dipendenti dall'auto.

   Non farà nulla per risolvere la nostra crisi abitativa, che non è causata da ritardi nel sistema di pianificazione, ma dall'accaparramento dei terreni da parte dei costruttori per mantenere alti i prezzi, dalle case usate per gli investimenti piuttosto che per vivere, e dal disinteresse del governo per l'edilizia popolare. Chiudendo le nostre obiezioni, la proposta di Johnson è un attacco diretto alle nostre libertà. È un regalo ai magnati della proprietà che, secondo quanto riferito, hanno versato 11 milioni di sterline al partito conservatore da quando è diventato primo ministro: un regalo sequestrato al resto di noi.

   Ma non ce ne staremo a guardare passivamente mentre ci trasformiamo in cittadini ancora più inferiori. Un nuovo libro cerca di sfidare ed esporre il potere ipnotizzante che la proprietà terriera esercita su questo paese, e di mostrare come possiamo sfidare le sue presunzioni. Il Libro della Trasgressione, di Nick Hayes, è un'opera notevole e veramente radicale, carica di verità risonanti e incredibilmente illustrata dall'autore.

   Mostra come le grandi tenute, da cui siamo esclusi, siano state create da una combinazione di furti dal popolo britannico (il recinto dei nostri beni comuni) e di furti dal popolo di altre nazioni, come i profitti della tratta degli schiavi, il saccheggio coloniale e gran parte dei 30 trilioni di sterline che sono state dissanguate dall'India è stata investita in grandi case e chilometri di muro: denaro insanguinato tradotto in architettura neoclassica.

   Esso rivela come lo "sfarzo decorativo e la verbosa flummeria con cui sono circondate le grandi tenute mascherino questo furto, e mascherino il capitalismo da affittuari che continuano a praticare. Spiega come le mura dei proprietari terrieri dividano la nazione, non solo fisicamente, ma anche socialmente e politicamente. Dimostra come la legge si sia allontanata dalla difesa delle persone e si sia orientata verso la difesa delle cose. Mostra come la trasgressione aiuta a violare i muri mentali che ci tengono separati.

   Accompagna il libro una nuova campagna per il diritto di vagabondare che chiede che questo diritto in Inghilterra sia esteso ai fiumi, ai boschi, alle zone a valle e alle terre incolte nella cintura verde, e che includa il campeggio, il kayak, il nuoto e l'arrampicata. Questo è meno completo dei diritti in Scozia, che, nonostante le terribili previsioni dei proprietari terrieri, hanno causato pochi attriti e un enorme miglioramento della fruizione pubblica. Ma aumenterebbe enormemente la sensazione che la nazione appartiene a tutti noi piuttosto che a pochi eletti. Una petizione al Parlamento lanciata da Guy Shrubsole, autore di un altro libro cruciale, Who Owns England?, cerca di fermare la criminalizzazione degli sconfinamenti. Firmatela, per favore.

    Possiamo aspettarci che questi sforzi siano contrastati dalla stampa miliardaria. Questo è quello che è successo quando un gruppo di noi ha lanciato il rapporto Land for the Many l'anno scorso: è stato salutato da attacchi furiosi e falsità oltraggiose su tutti i giornali di destra. Anche i più lievi tentativi di riequilibrare i nostri diritti sono trattati come una minaccia esistenziale da coloro il cui privilegio è ratificato dalla legge. Ma non possiamo permettere che la loro furia ci dissuada. È tempo di decolonizzare la terra.

- George Monbiot è un editorialista del Guardian

Lo zoccolo duro del banchismo: la Pubblica Amministrazione

Quali vantaggi ha un dipendente statale? (di Furio Ruggiero)
Un dipendente statale gode davvero di moltissimi agi rispetto ad un dipende privato o ad una partita IVA… eccone di seguito alcuni:
  1. La sicurezza di uno stipendio sicuro, puntuale e vita natural durante.
  2. La possibilità di avere un bel periodo di ferie ben retribuite e di malattia anch'essa ben remunerata, che nel mondo del privato non sono poi così scontate.
  3. Alcune mensilità extra come tredicesima, rivolta a tutti i dipendenti pubblici e quattordicesima, questa solo per una parte di essi. Molto spesso quest'ultima viene sostituita, in particolar modo nella pubblica amministrazione, da voci analoghe, come premi per aver raggiunto determinati obiettivi, non sempre così difficili da raggiungere o dei bonus legati alla posizione di responsabili di settore.
  4. Per alcune categorie, come le forze dell'ordine, l'età pensionabile è di molto inferiore alla media degli altri lavoratori.
  5. Le ore di lavoro indicate nel contratto vengono onorate e per alcune tipologie di lavoratori c'è la possibilità di fare gli straordinari, ovviamente ben pagati, per le categorie che lo permettono.
  6. I figli dei dipendenti statali hanno la possibilità di avere borse di studio pagate dall'INPS (INPDAP).
  7. Cinque i mesi di astensione dal lavoro, retribuiti, in caso di maternità concessi alla lavoratrice madre. Il padre, invece, potrà usufruire di un congedo post partum. Ciò, come è ben noto, non è poi così indiscusso nel mondo dei privati.
  8. Oltre questo tipo di agevolazioni, i dipendenti statali possono accedere ad alcuni servizi legati al credito, in particolare prestiti o mutui che possono essere richiesti in alcuni casi senza particolari motivazioni o per spese particolarmente consistenti. L’Inps, ad esempio, offre prestiti ai dipendenti pubblici e pensionati a tassi agevolati. Questi vengono erogati direttamente tramite il Fondo Credito o concessi da banche e società finanziarie accreditate con garanzia del fondo Inps.
  9. In caso di assenza dovuta ad infortunio sul lavoro o a malattia riconosciuta dipendente da causa di servizio, il dipendente pubblico ha il diritto alla conservazione del posto fino alla guarigione clinica e all’intera retribuzione (convalescenza), non proprio così diffusa in altre fasce lavorative.
  10. Per motivi personali, un dipendente assunto a tempo indeterminato può richiedere un periodo di aspettativa per una durata complessiva di dodici mesi in tre anni. Tale periodo non sarà ovviamente retribuito, in quanto durante quest'ultimo il soggetto potrebbe comunque lavorare in altri ambiti.
  11. Il dipendente che, durante la sua attività lavorativa, volesse partecipare a corsi destinati al conseguimento di titoli di studio universitari, post-universitari, di scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, può godere di permessi straordinari retribuiti per un massimo di 150 ore all’anno, oltre ad aver diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza dei corsi e la preparazione agli esami.
  12. Nella fase più severa del lockdown i dipendenti pubblici che lavorano in presenza erano uno su dieci. Attenzione però, perché anche in questo caso ad alzare la media erano medici, infermieri e forze dell’ordine. Quindi mentre tutto il settore privato era in cassa integrazione, con drastiche riduzioni dello stipendio, o riceveva il bonus dei 600 euro per le Partite iva, non sempre arrivati in maniera celere, i dipendenti pubblici continuavano a percepire il loro salario al 100%.

sabato 22 agosto 2020

Qualcosa di notevole è appena successo questo agosto

Qualcosa di notevole è appena successo questo agosto: Come la pandemia ha accelerato il passaggio al post-capitalismo - Discorso virtuale della Fondazione Lannan
Saggi di Arts DiEM25's Covid-19 Policy Response Italiano Interviste Interviste Politica ed Economia Discorsi Postcapitalismo Discorsi Video webmaster Yanis Varoufakis 1542 Views 0 commento 21/08/2020
Fonte: https://www.yanisvaroufakis.eu/2020/08/21/something-remarkable-just-happened-this-august-how-the-pandemic-has-sped-up-the-passage-to-postcapitalism-lannan-institute-virtual-talk/



   Due giorni fa è successo qualcosa di straordinario. Qualcosa che non era mai successo prima nella storia del capitalismo. In Gran Bretagna si è diffusa la notizia che l'economia ha subito il più grande crollo di sempre - oltre il 22% in meno nei primi 7 mesi del 2020. Sorprendentemente, nello stesso giorno, la Borsa di Londra, l'indice FTSE100, è salito di oltre il 2%. Nello stesso giorno, in un periodo in cui l'America si è fermata e comincia ad apparire non solo come un'economia in difficoltà, ma anche, minacciosamente, come uno stato fallito, l'indice SP500 di Wall Street ha raggiunto il record di tutti i tempi.
Incapace di contenermi, ho twittato quanto segue:
Il capitalismo finanziario si è disaccoppiato dall'economia capitalista, è salito alle stelle fuori dall'orbita terrestre, lasciando dietro di sé vite e sogni infranti. Mentre il Regno Unito sprofonda nella peggiore recessione di sempre, e gli Stati Uniti rasentano il fallimento dello stato, FTSE100 sale del 2% e l'S&P500 batte tutti i record!

   Prima del 2008, anche i mercati monetari si comportavano in un modo che sfidava l'umanesimo. Le notizie di licenziamenti di massa dei lavoratori sarebbero state seguite abitualmente da forti rialzi del prezzo delle azioni delle aziende che "lasciavano andare i loro lavoratori" - come se si preoccupassero della loro liberazione... Ma almeno c'era una logica capitalistica a questa correlazione tra licenziamenti e prezzi delle azioni. Questa spiacevole causalità era ancorata alle aspettative sui profitti effettivi di un'impresa. Più precisamente, la previsione che una riduzione della massa salariale dell'azienda potesse, nella misura in cui la perdita di personale portasse a riduzioni proporzionali inferiori della produzione, portare ad un aumento dei profitti e, quindi, dei dividendi. La semplice convinzione che ci fossero abbastanza speculatori là fuori, pensando che ci fossero abbastanza speculatori che potessero formare quella particolare aspettativa, è stata sufficiente a provocare un aumento del prezzo delle azioni delle aziende che licenziano i lavoratori.

   Questo prima del 2008. Oggi questo legame tra le previsioni di profitto e i prezzi delle azioni è scomparso e, di conseguenza, la misantropia del mercato azionario è entrata in una nuova fase post-capitalistica. Non è un'affermazione così controversa come può sembrare all'inizio. Nel bel mezzo della nostra attuale pandemia non una persona sana di mente immagina che ci siano speculatori là fuori che credono che ci siano abbastanza speculatori che possono credere che i profitti delle aziende nel Regno Unito o negli Stati Uniti aumenteranno presto. Eppure comprano azioni con entusiasmo. L'effetto della pandemia sul nostro mondo post-2008 sta ora creando forze finora insondabili.

   Nel mondo di oggi, sarebbe un errore cercare di trovare una qualche correlazione tra ciò che accade nel mondo reale (di salari, profitti, produzione e vendite) e nei mercati monetari. Oggi non c'è bisogno di una correlazione tra le "notizie" (ad esempio, una notizia che qualche grande multinazionale ha licenziato decine di migliaia di persone) e gli aumenti dei prezzi delle azioni. Mentre osserviamo l'ascesa delle borse in un momento in cui le economie sono in crisi, sarebbe un errore pensare che gli speculatori sentano che l'economia del Regno Unito, o quella degli Stati Uniti, è in crisi e pensino a se stessi: Grande, compriamo le azioni. No, la situazione è molto, molto peggiore!

   Nel mondo del dopo 2008, gli speculatori - per la prima volta nella storia - se ne fregano dell'economia. Loro, come te e me, possono vedere che Covid-19 ha messo il capitalismo in animazione sospesa. Che sta schiacciando i margini di profitto delle imprese e al tempo stesso sta distruggendo le vite e i mezzi di sussistenza di molti. Che sta causando un nuovo tsunami di povertà con effetti a lungo termine sulla domanda aggregata. Che dimostra in ogni paese e in ogni città la profonda divisione di classe e di razza preesistente, come alcuni di noi hanno avuto il privilegio di mantenere le regole sociali a distanza, mentre un esercito di persone là fuori lavorava per una miseria e a rischio di infezione per soddisfare i nostri bisogni.

   No, quello che stiamo vivendo non è il tipico disinteresse capitalistico per i bisogni umani, la tendenza standard del sistema capitalistico ad essere motivato esclusivamente dalle esigenze di massimizzazione del profitto o, come diciamo noi di sinistra, dall'accumulazione di capitale. No, il capitalismo è ora in una nuova, strana fase: Socialismo per pochi, pochissimi (per gentile concessione delle banche centrali e dei governi che si occupano di una minuscola oligarchia) e severa austerità, insieme a una concorrenza crudele in un ambiente di feudalesimo industriale e tecnologicamente avanzato per quasi tutti gli altri.

   Gli eventi di questa settimana a Wall Street e nella City di Londra segnano questa svolta - il momento storico che i futuri storici sceglieranno senza dubbio di dire: È stato nell'estate del 2020 quando il capitalismo finanziario ha finalmente rotto con il mondo delle persone reali, compresi i capitalisti abbastanza antiquati da cercare di trarre profitto dalla produzione di beni e servizi.

    Ma cominciamo dall'inizio. Come è cominciato tutto?

    Prima del capitalismo, il debito è apparso alla fine del ciclo economico; un mero riflesso del potere di accumulare eccedenze già prodotte. Sotto il feudalesimo, la produzione venne prima con i contadini che lavoravano la terra per piantare e raccogliere le colture.

 *   La distribuzione seguiva il raccolto, mentre lo sceriffo raccoglieva la parte del signore. Parte di questa parte fu poi monetizzata quando gli uomini del signore la vendettero in qualche mercato.

*    Il debito emerse solo nell'ultima fase del ciclo, quando il signore prestava il suo denaro ai debitori, spesso anche al re.

*   Il capitalismo invertì l'ordine. Una volta che la manodopera e la terra erano state mercificate, il debito era necessario prima ancora che iniziasse la produzione. I capitalisti senza terra dovevano prendere in prestito per affittare lavoratori, terra e macchine. Solo allora poteva iniziare la produzione, producendo ricavi di cui i capitalisti erano i richiedenti residui. Così, il debito alimentava l'opera prima del capitalismo. Tuttavia, ci volle la seconda rivoluzione industriale prima che il capitalismo potesse rimodellare il mondo a sua immagine.

   L'invenzione dell'elettromagnetismo, sul retro delle famose equazioni di James Clerk Maxwell, ha dato vita alla prima società in rete, la Edison per esempio, che produceva tutto, dalle centrali elettriche e dalla rete elettrica alla lampadina di ogni casa. I finanziamenti necessari per costruire queste megafirme erano, naturalmente, oltre i limiti delle piccole banche del XIX secolo. Nacque così la megabanca, frutto di fusioni e acquisizioni, insieme a una notevole capacità di creare denaro dal nulla. L'agglomerazione di queste megafirme e megabanche ha creato una nuova Tecnostruttura che ha usurpato i mercati, le democrazie e i mass media. Il risultato è stato il ruggito degli anni Venti, che ha portato al crollo del 1929.

   Dal 1933 al 1971, il capitalismo globale fu gestito e pianificato centralmente sotto diverse versioni del New Deal, che includeva l'economia di guerra e il sistema di Bretton Woods. Dopo la scomparsa di Bretton Woods nei primi anni Settanta, il capitalismo è tornato ad una versione degli anni Venti: Sotto la maschera ideologica del neoliberalismo (che non era né nuovo né liberale), la Technostructure prese nuovamente il sopravvento sui governi. Il risultato è stato il 1929 della nostra generazione, avvenuto nel 2008.

   Dopo il crollo del 2008, il capitalismo è cambiato drasticamente. Nel tentativo di rimettere in moto il sistema finanziario crollato, le banche centrali hanno incanalato fiumi di denaro-debito a basso costo verso il settore finanziario, in cambio di un'austerità fiscale universale che ha limitato la domanda di beni e servizi da parte delle classi medie e inferiori. Incapaci di trarre profitto dall'austerità - consumatori, imprese e finanzieri colpiti dall'austerità - sono stati agganciati al costante flusso a goccia di debito fittizio delle banche centrali.

   Ogni volta che la Fed o la Banca Centrale Europea o la Banca d'Inghilterra pompavano più denaro nelle banche commerciali, nella speranza che questi soldi fossero prestati alle aziende che a loro volta avrebbero creato nuovi posti di lavoro e nuove linee di prodotti, la nascita dello strano mondo in cui viviamo ora si è avvicinata un po' di più. Come? A titolo di esempio, consideriamo la seguente reazione a catena: La Banca Centrale Europea ha esteso nuova liquidità alla Deutsche Bank. La Deutsche Bank potrebbe trarne profitto solo se trovasse qualcuno che prendesse in prestito questo denaro. Dedicata al mantra del banchiere "non prestare mai a qualcuno che ha bisogno di soldi", la Deutsche Bank non li presterebbe mai alle "piccole persone", le cui circostanze sono sempre più ridotte (insieme alla loro capacità di rimborsare qualsiasi prestito sostanziale), preferisce prestarli, per esempio, alla Volkswagen. Ma, a sua volta, i dirigenti Volkswagen guardarono le "piccole persone" là fuori e pensarono tra loro: "La loro situazione sta diminuendo, non potranno permettersi nuove auto elettriche di alta qualità". E così Volkswagen ha rinviato investimenti cruciali in nuove tecnologie e in nuovi posti di lavoro di alta qualità. Ma i dirigenti Volkswagen sarebbero stati negligenti nel non accettare i prestiti a basso costo offerti dalla Deutsche Bank. Così, l'hanno accettato. E cosa ne hanno fatto dei soldi appena coniati della BCE? L'hanno usata per comprare azioni Volkswagen in borsa. Più quelle azioni acquistavano, più alto era il valore delle azioni Volkswagen. E siccome i bonus salariali dei dirigenti Volkswagen erano legati al valore delle azioni dell'azienda, ne hanno tratto un vantaggio personale - mentre la potenza di fuoco della BCE è stata subito sprecata dal punto di vista della società e del capitalismo industriale.

   Questo è stato il processo attraverso il quale, dal 2008 al 2020, le politiche di rilancio del settore bancario dal 2009 in poi hanno portato alla quasi completa zombificazione delle imprese. Covid-19 ha trovato il capitalismo in questo stato zombificato. Con i consumi e la produzione colpiti in modo massiccio e in una sola volta, i governi sono stati costretti a fare un passo nel vuoto per sostituire tutti i redditi in misura gigantesca in un momento in cui l'economia capitalista reale ha la minore capacità di generare ricchezza reale. Il disaccoppiamento dei mercati finanziari dall'economia reale, che è stato l'elemento scatenante di questo discorso, è un segno sicuro che qualcosa che potremmo definire in modo difensivo postcapitalismo è già in corso.

   La mia differenza con i compagni di sinistra è che non credo ci sia alcuna garanzia che ciò che segue il capitalismo - chiamiamolo, per mancanza di un termine migliore, postcapitalismo - sarà migliore. Può anche essere del tutto distopico, a giudicare dai fenomeni attuali. Nel breve periodo, per evitare il peggio, il minimo cambiamento necessario è un New Deal verde internazionale che, a partire da una massiccia ristrutturazione del debito pubblico e privato, utilizzi strumenti finanziari pubblici per spingere la liquidità esistente (ad esempio, fondi che fanno salire i mercati monetari) verso il servizio pubblico (ad esempio, una rivoluzione dell'energia verde).

    Il problema che dobbiamo affrontare non è semplicemente che i nostri regimi oligarchici combatteranno con le unghie e con i denti contro qualsiasi programma di questo tipo. Un problema ancora più difficile da risolvere è che un New Deal Verde Internazionale, del tipo a cui si è accennato sopra, può essere una condizione necessaria ma, certamente, non è una condizione sufficiente per creare un futuro per l'umanità che valga la pena di lottare. Possiamo immaginare cosa potrebbe rivelarsi sufficiente? La mia controversa ipotesi di partenza è che, perché il post-capitalismo sia genuino e umanista, dobbiamo negare alle banche private la loro ragion d'essere e porre fine, con una sola mossa, a due mercati: il mercato del lavoro e il mercato azionario.
Consapevole di quanto sia difficile immaginare un'economia tecnologicamente avanzata priva di mercati del lavoro e del lavoro, ho scritto il mio prossimo libro Another Now - in cui espongo l'argomento secondo cui la cessazione dei mercati del lavoro e del lavoro, insieme al tipo di banca commerciale oggi dato per scontato, è un prerequisito per una società post-capitalista con mercati funzionanti, autentica democrazia e libertà personale.

Discorso virtuale della Fondazione Lannan, in conversazione con Daniel Denvir, giovedì 13 agosto 2020

mercoledì 19 agosto 2020

Osa fallire e risorgere (la mia storia personale)

tmalinen

Osa fallire e risorgere (la mia storia personale)
Tuomas Malinen
15/8/2020 7:01
aggiornato il 15/08/2020 14:27

Fonte: https://puheenvuoro.uusisuomi.fi/tmalinen/uskalla-epaonnistua-ja-nousta-henkilohistoriani/

Economia europea UE Sicurezza sociale Scienza Carriera Crisi del debito Imprenditorialità

Quando ho iniziato a criticare la proposta tedesca e francese di uno "strumento di recupero" a maggio, anche le mie motivazioni hanno cominciato a essere messe in discussione. Quando ho rivolto la mia critica al nostro Primo Ministro, che ha consapevolmente superato la commissione per gli affari costituzionali nei negoziati sui fondi dell'UE, gli attacchi sono naturalmente aumentati. Sono stato sospettato di essere un troll russo e la mia posizione (docente) all'università è stata messa in dubbio

Chiunque dubiti delle mie qualifiche può controllare il mio elenco di pubblicazioni se lo desidera. La prima accusa richiede una spiegazione più ampia. Per questo ho deciso di spiegare da dove vengo e cosa ho imparato. Va sottolineato che non cerco alcuna carica politica né ora né in futuro.

Sulle "montagne russe" della mia vita, tre insegnamenti sono saliti sopra gli altri. 1) È importante correre dei rischi e fallire, ma sotto di essi non bisogna rimanere schiacciati, ma umilmente, imparare e continuare. 2) Tutti a volte hanno bisogno di aiuto e la collaborazione è la chiave di tutto. 3) L'effetto corruttore delle strutture di potere e della paura non deve essere sottovalutato, motivo per cui le "verità" delle autorità devono essere costantemente messe in discussione.

L'ultimo di questi è estremamente importante, soprattutto ora, perché altrimenti andremo alla cieca, come vorrebbero i nostri leader politici in questo momento.


Rustico e operaio di fabbrica


Sono nato al Joensuu Central Hospital, ma sono cresciuto a Hyvinkää. Mio padre è morto quando avevo due mesi. Mia madre ha fatto carriera come docente di storia secondaria e studi sociali.

Sono cresciuto in città, ma ho trascorso una parte considerevole del mio tempo nella fattoria dei miei nonni nel sud-est della Finlandia, dove ho trascorso praticamente tutte le estati della mia infanzia e giovinezza. Il lavoro con gli animali e la terra e l'atmosfera molto calda, comune e ricettiva del villaggio della Carelia mi hanno attratto. Le estati trascorse lì mi hanno insegnato l'importanza della cooperazione, della responsabilità e del duro lavoro.

Dopo l'esercito (pioniere delle armature, grado militare: tenente) la mia direzione è stata persa. La mia adolescenza era stata dura, il che, tuttavia, non era dovuto alle mie condizioni di casa. Non sono andato al liceo. Tuttavia, questa è stata una benedizione sotto mentite spoglie, perché alla Hyvinkää School of Economics, con il forte contributo di Jussi Hievanen, insegnante di finanza pubblica e diritto, ho trovato l'economia.

Tuttavia, la mia motivazione a leggere per gli esami di ammissione non era sufficiente. Ho fatto domanda per il college due volte, invano. Parallelamente ho lavorato al magazzino Libri-Logistics e poi a Saint-Gobain Isover Oy, producendo lana soffiata. Ho trovato la motivazione del mio numero, quando succede così spesso, dopo delle perdite personali.

Nel 1999 ho sacrificato le mie vacanze estive per leggere gli esami di ammissione. Leggevo dalle 8 alle 14 ore al giorno, prendendomi un giorno libero alla settimana e studiavo all'università di Oulu.


Università e tesi


Le richieste dell'università all'inizio sembravano impossibili. Nel mio primo anno, ho dovuto seguire quasi tutto il lungo curriculum di matematica del liceo e ho iniziato rivedendo le regole dei segni. L'autunno è stato pesante e nella primavera del 2000 ho dovuto fare una pausa per i pensieri. Tuttavia, ho deciso di tornare al college perché sapevo cosa volevo e la mia natura non permetteva la resa.

Ho lavorato sodo e la mia ambizione è cresciuta. Non sono mai stato un bravo studente, ma ho iniziato a nascere come ricercatore. Poi, quando il percorso per gli studi post-laurea in economia è stato aperto dal supervisore del mio master, ho deciso di intraprenderlo tramite il professor Mikko Puhakka.

All'inizio dei miei studi post-laurea, ho affrontato di nuovo gli stessi problemi. Gli studenti devono completare tre corsi post-laurea in un programma post-laurea nazionale con due scopi: insegnare le necessarie abilità metodologiche (matematiche) e potare alcuni studenti. La matematica era estremamente impegnativa e la mia routine di calcolo non era mai arrivata al livello di una lunga matematica.

Tuttavia, non mi sono arreso. Calcolavo e studiavo quasi giorni prima degli esami. Mi prendevo una pausa una volta alla settimana (domenica), spesso preceduta da un bar con altri studenti post-laurea di Helsinki. Lunedì quindi tutti sono tornati a contare. È stato divertente ma pesante.

Dopo i corsi post-laurea obbligatori, ho ottenuto inaspettatamente un diploma post-laurea presso l'Accademia di Finlandia. È stato sorprendente perché non ero andato particolarmente bene sui corsi. In effetti, la mia scelta è stata influenzata dal fatto che avevo scritto un piano di ricerca durante i corsi post laurea (non consiglio a nessuno questa combinazione). Il duro lavoro fu premiato ancora una volta.


I problemi, ovviamente, non finirono qui. Sapevo cosa volevo dai miei studi post-laurea, ma la direzione di Kava (il programma nazionale post-laurea in economia) non era d'accordo. La direzione sia della mia ricerca che dei miei studi è stata messa in dubbio. La minaccia era una riduzione dei miei fondi. È stato duro. La situazione è stata alleviata quando un ricercatore di punta nei metodi che ho usato (econometria del panel), il professor Jörg Breitung, ha confermato che la mia tesi era sulla linea giusta e ho ricevuto un posto di scambio finanziato dall'Accademia di Finlandia dalla New York University.

Dopo il ritorno dalla NYU, ho completato la mia tesi in 10 mesi.

Ricercatore e imprenditore

Nell'autunno del 2011 penserò alla direzione dopo la dissertazione. Avevo convinto persone adatte nelle principali istituzioni economiste finlandesi, come la Banca di Finlandia, ma non gli piacevo. Il fuoco dentro di me mi ha spinto a continuare la mia ricerca accademica e ad espandere le mie capacità. All'inizio di dicembre 2011, abbiamo fondato GnS Economics con altri quattro azionisti, dalla cui guida mi sono dimesso dopo la mia dissertazione.

L'inizio è stato, ovviamente, difficile. Devo usare i miei risparmi e prendere in prestito denaro per sopravvivere perché la nostra azienda non ha funzionato molto bene all'inizio. Nell'aprile 2012, la situazione è cambiata radicalmente quando ho ricevuto una posizione post-dottorato presso la OP Financial Group Research Foundation. Ha garantito il finanziamento della ricerca per quattro anni. Ho adorato il lavoro di ricerca, ma anche lo sviluppo delle attività di previsione della nostra azienda e l'analisi dell'economia mondiale. Per i successivi cinque anni e mezzo ho svolto due lavori. Anche oggi non capisco come ci sono passato in bicicletta.

Ho presentato domanda di lavoro nel mercato del lavoro internazionale per economisti nel 2015 e nel 2016. Non si è aperto nulla di significativo. Ho completamente fallito. Dopo tutto avevo morso troppo un pezzo?


Avanti senza rischi


Tutto fallisce. Coloro che falliscono e falliscono non hanno mai veramente provato. Non riesco nemmeno a ricordare quante volte, dopo un fallimento, ho dovuto ammettere i miei errori, umiliarmi, imparare e continuare.

Come ricercatore, avevo imparato moltissimo, ma la strada è salita. L'atmosfera politicizzata aveva anche cominciato a influenzare l'editoria scientifica, il che ha divorato la mia motivazione. Nel 2017, le mie borse di studio sono terminate, costringendomi a cambiare direzione, per fortuna.

Nella primavera del 2017 sono stato contattato da un'importante agenzia di rating del credito. Volevano sapere se sarei stato interessato a iniziare a guidare il team di rating nordico. Ci ho pensato per due giorni e ho rifiutato. Non volevo lasciare la nostra azienda ed espormi alla costante supposizione di "avremmo potuto diventare qualcosa comunque?". Avevo bisogno di conoscere il destino della nostra azienda. Alcuni dei miei amici e colleghi pensavano che fossi pazzo e alcuni mi incoraggiavano. Ho capito entrambi.

Alla fine del 2017 sono rimasto a tempo pieno nella nostra azienda. Sono diventato un imprenditore di startup.

Murros

L'autunno 2019 mi ha portato di nuovo alla vecchia domanda. Avevo morso troppo?

Avevamo avvertito della crisi economica dal 2017 e prevedevamo che sarebbe iniziata nel 2019, ma il continuo sostegno del mercato da parte delle banche centrali e della Cina, così come le operazioni di salvataggio e il programma di stimolo del presidente Trump, hanno mantenuto in movimento l'economia mondiale. A settembre 2019, le prospettive finanziarie per la nostra azienda erano fosche. Poi l'orientamento internazionale che abbiamo avviato nel 2018 ha iniziato a dare i suoi frutti. Abbiamo iniziato ad ottenere abbonati stranieri. La nostra situazione economica ha cominciato ad allentarsi, ma ha colpito così una crisi personale. Ho divorziato dalla mia relazione di 20 anni all'inizio dell'anno.

La pandemia della corona ha innescato una forte crescita per la nostra azienda (avevamo avvertito del suo grave impatto economico già alla fine di gennaio), ma non avrei potuto scegliere un anno peggiore per dimettermi in cento anni. L'isolamento, la differenza, un'enorme quantità di lavoro e un'intensa pressione mi hanno schiacciato. Il contatto con il suolo fu breve ma drastico. Mi sono alzato con il prezioso supporto dei miei amici. È stato un grande momento di umiliazione. Ognuno ha i suoi limiti.

Un momento di orrore

Tuttavia, l'Europa ha portato anche un altro enorme sconvolgimento nella primavera del 2020.

Avevo studiato in pratica lo sviluppo della zona euro sin dalle elezioni parlamentari del 2011. Nel 2012 la nostra azienda ha pubblicato una simulazione dell'impatto dell'euro sulle nostre esportazioni (vedi versione aggiornata). È stato allora che ho capito quanto l'euro fosse stato dannoso per la Finlandia. Nel 2013 sono entrato a far parte del team di ricerca EuroThinkTank (ETT). Il nostro scopo era scoprire dove stava andando la zona euro e come si sarebbe posizionata la Finlandia al suo interno.

Nel 2014, abbiamo pubblicato un libro in cui affermava che l'euro può durare nel mucchio solo se ci muoviamo verso un'unione per il trasferimento del reddito. Siamo stati derisi. Molti importanti esperti e commentatori economici hanno rilasciato dichiarazioni secondo cui l'euro non ha bisogno di un'unione per il trasferimento delle entrate. Ciascuno dei membri del nostro gruppo sapeva che questo era il discorso degli ignoranti. Nel 2018 abbiamo pubblicato uno studio in cui abbiamo mappato come la Finlandia, o qualsiasi Stato membro, potrebbe lasciare l'area dell'euro.

Tuttavia, l'Unione europea per il trasferimento dei redditi (nascosti) è stata costantemente perseguitata in secondo piano e nel maggio 2020 è stato colpito da un momento di orrore.


I leader di Francia e Germania hanno proposto che l'UE accolga un prestito, con la nostra garanzia, e lo distribuisca gratuitamente agli Stati membri il cui sviluppo economico era stato debole. Questo era lo scenario dell'orrore di cui avevamo messo in guardia nell'ETT: l'UE ha proposto di aggirare i suoi trattati e istituire un'unione per il trasferimento dei redditi senza referendum. Questo quasi certamente metterebbe i popoli d'Europa, ancora una volta, l'uno contro l'altro.

Qualcosa doveva essere fatto.

Sacrificio

Gli economisti spesso cambiano il rischio. In Finlandia, l'idea che non ci sia motivo di scuotere una "barca" è ancora mista. I discorsi fortemente critici vengono evitati e facilmente timbrati: persona non grata (persona indesiderata).

Quando ho deciso di lanciare la mia campagna contro il Fondo di trasferimento del reddito dell'UE (noto anche come "strumento di recupero") e l'adesione della Finlandia all'euro il 20 maggio 2020, ho fatto un sacrificio consapevole. Esporre le bugie raccontate ai finlandesi sull'appartenenza all'euro e sulle carenze del fondo mi avrebbe reso una persona indesiderabile (piantagrane) sia tra i media tradizionali che tra i datori di lavoro di economisti chiave (istituti di ricerca, Ministero delle finanze e SP). Ho praticamente sacrificato la mia carriera in Finlandia.

Tuttavia, il sacrificio doveva essere fatto. Lo "strumento di recupero" è, con un'altissima probabilità, distruttivo sia per l'UE che per la Finlandia in particolare. Il dibattito su questo doveva iniziare. Ha richiesto aperture radicali, e l'ho fatto.

Economisti e verità

Il prezzo degli errori di politica economica è sempre pagato dai cittadini comuni, e di solito soprattutto dai più vulnerabili.

È già noto che il fondo cambierà radicalmente l'UE, ma ancora, ad esempio, Helsingin Sanomat sarà in grado di scovare gli economisti che lo sostengono. Anche qui, purtroppo, i finlandesi mentono. Gli economisti che ne sanno molto poco (il Nobel non è una garanzia) o che non sono in grado di esprimere liberamente le proprie opinioni, sono stati spesso interrogati al riguardo.

In pratica, l'economia si divide in due aree: macroeconomia e microeconomia. La macroeconomia studia le economie nazionali e ad es. ripresa economica e unione monetaria. La microeconomia studia il comportamento delle imprese e dei consumatori. I ricercatori di quest'ultima spesso non hanno idea se un fondo UE sarebbe uno stimolo efficace (cosa che non è) e cosa significherebbe per l'UE.

Se la Finlandia volesse consultare macroeconomisti indipendenti dalle istituzioni di background, ce ne sono solo alcuni (per cortesia, mi lascio fuori da questo elenco), come: Vesa Vihriälä, Peter Nyberg, Heikki Koskenkylä, Mikko Puhakka, Pentti Pikkarainen, Vesa Kanniainen, Antti Ripatti, Sixten e Juha Tervala. Solo tre di questi sostengono il fondo (Kanniainen, Korkman e Ripatti).

È interessante notare che, sebbene Juha Tervala, Direttore del Corso di Laurea in Economia presso l'Università di Helsinki, sia il principale ricercatore finlandese sugli stimoli fiscali, i nostri media mainstream non gli chiedono del fondo. Il motivo è probabilmente chiaro. Juha pensa che il fondo non abbia senso.

Un'altra cosa che impedisce agli economisti di commentare liberamente su questo è la paura della stigmatizzazione. Le critiche all'euro o all'UE portano ancora facilmente al timbro di "Persu" o addirittura al troll russo. Questo è assolutamente incredibilmente sciocco e contrariante. Ricorda le storie di un tempo in cui l'Unione Sovietica non doveva essere criticata. La nostra cultura della conversazione non è progredita molto dai tempi degli YYA.

Spero di avere spinto con questa lettera aperta a motivazioni sufficienti per agire funzionalmente. Sono profondamente patriottico, ma allo stesso tempo un ricercatore e imprenditore internazionale.

La durezza non fa male, ma è inutile credere che io stia perseguendo qualcosa di diverso dagli interessi della Finlandia (e dell'Europa). Chi non lo capisce vale la pena che esamini criticamente le sue posizioni.

Riconoscere i fatti è l'inizio di ogni saggezza!

Come ha fatto l'usura a smettere di essere un peccato e a diventare rispettabile?

Dei soldi e della morale
Il prestito di denaro è stato un tabù per la maggior parte della storia umana. Come ha fatto l'usura a smettere di essere un peccato e a diventare una finanza rispettabile?


Scene della vita di San Matteo" 1390-1399, di Niccolo' di Pietro Gerini, Chiesa di San Francesco, Prato, Italia. San Matteo è il patrono dei banchieri. Foto di Getty Images

Fonte: https://aeon.co/essays/how-did-usury-stop-being-a-sin-and-become-respectable-finance
Alex Mayyasi
è uno scrittore ed editore freelance il cui lavoro è apparso su The Atlantic e Priceonomics, tra gli altri. È coautore del libro You Are Under Arrest For Masterminding the Egyptian Revolution: A Memoir (2016) con Ahmed Salah. Vive a San Francisco.

Portato a voi da Curio, un partner di Aeon
A cura di Sally Davies


"Un banchiere e un teologo" sembra l'inizio di una brutta barzelletta. Ma per David Miller è solo una descrizione del lavoro. Dopo aver lavorato nella finanza e negli affari per 16 anni, Miller si è dedicato alla teologia, e nel 2003 ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Seminario Teologico di Princeton. Ora è professore di etica degli affari e direttore della "Faith and Work Initiative" dell'Università di Princeton, dove le sue ricerche si concentrano sul cristianesimo, l'ebraismo e l'islam. "How to Succeed without Selling Your Soul" è il soprannome popolare degli studenti per il suo corso.


    Nel 2014, Citigroup chiamò. La banca era stata colpita da scandali successivi e da un'ondata di sfiducia dell'opinione pubblica dopo la crisi finanziaria, così hanno voluto assumere Miller come un'etico da guardia. Lui ha accettato. Invece di ammonire i banchieri a seguire la legge - un approccio che Miller ritiene inadeguato - parla loro di filosofia. Sorprendentemente, non ha trovato nei banchieri e i dirigenti d'azienda un pubblico difficile. Molti confessano il desiderio di fare del bene. Spesso vado a pranzo con un dirigente, e dicono: "Fai queste cose di Dio?"''. Me l'ha detto Miller. "E poi passiamo l'ora successiva a parlare di etica, di scopo, di significato. Così so che c'è interesse". Miller vuole che la gente della finanza parli di "saggezza, qualunque sia la sua fonte". Ignorare queste tradizioni e questi pensatori, come tende a fare la maggior parte dell'industria, equivale a "mettere i paraocchi intellettuali", dice.

   Oggi, un banchiere che ascolta un teologo sembra una curiosità, un errore di categoria. Ma per la maggior parte della storia, questo tipo di dialogo è stato la norma. Centinaia di anni fa, quando la finanza moderna è nata in Europa, gli usurai hanno moderato il loro comportamento in risposta ai dibattiti tra il clero su come applicare gli insegnamenti della Bibbia a un'economia sempre più complessa. Il prestito di denaro è stato a lungo considerato una questione morale. Quindi, quando e come la maggior parte dei banchieri ha smesso di vedere il proprio lavoro in termini morali?

   All'inizio del 1200 il cardinale francese Jacques de Vitry scrisse una raccolta di exempla, racconti morali che i sacerdoti usavano nelle loro prediche. In una storia, un usuraio morente fa giurare alla moglie e ai figli di appendere al collo un terzo della loro eredità e di seppellirlo con essa. La sua famiglia fa come gli viene detto. In seguito, però, decidono di aprire la tomba dell'uomo per recuperare il denaro - solo per poi fuggire "nel terrore di vedere demoni che riempiono la bocca del morto con monete rosse e incandescenti", scrive de Vitry.

   Nel mondo di de Vitry, l'usuraio meritava di essere condannato dai demoni, perché aveva commesso il peccato dell'usura, facendo pagare gli interessi su un prestito. A de Vitry non importava se il tasso era alto o basso, perché la posizione della Chiesa era che estrarre anche un solo centesimo di interesse era malvagio. Le radici di questa repulsione affondano nel profondo, e attraverso le culture. La legge vedica nell'antica India condannava l'usura e i governanti limitavano regolarmente i tassi d'interesse dalla Mesopotamia all'antica Grecia. In Politica, Aristotele descriveva l'usura come "la nascita del denaro dal denaro" e sosteneva che era innaturale perché il denaro era sterile e non doveva "riprodursi".

   Le religioni giudaico-cristiane hanno cementato il tabù dell'usura. L'Antico Testamento recita: "Non far pagare un interesse agli altri israeliti", e il Libro di Luca consiglia: "Amate i vostri nemici: fate il bene, e prestate, sperando che non vi succeda nulla". Nel IV secolo d.C. i concili cristiani denunciarono questa pratica, e nell'800 l'imperatore Carlo Magno ne fece una legge. I conti dei mercanti e dei banchieri nel Medioevo contengono spesso espressioni di angoscia per i loro profitti. Nella sua Divina Commedia del XIV secolo, il poeta italiano Dante Alighieri colloca gli usurai nel settimo cerchio dell'Inferno; nel caso di Reginaldo Scrovegni, un banchiere padovano scelto da Dante, il figlio finisce per commissionare una cappella affrescata da Giotto per espiare il peccato della famiglia. Nei secoli successivi, la filantropia e il mecenatismo di altre famiglie del Rinascimento italiano, come i Medici, furono in parte ispirati dal senso di colpa per come avevano tratto profitto dall'addebito di interessi.

    Lo stigma contro i prestiti di denaro continuò anche nel 1500. Per capirlo, pensate alla vostra reazione all'idea di una banca che concede un prestito a un'impresa a un tasso d'interesse del 5%. Nessun problema, vero? Ora confrontate questo con come vi sentireste se vostra madre vi prestasse del denaro alle stesse condizioni. Ai tempi della Bibbia, il tipico prestito era più simile al secondo caso - non era una transazione a braccia aperte, ma un prestito di beneficenza da un uomo ricco a un vicino di casa che aveva avuto sfortuna o che non aveva nessun altro a cui rivolgersi. In tutta l'Europa del primo Medioevo, la chiesa locale o una famiglia benestante, era spesso l'unica fonte di capitale, soprattutto al di fuori dei grandi centri commerciali. Molti contadini compravano la loro terra ottenendo ipoteche da un monastero. In un mondo senza mercati del credito e senza assicurazioni, allora, far pagare gli interessi era come estorcere a un amico o a un familiare.

   In Debt: The First 5,000 Years (2011), l'antropologo David Graeber sostiene che prima dell'avvento del denaro, la vita economica all'interno di una comunità era una rete di debiti reciproci. Le persone non si comportavano come individui interessati a se stessi - almeno non dal punto di vista di una singola transazione; piuttosto, condividevano cibo, vestiti e lussi, e confidavano che i loro coetanei avrebbero ripagato il favore in cambio. Se consideriamo queste origini del debito e del credito - come un sistema di aiuto reciproco tra persone che si fidano l'una dell'altra - non c'è da stupirsi che così tante culture considerino l'addebito degli interessi come moralmente sbagliato.

   Inoltre, come hanno notato gli economisti José Scheinkman e Edward Glaeser, le leggi sull'usura hanno agito anche come una sorta di assicurazione sociale che ha ridotto le disuguaglianze. Dal momento che l'addebito degli interessi (soprattutto degli interessi estorsivi) è stato condannato, i poveri potevano ottenere prestiti d'emergenza a un prezzo piuttosto basso, e i ricchi non potevano facilmente e passivamente trasformare la loro ricchezza in più ricchezza. Almeno questa era l'idea - in realtà, la gente spesso si rivolgeva agli strozzini, o agli ebrei ricchi che erano letteralmente demonizzati per i prestiti di denaro.

Il debito divenne essenziale per combattere le guerre, di cui sia i monarchi che il Papa avevano bisogno di finanziare


    Alcuni storici ed economisti sostengono che il tabù dell'usura era più una questione di performance che di realtà. Sostengono che la classe lavoratrice ha per lo più ignorato il proibizionismo - anche perché richiedeva livelli irrealistici di carità da parte dei nobili. I commercianti e i banchieri avevano ogni sorta di tattica per mascherare i pagamenti degli interessi; un trucco era che le parti si accordassero per usare un tasso di cambio troppo caro per l'acquisto di beni in futuro. Oppure i prestatori concedevano prestiti che non pagavano interessi, esattamente, ma promettevano invece una parte dei profitti dell'attività del mutuatario. (Questa era una scappatoia, ma assicurava anche che i banchieri venissero pagati solo se i loro prestiti andavano a beneficio dei mutuatari).

    Nel frattempo, la Chiesa cattolica ha fatto la sua parte nel seminare il seme di un cambiamento di atteggiamento. Nel XIII secolo, essa sviluppò il concetto di Purgatorio - un luogo che aveva poche basi nelle scritture, ma che offriva una certa rassicurazione a chiunque commettesse ogni giorno il peccato dell'usura. Il Purgatorio è stato solo uno dei complicati ammiccamenti che il cristianesimo ha inviato all'usuraio", scriveva lo storico Jacques Le Goff in Your Money or Your Life: Economia e religione nel Medioevo (1990). "La speranza di sfuggire all'inferno, grazie al Purgatorio, ha permesso all'usuraio di spingere l'economia e la società del XIII secolo verso il capitalismo".

   Anche se il clero, come il cardinale de Vitry, predicava fuoco e fiamme contro l'usura, la Chiesa era sempre più disposta a prendere in prestito il denaro. Il debito divenne essenziale per combattere le guerre, che sia i monarchi che il Papa avevano bisogno di finanziare. La prima vera banca privata d'Europa era stata fondata nel 1100 dai Cavalieri Templari, un ordine militare cattolico che aveva combattuto nelle Crociate. I Cavalieri proteggevano i pellegrini che si recavano in Terra Santa, e questa protezione comprendeva la salvaguardia dei loro fondi permettendo ai pellegrini di depositare denaro in Europa e di ritirarlo in Terra Santa. Nel corso del tempo, i Templari offrirono una gamma più ampia di servizi finanziari; uno dei loro prestiti si basava sui Gioielli della Corona come garanzia. I Cavalieri Templari si sciolsero nel 1312, ma altri banchieri estesero la pratica del prestito fino a quando, nel 1500, i mercanti compravano e vendevano debiti commerciali nelle fiere di tutta Europa.

   Alla fine re, politici e uomini d'affari abbracciarono l'usura all'ingrosso, e la Chiesa guardò dall'altra parte. Nel 1462 i frati francescani in Italia crearono i primi banchi di pegno senza scopo di lucro o monti di pietà, che si diffusero in tutta Europa. L'idea era quella di essere come una Grameen Bank nell'Italia del Rinascimento: un prestatore di ultima istanza, in grado di sostituire gli strozzini che ricattavano i mutuatari disperati. Il Papa approvò sempre più strumenti finanziari, fino a quando i prestiti con interessi non furono effettivamente consentiti.

   Nonostante le numerose scappatoie ed eccezioni, le leggi sull'usura avevano ancora i denti. Sarebbe un errore considerare il divieto assoluto della Chiesa come una sorta di Volstead Act rispettato solo dai partigiani, applicato con disinvoltura e considerato con leggerezza", scrivono gli storici dell'economia Sydney Homer e Richard Sylla in A History of Interest Rates (2005). Allora perché il divieto di usura è svanito?

   Una delle interpretazioni è che è stato semplicemente il dogma - proprio come la credenza che il Sole gira intorno alla Terra - a diminuire in vigore man mano che la Chiesa cattolica si frammentava e perdeva autorità politica. Considerate la Chiesa come un'impresa, il cui prodotto principale era la salvezza, come hanno sostenuto gli economisti Robert B. Ekelund e Robert F. Hébert. Quando la Chiesa cattolica deteneva il monopolio in Europa, il clero poteva "vendere" la salvezza a prezzi elevati - compresi i severi divieti e le "indulgenze" acquistate, che i peccatori usurai potevano comprare per essere assolti. Ma nel 1500, durante la Riforma, teologi come Martin Lutero denunciarono queste pratiche. Essi propugnarono un rapporto più diretto con Dio che non si affidasse ai sacerdoti come intermediari, e fondarono nuovi movimenti cristiani come il protestantesimo. L'effetto è stato quello di una nuova società che ha tagliato fuori un monopolio. Mentre le fazioni cristiane gareggiavano per i credenti, questo portò a una "corsa al ribasso" basata sulla fede. E per aumentare la loro attrattiva, le sette hanno fatto meno richieste ai credenti - il che significava indebolire la loro posizione sull'usura.

   Ecco un altro punto di vista sul motivo per cui l'usura è diventata meno peccaminosa: lo sviluppo economico alla fine ha significato che non valeva la pena di fare lo scambio. Nell'Europa del XVI secolo l'economia si stava spostando da quella definita dall'agricoltura locale a centri di commercio come Firenze. L'espansione globale rendeva più redditizi i prestiti e gli investimenti, anche se l'oro proveniente dal Sud America causava inflazione. In queste circostanze, il costo-opportunità di non prestare denaro cresceva sempre di più, come hanno sostenuto Scheinkman e Glaeser.

   Inoltre, la diffusione dell'attività bancaria alla fine ha trasformato il credito da una transazione personale tra vicini ad un mercato competitivo e impersonale. In The Idea of Usury (1949), il sociologo Benjamin Nelson ha sostenuto che questo cambiamento istituzionale ha portato gli europei a vedere i prestiti di denaro in modo più favorevole durante la Riforma. Lutero interpretava i passi biblici sull'usura, soprattutto quelli che condannavano il far pagare gli interessi ai poveri, come inviti ad agire generosamente. Gli usurai commettono un peccato, scriveva Lutero, solo quando le loro azioni violano il principio del fare-agli-altri - cioè solo se "non vogliono essere trattati in questo modo in cambio da altri". Questa reciprocità significava che ai mercanti e alle famiglie benestanti era permesso di farsi pagare gli interessi a vicenda. Lutero chiese ai cristiani di offrire la carità ai bisognosi piuttosto che prestiti - ma egli accettò comunque i tassi d'interesse inferiori al 5 per cento.

   Sicuramente ci siamo liberati di questo approccio moraleggiante alla finanza? Un mondo senza interessi sarebbe un mondo in cui poche persone potrebbero accedere ai fondi necessari per frequentare il college, comprare una casa o avviare un'attività. John Calvin, il leader della Riforma francese, pensava che fosse immorale che i suoi connazionali alzassero i prezzi per approfittare di una marea di profughi protestanti arrivati a Ginevra; ma, così come l'impennata dei prezzi può reclutare più autisti Uber a Capodanno, sappiamo che i prezzi alti funzionano anche per inviare un segnale in modo che le merci possano fluire dove sono necessarie.

   Ma questa non è la storia completa. L'aumento del debito non è stato un semplice inchino della Chiesa all'inevitabile. I membri del clero hanno avuto un ruolo attivo nel creare la mentalità che ha permesso all'usura di diventare rispettabile.

Gli scolastici capivano il potere della domanda e dell'offerta e sostenevano che il prezzo giusto era il prezzo di mercato

   Dal 1100 al 1500, gli ecclesiastici conosciuti come gli Scolastici discutevano se il prestito fosse veramente peccaminoso. Gli Scolastica erano gli intellettuali del loro tempo. Studiavano diritto romano, filosofia greca e scienza araba nelle università di Parigi, Colonia, Vienna e altre in tutta Europa, tra cui luminari come Tommaso d'Aquino. Scrivevano e pensavano con la meticolosa particolarità degli avvocati. Ma nonostante il tono secco, gli Scolastici potevano sembrare sorprendentemente simili agli economisti moderni. A differenza delle precedenti generazioni di pensatori, che credevano che i prezzi dovessero riflettere il costo di produzione, molti Scolastici comprendevano il potere della domanda e dell'offerta, e sostenevano che il prezzo giusto era il prezzo di mercato. In un trattato, l'eminente cardinale Thomas Cajetan analizzò l'etica di come i banchieri nascondessero i pagamenti di interessi nei tassi di cambio gonfiati. È stato l'equivalente di un cardinale nel 2006 che scrivesse con cognizione di causa sui credit-default swap.

   Gli Scolastici hanno anche riconosciuto il valore dell'assunzione dei rischi d'impresa. Molti di loro sanzionavano i prestiti commerciali da rimborsare con una parte degli utili. Finché il rendimento non era garantito, perché l'impresa poteva fallire o la garanzia non era disponibile, i creditori meritavano di mantenere gli interessi, hanno detto. Alcuni ecclesiastici si sono anche resi conto che chi prestava denaro non era in grado di usarlo per altre iniziative redditizie. Questa è una giustificazione molto moderna per permettere l'interesse: il costo delle opportunità. Il prezzo del denaro preso in prestito riflette l'opportunità mancata di investirlo proficuamente altrove.

   Gli Scolastici prendevano sul serio la finanza, ma la consideravano sempre legata agli ambiti della giustizia e della legge naturale. L'Aquinate non era interessato a questioni ristrette di massimizzazione dell'utilità o di canalizzazione dell'interesse individuale, come potrebbe essere un economista moderno; lui e i suoi coetanei volevano sapere il modo giusto di distribuire la ricchezza e come si poteva garantire che gli scambi economici fossero equi. In Summa Theologica (1265-74), per esempio, l'Aquinate sosteneva che il "fine naturale" o scopo del denaro era lo scambio. Usare il denaro per fare soldi, piuttosto che per facilitare lo scambio di beni e servizi, violava quindi la legge naturale. Era come vendere vino o grano separatamente dal diritto di consumare questi prodotti - cioè come vendere la stessa cosa due volte. "Prendere l'usura per il prestito di denaro è di per sé ingiusto, perché si tratta di vendere ciò che è inesistente; e questo è manifestamente l'instaurarsi di una disuguaglianza contraria alla giustizia", scriveva Tommaso d'Aquino.

   Il pensiero degli Scolastica e degli altri capi religiosi non era tutto ammirevole. Alcuni ecclesiastici si rifiutarono di abbandonare le parole letterali della Bibbia, altri fecero appello all'antisemitismo per denunciare l'usura. Ma la loro conversazione rappresentava un dibattito informato e influente - ai più alti livelli del mondo accademico e religioso - sull'intreccio di etica, debito, inflazione, alta finanza e monopoli. Dov'è oggi questo genere di cose?

   Gli scolastici non hanno mai risolto le loro controversie. Sono stati invece sostituiti da nuove autorità in materia di etica e finanza. Solo con l'ascesa dell'economia neoclassica nel XX secolo l'economia è diventata lo studio scientifico degli interessi personali e degli incentivi individuali - un settore in cui gli economisti non giudicano gli attori del mercato, così come i biologi non giudicherebbero la "moralità" delle api, o gli ingegneri l'"etica" di un acquedotto.

    Naturalmente, oggi si discute di etica della finanza. Si discute se i banchieri meritino dei bonus lucrativi; ci si preoccupa dell'azzardo morale dei salvataggi bancari; si condannano i banchieri che vendono strumenti finanziari che sanno che falliranno. Ma poiché gran parte del linguaggio dell'economia è amorale, e si basa sul presupposto che tutti agiscono nel loro ristretto interesse personale, esigere risultati giusti dalla finanza è come aspettarsi risultati equi dalla guerra. Abbiamo perso l'istinto che la finanza e il debito sono questioni morali fino in fondo, cosa che gli scolastici avevano capito.

Il pubblico critica i banchieri per i loro fallimenti etici, ma anche i banchieri sono stati delusi dalle nostre autorità etiche

    Cosa farebbero gli Scolastici della finanza moderna? Ammirerebbero l'efficienza con cui i risparmi di una famiglia possono essere utilizzati in modo produttivo? O decifrerebbero il modo in cui i paesi in via di sviluppo pagano di più per ottenere un prestito rispetto a quelli ricchi? Si meraviglierebbero della portata internazionale delle nostre banche? O condannerebbero il modo in cui i poveri pagano i servizi bancari, come i conti correnti che i ricchi ottengono gratuitamente?

   Non dovrebbe essere così strano per una grande banca assumere un teologo come Miller; ciò che dovrebbe essere strano è che noi lo troviamo strano. L'anomalia è il nostro moderno parlare di libero mercato libero e di valore per gli azionisti. Quando Miller parla con i banchieri e i dirigenti, spesso gli dicono che si sentono come se quello che imparano in chiesa o in sinagoga non avesse un posto nel lavoro. Anche lui si vergognava di usare la parola "chiamata" quando diceva ai suoi ex colleghi che stava partendo per il seminario.

    Ma né le autorità laiche né quelle religiose offrono molte indicazioni ai banchieri che cercano di collegare ciò che fanno a una specie di tradizione etica. Nei seminari e nelle scuole di divinità c'è una totale mancanza di attenzione all'economia e al mercato, dice Miller. "Il clero può essere veloce a scagliare pietre contro gli ultimi eccessi aziendali in prima pagina", mi ha detto, "ma non c'è molto lavoro costruttivo". Il pubblico critica i banchieri per i loro fallimenti etici, ma anche i banchieri stessi sono stati delusi dalle nostre autorità etiche.

    Chiunque sia interessato a recuperare il posto dell'etica nel mondo della finanza, tuttavia, può basarsi su una fondazione vecchia di migliaia di anni. "Aristotele, Kant, Bentham - sono forse persone morte che non hanno nulla di interessante da offrirci?" Scherza Miller. "O avevano qualcosa in mente? La nostra economia sarebbe irriconoscibile ai loro occhi. Ma le domande sono sempre pertinenti."

lunedì 17 agosto 2020

Il denaro e la finanza, completamente collettivizzati

Il denaro e la finanza sono stati completamente collettivizzati
di Thomas Greco
Fonte: https://beyondmoney.net/monographs/money-and-finance-have-now-been-completely-collectivized/


   È quasi ridicolo vedere "i poteri forti" armeggiare e piegare tutto ciò che toccano fuori forma, mentre cercano di mantenere una parvenza di vita nel sistema zombie profondamente imperfetto del denaro, delle banche e della finanza. Ridicolo, se non fosse così tragico.

   Questo "Titanic" finanziario non è stato squarciato da un incontro improvviso con qualche "iceberg" inaspettato e casuale. È stato condannato fin dall'inizio a causa della sua progettazione, costruzione e funzionamento difettosi, che ho più volte descritto negli ultimi trent'anni[1]. Ha preso l'acquazzone e si è scosso per molto tempo, ma è solo negli ultimi anni che la sua inevitabile scomparsa è diventata ovvia, ed è ora imminente.

La Grande Rivelazione del 2008

   Il quadro si è acuito con la crisi finanziaria del 2008, quando, per scongiurare il completo collasso del sistema finanziario globale, le maggiori banche centrali del mondo sono state costrette ad adottare misure straordinarie[2] e hanno iniziato ad acquistare, sotto la voce eufemistica di "quantitative easing (QE)", grandi quantità di debiti pubblici e altri titoli. Questa massiccia ingerenza del mercato aveva lo scopo di togliere i "cattivi" debiti del settore privato dalle mani delle banche e di scaricare il loro onere sui governi centrali e sui cittadini che essi dovrebbero rappresentare. Questa mossa ha avuto anche l'effetto di mantenere bassi i tassi d'interesse e di evitare che i disavanzi dei bilanci pubblici diventassero ancora più astronomici di quanto non lo fossero già.

   Salvando le banche piuttosto che gli sfortunati acquirenti di case che erano stati attirati ad accettare mutui che non potevano permettersi, il nuovo denaro che QE ha creato è andato ad aumentare i prezzi delle attività invece che i prezzi al consumo. L'espansione delle partecipazioni della Fed dagli 850 miliardi di dollari che deteneva poco prima della crisi, ai 4,5 trilioni di dollari verso la fine del 2017, è stata una mossa disperata e senza precedenti. Poi, quando la Fed ha cercato di invertire la rotta avviando una politica di "inasprimento quantitativo" e spingendo i tassi di interesse verso l'alto, ha rapidamente imparato di essere su una strada a senso unico.

   Proprio come gli economisti keynesiani hanno scoperto decenni fa, non si può tornare indietro. Secondo Keynes, i governi avrebbero dovuto "spendere il deficit quando l'economia era in ribasso, per poi compensare più tardi tali deficit con eccedenze di bilancio, quando le cose sarebbero migliorate. Ma, come abbiamo visto negli ultimi 85 anni, il "più tardi" non sembra mai arrivare. Gli avanzi di bilancio del governo sono stati pochi, piccoli e lontani tra loro. Ogni volta che i politici "seguono la religione" e cercano di contenere la loro spesa scialacquata, l'economia va in crisi. Perché?

   È a causa del modo in cui il nostro sistema monetario globale è strutturato e del modo in cui il denaro viene creato [3]. Pochi economisti o politici sono disposti a riconoscere che la continua espansione del debito è una necessità assoluta sotto il regime del debito, basato sugli interessi. Quando il settore privato non può indebitarsi ulteriormente, i governi devono intervenire come "mutuatario dell'ultima risorsa" per mantenere la massa monetaria pompata. E quando i conseguenti deficit di bilancio dello Stato risucchiano troppo del risparmio privato disponibile, le banche centrali acquistano le obbligazioni con nuovo denaro che creano dal nulla per evitare che l'onere degli interessi esploda. Naturalmente, questo svilimento del denaro causa in ultima analisi un'inflazione incontrollata dei prezzi al consumo o un crollo economico, o entrambi.

Mantenere in vita il corpo degli zombie

   Anche senza lo scoppio della pandemia di Covid-19 nel 2020 e la chiusura di ampi segmenti dell'economia, il sistema era già in vita, ma la pandemia e le risposte ufficiali ad essa hanno ovviato alla necessità di una "terapia intensiva" ancora maggiore. L'ultima mossa è stata la creazione di qualcosa chiamato Secondary Market Credit Facility, che è stato dato alla Federal Reserve come parte della legge sullo stimolo del virus corona approvata dal Congresso all'inizio di quest'anno (2020). In base a questo provvedimento, la Fed è autorizzata ad acquistare fino a 750 miliardi di dollari di credito alle imprese. Come sottolinea l'ex membro del Congresso Ron Paul nella sua rubrica settimanale (22 giugno), "l'acquisto da parte della Fed di obbligazioni societarie individuali consente a società selezionate di perseguire progetti per i quali non avrebbero altrimenti potuto ottenere finanziamenti. Questo distorce i segnali inviati dal mercato, facendo apparire queste aziende come migliori investimenti di quanto non siano in realtà e permettendo così a queste aziende di attrarre maggiori investimenti privati".

   Tutti questi "investimenti" sono a discrezione dei banchieri che gestiscono la Fed, che non è tenuta a rivelare i suoi acquisti. Non è difficile capire dove questo ci porta. Spesso si è detto che "il potere di tassare è il potere di distruggere", ma bisogna anche riconoscere che il potere di creare denaro è il potere di alzare o abbattere, di permettere a chi rispetta le richieste del governo e di disabilitare chi vuole essere libero. I governi federali e le banche centrali hanno fatto insieme un gigantesco balzo in avanti nella loro lunga e persistente marcia verso il dispotismo. Con la loro usurpazione del potere monetario sono in grado di dispensare ricompense e punizioni. Questo si aggiunge alla loro lunga mazzetta di riscossione delle tasse a livello nazionale per poi erogare le entrate al ribasso come "aiuto" agli Stati e ai comuni. Questi sono entrambi l'opposto di ciò che richiede un governo democratico.

    Il deputato Paul conclude la sua lettera, dicendo: "L'unico modo in cui il Congresso può evitare che la Fed causi un'altra grande depressione è di iniziare la transizione verso un sistema monetario di libero mercato attraverso la revisione contabile, per poi chiuderla, della Fed". Posso appoggiare questa proposta, ma non c'è praticamente nessuna possibilità che un Congresso che è stato a lungo prigioniero degli interessi finanziari e politici dell'élite faccia una cosa del genere. La prospettiva è quindi di una doppia sberla, non solo di un'altra grande depressione, ma di un'inflazione ancora più massiccia della massa monetaria che è in corso dalla creazione della Federal Reserve. La globalizzazione e il dominio del dollaro hanno tenuto un po' sotto controllo l'inflazione dei prezzi al consumo, ma entrambi stanno per finire [4].

    Da tempo ammiro Ron Paul e sostengo i suoi tentativi di riformare il sistema monetario e bancario, ma l'approccio politico è da tempo solidamente bloccato, e il deputato Paul non ha una soluzione adeguata. Per avere una guida su come potrebbe apparire un "sistema monetario di libero mercato", ho preso consiglio, non da Ron Paul, né da altri sostenitori del gold standard, né da chiunque creda che il governo abbia l'autorità di creare denaro e di costringere tutti ad usarlo. Il mio lavoro è stato ispirato da E. C. Riegel e da altri che hanno sostenuto la "concorrenza nella moneta" e la "separazione tra denaro e stato", e hanno dimostrato che solo i produttori sono qualificati per emettere denaro in base al valore reale che producono e portano sul mercato.

   Per quanto possa sembrare inverosimile a tutti noi che siamo stati immersi nel mito del denaro sancito dal governo e ci siamo abituati alla sua onnipresente prevalenza negli ultimi secoli, le alternative ad esso sono concettualmente abbastanza semplici. Le persone libere e indipendenti non hanno bisogno di lasciare che un denaro fiat politico si metta tra loro e i loro bisogni, i loro desideri e il valore che creano e che si offrono l'un l'altro in vendita. Le valute private e i meccanismi di scambio senza denaro bancario sono stati e vengono utilizzati su vasta scala. Hanno dimostrato la loro efficacia e devono solo essere ulteriormente ottimizzati, replicati e riuniti in una rete mondiale di scambio.  

   Riegel osservava con perspicacia quasi 80 anni fa che "lo stato si impegna ora a finanziare l'economia e, poiché un'economia libera è manifestamente impossibile quando lo stato si assume la responsabilità di fornire la circolazione del denaro, il politico è costretto a scegliere tra il fascismo e il comunismo. In entrambi i casi la libertà di scelta è abolita e il popolo è reso schiavo"[5].

   Siamo "noi, il popolo" disposti ad accettare un tale destino, o vogliamo affermare il nostro potere intrinseco e fare le cose necessarie per organizzare nuovi strumenti democratici e reti di scambio e di finanziamento? Il momento di scegliere è ora, perché questa finestra di opportunità sta per chiudersi!
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1] Vedi La fine del denaro e il futuro della civiltà, e il mio podcast su https://beyondmoney.libsyn.com/01-thomas-greco

[2] Guarda il film, La grande scommessa. Sarete sia intrattenuti che illuminati.

[3] https://reinventingmoney.files.wordpress.com/2013/07/modernmoneymechanics.pdf

[4] In ogni caso, i tassi di inflazione reale sono molto più elevati di quanto indicato dalle cifre governative. Si veda l'indice Chapwood e Shadow Stats.

[5] Soldi delle imprese private