giovedì 22 settembre 2011

Segreti di Stati - Cap. 6 Bin Laden denuncia l'OCO

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Capitolo 6 - Bin Laden denuncia l'O.C.O. per diffamazione

Portavoce del governo statunitense hanno confermato che appena prima del bombardamento del 1998 il Sudan aveva arrestato due uomini sospettati di avere piazzato le bombe nelle ambasciate americane in Africa orientale e aveva avvertito Washington. Ma gli Stati Uniti hanno respinto l'offerta di collaborazione del Sudan, e dopo l'attacco missilistico il Sudan ha "rilasciato con rabbia" i due indiziati. James Risen, New York Times, 30 luglio 1999

Ho conosciuto Nicolas Giannakopoulos, promotore dell'OCO (Osservatorio sul Crimine Organizzato, www.ocdbgroup.net), una ONG con base a Ginevra, in Svizzera, quasi per caso. Mi venne presentato virtualmente da un collega, Simone Falanca. Ho quindi incontrato Nicolas, a Ginevra, che mi ha illustrato la sua organizzazione: "La missione dell'associazione OCO è di riunire in un forum gli specialisti ed i professionisti che si occupano di crimine organizzato e materie correlate. Lo scopo è di facilitare la comunicazione di notizie, lo scambio di opinioni ed idee, la condivisione di metodi scientifici e riflessioni sulla criminalità organizzata in generale. Per raggiungere questo scopo, l'OCO organizza riunioni e conferenze, seminari e dibattiti, sui temi della criminalità. Periodicamente vengono pubblicati dei bollettini riservati ai soci dell'OCO. I partecipanti raccolgono assieme le informazioni per alimentare una base di dati denominata OCDB. L'OCO ha un progetto che iniziò ad essere pensato da alcuni specialisti nei primi anni '90. All'epoca, molti non si conoscevano neppure tra loro. Evidentemente si era creata una convergenza di opinioni sull'opportunità di condividere informazioni sul tema della comune ricerca. Il progetto dell'OCO viene da tre asserzioni effettuate da ricercatori e professionisti del settore: 1 - Il crimine organizzato è presente ovunque nel mondo e inquina le relazioni politiche, economiche, sociali ed anche religiose, e viene sottovalutato nella sua prospettiva globale. 2 - Non esistono scorciatoie che permettano una rapida ed affidabile identificazione delle organizzazioni criminali. 3 - Le informazioni sulle organizzazioni criminali e sulle loro strutture, si presentano sparse e difficilmente utilizzabili in modo organico. Da qui l'idea di creare un database comune basato su fonti aperte...". Mentre ascoltavo la descrizione dell'OCO, ripensavo alle difficoltà che avevo incontrato mentre cercavo di risalire alle responsabilità dei protagonisti dell'Operazione Uranio Impoverito. Avevo impiegato tre anni solamente per consolidare i rapporti con gli altri ricercatori sparsi per il mondo, per raccogliere il materiale necessario alla prima denuncia che avevo fatto ai NAS di Milano. Chissà, se avessi conosciuto prima l'OCO... Decisi quindi di iscrivermi all'associazione e versai la modesta quota al Giannakopulos. Nel frattempo continuavo a raccogliere materiale per questo libro e, per qualche tempo, non mi interessai più della cosa. Un bel giorno Nicolas mi chiama e mi dice che... l'OCO è stato condannato da un tribunale di Ginevra! Cosa era successo? Tra il novembre 2001 ed il gennaio 2002, era stato pubblicato un rapporto: "Rapporto n. 1: reti di partecipazioni economiche, commerciali e finanziarie di persone e società arabe e saudite in Svizzera: Al-Taqwa, Sico, Bin Mahfouz, Al-Saud, Bin Laden ("RAPPORT NO 1: RESEAUX DE PARTICIPATIONS ECONOMIQUES, COMMERCIALES ET FINANCIERE DE PERSONNES ET SOCIETES ARABES ET SAOUDIENNES EN SUISSE: AL-TAQWA, SICO, BIN MAHFOUZ, AL-SAUD, BIN LADEN"). Yeslam Bin Laden, fratellastro di Osama Bin Laden, aveva sporto una specie di denuncia per diffamazione il 28 gennaio 2003 presso il Tribunale di Ginevra, assieme alla Saudi Investment Company SICO S.A. e alla Avcon Business Jets Geneva S.A., tutti residenti in Rue Lefort 2, a Ginevra. Il 5 maggio 2003, il Tribunale di prima istanza di Ginevra aveva dato ragione a Bin Laden ed aveva condannato l'OCO a sospendere la pubblicazione del rapporto nonché a 200.000 franchi svizzeri di multa (Causa n. C/1639/2003-14, sentenza JTPI/5537/2003). L'Osservatorio ha nel frattempo presentato opposizione. Ma Yeslam Bin Laden non si era limitato a questo: aveva anche tentato di brevettare il nome "Bin Laden" ad evitare evidentemente che venisse utilizzato in articoli, libri o altro. Per fortuna, in quel caso, la sua richiesta non venne accettata dalle autorità federali elvetiche. Bisogna tuttavia notare che, sulla stampa e sui media in generale, televisione compresa, stranamente questi fatti non hanno trovato particolare rilevanza. E non certo perché gli organi di "informazione" non ne siano stati informati. Non vi pare un po' strano?