Capitolo
6 - Bin Laden denuncia l'O.C.O. per diffamazione
Portavoce
del governo statunitense hanno confermato che appena prima del
bombardamento del 1998 il Sudan aveva arrestato due uomini sospettati
di avere piazzato le bombe nelle ambasciate americane in Africa
orientale e aveva avvertito Washington. Ma gli Stati Uniti hanno
respinto l'offerta di collaborazione del Sudan, e dopo l'attacco
missilistico il Sudan ha "rilasciato con rabbia" i due
indiziati.
James Risen, New York Times, 30 luglio 1999
Ho
conosciuto Nicolas Giannakopoulos, promotore dell'OCO (Osservatorio
sul Crimine Organizzato, www.ocdbgroup.net), una ONG con base a
Ginevra, in Svizzera, quasi per caso. Mi venne presentato
virtualmente da un collega, Simone Falanca. Ho quindi incontrato
Nicolas, a Ginevra, che mi ha illustrato la sua organizzazione: "La
missione dell'associazione OCO è di riunire in un forum gli
specialisti ed i professionisti che si occupano di crimine
organizzato e materie correlate. Lo scopo è di facilitare la
comunicazione di notizie, lo scambio di opinioni ed idee, la
condivisione di metodi scientifici e riflessioni sulla criminalità
organizzata in generale. Per raggiungere questo scopo, l'OCO
organizza riunioni e conferenze, seminari e dibattiti, sui temi della
criminalità. Periodicamente vengono pubblicati dei bollettini
riservati ai soci dell'OCO. I partecipanti raccolgono assieme le
informazioni per alimentare una base di dati denominata OCDB. L'OCO
ha un progetto che iniziò ad essere pensato da alcuni specialisti
nei primi anni '90. All'epoca, molti non si conoscevano neppure tra
loro. Evidentemente si era creata una convergenza di opinioni
sull'opportunità di condividere informazioni sul tema della comune
ricerca. Il progetto dell'OCO viene da tre asserzioni effettuate da
ricercatori e professionisti del settore: 1 - Il crimine organizzato
è presente ovunque nel mondo e inquina le relazioni politiche,
economiche, sociali ed anche religiose, e viene sottovalutato nella
sua prospettiva globale. 2 - Non esistono scorciatoie che permettano
una rapida ed affidabile identificazione delle organizzazioni
criminali. 3 - Le informazioni sulle organizzazioni criminali e sulle
loro strutture, si presentano sparse e difficilmente utilizzabili in
modo organico. Da qui l'idea di creare un database comune basato su
fonti aperte...".
Mentre ascoltavo la descrizione dell'OCO, ripensavo alle difficoltà
che avevo incontrato mentre cercavo di risalire alle responsabilità
dei protagonisti dell'Operazione Uranio Impoverito. Avevo impiegato
tre anni solamente per consolidare i rapporti con gli altri
ricercatori sparsi per il mondo, per raccogliere il materiale
necessario alla prima denuncia che avevo fatto ai NAS di Milano.
Chissà, se avessi conosciuto prima l'OCO... Decisi quindi di
iscrivermi all'associazione e versai la modesta quota al
Giannakopulos. Nel frattempo continuavo a raccogliere materiale per
questo libro e, per qualche tempo, non mi interessai più della cosa.
Un bel giorno Nicolas mi chiama e mi dice che... l'OCO è stato
condannato da un tribunale di Ginevra! Cosa era successo? Tra il
novembre 2001 ed il gennaio 2002, era stato pubblicato un rapporto:
"Rapporto n. 1: reti di partecipazioni economiche, commerciali e
finanziarie di persone e società arabe e saudite in Svizzera:
Al-Taqwa, Sico, Bin Mahfouz, Al-Saud, Bin Laden ("RAPPORT NO 1:
RESEAUX DE PARTICIPATIONS ECONOMIQUES, COMMERCIALES ET FINANCIERE DE
PERSONNES ET SOCIETES ARABES ET SAOUDIENNES EN SUISSE: AL-TAQWA,
SICO, BIN MAHFOUZ, AL-SAUD, BIN LADEN"). Yeslam Bin Laden,
fratellastro di Osama Bin Laden, aveva sporto una specie di denuncia
per diffamazione il 28 gennaio 2003 presso il Tribunale di Ginevra,
assieme alla Saudi Investment Company SICO S.A. e alla Avcon Business
Jets Geneva S.A., tutti residenti in Rue Lefort 2, a Ginevra. Il 5
maggio 2003, il Tribunale di prima istanza di Ginevra aveva dato
ragione a Bin Laden ed aveva condannato l'OCO a sospendere la
pubblicazione del rapporto nonché a 200.000 franchi svizzeri di
multa (Causa n. C/1639/2003-14, sentenza JTPI/5537/2003).
L'Osservatorio ha nel frattempo presentato opposizione. Ma Yeslam Bin
Laden non si era limitato a questo: aveva anche tentato di brevettare
il nome "Bin Laden" ad evitare evidentemente che venisse
utilizzato in articoli, libri o altro. Per fortuna, in quel caso, la
sua richiesta non venne accettata dalle autorità federali elvetiche.
Bisogna tuttavia notare che, sulla stampa e sui media in generale,
televisione compresa, stranamente questi fatti non hanno trovato
particolare rilevanza. E non certo perché gli organi di
"informazione" non ne siano stati informati. Non vi pare un
po' strano?