Aderire all'euro? "No, grazie"
Polonia spaccata a metà: da un lato i politici, che fanno notare come il rischio di una rottura dell'Eurozona sia sceso in modo notevole. Dall'altro i cittadini, con i numeri dei sondaggi che parlano chiaro.
ROMA (WSI) - La crisi dei debiti sovrani sembra aver superato il peggio, e ora le autorità europee sembrano anche propense ad alleggerire il diktat dell'austerità a tutti i costi, a dispetto della Germania. Ma se prima entrare nel circolo dell'euro era un obiettivo ambito, ora diversi cittadini europei non ne vogliono sentir proprio parlare.
E' il caso dei polacchi. Un sondaggio messo a punto di recente dalla società CBOS, nella settimana tra il 30 gennaio e il 6 febbraio, ha messo in evidenza quanto i cittadini della Polonia siano scettici sul piano di entrare a far parte dell'euro. Ben il 64% è contrario, il 29% è favorevole, il 7% è indeciso.
Il primo ministro Jacek Rostowski mette però in chiaro che "i pericoli di una rottura dell'Eurozona sono diminuiti in modo notevole, e che ciò da il via libera a discussioni su quando tornare a riparlare della possibilità di aderire all'euro".
Il premier aggiunge: "stiamo valutando i cambiamenti che dovremmo fare, e stiamo guardando a come convinvere i cittadini che la Polonia è preparata in modo sufficiente a beneficiare dall'adesione". Concludendo: "la Polonia è un paese estremamente pro-europeo, ma al momento non molto. La gente sta osservando i problemi che attanagliano l'Eurozona".
E Stefan Kawalec, economista ed ex vice ministro delle finanze avverte. "Prima della crisi, ritenevo fosse naturale entrare nell'euro. Ma (ora) i costi da sostenere per abbandonare la nostra propria politica monetaria e la nostra valuta sono immensamente più alti di quanto pensassimo".
E' il caso dei polacchi. Un sondaggio messo a punto di recente dalla società CBOS, nella settimana tra il 30 gennaio e il 6 febbraio, ha messo in evidenza quanto i cittadini della Polonia siano scettici sul piano di entrare a far parte dell'euro. Ben il 64% è contrario, il 29% è favorevole, il 7% è indeciso.
Il primo ministro Jacek Rostowski mette però in chiaro che "i pericoli di una rottura dell'Eurozona sono diminuiti in modo notevole, e che ciò da il via libera a discussioni su quando tornare a riparlare della possibilità di aderire all'euro".
Il premier aggiunge: "stiamo valutando i cambiamenti che dovremmo fare, e stiamo guardando a come convinvere i cittadini che la Polonia è preparata in modo sufficiente a beneficiare dall'adesione". Concludendo: "la Polonia è un paese estremamente pro-europeo, ma al momento non molto. La gente sta osservando i problemi che attanagliano l'Eurozona".
E Stefan Kawalec, economista ed ex vice ministro delle finanze avverte. "Prima della crisi, ritenevo fosse naturale entrare nell'euro. Ma (ora) i costi da sostenere per abbandonare la nostra propria politica monetaria e la nostra valuta sono immensamente più alti di quanto pensassimo".