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17.
Riciclaggio di denaro e clearing interbancario
Negli
ultimissimi anni, è venuto alla ribalta lo scandalo della società
lussemburghere Clearstream (ex Cedel). Si tratta di una società
europea di compensazione interbancaria, come ad esempio lo sono
Euroclear e SWIFT. Negli USA, ad esempio, troviamo, tra le altre, la
società di compensazione CHIPS. Presso queste società vi sono conti
aperti ufficialmente da banche ed istituzioni finanziarie che
periodicamente effettuano delle transazioni informatiche per
aggiornare le relative posizioni Dare-Avere. Si è scoperto che,
oltre ai conti delle istituzioni finanziarie, in Clearstream vi erano
conti di privati e di società multinazionali. Inoltre molti conti,
più del 50%, erano "non ufficiali" o "non
pubblicati". Il 4 agosto 2000, Cedel ha aperto una filiale in
Svizzera, a Ginevra, in Rue du Rhône
118, la "Cedel International, Luxembourg, succursale de Genève".
L'oggetto sociale è: "Investimento delle liquidità eccedenti
sui mercati finanziari internazionali e gestione del relativo
portafoglio titoli". Nel suo consiglio d'amministrazione,
troviamo un italiano: Roberto Civalleri, residente a Scarnafigi, in
provincia di Cuneo. Il presidente ed il vicepresidente sono invece
americani: Robert R. Douglass e David Van Pelt. A seguito
dell'interesse dei media sulla questione Clearstream, una commissione
parlamentare francese decise di intervistare un ex dirigente della
società. Riportiamo la trascrizione di quella memorabile intervista.
Audizione
di Régis Hempel, ex dirigente della società Clearstream, davanti
alla commissione parlamentare francese sul riciclaggio
Estatto
del verbale della seduta di mercoledì 19 settembre 2001 -
Presidente: Vincent Peillon - Relatore: Arnaud Montebourg
Presidente:
Signor Hempel, La ringrazio della Sua presenza. Questo incontro era
stato previsto varie volte ma abbiamo dovuto rimandarlo per ragioni
che Le competono [...]. Vorrei che Lei ci dicesse per quale motivo
abbiamo incontrato così tante difficoltà per incontrarLa, mentre
eravamo così impazienti data la portata delle Sue dichiarazioni,
fatte nel quadro del lavoro effettuato da Denis Robert.
Régis
Hempel: La spiegazione è semplice. Una inchiesta giudiziaria era
stata aperta contro i dirigenti di Clearstream. Il giudice istruttore
voleva inizialmente sentirmi in quel quadro. Come vi ho scritto, mi
mettevo innanzitutto a disposizione della giustizia lussemburghese
prima di spostarmi all'estero.
Presidente:
[...] Potreste indicarci perché potete, ora, incontrarci? A che
punto è arrivata quell'inchiesta? Come l'avete vissuta? So che ci
sono state delle perquisizioni a Clearstream. Come sono andate le
cose. in relazione alle Voste accuse?
RH:
E' più semplice cominciare dalla fine. Da Clearstream i dirigenti e
tutta la direzione sono stati cambiati. Il Sig. Lussi se n'è andato.
I dirigenti non ci sono più. E' stata fatta una perquisizione da
Clearstream, dal giudice istruttore e da me. Sono andato io stesso
con lui nelle stanze di Clearstream per vedere, prendere e mettere al
sicuro i documenti, cosa che è stata fatta. Quando è finita, ho
continuato a lavorare per la polizia giudiziaria, anche di sabato e
domenica. Leggevo i documenti. Erano già dieci anni che ero fuori
dal giro e bisognava che mi aggiornassi con l'aiuto dei documenti.
Passavo le mattinate, e talvolta i pomeriggi, dalla polizia
giudiziaria a leggere i documenti e a prendere delle note per poterli
guidare su una lista "tracciabile". E' lì che c'è il
problema, a Clearstream, nelle tracce. Ma non sapevo che, dopo la
perquisizione da Clearstream, ero anch'io sotto osservazione della
polizia giudiziaria. Ero sotto ascolto. Non lo sapevo, mentre
lavoravo per la polizia giudiziaria. Ero perseguito poiché, diciamo
così, avevo dei documenti. Avevo comunque preso accordi con il
giudice per far sì che potessi consegnare dei documenti senza essere
colto in fallo io stesso. Avevamo pensato tre casi di facciata. Li
abbiamo in qualche modo "fabbricati". Lui doveva fare una
perquisizione a casa mia, una perquisizione nel mio ufficio ed una là
dove si trovavano effettivamente i documenti, in un altro posto di
lavoro. Era della connivenza con me. Avevamo già firmato gli accordi
il 17 maggio scorso, quando ci siamo incontrati per la prima volta.
Presidente:
Per capire meglio, si tratta di documenti precedenti al 1993, quando
ancora eravate in funzione da Clearstream.
RH:
Esatto. Ho indicato alla giustizia tre transazioni da indagare, e
così sono andati da Cedel-Clearstream a fare la perquisizione.
Preciso che ho fatto delle confessioni su quello che avevo fatto, ma
secondo la legge era tutto caduto in prescrizione. Secondo la legge
lussemburghese, tutto era prescritto: non si potevano attaccare i
dirigenti. All'epoca, il giudice mi chiese di cercare da Clearstream
delle tracce nei programmi [informatici] per avere una visione degli
elementi perseguibili. Lavoravo quindi su tutti questi elementi per
trovare una transazione, o due o tre, per dimostrare la strada. Non
volevo far uscire il nome di un cliente peché questo ricadeva sotto
il segreto bancario ed io avrei infranto la legge. Mi avrebbero
arrestato! E' così semplice come lo dico. Ma non potevo dire che non
conoscevo il sistema. In effetti, dirigevo la divisione informatica e
tutto quello che accadeva in Cedel passava obbligatoriamente dalla
mia divisione. Non potevo dire "non so...". Abbiamo quindi
fatto uscire dei documenti. Ho chiamato i programmatori che avevo
conosciuto, nel tempo, e ho chiesto loro di far uscire dei listati, i
sorgenti dei programmi. Eravamo nell'ufficio dell'amministratore
delegato, che era stato allontanato, ed abbiamo avuto accesso al
contenuto del suo computer. Abbiamo messo in ordine i listati di cui
avevo bisogno per cominciare le mie ricerche. Erano abbastanza
voluminosi ed è su quelli che ho lavorato tutto il tempo. Senza
esagerare, posso dire di aver già scoperto delle cose. In quel
momento, mentre lavoravo, ero sotto osservazione. Era un lunedì
mattina. Avevo un appuntamento con un alto funzionario belga, un
ministro belga. Il poliziotto mi telefonò a casa, alle otto meno un
quarto. Ero già andato in ufficio a preparare la mia valigetta per
partire. Telefonò a mia moglie che gli disse che ero andato in
Belgio. Allora hanno detto "Azione!", e mi hanno
intercettato sull'autostrada per prendermi i documenti che credevano
destinati al governo belga e che stavo portando in Belgio. Volevano
appropriarsi dei documenti utilizzando le carte che non avevano
nemmeno il diritto di utilizzare per fare la perquisizione, che
avevano fatto assieme a me.
Presidente:
Così avete la sensazione di aver fatto un accordo col giudice...
RH:
Ho fatto un accordo, da buon cittadino lussemburghese.
Presidente:
...e siete stato tradito.
RH:
Esattamente!
Presidente:
Vi siete lamentato di quest'episodio?
RH:
Non ho fatto una denuncia ma ho scritto a tutte le istanze per dire
che era finita e che non mi sarei mosso né sotto minaccia né sotto
ricatto. Ho fatto una deposizione ed ho subito un interrogatorio. Da
allora, c'è stata la calma. In tutti i casi, vi dico la mia
impressione: posso dire di essere stato strumentalizzato. Sapevano
che conoscevo il sistema. L'ho costruito e sono uno dei pochi che può
ritrovarci le cose. Adesso sono convinto che lo scopo era di
screditarmi, di appropriarsi dei documenti e che la mia testimonianza
ed il mio lavoro veniva annientato.
Presidente:
Avete potuto lavorare qualche giorno, sui documenti?
RH:
Sì.
Presidente:
Avete potuto stabilire qualcosa su quei documenti?
RH:
Ho avuto il tempo di stabilire alcune cose, ma mi hanno sequestrato
tutto durante la perquisizione. Non ho fatto delle copie,
innanzitutto per prudenza, ed in secondo luogo perché non potevo
certo immaginare... Erano al sicuro, nel mio ufficio. Sia io che i
poliziotti sapevamo dove erano. Sono stato preso alla sprovvista. Non
avevo fatto copie. Hanno portato via tutto durante la perquisizione.
Veramente tutto! Compresi tutti i computer di casa e dell'ufficio.
Era abominevole. Non avevo più niente . [...]
Presidente:
Dopo che Lei ha fatto delle accuse, nel film di Denis Robert, avete
subito pressioni, Lei e la sua famiglia, da parte del sistema
giudiziario o finanziario?
RH:
Non sulla mia famiglia, ma su di me. Non erano minaccie, ma dei
"consigli di buoni amici"... Se avessi fatto un nome,
sarebbe stato diverso... Ma visto che non parlavo, nessuno si è
arrabbiato con me... [...]
Relatore:
Si considera tradito dalla giustizia lussemburghese che, alla fine,
si è rivoltata contro di Lei. Pensa che sia messa in dubbio la sua
credibilità? [...]
RH:
Non hanno fatto molte indagini. Bisogna che dica innanzitutto che
questo sistema [informatico] è molto difficile da capire, e per i
comuni mortali è quasi impossibile. E' molto tecnico. Tutti i
poliziotti e gli altri che si erano occupati della faccenda, non ci
hanno capito niente. Dipendevano da me. E' per quato che ci lavoravo,
per fornire loro una specie di vade-mecum per ricercare sui microfilm
o altrove, per guidarli. Non erano capaci di farlo. Dall'inizio non
avevano a disposizione degli esperti. Una volta sola, il procuratore
e la polizia giudiziaria [hanno organizzato una riunione] con l'audit
del controllo bancario ed il suo segretario generale. Gli ho fornito
spiegazioni. Il procuratore ed i poliziotti non ci capivano niente,
cosa normale, non ci sono rimproveri da muovergli contro. Quelli del
controllo bancario hanno seguito le mie spiegazioni. Hanno detto che
la tal cosa o la talaltra erano possibili. Hanno confermato per
iscritto alla polizia giudiziaria le spiegazioni che avevo fornito
loro. Ho spiegato come funzionava il tutto, ma senza fare nomi! Tutto
questo è stato consegnato per iscritto.
Relatore:
Considerate quindi che le conclusioni dell'inchiesta sono soggette al
discredito?
RH:
Assolutamente! Non mi hanno permesso di fare il mio lavoro ed hanno
cercato di screditarmi. Quando ho cominciato a trovare degli
"imbrogli", era finita.
Relatore:
Come spiega il comportamento dei magistrati?
RH:
Bisogna conoscerli, i magistrati! Io li considero persone oneste e
non bisogna denigrarli. Il libro Révélation$, lui stesso, ha
provocato uno choc nel Lussemburgo. Ci sono tre forze: Euroclear a
Bruxelles, la Deutsche Boerse [Clearing] in Germania e Clearstream.
Si battevano per avere il clearing universale. Tutto questo oggi è
provato. La cosa era pianificata dalla Deutsche Boerse per
appropriarsi di Clearstream. Hanno utilizzato il libro ed il mio
intervento per cercare di accaparrarselo. Hanno eliminato i dirigenti
di Clearstream e ci hanno messo i loro uomini. Tutto questo oggi è
provato! Esistono dei documenti della Deutsche Bank e Der Spiegel li
ha pubblicati... Ci sono ora le prove che tutto era stato pianificato
in anticipo. Come spiegare l'attitudine dei funzionari, mi domandate?
[Conosco il nome di] due funzionari i Sigg. X e Y. Prima
dell'istruttoria, sono andati a Francoforte presso la direzione di
Deutsche Boerse. Era giovedì. Il venerdì sera hanno avviato
l'istruttoria. Io lo so perché la polizia giudiziaria era da me, nel
mio ufficio... ed abbiamo ricevuto l'informazione per telefono...
Quando si ricostruisce la storia, si scopre che tutti erano un po'
manipolati, me incluso [...].
Relatore:
Volete dire che, nel Lussemburgo, la giustizia è subordinata agli
interessi finanziari?
RH:
Stiamo parlando di un quarto del budget nazionale!
Relatore:
Sicuro! Se Lei considera che i magistrati sono onesti, tuttavia non
sono indipendenti. E' la Sua posizione...
RH:
Su questo sono tassativo.
Relatore:
Avete conoscenza di interventi del Ministro della Giustizia, il Sig.
Frieden?
RH:
No. Solamente da parte di terze persone...
Relatore:
Terze persone vi hanno fatto capire che il Ministro della Giustizia
stesso era intervenuto?
RH:
Ho saputo questo, ma non posso dire di saperlo direttamente.
Presidente:
Partiamo dall'inizio prima di arrivare alla spiegazione del sistema
al quale Lei ha collaborato e che ha costruito, un sistema di
riciclaggio, come Lei lo definisce. Inizialmente, potrebbe precisare
quale è stata la Sua funzione all'interno di Cedel all'epoca, le Sue
responsabilità nell'organigramma e nel funzionamento? In quali
condizioni si è separato da Cedel e che attività svolge oggi?
RH:
Cedel, divenuta Clearstream, è stata fondata nel 1970. Io ci sono
entrato nel 1972, quando è veramente iniziato il tutto, per mettere
in opera, con altri, il sistema informatico. Cedel è stata costruita
in una maniera completamente inversa rispetto alle società
esistenti. Cedel-Clearstream è stata costruita intorno ad un
concetto informatico al quale tutti si sono dovuti adattare. Era
l'informatica che dirigeva tutto. Due o tre persone della squadra
iniziale, sono ancora a Clearstream. Prima che io me ne andassi, ero
vice-presidente di Cedel, con l'amministrazione delegato. Dirigevo
l'informatica, il telex, lo SWIFT - i pagamenti - e la spedizione.
Avevo la maggior parte di Cedel sotto di me, con il maggior numero di
dipendenti.
Presidente:
Da quando a quando?
RH:
Ho cumulato tutte queste funzioni dal 1990 fino alla fine. All'inizio
ne svolgevo solo una parte, ma poi me le hanno aggiunte. Swift è
stato collegato totalmente all'informatica - raggiungendo
automaticamente il mio reparto - mentre prima si usava il telex.
Quasi metà delle persone erano sotto di me.
Presidente:
Avendo delle responsabilità così importanti, in quale occasione e
perché avete lasciato Cedel-Clearstream?
RH:
Non l'ho lasciata! Mi ha licenziato l'amministratore delegato André
Lussi, in condizioni dubbie, cosa che non nascondo. Sono un po'
nazionalista... Ero nel Lussemburgo e, date le mie conoscenze in
Cedel, sapevo che Lussi e tutta un'altra squadra stavano pianificando
di spostarsi a Londra. Tutto era previsto per fare questo
spostamento. La messa in moto di una nuova informatica a Londra
implicava che Clearstream si sarebbe trovata [di fatto] a Londra. Se
invece si fosse fatta qui [nel Lussemburgo], sarebbe rimasta qui.
Essendo nell'informatica, ero in una posizione di forza ed ho
cortocircuitato le cose perché Clearstream restasse nel Lussemburgo.
Non sono in molti a saperlo, quello che ho fatto. In seguito, divenne
impossibile spostarla. A quel punto ero "cotto". Mi hanno
inviato un giornalista ad intervistarmi. Era insomma una cosa
montata.
Presidente:
Potete essere più preciso su quest'episodio?
RH:
Si tratta di David Cowan, che in seguito è stato assunto da
Clearstream come giornalista di Lussi. All'epoca, era giornalista in
non so più quale giornale inglese. Interrogava tutti in Cedel. Venne
anche da me perché, in quel momento, ero rappresentante del
personale.Il Signor Simmet, anche lui nominato nel libro, mi telefonò
dicendomi: "L'ho controllato. E' una persona a posto... Puoi
parlargli". E' stato l'unico errore che ho fatto nella mia vita:
non ho "ricontrollato". Ho preso le parole di Simmet per
vere e mi sono incastrato. Abbiamo discusso assieme come si fa con i
giornalisti. Non ho parlato di cose che ricadevano sotto il segreto o
quant'altro.Ma è stato sufficiente! Il giorno dopo l'ho capito: un
usciere mi si è presentato con il licenziamento ad effetto
immediato.
Presidente:
E dopo questo giornalista è stato assunto?
RH:
Si tratta di Cowan. Anche lui poi è stato licenziato [dopo
l'apertura dell'inchiesta giudiziaria]. Per la cronaca, devo dire che
tutti quelli che mi hanno messo in disgrazia, sono stati licenziati.
La polizia giudiziaria ed il mondo bancario lasciano capire ovunque
che io ho organizzato il libro. Avrei fatto parte dell'orchestra ed
avrei condotto questo giochino per mettere in essere la mia vendetta.
Ringrazio che mi si accordi cotanta intelligenza. Non dico che mi
dispiace. In ogni caso, gli interessati dicono che ho organizzato io
l'uscita del libro, in un modo o nell'altro.
Presidente:
Arriviamo al punto che è molto complicato e tecnico, come avete
detto. Avete parlato di riciclaggio effettuato attraverso il sistema
di Clearstream. [...] Vorrei che Lei ci precisasse esattamente, e nel
modo più semplice, qual'era questo sistema che era stato messo in
opera e che permetteva il riciclaggio.
RH:
Cecherò di riassumere. Ho impiegato venti ore a spiegare ad altri
specialisti il modo del funzionamento, e solo allora hanno cominciato
a capire. Riassumerò senza entrare troppo nei dettagli. Bisogna
innanzitutto sapere che nel sistema Cedel, solo le banche sono
clienti. Almeno inizialmente, poiché ora ci sguazzano un po' tutti
[NdT: multinazionali, clienti privati e banche centrali...]
Semplifico molto: quando una banca voleva far passare una transazione
[occulta], parlava con un dirigente di Cedel, e noi, noi
"correggevamo". Facevamo dell'hard-coding: nel programma,
correggevamo l'istruzione che stava per passare. Prendiamo una
istruzione di acquisto, una vendita, un movimento di fondi o di
titoli. La facevamo sparire o la spostavamo su un altro conto. Era
questo l'hard-coding: delle correzioni nel programma sorgente. Era
per questo che avevo stampato in Cedel i programmi sorgenti. Potete
informarvi, perché è l'aspetto più proibito dell'informatica.
Facevamo il programma la mattina. Sapevamo che istruzioni sarebbero
arrivate: "Se succede questo, tu fai così e così...".
Erano delle eccezioni. In seguito, quando tutto era fatto,
rimettevamo il programma precedente e toglievamo l'eccezione. Era
come se non fosse successo niente.
Presidente:
Sto cercando di capire. Questo aveva la funzione di di fare sì che
la transazione chiesta a Cedel non apparisse nelle registrazioni
sistematiche di tutte le transazioni.
RH:
Esatto.
Presidente:
Essendo preavvisati della transazione, bisognava eseguire una
operazione informatica in modo tale che non fosse più possibile
rintracciare l'operazione effettuata.
RH:
Esatto.
Presidente:
Questo accadeva per piccole o grandi transazioni?
RH:
Per tutte! Noi, i programmatori ed io stesso, non ci facevamo caso.
Lo avevamo fatto spesso all'inizio perché esistevano dei bachi e
degli errori nei programmi. Non facevamo caso se erano 100 o 50
milioni di dollari! Ad un certo punto, si perde la nozione dei
milioni di dollari. Per noi, 50 milioni erano come 50.000 dollari...
Abbiamo passato transazioni enormi...
Presidente:
Parliamo della persona che Le passava un ordine. Questa
dissimulazione di transazioni avveniva ogni due mesi o era una
pratica quotidiana?
RH:
Forse non quotidiana, ma ogni due o tre giorni. In ogni caso, era
frequente. Era il motivo per cui questa pratica non scandalizzava più
nessuno, nel dipartimento informatico. Non ci facevamo nemmeno caso.
Eliminavamo la transazione; la mettevamo in un altro conto titoli.
Era una manipolazione, e ci accontentavamo di assicurarci che aveva
funzionato. Punto e a capo!
Presidente:
Queste transazioni particolari, poiché cancellate dal sistema
informatico, erano legate in modo particolare a certe banche o
società? O lo facevano tutti?
RH:
Non era specifico di banche in particolare.
Presidente:
Era dunque un sistema molto aperto.
RH:
Era un sistema molto aperto. Per capire meglio, devo parlare anche
dei conti non-pubblicati. E' un sistema che ha degenerato, ma
all'inizio non era che un'eccezione del sistema bancario. I conti non
pubblicati vennero inventati per la Banca Commerciale Italiana, che
aveva un centinaio di banche, di filiali indipendenti. Essa non
voleva un conto solo, ma che ognuno avesse il suo conto. La cosa era
difficile, ma nessuna agenzia doveva sapere cosa faceva l'altra.
Abbiamo messo in atto questo sistema dei conti non pubblicati per la
Comit.
Presidente:
[Per quanto riguarda le transazioni cancellate,] chi riceveva
l'ordine? Era al Suo livello?
RH:
Chi lo trasmetteva? Arrivava sempre dal servizio-operazioni o dal
servizio-clienti, ma sempre da quelli che erano in contatto con i
clienti. Noi ricevevamo dall'alto l'ordine di eseguire l'operazione.
E non in forma scritta, ma per telefono!
Presidente:
Era lavoro quotidiano! Lei dice: "dall'alto"! Ma Lei era
già in alto. Chi è quindi che era in alto?
RH:
E' un modo di dire, perché nella prassi l'informatica sta sempre in
cantina. (Sorrisi) "Dall'alto" vuol dire da quelli che
erano a contatto con i clienti, a qualunque livello.
Presidente:
A qualunque livello! Questo vuol dire che tutti i quadri che erano in
relazione con i clienti potrebbero, oggi, se fossero sinceri nelle
loro dichiarazioni, confermare quello che Lei dice?
RH:
Sì [...]
Presidente:
Riprendiamo quello che significa una cancellazione delle traccie e
della tracciabilità che faceva, Lei, nel sistema informatico.
RH:
Ho confessato.
Presidente:
Potrebbe spiegarci esattamente come funziona? Prendiamo una
transazione, per esempio di vendita di titoli. Questo vuol dire che
in un certo momento questa operazione sparisce dal sistema.
RH:
Sparisce. Non c'è differenza nei saldi se si controllano i saldi. E'
esattamente la stessa cifra.[...] Quando si contolla il saldo
globale, è tutto a posto ed è solo quello che viene controllato.
Presidente:
Avete dunque l'impressione che questa pratica, di cui si può pensare
che si tratti di dissimulazione - e quindi di riciclaggio, come avete
detto Voi stesso, varie volte - non era riservata ad alcune banche
vicine ad alcune mafie. E' dunque una pratica corrente dei clienti di
Clearstream e dunque del mondo bancario internazionale!
RH:
Sì, del mondo bancario. Non ci ho fatto neanche molto caso. I conti
cambiavano continuamente. Noi avevamo il numero del conto ma non
sapevamo di chi si trattasse, perché quello non riguardava il nostro
settore informatico. Per noi informatici era molto semplice: si
trattava di una riga di programmazione.
Presidente:
Per esempio, le grandi banche francesi che abbiamo visto essere
clienti di Clearstream - Société Générale, Paribas, Crédit
Lyonnais - utilizzavano questo sistema come tutte le altre banche?
RH:
Non glielo posso dire altrimenti direi dei nomi (sorrisi).
Presidente:
Da quello che ci dite, appare molto plausibile. Se tutti i livelli
della gerarchia erano coinvolti in questo funzionamento - da quello
che ci avete detto - ci saranno quindi quelli che l'hanno concepito.
All'inizio qualcuno dice: "Metteremo questo in opera...".
Voi che siete entrato in Cedel abbastanza presto, dovreste sapere chi
ha concepito questo sistema.
RH:
Diciamo che è un sistema che è degradato. All'inizio, creavamo e
lanciavamo un nuovo sistema; avevamo parecchi "bachi". In
quel periodo si trattava di creare Cedel e lavoravamo giorno e notte.
Dovevamo effettuare molte manipolazioni per aggiornare le schede,
perché tutto funzionasse. Durante gli anni, abbiamo creato tutta una
serie di programmi e non li abbiamo mai distutti. Ad un certo punto,
il sistema perfezionato era lì! Anche se non era stato concepito per
il riciclaggio. Ma ad un certo punto, il sistema ideale per farlo era
lì. Non era stato pianificato, è successo per caso. Pianificato?
No!
Presidente:
In una politica commerciale, in situazione di concorrenza -Euroclear
o altri - forse era un argomento commerciale in più, per Cedel, per
proporre i propri servizi ai suoi clienti?
RH:
Non so a quale livello questo servizio veniva proposto o doveva
essere proposto. Ma era ad un livello molto alto. E' stata
un'evoluzione nel tempo. Non posso fare che delle supposizioni poiché
non ero nel settore commerciale, ma in quello esecutivo.
Presidente:
Lei ci sta dicendo, in fondo, che ci siete arrivati quasi per caso a
mettere in opera questo sistema che in seguito è divenuto un sistema
ordinario. Ma ad un certo punto avreste dovuto accorgervene? Vorrei
proprio sapere a che punto vi siete accorto che quello che stavate
facendo al sistema informatico poteva servire per il riciclaggio.
L'avete capito subito?
RH:
No! Molto dopo.
Presidente:
In retrospettiva, anni dopo?
RH:
E' anche indicato nel libro: quando ho visto dei conti non pubblicati
che non conoscevo. Questo mi ha incuriosito! Ad un certo punto, ero
curioso di sapere quello che stava succedendo poiché c'erano dei
conti che non conoscevo. Allora ho cominciato a curiosare tra i conti
non pubblicati e quando mi sono ineterssato maggiormente alle
transazioni, ho capito.Ma all'inizio, nel settore informatico, non
avevamo nessuna idea sulla questione.
Presidente:
Che legame c'è tra i conti non pubblicati e le operazioni di
cancellazione delle traccie delle transazioni, di cui ci avete
parlato?
RH:
Sono complementari. Per fare del riciclaggio, si può usare il
sistema normale, il sistema dei non pubblicati e quell'altro. Se ci
si mette d'impegno, si può fare anche con il sistema normale.
Bisogna solo conoscerlo molto bene, tutto qui. Nel Lussemburgo questo
non è stato capito. Si credeva che fosse solo l'hard-coding che lo
permetteva, il riciclaggio, e invece no! Il sistema in se, per come
funziona, da la possibilità di fare tutto. Ho chiesto alla
commissione bancaria se avevano fatto dell'audit informatico. Non
esiste! Finché non c'è l'audit, tutto è possibile. La struttura
informatica, che ha ormai trent'anni, è sempre lì.
Presidente:
Se si facesse un audit informatico serio, oggi - un po' il tipo di
lavoro che vi era stato richiesto - si potrebbero ritrovare le
traccie delle transazioni cancellate?
RH:
Sono categorico. Se si cerca, si può trovare tutto. Avevo cominciato
a trovare, ma la procedura giudiziaria è stata subito chiusa. Non
sono io che mi sono messo da parte. Da dieci anni non ci avevo più a
che fare. Mi hanno chiesto: "Cercate una traccia dove si possa
trovare...". E' così che ho cercato, ed in poco tempo sono
andato parecchio avanti.
Presidente:
A parte Lei, pensate che altre persone avrebbero oggi la competenza
necessaria?
RH:
Ma non la volontà!
Presidente:
L'ho capito bene.
RH:
Ci sono tutti dentro... (sorrisi)
Presidente:
Ma la competenza? Nel Lussemburgo, al di fuori della gente che lavora
nella società di clearing, ci sarebbero persone - per esempio,
presso la commissione bancaria - che ne sarebbero tecnicamente
capaci?
RH:
Se lo vogliono sì. E' fattibile. Avrei dovuto capire subito che
quello che mi stavano facendo fare non era una cosa seria. nel
Lussemburgo, giuridicamente, un testimone non può anche essere un
perito. Se la polizia giudiziaria ed il giudice istruttore non mi
avessero fatto fare il testimone, mi avrebbero potuto assumere
ufficialmente come perito, senza violare la legge. Da testimone, non
potevo. Non mi hanno quindi lasciato fare con i microfilm quello che
serviva. E questo perché ero testimone. Ero andato con loro a
prendere tutto. A mio avviso, si è trattato di un alibi. Erano
abbastanza preoccupati perché eravamo usciti con parecchio
materiale. Allora avrei dovuto capire che non mi avrebbero lasciato
fare. Solo dopo ci ho riflettuto. Se mi avessero lasciato vedere i
microfilm... ma non me l'hanno permesso!
Presidente:
All'inizio del nostro incontro, avete citato dei documenti che
sarebbero in Vostro possesso e che arguisco rappresentino una specie
di assicurazione sulla vita. In che condizioni siete partito con
questi documenti? Al di là dei microfilm, che vi hanno sequestrato,
sareste in grado di fare del lavoro con i documenti che ora
possedete?
RH:
E' quello che ho fatto. E gli ho fornito tre piste, su tre diverse
banche.
Presidente:
Mi parlate di documenti che ERANO in vostro possesso?
RH:
Sì.
Presidente:
... e non di documenti che vi hanno richiesto...
RH:
Quelli veri non li hanno avuti. Avevo dei documenti che mi erano
stati dati, che riguardavano soprattutto banche russe. Quando ho
cominciato a guardarci dentro, era davvero impressionante.
Presidente:
Si parla oggi di realtà europea; i nostri ministri si riuniscono per
lavorare meglio assieme. Se esistesse una volontà giudiziaria reale,
oggi, di approfondire questa questione, abbiamo, attraverso Lei, sia
le competenze che le prove documentarie che permetterebbero di
stabilire che c'è stato un sistema di dissimulazione delle traccie!
RH:
Che C'E' un sistema! Non ho detto che C'ERA. Non sono più lì da
dieci anni, ma gli ho dato due o tre traccie di operazioni che si
stanno svolgendo OGGI.
Presidente:
Oggi!
RH:
Gli ho fornito informazioni attuali.
Presidente:
A partire da quali fonti?
RH:
Ho ancora delle conoscenze in Cedel, e le ho utilizzate. D'altra
parte, ho fatto l'errore della mia vita. Mi avevano promesso il
segreto della persona che mi dava le informazioni. Sono andati a
trovarla in vacanza. Ho perso di sicuro questa amicizia. Si trattava
di casi concreti, molto concreti.
Presidente:
Le accuse del libro di Denis Robert sono inquietanti. La sua tesi è,
in fondo, che questo sistema venne organizzato scientemente. In
particolare, indica il Signor Lussi come il responsabile,
l'istigatore di questo sistema che avrebbe potuto, d'altra parte,
servire interessi importanti. Cosa pensate in rapporto a
quest'analisi? Pensate che effettivamente sia stato possibile
concepire, al livello di Lussi, di utilizzare Clearstream per fini
delinquenziali per non dire criminali?
RH:
Devo stare attento a quello che dico (sorrisi). Si può pensare che
io non sia amico di Lussi, ma non gliene voglio. E' una guerra
giusta... Sono anche uno di quelli che sa un po' di cosa è capace e
dove aveva le sue relazioni. Se si volesse veramente cercare, si
troverebbe facilmente e velocemente. Se ci si interessasse un po' di
più al personaggio Lussi, alle sue frequentazioni e relazioni. Ma
per me, è veramente troppo...(sorrisi)
Relatore:
Che volete dire?
RH:
Scherzo un po', ma si va ad un livello dove io rischio troppo.
All'inizio lo avevo detto a Denis Robert: "Siete cosciente di
dove stiamo mettendo il naso?" "Sì", mi disse lui, "e
sveleremo tutto". Gli ho risposto: "Se non è voluto, non
riusciremo a svelare niente!" Insomma, è quello che è successo
[dopo l'apertura dell'inchiesta giudiziaria]. A quali livelli
scattano i blocchi? Per trovare, bisogna "divertirsi" con
Lussi ed il suo entourage.
Relatore:
Che frequentazioni?
RH:
Non lo posso dire!
Relatore:
Ve ne prego.
RH:
Io li conosco, ed anche altri lo sanno: è molto spirituale.
Relatore:
Spirituale, dice?
RH:
Molto spirituale! E molto facile da trovare!
Presidente:
Siete depositario d'informazioni pesanti da portare da solo, cosa che
si capisce considerando le pressioni a cui siete stato sottoposto.
Come pensate che le cose possano andare avanti? Chi avrà il
coraggio, all'infuori di Voi e forse di qualcun altro - penso a
Backes - di continuare a spiegare le cose per come funzionano?
RH:
Nel Lussemburgo, ho completamente rotto per quanto riguarda
Clearstream, e non ho alcuna informazione in proposito. Diciamo che
con tutto quello che stanno facendo, e dopo l'uscita del libro, sono
successe molte cose. Bisognerebbe che la commissione bancaria
mettesse in atto dei controlli effettivi. Ma la Deutsche Boerse si
sta "ingoiando" Clearstream, e la prenderà! E' messa bene
per prenderla. Clearstream non sarà più Clearstream ma Deutsche
Boerse, ovvero un'altra cosa. Conosco quelli che stanno arrivando,
alcuni più o meno bene, ma li conosco. L'avversario che era prima
Clearstream è quasi scomparso. Si tratta ora di tutta un'altra
gestione che ha preso o prenderà piede. Di conseguenza è molto
difficile attaccare poiché "il nemico" è cambiato. Non ci
sono più gli stessi uomini ai loro posti.
Presidente:
Pensate - l'avete precisato ora ed è importante - che quelle
pratiche potrebbero continuare ancora?
RH:
E' difficile immaginarlo nel Lussemburgo! Conoscendo l'ambiente degli
uomini politici nel Lussemburgo, posso dire che verranno effettuati
dei controlli. Ne sono quasi sicuro perché non hanno altra scelta.
Uno di questi giorni, lo scandalo scoppierà. Spero che segua poi un
adeguato audit informatico. Se non lo fanno, potete dimenticarvi
tutto quello che vi ho detto finora!
Presidente:
Credete che Clearstream fosse la sola centrale ad adottare quelle
pratiche? O pensate che i concorrenti ne abbiano di simili, dalle
vostre informazioni? Immagino conosciate anche quelli che lavorano
nella concorrenza.
RH:
Se un concorrente offre di tali servizi, vedo male che anche gli
altri non lo facciano. Perderebbero mercato. E' una risposta!
Presidente:
Avete varie intuizioni, nevvero? Pensate che si tratti effettivamente
di una pratica...
RH:
Non è stata adottata unicamente da Cedel-Clearstream.
Presidente:
Ad esempio, Euroclear poteva avere le stesse pratiche?
RH:
Non ne ho le prove. E' difficile immaginare che non sia così. Ma
bisogna provarlo! E' questa la difficoltà in tutti questi sistemi!
Le cifre sono talmente enormi: il numero delle transazioni, il volume
di denaro in ballo. Si parla di trilioni di dollari. Non so nemmeno
quanti zeri ci vogliono. Queste cifre sono inimmaginabili.
Presidente:
Sono soldi che girano, ma non è necessariamente del denaro di cui si
fanno sparire le traccie?
RH:
No, ma andate a trovarlo in questo bailamme di transazioni. Ci
potreste annegare quello che volete. Anche un miliardo di dollari
passa inosservato! [...] In questo mare non si nota niente, sapendo
che il tutto ha fatto tre o quattro volte il giro del mondo prima che
ci svegliamo la mattina! [...]
Presidente:
Nel tragico contesto della settimana scorsa, creato dagli attentati
[dell'11 settembre 2001], si vede bene che si pone comunque la
questione di un controllo pubblico sulle transazioni finanziarie. La
tracciabilità di queste transazioni permetterebbe di identificare
delle reti, tra cui reti molto criminali come quella di Bin Laden.
Pensate che sarebbe possibile istaurare un controllo pubblico su
queste centrali di transazioni? In seguito questo permetterebbe, ad
esempio ai giudici, di risalire le traccie delle transazioni?
RH:
Assolutamente e molto facilmente. I controlli da effettuare non sono
molto complicati. [...] E' molto facile da avere, ma bisogna volerlo.
A livello mondiale!
Presidente:
Quando eravate nelle vostre funzioni, siete mai stato preso ed
interrogato dall'autorità giudiziaria?
RH:
Neanche una volta!
Presidente:
Non ci sono mai state delle richieste di indagini a Cedel quando
eravate...
RH:
Vado ancora più avanti: ancora cinque o sei anni fa non veniva
effettuato nessun controllo in Cedel. Non sapevano che cosa fosse!
Non era una banca e non c'erano controlli! Davamo solo il bilancio.
Presidente:
I controlli che ci sono oggi sembrano parecchio insufficienti.
RH:
Si controlla il bilancio. Nel bilancio di una società, non si
controllano le transazioni! Nel tempo, facevo io stesso un controllo
di auditing. Era tanto per fare! Mi davano un foglio di una decina o
una ventina di transazioni. [...] L'audit durava un quarto d'ora. Non
si sono mai seguite le transazioni. Ho sempre degli standard [di
audit] che sono adattati alle banche, ma nessuno specifico per il
lavoro di Cedel o Clearstream.
Presidente:
Vorrei che Lei mi spiegasse, poiché non è semplice da capire, la
Sua motivazione. Avete parlato, beninteso, del fatto che non si
tratta di vendetta. Avete spiegato che non eravate per niente in una
costruzione organizzata, con altri.
RH:
No.
Presidente:
Malgrado tutto, vi siete imbarcato in una storia della quale tenete
il filo, visto che dite la stessa cosa dall'inizio. Qual'è il motivo
che vi anima?
RH:
Avete usato la parola giusta, mi sono "imbarcato" in questa
storia. Ero a Metz e stavo facendo shopping, fu allora che Denis
Robert mi ha acchiappato. Abbiamo parlato in un bar e poi l'ho
rivisto solo una volta, quella che si vede nel film. A casa, gli ho
spiegato la cosa. Questa è stata la mia unica collaborazione per il
libro! In seguito, il tutto ha preso una tale ampiezza che se ne è
interessata la giustizia... In seguito si pretese che io non stessi
dicendo la verità... [...] Sono stato "imbarcato" in
questa storia. Avevo confuso le traccie, nessuno riusciva a trovarmi.
Non avevo neanche il telefono a casa mia: era intestato a mia moglie.
Avevo avuto parecchie noie per quello che Lussi mi aveva fatto negli
anni. Ho dovuto ricominciare daccapo la mia esistenza.
Presidente:
Oggi avete in progetto di lasciare il Lussemburgo, entro la fine
dell'anno. E' perché pensate - dato quello che avete fatto e detto
negli ultimi mesi - che vi sarebbe difficile vivere nel Lussemburgo?
RH:
No, l'avevo pianificato già da tempo. Ma è vero che ho subito delle
pressioni da parte di Lussi e di tutti. Ad un certo punto, la mia
situazione finanziaria non era all'altezza. Ho superato i miei
problemi ed ho costituito delle società, cosicché oggi sono
autonomo. Non dipendo più da nessuno e me la cavo bene! Grazie alle
nuove tecnologie, posso continuare a lavorare partendo dalla Francia,
soprattutto nel mio campo d'attività. Il tempo in cui bisognava
lavorare fissi in un posto, è finito.
Presidente:
Senza mancare di discrezione, che state facendo?
RH:
Sicuramente riderete! Da una parte, mi occupo di consulenze per gli
investimenti; dall'altra, ho varie società nel Belgio e nel
Lussemburgo, che si occupano di questioni ambientali. Infine, faccio
quello che mi viene meglio: ristrutturazione e consulenza alle
imprese. [...]
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Addendum 2011: Come volevasi dimostrare, la battaglia di Denis Robert per far emergere lo scandalo Clearstream, è stata santficata dalla sentnza dell'Alta Corte francese che ha cancellato tutti i tentativi decennali della casa di compensazione di citare in giudizio lo scrittore investigativo, con le sentenze di febbraio 2011. La cronistoria raccontata direttamente da Denis Robert appare questo mese sul supplemento di Le Monde ed è visibile qui: http://lebanquiergarou.blogspot.com/2011/10/ma-victoire-dans-laffaire-clearstream.html