sabato 30 gennaio 2021

Soldi, mucche selvatiche, anziani e kibbutz

 

Soldi della Banca Centrale: Passività, Attività o Capitale della Nazione?
http://centralerischibanche.blogspot.com/2021/01/soldi-della-banca-centrale-passivita.html

Le mucche abbandonate di Chernobyl sono diventate selvatiche, e sembrano piuttosto felici
https://www.esquire.com/it/lifestyle/viaggi/a35349950/mucche-chernobyl/

kibbutz (Treccani)
https://www.treccani.it/enciclopedia/kibbutz_%28Dizionario-di-Storia%29/

Strage di anziani in Rsa a Como: 21 morti. “Erano stati vaccinati”. Positivi 85 ospiti e 54 sanitari
https://www.secondopianonews.it/news/cronaca/2021/01/25/strage-di-anziani-in-rsa-a-como-21-morti-erano-stati-vaccinati-positivi-85-ospiti-e-54-sanitari.html


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venerdì 29 gennaio 2021

Riparte la campagna terroristica dello spread

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lafionda

Riparte la campagna terroristica dello spread

di Thomas Fazi 

(Fonte: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/19628-thomas-fazi-riparte-la-campagna-terroristica-dello-spread.html)

La Repubblica ci fa sapere che negli ultimi giorni lo spread avrebbe registrato una pericolosa «fiammata», toccando quota 124,5 punti base per la prima volta dal novembre scorso. Secondo il quotidiano, si tratterebbe di una “naturale” reazione dei mercati all’instabilità politica delle ultime settimane e al rischio – non sia mai! – di nuove elezioni.

La favoletta, insomma, è sempre la stessa: fate i bravi o i mercati vi puniranno facendovi salire lo spread. L’assunto di fondo è quello secondo cui i tassi di interesse sarebbero fissati dai mercati, i quali necessitano di essere “rassicurati” dai governi per mezzo di politiche “responsabili”.

Quante volte negli anni scorsi ci siamo sentiti dire che se i tassi salivano era perché non eravamo “affidabili” o perché avevamo un debito pubblico eccessivo? Questa è stata più o meno la narrazione che ci hanno imposto per farci ingoiare la macelleria sociale di questi anni. E per convincerci che i mercati, alla fine della fiera, contano più della democrazia. Tutti ricorderanno il terrorismo mediatico che si scatenò intorno all’aumento dello spread ai tempi dell’elezione del governo gialloverde, tanto per fare un esempio.

Peccato che le cose non funzionino così. I tassi di interesse non li fissano i mercati; li fissa la banca centrale. Ed è facile intuire perché: tra i “consumatori” di titoli di Stato che influiscono sulla domanda finale – e dunque sui tassi di interesse – c’è anche la banca centrale, che anzi è il “consumatore” più potente di tutti, visto che è l’unico che può creare dal nulla tutta la moneta di cui ha bisogno. Che ha, per così dire, un arsenale illimitato.

Ed è per questo che può tranquillamente fissare il tasso di interesse al livello che vuole: perché se i mercati si rifiutano di sottoscrivere i nuovi titoli emessi al tasso di interesse fissato dalla banca centrale, quest’ultima può sempre comprare i titoli essa stessa.

In realtà la banca centrale non ha neanche bisogno di intervenire direttamente nelle aste (cosa che non fa praticamente nessuna banca centrale) per determinare il tasso di interesse; gli basta intervenire sul mercato secondario, dove ci si scambiano i titoli già emessi e se ne determina così il tasso di rendimento, che a sua volte influisce sul tasso di interesse dei titoli di nuova emissione. Che è esattamente quello che fanno tutte le banche centrali, inclusa la BCE: aumentando la domanda sul mercato secondario, fanno scendere i rendimenti e dunque i tassi di interesse.

Insomma, i tassi di interesse sono una variabile che dipende sempre dalla politica monetaria della banca centrale (anche quando quest’ultima sceglie, per ragioni politiche, di lasciare che siano i mercati a determinare i tassi). Da un punto di vista strettamente tecnico, la BCE, se lo volesse, potrebbe tranquillamente portare i tassi di interesse sui nostri titoli di Stato a zero. Per dirla diversamente, ogniqualvolta lo spread sale, è perché la BCE permette che salga.

In passato si sarebbe potuto sostenere che lo faceva perché i trattati le impedivano di intervenire efficacemente sui mercati dei titoli sovrani (falso perché, come abbiamo visto, quando si è trattato poi di salvare la baracca col quantitative easing la BCE l’ha fatto senza problemi). Ma dall’inizio della pandemia la BCE si sta comportando quasi come una “vera” banca centrale, comprando praticamente tutti i titoli di nuova emissione di paesi come l’Italia.

E infatti negli ultimi mesi i tassi di interesse di tutti i paesi dell’eurozona – e dunque gli spread – sono crollati, nonostante un significativo aumento dei deficit e dei debiti pubblici, tanto che oggi viene dato per scontato che la BCE, di fatto, sta praticando un’esplicita politica di controllo sulla curva dei rendimenti simile a quella praticata dal Giappone e da altri paesi.

Ciò dimostra, al di là di ogni dubbio, che la BCE, se lo vuole, può sempre impedire che l’aumento del deficit/debito – o la situazione politica all’interno del paese – spinga all’insù i tassi di interesse. A maggior ragione oggi che la BCE si è liberata (anche se solo temporaneamente) dei vincoli autoimposti del passato. Anzi, proprio nei periodi di turbolenza politica la banca centrale dovrebbe consentire il regolare svolgimento del processo democratico, invece di lasciare che i mercati obbligazionari influenzino l’agenda politica del paese.

Allora perché la BCE sta permettendo allo spread di tornare a salire? Una possibile risposta la troviamo nel già citato articolo della Repubblica, secondo cui l’aumento dello spread andrebbe letto come un «monito della BCE, che invita a non sprecare l’opportunità del Recovery Plan». Lo stesso articolo cita anche una nota dell’agenzia di rating Moody’s, secondo cui il problema consisterebbe nel fatto che un governo indebolito complicherebbe il «tempestivo assorbimento dei fondi europei».

Il nocciolo della questione è tutto qui: dal punto di vista delle élite nordeuropee, è assolutamente fondamentale che l’Italia prenda i fondi del Recovery Plan. E non perché non vedono l’ora di ricoprirci di miliardi per finanziare la ripresa del paese, come ci raccontano il governo e i media, ma perché il Recovery Plan offrirebbe alle élite in questione ciò che vanno agognando da sempre: un controllo politico totale della politica economica dell’Italia, come spiego nel dettaglio qui. E l’attuale maggioranza è la migliore garanzia che l’Italia vada avanti con il Recovery Plan.

Ecco allora che, di fronte al rischio di una crisi di governo, viene riattivata l’arma dello spread. Il «monito», come lo chiama la Repubblica, è chiaro: lo scudo della BCE vale solo per quei paesi che seguono i diktat dell’Europa, a partire dal Recovery Plan; ma se all’Italia dovesse venire in mente la balzana idea di andare ad elezioni anticipate, l’Italia verrà nuovamente data in pasto agli speculatori.

La differenza tra l’eurozona e tutti gli altri paesi avanzati sta tutta qua: in questi ultimi, la banca centrale è effettivamente dipendente dal governo; nell’eurozona, invece, sono gli Stati ad essere dipendenti dalla banca centrale. In questo senso, nella misura in cui il debito italiano rischia di (ri-)diventare insostenibile, questo è unicamente una conseguenza dell’appartenenza dell’Italia all’architettura dell’euro.

 

giovedì 21 gennaio 2021

Daniele Trabucco: "Tornare al voto e rispettare la sovranità popolare.

venerdì 8 gennaio 2021

Ex di Goldman Sachs diventa presidente della BBC

La Gran Bretagna nomina l'ex banchiere Goldman Sharp come presidente della BBC
Autore dell'articolo:
Reuters
Paul Sandle
Data di pubblicazione:
06 gen 2021 - Ultimo aggiornamento 1 giorno fa - leggi 2 minuti
Fonte: https://financialpost.com/pmn/business-pmn/britain-names-former-goldman-banker-sharp-as-bbc-chairman


LONDRA - La Gran Bretagna ha nominato l'ex banchiere della Goldman Sachs Richard Sharp come prossimo presidente della BBC, incaricato di concordare un modello di finanziamento a lungo termine per l'emittente in un momento di crescente concorrenza e controllo politico.

Il Segretario alla Cultura Oliver Dowden ha detto che Sharp è "esattamente il capo di cui la BBC ha bisogno in questo momento".

"Sono fiducioso che porterà avanti le riforme alla BBC per garantire che rifletta in modo imparziale e soddisfi le esigenze di tutte le parti del Regno Unito, e si evolva per rimanere un successo globale che è centrale per la vita nazionale britannica nei decenni a venire", ha detto.

Sharp è un ex donatore del Partito Conservatore e ha lavorato con il ministro delle Finanze Rishi Sunak alla Goldman Sachs, secondo un notiziario della BBC. Di recente è stato consulente di Sunak.

Il presidente, che è ufficialmente nominato dalla regina su raccomandazione del governo, ha la responsabilità di sostenere e proteggere l'indipendenza della BBC, che è finanziata da un canone pagato da ogni famiglia che guarda la TV.

"La BBC è il cuore della vita culturale britannica e sono onorato di avere la possibilità di aiutarla a guidare il prossimo capitolo della sua storia", ha detto Sharp.

Si unirà all'emittente il mese prossimo, poiché deve affrontare alcune delle più grandi minacce al suo futuro da quando è stata fondata 98 anni fa.

Il primo ministro Boris Johnson ha espresso scetticismo sul canone di licenza in un momento in cui il pubblico televisivo della BBC si sta riducendo e i servizi di streaming come Netflix stanno diventando sempre più popolari.

La BBC è spesso accusata di parzialità da parte di critici di entrambi gli schieramenti politici. Mentre alcuni conservatori la percepiscono come londinese e di sinistra, quelli della sinistra del partito laburista di opposizione la considerano di parte avversa.

Sharp succederà a David Clementi, un ex vice governatore della Banca d'Inghilterra, che si dimetterà il mese prossimo dopo quattro anni.

Sharp sarà pagato 160.000 sterline (220.000 dollari) per lavorare tre o quattro giorni alla settimana, ha detto il governo.

Clementi ha confermato che si dimetterà a giugno quando ha annunciato la nomina di Tim Davie a nuovo direttore generale dell'emittente.

Davie è redattore capo, responsabile dei contenuti della BBC attraverso la televisione, la radio e i servizi online, oltre a guidarne le operazioni.

Una revisione dei finanziamenti della BBC è prevista per il 2022, prima che la sua carta reale debba essere rinnovata nel 2027.

La nomina di Sharp è stata riportata da Sky News ore prima dell'annuncio ufficiale.

Un comitato di legislatori che sovrintende al lavoro del dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport ha dichiarato di essere deluso dalla fuga di notizie sulla nomina.

"Il comitato aveva già espresso alcune preoccupazioni sul processo di nomina, chiedendo che fosse equo e trasparente", ha detto il presidente Julian Knight in una dichiarazione.

($1 = 0,7361 sterline) (Relazione di Paul Sandle e Sarah Young; Montaggio di Guy Faulconbridge e Estelle Shirbon; Montaggio di Alison Williams e Philippa Fletcher)