Populista sarà lei. La ragionevolezza dei movimenti anti euro
Uno spettro si aggira per l’Europa, quello dei movimenti anti europeisti. Enrico Letta ed Eugenio Scalfari (Repubblica 3 novembre) li hanno tacciati di populismo, mentre l’ex vicedirettrice del manifesto, Roberta Carlini, li ha bollati come irrimediabilmente di destra (MicroMega online). Silvano Andriani (l’Unità 4 novembre) si è accodato alla denuncia del pericolo, non mancando, naturalmente, di criticare la deriva neoliberista di governi europei e della sinistra e suggerendo che una correzione di rotta ideologica può riportare l’Europa su un binario di crescita solidale. Purtroppo le questioni europee sono più complicate di un mero scontro ideologico fra, diciamo, liberisti e socialdemocratici. E’ uno scontro fra interessi nazionali diversi. Magari non dei popoli, ma certo delle élite. E da quando mondo è mondo, i servi fanno gli interessi dei propri padroni, non per fedeltà, ma perché di loro si fidano di più. La solidarietà internazionale di classe la lasciamo agli hegelo-marxisti, noi preferiamo il realismo politico.
Condividiamo, ovviamente, il pericolo di una deriva a destra della situazione, per esempio in Grecia dove l’omicidio dei due militanti fascisti evoca una strategia della tensione. Ma non necessariamente di destra è l’impronta dei movimenti anti europeisti (ma non anti europei), in particolare nel nostro paese.
Condividiamo, ovviamente, il pericolo di una deriva a destra della situazione, per esempio in Grecia dove l’omicidio dei due militanti fascisti evoca una strategia della tensione. Ma non necessariamente di destra è l’impronta dei movimenti anti europeisti (ma non anti europei), in particolare nel nostro paese.