La BCE calpesta il Parlamento italiano sovrano
Dobbiamo votare un decreto salva-risparmio che crea 20 miliardi di nuovo debito, per puntellare le banche. E perché "dobbiamo"? Per la solita ragione: ce lo chiede l'Europa. Per la precisione, ce lo chiede la BCE.
E' Francoforte infatti che ci impone i salvataggi, o gli aumenti di capitale degli istituti, con i suoi esoterici stress test e le sue astruse valutazioni sulla forza patrimoniale delle banche (vedi lo Srep, Supervisory review and evaluation process).
Il Parlamento italiano quindi è oggi costretto ad ottemperare, e ad analizzare il decreto prescritto. Come per ogni provvedimento sono previste audizioni di addetti ai lavori in Commissione: tra questi, un rappresentante della stessa Bce. Ma la Banca Europea non si è degnata di mandare nessuno, perché occupata a definire le proprie valutazioni sul provvedimento. Insomma: il Parlamento sovrano (si fa per dire) impegna le commissioni, esamina, valuta emendamenti in merito a un provvedimento del Governo che però non si può fare finché non avremo l'ok dalla nostra banca centrale padrona, su diktat già decisi a Francoforte.
E quindi niente domande all'esperto, e neppure delucidazioni sui criteri, gli algoritmi e i parametri con i quali si giudica "salvabile" un intermediario e un altro no. Chi deve essere vittima e chi invece può evitare il bail-in. Quali risparmiatori possono essere salvati e quali no. Perché Mps ha bisogno di 8,8 miliardi e non ne bastano cinque o sei? In base a cosa si decide che servono certi cuscinetti aggiuntivi di capitale?
Avremmo voluto chiedere tante cose alla Bce. Ma il suo rappresentante oggi non si è presentato in Parlamento.
Il portavoce M5S Alessio Villarosa ha protestato con veemenza, tutta la Commissione Finanze ci ha dato ragione e anche il presidente della Commissione si è impegnato a scrivere a Francoforte per chiedere conto di questa assenza.
Continuano a calpestare le nostre prerogative democratiche e la nostra sovranità. Non si può più accettare questo trattamento da sudditi, riservato senza rispetto alcuno anche alle nostre più alte istituzioni come il Parlamento. Serve al più presto un governo Cinquestelle.