martedì 18 aprile 2017
lunedì 17 aprile 2017
Banchieri ladroni e sovranità istantanea
Banche : il
problema - che il pubblico non riesce a vedere - e la soluzione
di Marco Saba,
IASSEM, 18 aprile 2017
L’intuizione
popolare capisce che esistono vari problemi nelle banche. In
particolare, elenchiamo i punti già compresi:
1 – Aumento
esponenziale delle cause contro le banche nei Tribunali italiani, per
usura, anatocismo, etc.;
2 – Casi di
cronaca dove – all’estero – grandi banche sono state condannate
a pagare multe salatissime e i banchieri sono stati condannati a pene
detentive (Islanda e Spagna);
3 – Caduta
verticale delle quotazioni in borsa delle azioni bancarie;
4 – Restrizioni al
credito imposte da fantasiose regole inventate alla Banca dei
Regolamenti Internazionali di Basilea, creatura del nazismo e del
fascismo e nata nel 1930, da sociopatici travestiti da banchieri
(Basilea 1, 2, 3, etc.);
5 – 4mila casi di
suicidi per motivi economici e statisticamente segretati dal governo
italiano;
6 – Mancata
ripresa economica nonostante migliaia di miliardi di euro bruciati
dalla BCE per aiutare gli amici degli amici;
7 – Crescita del
malcontento in Europa, dopo la Grecia e il Brexit, e voglia di uscire
dall’Euro-lager che contagia anche la stessa Germania;
8 – Consapevolezza
che gli ultimi governi italiani, da Monti in poi, sono stati decisi
dalla finanza in un clima di “rubi chi può”: hanno legislato
scandalosamente a favore delle banche prima che venga eletto un
governo legittimo che, si spera, fermerà questa macabra giostra,
9 – Varie banche
sono state date per insolventi;
10 – Il governo
impudicamente trova ritualmente decine di miliardi per “salvare”
le banche e “dannare” i contribuenti.
I dati tecnici empirici
Ma quello che manca,
fondamentalmente, è la comprensione tecnica del trucco con cui il
sistema “ruba ai poveri per dare ai ricchi” e “privatizza i
profitti socializzando le perdite”. Vi do degli indizi:
1 – In varie
assemblee bancarie dal 2014 ad oggi, prima da solo e poi anche con
altri, ho denunciato che le banche creano denaro fuori bilancio per
centinaia di miliardi l’anno;
2 – Non esiste uno
studio di settore che analizza la redditività della banca centrale
né quella delle banche commerciali;
3 – Non esiste un
catasto del denaro creato dalle banche, mentre esiste per gli
immobili e per le azioni e obbligazioni (Borsa);
4 – Ne consegue
che tutto il denaro nei depositi bancari, ad oggi, viaggia in nero e
non è possibile risalire alla singola banca che l’ha creato “fuori
dai libri”;
5 – Non esiste una legge che disciplina la creazione di denaro scritturale (elettronico) se non per le sole monetine e banconote;
6 – Il pubblico
crede che il denaro bancario sia contante e legale (vero) ma le
banche lo considerano “pagabile a vista”, come la scritta che
campeggiava sulle banconote nel secolo scorso;
7 – Ne consegue
che le passività da denaro in circolazione nei bilanci bancari sono
false e inevase perché non trovano – e non vogliono trovare, ad
oggi – una corrispondente voce attiva nel bilancio dello Stato
(“banconote in circolazione” e “debiti verso clientela”);
8 - Ulteriore
corollario è che queste passività abbassano fittiziosamente i
profitti e quindi si verifica il paradosso per cui chi crea denaro e
depositi dal nulla possa rivelarsi… insolvente !
9 – Le banche che
espongono false perdite nei bilanci ottengono rimborsi fiscali dallo
Stato, danneggiando ulteriormente l’erario;
10 – I bilanci
falsi delle banche vengono certificati dai “Revisori legali”
autorizzati, il cui albo è gestito dalla CONSIP.
La soluzione sta nel
ragionare
Non volendo
togliervi il gusto di meditare, vi lascio trarre le logiche
conclusioni da queste prime evidenze confidando nella vostra
intelligenza intuitiva ancorché non addestrata nel merito. Ulteriori
ispirazioni le trovate nella pagina Facebook MONETA NOSTRA:
http://facebook.com/monetanostra
Per dieci minuti di
sano divertimento, leggete le gustose dichiarazioni della Banca d’Italia sulla
prospettata tassazione della creazione di denaro da parte delle
banche:
https://iassem.blogspot.it/2017/03/forensic-evidence-risposta-della-banca.html
venerdì 14 aprile 2017
Tutti contro tutti: MIMANDARAI3, SOS Utenti, SDL Brescia
E mentre guardate questo video di 65 minuti, nello stesso tempo i banchieri italiani hanno creato - in nero ed esentasse - 222milioni600mila euro...
MONETA NOSTRA – Marco Saba ne parla a "Senza Filtro"
MONETA NOSTRA – Marco Saba ne parla in un episodio di Senza Filtro
SENZA FILTRO – Episodio 23 – 12-04-2017
Marco Saba – Moneta Nostra
http://www.ilmioprimoministro.it/moneta-nostra-marco-saba-ne-parla-un-episodio-senza-filtro/
In questa puntata Marco Saba, presidente dell’Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria, espone il progetto MONETA NOSTRA.
Nella trasmissione Marco ci spiega come si possono pagare i debiti creando MONETA SCRITTURALE, ovvero agendo in maniera paritaria agli istituti bancari, che di fatto creano moneta solamente scrivendo un numero sui propri registri, valore che poi viene accreditato all’utente che diviene debitore dell’istituto.
Nella trasmissione viene quindi esplicitata una proposta di soluzione per chi è indebitato con diversi enti e che potrebbe risolvere la propria situazione, pagando il debito con euro scritturali.
Questa soluzione, che sfrutta il vuoto giurisprudenziale che dovrebbe regolare la materia della creazione monetaria e della sua proprietà all’atto dell’emissione, può essere adottata sia dai singoli cittadini che dai COMUNI.
Il governo cittadino, a detta di Saba, che si rende disponibile con il suo team a fornire eventuali aiuti, potrebbe usare le conoscenze di MONETA NOSTRA per appianare i propri debiti verso istituti bancari, oppure per avere la possibilità di autofinanziamento delle proprie attività, in accordo con gli stessi istituti bancari, che a questo punto dovrebbero “solo” assolvere alla loro funzione primaria, quella di istituzioni di intermediazione finanziaria.
Durante la conversazione Marco fa degli accenni anche al Bitcoin e alle monete criptodigitali in genere, facendo intendere la bontà del software Bolckchain e la possibilità di integrarlo ad ulteriori sistemi ancora migliori, in un prossimo futuro.
Interessantissime nozioni e considerazioni tutte da ascoltare.
SENZA FILTRO – Episodio 23 – 12-04-2017
Marco Saba – Moneta Nostra
http://www.ilmioprimoministro.it/moneta-nostra-marco-saba-ne-parla-un-episodio-senza-filtro/
In questa puntata Marco Saba, presidente dell’Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria, espone il progetto MONETA NOSTRA.
Nella trasmissione Marco ci spiega come si possono pagare i debiti creando MONETA SCRITTURALE, ovvero agendo in maniera paritaria agli istituti bancari, che di fatto creano moneta solamente scrivendo un numero sui propri registri, valore che poi viene accreditato all’utente che diviene debitore dell’istituto.
Nella trasmissione viene quindi esplicitata una proposta di soluzione per chi è indebitato con diversi enti e che potrebbe risolvere la propria situazione, pagando il debito con euro scritturali.
Questa soluzione, che sfrutta il vuoto giurisprudenziale che dovrebbe regolare la materia della creazione monetaria e della sua proprietà all’atto dell’emissione, può essere adottata sia dai singoli cittadini che dai COMUNI.
Il governo cittadino, a detta di Saba, che si rende disponibile con il suo team a fornire eventuali aiuti, potrebbe usare le conoscenze di MONETA NOSTRA per appianare i propri debiti verso istituti bancari, oppure per avere la possibilità di autofinanziamento delle proprie attività, in accordo con gli stessi istituti bancari, che a questo punto dovrebbero “solo” assolvere alla loro funzione primaria, quella di istituzioni di intermediazione finanziaria.
Durante la conversazione Marco fa degli accenni anche al Bitcoin e alle monete criptodigitali in genere, facendo intendere la bontà del software Bolckchain e la possibilità di integrarlo ad ulteriori sistemi ancora migliori, in un prossimo futuro.
Interessantissime nozioni e considerazioni tutte da ascoltare.
sabato 8 aprile 2017
venerdì 7 aprile 2017
CARIGE, L'AD ammette: creazione di denaro fuori bilancio
Intervento all'assemblea azionisti di Carige, 28 marzo 2017
Qui con anche i video: https://iassem.blogspot.it/2017/03/intervento-allassemblea-azionisti-di.html
Marco Saba: “Saluto gli amministratori e gli azionisti presenti ed intervengo, come piccolo azionista, a proposito del bilancio d’esercizio di CARIGE che chiude con una perdita netta di 313,6 milioni di Euro. Rammento che intervenni già nell’assemblea del 2014 contestando che nel bilancio non era presente la voce che indicava il sottostante dei crediti e debiti verso clientela, ovvero la somma del denaro creato durante l’esercizio, e rinnovo tale critica con qualche osservazione in più. Dal 2014 ad oggi sono cambiati gli amministratori della banca ma non è cambiato il sistema di gestione contabile dell’attività bancaria, nonostante quanto emerso a seguito del rapporto di KPMG al primo ministro islandese e le recentissime dichiarazioni della Banca d’Italia, rese alle commissioni finanze di Camera e Senato, a proposito della creazione del denaro e dei depositi da parte delle banche commerciali.
KPMG conferma che le banche creano denaro quando effettuano dei prestiti e che tale attività di creazione, sempre secondo KPMG, sarebbe meglio fosse esercitata direttamente dallo Stato attraverso la sovranità monetaria. La Banca d’Italia, nella risposta al quesito sollevato dall’Onorevole Villarosa, afferma che la creazione dei depositi rappresenta la quasi totalità del denaro bancario. In particolare, dai bollettini Banca d’Italia 2016 si legge che oltre l’83% della massa monetaria M1 è costituita dai depositi bancari, dato che trova riscontro nell’aggregato dei crediti verso clientela, a conferma del fatto che le due voci originano l’una dall’altra. E’ il denaro, infatti, il sottostante dei crediti e debiti vantati dall’amministrazione di CARIGE nello Stato patrimoniale, ma questo denaro non transita nell’attivo patrimoniale della Banca né appare nel rendiconto finanziario e negli altri libri contabili.
La frase “creazione dei depositi” rappresenta un concentrato di due azioni differenti: la creazione di denaro ed il trasferimento dello stesso su un conto corrente. Dalla contabilità rileviamo che mentre l’uscita di cassa, subito dopo la creazione, viene registrata all’erogazione al cliente, non vi è traccia della previa entrata di tale denaro nei flussi di cassa ! L’amministrazione della banca crea denaro per far fronte agli impieghi, ma omette di registrarlo in cassa prima di utilizzarlo.
Per dimostrare quanto sto affermando, abbiamo richiesto dal luglio 2016 al Tribunale di Genova di fare un Accertamento Tecnico Preventivo sui libri contabili della banca, ma l’amministrazione di Carige, tramite l’avvocato Cànepa, così rispondeva al magistrato durante la sesta (!) udienza: “Se ci fosse qualcosa di anomalo, la BCE lo avrebbe rilevato !”.
Fa specie il riferimento alla BCE, dato che la stessa segue la medesima prassi, tanto che ha eliminato il Rendiconto Finanziario dalla pubblicazione del bilancio probabilmente proprio per evitare di evidenziare questa omissione.
In udienza i legali degli amministratori della banca hanno dichiarato che non vogliono pagare il 5% di compenso, necessario per recuperare il 100.
Evidentemente gli amministratori hanno un interesse in contrasto con quello della banca. Questo atteggiamento dimostra che gli amministratori e la società di revisione non hanno a cuore gli interessi né degli azionisti né degli altri stakeholder di Carige. A loro cosa interessa ? A loro interessano solo i loro emolumenti ? Se l’azione CARIGE crolla, se gli azionisti non percepiscono un giusto dividendo o venissero diluiti da una procedura di ricapitalizzazione preventiva, o, peggio ancora, di Bail-In, cosa importa ? Sarà sempre qualcun altro a pagare.
Quando ho posto lo stesso problema all’AD di Mediobanca, questo ha avuto almeno il garbo di dire in assemblea che non era capace di redigere il bilancio tenendo conto della creazione di denaro. E nonostante ciò, dato l’analfabetismo degli azionisti Mediobanca, il bilancio è passato lo stesso. Ma qui mi chiedo, se non intendete redigere correttamente il bilancio e se i revisori dei conti non sono in grado di capirlo, gli azionisti, almeno, capiscono quello che sto dicendo ? Voterete anche qui a favore di un bilancio mancante della corretta rappresentazione della creazione del denaro che oggi avviene extracontabilmente ? Il fatto è che, per ottemperare correttamente ai requisiti di fedele rappresentazione delle poste attive che seguono ai dettami di IAS e IFRS, l’attività rappresentata dalla nuova moneta creata deve essere registrata, alla creazione, nei flussi di cassa.
L’evoluzione dell’uomo così come del sapere scientifico e di quello economico e contabile, è avvenuta per atti di discontinuità rispetto al passato, ma che hanno migliorato le relazioni e la trasparenza tra i soggetti. Vogliamo continuare a farci prendere in giro da una governance che non si dimostra all’altezza dei compiti assegnati e che gioca in Tribunale a dire che tutto va bene, ma che fa ostruzionismo all’accertamento ? Che si rifiuta di recuperare 25 miliardi nonostante la corposa documentazione prodotta, suffragata da pareri legali e contabili, pretendendo ancora di essere in perdita di 313 milioni ?
E che senso ha, poi, eleggere una nuova lista di sindaci che non hanno nemmeno risposto ad una lettera che ho inviato, a ciascuno di loro, chiedendo se sapessero, o meno, contabilizzare la creazione di denaro ? Io penso che fare l’azionista di una banca sia un’attività per adulti, e mi appello quindi all’adultità degli azionisti per opporsi, per quanto possibile, all’ennesimo errore di costruzione del bilancio rigettandolo e votando contro, qui, oggi, in assemblea.
Mi riservo il diritto di replica e grazie per l’attenzione.”
[Interviene l'AD Bastianini dicendo che il bilancio è stato redatto secondo le regole]
Presidente Giuseppe Tesauro:
“Brevissima replica”
Marco Saba: “Sì
sì, brevissima replica. Non sono soddisfatto da quanto detto
dall’amministratore delegato e, in particolare, mi rivolgo al
Presidente Tesauro, che da ex magistrato, capirà quanto è
importante l’azione dell’accertamento giudiziario, in alcuni casi
controversi, come per esempio è questo e non per una cifra
indifferente ma bensì di 25 miliardi. Si tratta proprio di questo
denaro che viene creato, del cosìddetto tantundem. Se
l’amministratore delegato pensa che non sia necessario metterlo in
bilancio, cioè che sia possibile continuare a creare del denaro
fuori bilancio, fuori dai libri contabili, stiamo parlando di
creazione di 25 miliardi in nero, in pratica, se pensa che questo sia
secondo i principi contabili coerente, corretto, che non sia
necessario iscriverli nei flussi di cassa, prendo atto di questo,
grazie e arrivederci.”
Presidente Giuseppe Tesauro:
“E adesso...”
AD Guido Bastianini:
“Confermo quanto considerato in precedenza perché questo importo a
nostro modo di vedere non debbano essere registrati in bilancio e che
a riguardo ci sono già delle pronunce del Tribunale di Genova a
favore della banca”.
(Nota bene: il Tribunale di Genova non s’è
ancora espresso nel merito della questione contabile...)
IL BILANCIO VIENE APPROVATO CON OLTRE IL 99% DEI VOTI !
Intervento in ordine al 5° punto all'ODG: elezione del collegio sindacale
Marco Saba: “Due
settimane prima dell’assemblea ho inviato una email a ciascuno dei
cinque componenti sia della lista A che della lista B, cioè Stefano
Chisoli, Maddalena Costa, Francesca De Gregori, Carlo Lazzarini,
Giancarlo Strada e nella lettera, quattro righe, ve le leggo, era
scritto così: “Egregi/e, come azionista di Banca Carige, al fine
di valutare la vostra validità per ricoprire il ruolo sindacale di
candidati delle due liste, e quindi per poter decidere chi votare,
chiedo se siete a conoscenza del fatto che le banche creano denaro e
depositi come attività principale e che, ad oggi, dai bilanci della
banca, tale attività di creazione non traspare. Vedere la
comunicazione della Banca d'Italia:
http://iassem.blogspot.it/2017/03/forensic-evidence-risposta-della-banca.html
Vi invito
cortesemente a trasmettermi in risposta un esempio di scrittura
contabile di prima nota (cassa) della creazione di 100.000 euro,
prendendo come ipotesi un prestito da 100.000 euro effettuato dalla
banca creando denaro; poi, ad indicarmi come tale somma influisce poi
nella stesura del Rendiconto Finanziario, nel Conto Economico e nello
Stato Patrimoniale, indicandomi le rispettive voci di riferimento.
Ringrazio per la possibile collaborazione e per una risposta entro il
28 marzo prossimo.” Non ho ricevuto nessuna risposta, allora, se
ci sono presenti questi candidati io vorrei chiedere se non hanno
risposto perché non sapevano rispondere oppure perché è un modo,
diciamo, per avallare quanto diceva l’ amministratore delegato cioè
che anche loro ritengono che la creazione di denaro, ovvero di
liquidità per la banca non debba essere contabilizzata, grazie”
Presidente Giuseppe Tesauro:
“Non lo so, che facciamo (guardandosi intorno)…come?
Magari ! "
Marco Saba: “Non
possono rispondere?!”
Presidente Giuseppe Tesauro:
“ Eh, non lo so se ci stanno”
Presidente Giuseppe Tesauro: “ Allora, per quanto riguarda la domanda del sig. Saba, no
Bova, no Saba, eh, dovrebbe fare una domanda se sono nominati i
sindaci, dopo l’accettazione, dopo la.., quindi, se vuole
aspettare... Quindi, adesso non vedo altri che vogliono intervenire e
quindi do inizio alla votazione...”
Allegati:
1) Dichiarazione di Banca d’Italia, allegata.
2) Dichiarazione BCE, trascritta qui:
"... the Executive Board considers that the publication of a cash-flow statement
would not provide the readers of the financial statements with any additional relevant information. "
Italiano:
“...il Comitato esecutivo ritiene che la pubblicazione di un rendiconto finanziario non fornirebbe ai lettori del bilancio alcuna altra informazione pertinente.”
Rif. Annual Accounts 2015, pagina A27
https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/annrep/ar2015annualaccounts_en.pdf
3) Email inviata a ciascuno dei candidati delle due liste proposte per il nuovo collegio sindacale, allegata.
Allegato 3
Ai membri delle due liste che verranno presentate in assemblea Carige per l'elezione del nuovo
Collegio Sindacale
- Stefano Chisoli
- Maddalena Costa
- Francesca De Gregori
- Carlo Lazzarini
- Giancarlo Strada
e p.c. Avv. Comm. D. Ruini
Egregi/e,
come azionista di Banca Carige, al fine di valutare la vostra validità per ricoprire il ruolo sindacale di candidati delle due liste, e quindi per poter decidere chi votare, chiedo se siete a conoscenza del fatto che le banche creano denaro e depositi come attività principale e che, ad oggi, dai bilanci della banca, tale attività di creazione non traspare.
Vedere la comunicazione della Banca d'Italia:
http://iassem.blogspot.it/2017/03/forensic-evidence-risposta-della-banca.html
Vi invito cortesemente a trasmettermi in risposta
- un esempio di scrittura contabile di prima nota (cassa) della creazione di 100.000 euro, prendendo come ipotesi un prestito da 100.000 euro effettuato dalla banca creando denaro;
- ad indicarmi come tale somma influisce poi nella stesura del Rendiconto Finanziario, nel Conto Economico e nello Stato Patrimoniale, indicandomi le rispettive voci di riferimento.
Ringrazio per la possibile collaborazione e per una risposta entro il 28 marzo prossimo.
Cordiali saluti,
Marco Saba
azionista
martedì 4 aprile 2017
BANDA D’ITALIA / TUTTI GLI ERRORI, ORRORI & OMISSIONI
BANDA D’ITALIA / TUTTI GLI ERRORI, ORRORI & OMISSIONI. E ORA ANCHE LO SCANDALO DELLA “SUA” CASSA
3 aprile 2017 autore: Andrea CinquegraniCORNUTI E MAZZIATI IN VISITA A PALAZZO KOCH
Procediamo con ordine e partiamo proprio dall’ultima chicca, dalla novità contenuta nell’Uovo di Pasqua confezionato da Ignazio Visco & C., caso mai su ricetta dei predecessori, tra cui in pole position il super capo della Bce e per anni inquilino dorato della Vigilanza, Mario Draghi.
Ecco il succo del comunicato: “Palazzo Koch apre ai cittadini una volta al mese. Da oggi è online il nuovo portale per la prenotazione delle visite gratuite. Da febbraio, di norma l’ultimo sabato di ogni mese, Palazzo Koch a Roma apre le porte ai cittadini che avranno così l’opportunità di visitare la sede della Banca d’Italia, un luogo che è stato partecipe di importanti momenti della storia economica del nostro Paese”. Avviso ai naviganti: non siamo su Scherzi a parte.
Commenta un dirigente che ne ha viste di tutti i colori, soprattutto in questi ultimi anni, e che si sta avviando alla pensione: “non avendo più nulla da fare e quel poco fatto è stato fatto male, adesso facciamo educazione finanziaria. Apriamo il palazzo e facciamo concorrenza al FAI con le visite guidate. Direttori che guadagnano 25 mila euro al mese vengono pagati per fare le guide turistiche o promuovere l’educazione finanziaria”.
E continua: “questi vivono in un altro mondo. Mentre i braccianti muoiono di fatica in Puglia a 30 euro al giorno per 14 ore di lavoro, questi signori di Bankitalia pensano all’antistress. Facendo concorrenza alle guide turistiche per le visite a Palazzo, o agli insegnanti che guadagnano 1.400 euro al mese, come ‘maestri di vita’ per l’educazione finanziaria. I movimenti di personale sono continui, vacanze tutto l’anno, missioni, trasferimenti, assegnazioni, incarichi, ispezioni, ovviamente solo ai furbetti dell’omertà. Occorre valutare lo stress correlato al lavoro, se è vero che l’unico lavoro svolto con stress è stato quello delle ispezioni di vigilanza. Poveri ispettori, con tutte quelle banche da ispezionare… sono stati sottoposti ad uno stress non indifferente, per fortuna è stato un servizio utile alla collettività e a quei bifolchi dei risparmiatori. Per gli altri sarebbe stato utile effettuare una valutazione dello stress correlato all’utilizzo di internet tutto il giorno. Per questo motivo si aprono i portoni che sono stati sempre chiusi per fare le visite al museo, perchè il personale è stufo di guardare internet tutto il giorno…”.
E proprio a proposito di stress da ispezioni, di overdose da vigilanza, è fresco come una sfogliatella un reportage firmato da Massimo Giannini per “Affari & Finanza”, dal titolo che lascia poco spazio agli equivoci, “Banche, processo alla Vigilanza”. Così lancia il servizio Reppubblica: “Non è colpa solo della Grande Recessione se l’Italia con il suo 18 per cento di crediti deteriorati lordi rispetto agli impieghi del sistema bancario resta la maglia nera d’Europa. Giannini ripercorre errori, omissioni, lentezze e scontri che mettono Banca d’Italia e Consob, ma anche il governo e le forze politiche tra gli imputati del disastro bancario. Il ‘processo alla vigilanza’ parte dallo scarso controllo dei manager degli istituti, fino alle informazioni fuorvianti fornite a soci e obbligazionisti. ‘Se dopo 30 miliardi di ricapitalizzazioni dilapidati solo per quella sporca dozzina (di banche ‘salvate’, ndr) – spiega Giannini – e uno scudo da 20 miliardi creato a fine 2016, gli analisti stimano un ulteriore fabbisogno di capitali tra 40 e 55 miliardi, vuol dire che nella politica qualcosa non ha funzionato”.
Riflettori puntati, of course, sulla patata più cara e più bollente, Monte dei Paschi di Siena. “Ad esempio su Mps, caso principale del disastro del credito, la Banca d’Italia e i vari governatori che si sono succeduti da Antonio Fazio a Mario Draghi hanno permesso prima le acquisizioni di Banca 121 e Antonveneta, poi la Consob non si è accorta che il bilancio della banca veniva progressivamente ‘intossicato’ da contratti derivati insostenibili”. Meglio tardi che mai.
DENUNCE NEL DESERTO
Una voce nel deserto, con esposti e denunce al calor bianco, quella di Elio Lannutti, lo storico presidente e animatore di Adusbef, la sigla messa in campo per tutelare i risparmaitori non solo da chi ha cercato di rapinarli con più o meno destrezza, ma anche da chi ha fatto finta di controllare e invece s’è rivelato complice o colluso. E’ Lannutti, per citare un solo caso, a puntare in tempi non sospetti l’indice sull’operazione Antonveneta, l’inizio dell’inarrestabile crollo di Monte Paschi: operazione voluta, avallata e controfirmata del dio dei banchieri di tutta Europa, super Mario Draghi, al quale la Voce anni fa dedicò una cover story, “La Stirpe dei Draghi”, che potete leggere cliccando sul link in basso. Possibile mai – sorge spontanea la domanda – che chi ha pilotato i crac non solo non sia stato preso a calci e messo sotto inchiesta, ma promosso direttore d’orchestra a livello europeo?
Una vita a denunciare con largo, larghissimo anticipo, quella di Lannutti. Due anni fa autore di un attualissimo “La Banda d’Italia” e sette anni fa, primavera 2010, di un ancor più profetico “Bankster – Molto peggio di Al Capone i vampiri di Wall street e piazza Affari”, in cui un corposo capitolo dal titolo anche stavolta non poco esplicito, “Le Grandi Cupole: Bankitalia”, veniva dedicato proprio ai capolavori di palazzo Koch. Si partiva dagli scenari internazionali, dove l’istituto di vigilanza aveva taroccato le carte per gettare acqua sul fuoco: “le parole degli irresponsabili oligarchi delle banche centrali, compresa Bankitalia, che da almeno tre anni (dal 2007, ndr) mentono ai mercati per salvaguardare gli esclusivi interessi dei banchieri, hanno provocato una crisi irreversibile che costerà sudore e sangue a milioni di europei”. Poi il paragrafo “Banda d’Italia”, una sfilza di numeri, carte, documenti, incroci, complicità da brividi, come potete leggere cliccando in basso sul link del capitolo di “Bankster”.
Ma tra le ovattate stanze – e d’ora in poi visitabili dal popolo bue – a quanto pare rischia di esplodere un altro caso. Fino ad oggi tenuto ben nascosto, avvolto nella più totale privacy finanziaria. E’ il giallo targato CSR, niente a vedere con Cristiano Ronaldo, bensì l’acronimo di Cassa di Sovvenzioni e Risparmio, la cassaforte che racchiude un bel po’ di privilegi fra il personale di Bankitalia. Ecco cosa dettaglia un report titolato “CSR: Riserva di caccia dei notabili di Banca d’Italia”. CSR – è l’incipit – “negli ultimi anni si trova a fronteggiare carenze di reddidività che – pur nel perdurare della crisi globale – non trovano giustificazione, se si considera che dei suoi costi operativi si fa carico la Banca d’Italia. La causa di tale squilibrio è da ricondurre all’ostinazione con la quale i vertici perseguono una politica mirata ad accrescere le rendite dei soci più facoltosi, nonostante il ristagno generalizzato dei tassi d’interesse. Obiettivo portato avanti introducendo strumenti di raccolta inappropriati al contesto aziendale ed espandendo ingiustificatamente l’emissione di azioni sociali”.
DENTRO LO SCRIGNO DELLA SUPER CASSA
Così continua l’analisi che potrà di sicuro suscitare l’interesse di qualche magistrato avvezzo a districarsi tra i labirinti dei reati finanziari: “Al fine di ridurre l’impatto sui conti di tale agire, il consiglio ha segmentato la clientela in base a censo e status, delineando due canali: uno ordinario alla portata della generalità dei correntisti e dei soci, con tassi contenuti e in continuo calo; l’altro elitario, le cui opportunità si rivelano davvero tali solo per i soci affluenti. Nel primo i rendimenti sono ormai al lumicino, nel secondo invece – grazie al nuovo sistema escogitato per la negoziazione interna delle azioni sociali – le prospettive di espandere i profitti non sono mai state tanto promettenti; a scapito, però, della stabilità della Cassa e dei principi mutualistici sanciti nello statuto. Il tutto nell’incuria del direttorio, silente di fronte ad un uso disinvolto di risorse fornite della Banca d’Italia”.
Uno scandalo fino ad oggi passato sotto coltri di silenzio, solo il Fatto on line ne ha scritto a fine febbraio. Il report prosegue dettagliando in modo minuzioso i meccanismi dell’operazione, che crea – attraverso complessi marchingegni – una sorta di “tasso di classe”, gerarchizzando le sue truppe, tra una massa che vivacchia comunque bene, poi generali e non solo strabordanti d’ori zecchini.
A proposito di questi ultimi, ecco un passaggio: “prospettive da nababbi dunque per i soci affluenti. Ma – grazie all’azzeramento dell’interesse di conguaglio – i benefici vanno ben oltre: per incamerare i proventi sopra esemplificati, infatti, sono sufficienti solo pochi giorni di possesso l’anno a cavallo del fine esercizio, dopo di che le azioni vengono sbolognate alla Cassa e il controvalore fatto ulteriormente fruttificare per tutto il resto dell’anno. Con tali scenari di crescita esponenziale dei profitti, lo spirito mutualistico dell’articolo 3 dello statuto è fragorosamente rinnegato e rimpiazzato da quello dell’arricchimento a qualunque costo. (…) Il fine dell’iniziativa è semplicemente quello di gonfiare di profitti i consistenti patrimoni gravitanti in ambito CSR. Un paradosso che testimonia della fuga da qualsiasi criterio di buon senso e decenza”.
In modo ancora più esplicito, al pari di quanto è successo per tante finanziare di casa nostra esplose dopo acrobatiche operazioni come questa: “Ciò che viene messo in piedi, in realtà, non è altro che una sorta di ‘Catena di Sant’Antonio': all’inizio forse potrà passare inosservato lo squilibrio tra gli elevati esborsi per dividendi e i modesti ritorni dall’investimento degli introiti azionari. Ma, come le richieste di rimborso eccederanno quelle di nuove azioni, la crisi finanziaria diverrà sempre più evidente e alla fine più di qualcuno vedrà svanire i propri risparmi, e nel frattempo le condizioni dei più deboli e della Cassa saranno notevolmente peggiorate”.
Lo stesso copione andato in scena con le banche venete e toscane… Vip e big a contare i dobloni, risparmiatori con le pacche nell’acqua. Ma stavolta succede proprio a palazzo Kock !
Così conclude il report: “Sarà improbo sostenere che in Banca d’Italia non si sapeva cosa era in corso, che si ignorava l’utilizzo che viene fatto di risorse pubbliche elargite dalla banca centrale. E questo perchè ciò che è noto in CSR è noto in Banca d’Italia, condividendo esse personale e ambiti operativi. Fino a poco tempo fa era convinzione diffusa che la Cassa fosse stabile. Ma alla luce del nuovo scenario, una tale convinzione non trova più fondamento: l’ingiustificato ricorso a pronti contro-termine ed espansione azionaria è suscettibile, infatti, di produrre seri scompensi. La deriva speculativa, poi, ha cancellato l’originaria vocazione mutualistica della CSR, rendendo ingiustificabile qualunque sostegno pubblico. Poichè la fiducia data non è risultata ben riposta, forse non sarebbe male che i soci si riappropriassero di ciò che è loro, la CSR, reindirizzandone l’operato nel genuino rispetto di quei principi mutualistici”.
E non sarebbe male una sbirciatina della procura romana, competente per territorio, su quei conti.
Visto, tra l’altro, che la Vigilanza difficilmente può Vigilare su se stessa…
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IL CSM INDAGHERA’ SU MICHELE RUGGIERO: HANNO PAURA
IL CSM INDAGHERA’ SU MICHELE RUGGIERO: HANNO PAURA
https://albertomicalizzi1.wordpress.com/2017/04/01/il-csm-indaga-su-michele-ruggiero-hanno-paura/
Dunque hanno paura. Anche ai non esperti risulta evidente che il dispositivo della sentenza di Trani che ha assolto in primo grado i funzionari di Standard&Poor’s perché “il fatto non costituisce reato” è robusto quanto una vetrina di cristallo.
Ecco allora che ieri il consigliere del Csm Pierantonio Zanettin ha annunciato che Lunedi chiederà al Comitato di Presidenza del CSM l’apertura di una pratica in Prima commissione contro Michele Ruggiero “per valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale e/o funzionale” (Fonte: ANSA).
Uno dei passaggi chiave e più toccanti del post di Facebook con il quale Michele Ruggiero ha commentato la sentenza e che ha dato la stura al CSM è questo: “ho detto solitudine: un sentimento che mi assaliva non solo durante le udienze ma anche al termine di esse; ed era proprio alla fine di quelle maratone dibattimentali che quel sentimento si faceva più forte: forse perché lo Stato, tecnicamente parte lesa da quei reati e perciò legittimato a costituirsi parte civile per azionare una pretesa risarcitoria nei confronti degli imputati, non era sceso in campo a lottare a fianco del Pubblico Ministero?”
Ebbene il PM ha descritto esattamente la geometria dell’aula di Tribunale che ho visto con i miei occhi nelle tante udienze degli ultimi anni. Guardando il Giudice, nella parte destra dell’aula sedeva la difesa, i migliori avvocati penalisti nazionali, gli studi legali internazionali, gli imputati della City di Londra, i banchieri, il gotha dell’oligarchia finanziaria e dei suoi professionisti. Nella metà di sinistra dell’aula c’era invece Michele Ruggiero, pochi giovani e validi collaboratori ed un paio di associazioni costituitesi parte civile. Basta….
Banchi vuoti alle spalle della Procura, quei banchi che avrebbero dovuto essere occupati dallo Stato, dal Ministro dell’Economia e delle Finanze per rappresentare 60 milioni di italiani ingannati e per rivendicare quel danno erariale che la stessa Corte dei Conti ha stimato in oltre 100 miliardi di euro. Un danno che su basi civilistiche avremmo potuto tentare di escutere sin da oggi in quanto se è vero che la sentenza del 30/3 ha negato la portata dolosa e quindi penale dei fatti non ha negato i fatti stessi e questo in sé poteva dare spazio alle parti civili di ricorrere su basi civilistiche. Ma grazie al Ministro Padoan che ha deciso per tutti, noi questa possibilità oggi non l’abbiamo.
Oggettive e coraggiose, dunque, le parole di Michele Ruggiero che riecheggiano un’assenza dello Stato di altri drammatici momenti storici che questo Paese ha vissuto…
Chi è Zanattin? Non un giudice ma un componente laico del CSM, espressione di Forza Italia, per chi volesse appuntarselo in vista delle prossime elezioni politiche. Un politico, dunque, che come Ezra Pound ci ricorda assolve alla perfezione al suo ruolo di “cameriere dei banchieri”, di servitore dei potenti, di apparato nervoso del sistema di potere che capta i pericoli ed interviene come un globulo bianco a ricucire la ferita…a prevenire la possibilità che un ricorso in appello sancisca l’unica verità possibile e cioè che i fatti costituiscono reato, dato che il dolo è sancito – non da ultimo – dal tentativo di alcuni funzionari della stessa Standard&Poor’s di fermare la pubblicazione dei report incriminati. Dunque, quei dati oggettivamente sbagliati non sono stati pubblicati per errore, ma sulla base di una precisa volontà! (Vedi mio articolo: “La Procura di Trani graffia la City di Londra“).
Con molta probabilità tenteranno dunque di trasferire Michele Ruggiero o di togliergli il caso di mano affidandolo ad un docile servitore che magari desista dal ricorso in appello o magari si presenti con motivazioni futili in modo da essere battuto.
Ma questo non mi preoccupa anzi mi dice che stiamo muovendoci nella direzione giusta. Solo gli sciocchi vengono ignorati, gli uomini pericolosi vengono osteggiati. Potranno fare quello che vogliono, potranno trasferire Michele Ruggiero, potranno arrestare ciascuno di noi, screditarci come usano fare attraverso i media main-stream ma ormai è troppo tardi!
Abbiamo in mano le prove di questa ed altre manipolazioni di rating, abbiamo in mano la copia dei contratti derivati che il Tesoro ha siglato per oltre 20 anni con le banche d’affari internazionali e che ha tentato strenuamente di secretare (vedi mio articolo Emorragia da derivati), abbiamo i dati sulla manipolazione dei tassi interbancari, (vedi mio articolo sui tassi interbancari) abbiamo evidenza di migliaia di casi di usura bancaria che hanno piegato famiglie ed imprese, abbiamo capito come opera la piovra finanziaria, ne conosciamo la micro-fisica, i meccanismi operativi e le connivenze con una certa classe politica (vedi mio articolo “La matrice che ci imprigiona“).
Abbiamo maturato una lettura disincantata e non-emotiva dell’Eurosistema, abbiamo compreso che si tratta di una gigantesca operazione di indebitamento disegnata per appropriarsi di risorse pubbliche e private e le condotte illecite che stanno venendo a galla attraverso i derivati, il rating, l’usura non sono altro che la prova che tali strumenti traggono alimento dal debito per perpetrare il meccanismo di appropriazione di risorse (vedi mio articolo: “Da modelli di sviluppo a meccanismi di appropriazione”).
Dunque è tardi per fermarci. Mentre voi, camerieri, bisticciate per servire al meglio i vostri padroni come mezzadri del potere noi stiamo organizzandoci. La crepa è stata procurata. Ci sono ormai centinaia di associazioni, di professionisti, di esperti che stanno lavorando sul territorio nazionale per attivare virus positivi e costituire un’enorme rete di responsabilità nazionale.
Non vi daremo scampo, saremo presenti in ogni Procura, in ogni vicolo, in ogni vicenda che riguarda il bene pubblico e privato per smascherarvi e riprenderci passo dopo passo la gestione della comunità politica nazionale.
Alberto Micalizzi
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