venerdì 29 novembre 2013
Banche decotte. Ben vengano i commissari
«Banche decotte. Ben vengano i commissari»
di Beppe Scienza
il Fatto Quotidiano 20-11-2013 pag. 14
Un tempo lontano vivevano felici un re e una regina… No, la favola è diversa e più prosaica: decenni fa risparmiatori e risparmiatrici italiani vivevano tranquilli, senza pensare al rischio che la loro banca potesse fallire. Era infatti salda la volontà a monte di evitare quelle che, a rigor di termini, si chiamano liquidazioni coatte amministrative degli istituti di credito. In parole povere: i fallimenti bancari.
Non persero comunque nulla neanche i correntisti del Banco Ambrosiano. Peccato che da qualche anno non sia più così: varie banche sono state lasciate al loro destino, come il Banco Emiliano Romagnolo (Ber), la Banca MB o la Banca Network Investimenti. Comprensibile quindi che i risparmiatori siano scossi, quando vengono a sapere che la Banca d'Italia ha disposto la gestione provvisoria, ovvero ha commissariato, la banca dove hanno i loro soldi. L'ultimo caso è quello di Banca Marche del 27 agosto scorso.
In effetti c'era semmai da preoccuparsi quando il 9 luglio ne diventò presidente Rainer Masera, pensionato d'oro di Bankitalia. La stampa economica lo sommerge sempre di lodi e apprezzamenti, tacendo che era a capo della filiale italiana della Lehman Brothers, quando fallì nel settembre 2008. Un precedente tutt'altro che tranquillizzante.
Ma è davvero opportuno togliere tutti i soldi, quando viene disposto il commissariamento della propria banca? A ben vedere, forse è il contrario. Una volta commissariata, le probabilità di crac sono minori. Infatti le ispezioni della Banca d'Italia si concludono in due modi alternativi, nel caso di gravi irregolarità: la banca viene messa in liquidazione (fallimento) oppure affidata a commissari. Ma questi sono nominati proprio dalla Banca d'Italia dopo la sua ispezione, per cui è chiaro che a quel punto essa vuole in ogni modo evitare il crac.
Anzi, vale addirittura la pena di spulciare le proposte che proprio gli istituti commissariati fanno agli investitori. Si scopre così, per esempio, che la Banca Popolare di Spoleto offre un conto corrente non vincolato al 3,5% lordo sino a fine 2014; probabilmente il massimo sul mercato, nell'ambito dei conti ad alto rendimento.
di Beppe Scienza
il Fatto Quotidiano 20-11-2013 pag. 14
Un tempo lontano vivevano felici un re e una regina… No, la favola è diversa e più prosaica: decenni fa risparmiatori e risparmiatrici italiani vivevano tranquilli, senza pensare al rischio che la loro banca potesse fallire. Era infatti salda la volontà a monte di evitare quelle che, a rigor di termini, si chiamano liquidazioni coatte amministrative degli istituti di credito. In parole povere: i fallimenti bancari.
Non persero comunque nulla neanche i correntisti del Banco Ambrosiano. Peccato che da qualche anno non sia più così: varie banche sono state lasciate al loro destino, come il Banco Emiliano Romagnolo (Ber), la Banca MB o la Banca Network Investimenti. Comprensibile quindi che i risparmiatori siano scossi, quando vengono a sapere che la Banca d'Italia ha disposto la gestione provvisoria, ovvero ha commissariato, la banca dove hanno i loro soldi. L'ultimo caso è quello di Banca Marche del 27 agosto scorso.
In effetti c'era semmai da preoccuparsi quando il 9 luglio ne diventò presidente Rainer Masera, pensionato d'oro di Bankitalia. La stampa economica lo sommerge sempre di lodi e apprezzamenti, tacendo che era a capo della filiale italiana della Lehman Brothers, quando fallì nel settembre 2008. Un precedente tutt'altro che tranquillizzante.
Ma è davvero opportuno togliere tutti i soldi, quando viene disposto il commissariamento della propria banca? A ben vedere, forse è il contrario. Una volta commissariata, le probabilità di crac sono minori. Infatti le ispezioni della Banca d'Italia si concludono in due modi alternativi, nel caso di gravi irregolarità: la banca viene messa in liquidazione (fallimento) oppure affidata a commissari. Ma questi sono nominati proprio dalla Banca d'Italia dopo la sua ispezione, per cui è chiaro che a quel punto essa vuole in ogni modo evitare il crac.
Anzi, vale addirittura la pena di spulciare le proposte che proprio gli istituti commissariati fanno agli investitori. Si scopre così, per esempio, che la Banca Popolare di Spoleto offre un conto corrente non vincolato al 3,5% lordo sino a fine 2014; probabilmente il massimo sul mercato, nell'ambito dei conti ad alto rendimento.
Quote di liability scambiate come asset: un “regalo” da 4 miliardi alle banche
28/11/2013 - ECONOMIA: GLI EFFETTI DELLA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE DI BANCA D’ITALIA
Un “regalo” da 4 miliardi
per i colossi del credito
ANSA
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni ha varato ieri il decreto che assegna a Bankitalia un valore tra i 5 e i 7,5 miliardi
Intesa e Unicredit saranno
i maggiori beneficiari,
Carige dovrà svalutare
i maggiori beneficiari,
Carige dovrà svalutare
LUCA FORNOVO
TORINO
Sotto l’albero a dicembre le due super banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, si ritroveranno un “regalo” che potrebbe valere in tutto circa 4 miliardi di euro. Il Babbo Natale in questione è il ministro dell’Economia, Maurizio Saccomanni e la renna che porterà il dono è la Banca d’Italia.
Dopo aver schierato la Cassa depositi e prestiti in aiuto delle piccole e medie imprese ripulendo però i crediti deteriorati rimasti nella pancia delle banche, il governo Letta apre il secondo capitolo di quello che a questo punto si può definire un vero programma salva-banche. L’obiettivo è sempre quello di aiutare i colossi del credito a superare gli stress test della Banca centrale europea, ma soprattutto ad avere la liquidità necessaria per tornare a prestare denaro a imprese e famiglie così da rimettere in moto l’economia e centrare per il 2014 una crescita del pil all’1%.
Ieri il Consiglio dei ministri ha approva il decreto per la rivalutazione delle quote delle banche nel capitale di Bankitalia.
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