mercoledì 16 dicembre 2015
Prigionieri delle banche: la tutela dei nostri risparmi è battaglia di libertà
Mercoledì, 16 Dicembre 2015 06:07
Prigionieri delle banche: la tutela dei nostri risparmi è battaglia di libertà (prima puntata)
http://lavocedeltrentino.it/index.php/877-anno2013/prima-pagina/la-parola-al-direttore/23963-prigionieri-delle-banche-la-tutela-dei-nostri-risparmi-e-battaglia-di-liberta-prima-puntata
Il crac delle banche " amiche" (di Renzi & C.) con la
messa sul lastrico di migliaia di risparmiatori altro non è che il
gravissimo segnale della crisi del sistema bancario italiano.
Le quattro banche fallite ma " salvate" con decreto del
governo: Cariferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Caririeti, sono la
punta dell'iceberg: il sistema bancario italiano accusa, nel suo
complesso, una sofferenza di ben 200 miliardi di euro. (nella foto la
protesta alla Banca d'Itallia di Trento ancora nel lontano 12 settembre 2008)
Ci sono evidenti responsabilità manageriali unite a precise
responsabilità politiche che saranno delineate (almeno questa è la
speranza) dalle indagini avviate dalla magistratura, mentre è annunciata
(con il consenso di tutti) la costituzione di una commissione di
inchiesta parlamentare.
La storia d'Italia, dalla sua unità, è costellata da scandali bancari
con non trascurabili intrecci di natura politica. Clamoroso quello della
Banca Romana che esplose alla fine dell' 800 con il coinvolgimento di
alcuni settori della sinistra storica e dei governi Crispi e Giolitti.
Il " caso" della Banca Romana provocò inchieste della magistratura e parlamentari, con arresti "importanti", rapimenti e persino delitti.
Per mettere in sicurezza il sistema bancario e liberarlo dalla speculazione dei titoli " tossici" e dalla finanza " creativa" che sono veri imbrogli, è necessario recuperare la sovranità monetaria. Non esiste sovranità popolare se non c'è sovranità monetaria. La moneta deve appartenere al popolo e il reddito di signoraggio va tolto alle banche, che sono aziende private a tutti gli effetti.
Anche Bankitalia, dopo la privatizzazione delle banche dell'IRI voluta
da Romano Prodi, è privata, e di proprietà delle banche medesime.
L'unico ente pubblico presente in Bankitalia è l'INPS (con la
partecipazione del 5% del capitale).
Che cos'è il signoraggio?
Tralasciando il significato storico (di derivazione medioevale "aggio
del signore"), il signoraggio è la differenza tra il valore nominale
della moneta e il suo costo di stampa. Ecco un semplice esempio. Se il
costo di stampa della moneta di 5 euro è 30 centesimi, il reddito
conseguito dalla BCC (Banca Centrale Europea) che stampa la moneta è di
4,70 euro (signoraggio primario), mentre il signoraggio secondario è il meccanismo del c. d. " moltiplicatore monetario" utilizzato dalla banche di credito (proprietarie delle banche centrali).
La Banca d'Italia (di proprietà delle banche private,
di società di assicurazioni per il 94,33% e per 5,67% da INPS e INAIL:
situazione al 31.12.2014) ha la partecipazione del 12,3108 della BCE,
che, a tutti gli effetti, è banca privata. Di conseguenza, l'euro è di
proprietà privata della BCE.
Ma gli Stati dell'UE (tranne Inghilterra, Svezia e Danimarca che hanno
conservato le rispettive monete nazionali) comperano gli euro con i
titoli del debito pubblico. Da qui, lo stretto legame tra moneta (euro) e
debito pubblico nazionale. La bolletta finanziaria dell'Italia
(ammontare degli interessi passivi sui titoli di Stato) varia tra i 70
ai 100 miliardi di euro all'anno (punta massima 99 miliardi nel 1992).
Per il 2015 la previsione è una bolletta di ca 70 miliardi di euro (pari al 4,3% del Pil)
Prima domanda. Perché " regalare" al sistema
delle banche, che sono aziende private, il reddito di signoraggio? Si
rivendichi la sovranità monetaria, assicurando il reddito di signoraggio
alla Stato, cioè a tutti noi!
Seconda domanda. Perché l'operato della BCE e delle banche centrali nazionali è insindacabile, secondo gli articoli 107 (1) e 105A (2) del Trattato di Maastricht? Si chieda l'abolizione di tali norme o si esca dall'UE!
(1) Articolo 107 del Trattato di Maastricht
Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei
doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo Statuto del SEBC,
né la BCE né una Banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi
organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle
istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né
da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari
nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo
principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi
decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali
nell'assolvimento dei loro compiti.
(2) Articolo 105A del Trattato di Maastricht
1. La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di
banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali
nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e
dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi
corso legale nella Comunità.
2. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l'approvazione delle BCE per quanto riguarda il volume del conio.
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