lunedì 14 ottobre 2013

Italia: siamo ai riti satanici...

CARMELA MELANIA REA OMICIDIO SACERDOTESSE DEL SESSO E RITI SATANICI L'INTERVISTA AL SOSTITUTO PROCURATORE PAOLO FERRARO
Corsera 10 Giugno 2011. Abbiamo incontrato il sostituto procuratore Paolo Ferraro, della Procura della Repubblica di Roma. Lo stesso era in compagnia del criminologo Francesco Bruno questo pomeriggio, deve difendersi davanti al CSM, vogliono cacciarlo dalla magistatura. Partono da lontano le indagini sulla sacerdotesse del sesso negli ambienti militari. Ne faceva denuncia, nel lontano 2008, un magistrato,un sostituto procuratore della Repubblica di Roma Paolo Ferraro. Il magistrato ha registrato una serie di appuntamenti tra una donna e alcuni militari. Si parla di ipnosi, alterazione della psiche,comandi esoterici che renderebbero le reclute vere proprie schiave del sesso, sacerdotesse delle iniziazioni. Follia? fantasia? estasi? Il magistrato possiede i file audio, sconcertanti, tenebrosi, che fotografano momenti sconcertanti di una relazione sessuale, dettagli che a suo dire sono la testimonianza dello sdoppiamento della personalità dei suoi partecipanti, un festino alterato dall’assunzione di ketamina un potente anestetico dissociativo, che procurano fenomeni cosiddetti near-death experiences.
La ritualità degli accoppiamenti, il modello sviluppato e utilizzato, lascerebbe presagire che vi sia una struttura interna,doppia,alle organizzazioni militari, “un secondo esercito“. Reclute adepti, il magistrato parla di “rane pescatrici“, ovvero personalità che hanno la funzione di centrifugare eventuali adepti, quello che dicono,cosa pensano, cosa fanno. Struttura paramilitare, festini hard, comandi esoterici, persecuzione. Il magistrato Paolo Ferraro dice di essere perseguitato “vogliono farmi fuori dalla magistratura“, “quella che ci troviamo difronte è la più grande inchiesta italiana negli ultimi venti anni“. Mi reco nella sua casa, mi fa ascoltare i file audio. Sono impressionanti, esattamente come riprodotti nei suoi brogliacci.Quasi una porta che si apre nell’inferno, qualcosa che ti spinge verso il basso, con suoni e rumori sconcertanti, comandi esoterici, imposti alle sacerdotesse del sesso. Siamo vicini a quei confini che abbiamo visto violare con l’omicidio di Carmela Melania Rea, ma forse ne siamo ben oltre, perchè una cosa è certa, se fino a ieri, questa realtà dipinta, poteva sembrare anche fantasiosa, oggi l’omicidio efferato di Carmela Melania Rea, costruisce uno scenario davvero diverso, ribaltato, fa emergere dalle tenebre le ombre e le vampate di un Inferno, che si nasconde vicino a ognuno di noi, vicino a Salvatore Parolisi, dentro la Caserma del 235° Reggimento Piceno. Qualcosa di spaventoso, perchè Carmela Melania Rea è morta davvero, il suo cadavere martoriato dalle coltellate non è certamente una finzione. segretoSeguo con interesse le parole di questo magistrato coraggioso,seguo il suo filo logico, seguo la sua mente, i confini oltre i quali è andato, in cui si è trovato per caso. E’ uno stalker. Confini inquietanti, orribili, il cui volto traccia il dedalo di un labirinto pieno di misteri, pericoli. Non c’è più ombra di fantasia nel suo racconto, ma deduzioni logiche, dettagli precisi, voci che sembrano provenire dall’oltretomba. E’ scritto sul volto di Carmela Melania Rea, scolpito con il sangue sceso sul terreno, con i capelli arruffati, il volto sbranato da belve feroci, la pelle scheggiata dalle coltellate. Se non è questa la vera rappresentazione dell’Inferno, dobbiamo chiederci allora quale sia la verità o la realtà che hanno accertato i ROS o il procuratore Monti? Perchè fino adesso tutti tacciono, eppure la storia è già scritta, pesante, come agghiaccianti ombre sul nostro presente, voci latrate, che squarciano la coscienza, devono percuoterci fin dentro l’anima. Esiste dunque un secondo livello nell’Esercito italiano, esiste un secondo esercito, esiste una organizzazione deviata, dedita alla ritualità satanica, una vera e propria setta che miscela adepti e atti sessuali? Chi e cosa si nasconde dietro la morte di Carmela Melania Rea? “C’è una setta satanica tra i generali in divisa, nei ranghi militari italiani.” Nell’indagine personale del dr. Paolo Ferraro c’è anche questa ipotesi indiziaria, che scaturisce dall’attento esame dei 45 files audio in suo possesso. Nei brogliacci delle sue trascrizioni, si fa riferimento anche ad un altissimo ufficiale, un GENERALE, un certo Attilio, chiaramente si distingue la specifica del nome nelle voci registrate, da parte di una delle partecipanti al banchetto sessuale. La medesima dichiarazione viene assunta in una annotazione di Polizia Giudiziaria, relativa ad una conversazione telefonica avvenuta con un maresciallo dei Carabinieri il giorno 29.12.2010. Una setta satanica massonica militare, che si muove nell’ombra, trova proseliti, adepti, amalgama i suoi iscritti con riti satanici a base di sesso e droghe. KETAMINA e sacerdotesse del sesso, una rete invisibile, dove si muovono le “rane pescatrici“, operatori addetti alla pulizia invisibile di eventuali contaminazioni del circuito segreto della setta. Le “rane pescatrici” depurano l’aria inquinata,assumono informazioni, si innestano nella organizzazione con lo scopo di creare delle coperture, sia nell’Esercito stesso sia all’interno della magistratura, una sorta di “secondo apparato magistratuale“. Ne ha parlato chiaramente anche con il sostituto procuratore Monti, che si occupa delle indagini di Carmela Melania Rea. Il dr. Paolo FERRARO avrebbe visto la vittima, alcune settimane prima dell’omicidio, parlare in PROCURA, al terzo piano alle ore 19.00 del 23 Marzo del 2011. Secondo Paolo FERRARO Carmela Melania Rea o la sua sosia, parlava con un altro sostituto il dr. Stefano Pesci. Carmela era lei o una sua sosia? Non usa mezze parole il magistrato Paolo FERRARO della Procura di Roma, lo chiama “secondo livello nell’esercito“. La sua sembra piuttosto una intuizione, se non fosse corroborata da decine di files audio, di una storia incredibile che ci conduce al centro del sisma, anzi del cataclisma. “Un sistema che gira a Genova, Milano, Roma, Caserta...” Ma c’è dell’altro secondo lui, una efficiente organizzazione satanica che cerca di creare dei modelli ripetitivi comportamentali, gerarchia di comando, che si nasconde agli altri, ma è un sistema pulsante, fecondo, che si nutre di proseliti ammaliati dalle sacerdotesse del sesso. Organismo complesso, viscerale, pronto a qualsiasi cosa, ma sopratutto illegale.

Il fallimento della Banca di Credito Cooperativo di Cosenza

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Calabria, fallisce banca. Conti dei risparmiatori depredati dai dirigenti

La gestione allegra dei suoi dirigenti ha portato al fallimento della Banca di Credito Cooperativo di Cosenza. In particolare hanno svuotato i conti correnti dei risparmiatori per concedere prestiti senza garanzie a parenti e amici.

Calabria, fallisce banca. Conti dei risparmiatori depredati dai dirigenti
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Cosenza. Canile lager, sequestrato dal C.F.S. (FOTO CHOC)

Sapere che il fallimento della  Banca di Credito Cooperativo di Cosenza è stata favorita dal comportamento spericolato dei suoi dirigenti non mancherà di creare tensione e rabbia nella citta bruzia. Si è conclusa ieri l'inchiesta con l'operazione della Guardia di Fianza definita "Family bank", la quale ha determinato un ordine di arresto, la denuncia di 38 persone e il sequestro di beni per circa tre milioni e mezzo di euro. A finire in carcere dovrebbe essere l'ex presidente della Banca Giacinto Ettore Caroselli, uno dei più famosi ginecologi cosentini, il quale è già latitante , poichè condannato in via definitiva per reati di violenza sessuale. Sono più di 20 milioni gli euro scomparsi dai conti dei clienti della banca e erogati in modo allegro eparenti e amici dei dirigenti della banca. 
I dirigenti della banca avevano creato, secondo le risultanze dell'inchiesta, un sistema che, attraverso una serie di appropriazioni indebite, avrebbe affossato i conti della banca. Gli ideatori di questo meccanismo criminale sarebbero stati l'ex presidente dell'istituto, in collaborazione con l'ex vicepresidente Giancarlo Tosto, 58 anni, imprenditore originario di Piane Crati e residente a Rogliano, e l'ex direttore generale Eugenio Gallo, 46 anni, per poter concedere prestiti senza garanzie ai loro parenti e a imprenditori. Queste operazioni spericolate hanno determinato un buco di 20 milioni di euro che ha portato la banca cosentina al fallimento.