giovedì 6 ottobre 2011

Occupy Wall Street: disordini e arresti


Occupy Wall Street: disordini e arresti durante la marcia di protesta
di Dario Lo Scalzo - 05/10/2011

Fonte: il cambiamento 


'Occupy Wall Street', il movimento di occupazione simbolica dell’area circostante la borsa newyorkese, sabato scorso ha marciato verso Brooklyn. Durante la marcia di protesta si sono verificati disordini e molti manifestanti sono stati arrestati dalla polizia.

occupy wall street
Siamo alla terza settimana di protesta del movimento Occupy Wall Street
Siamo alla terza settimana di protesta e le idee del movimento Occupy Wall Street si diffondono velocemente e trovano sempre maggiore consenso tra la gente e non solo intorno al presidio del Zuccotti Park, nel distretto finanziario di New York. Studenti, insegnanti, disoccupati, artisti, operai hanno deciso di solidarizzare e portare avanti la protesta in prima linea anche a Boston, Chicago, Los Angeles ed altre città statunitensi.
Se la nascita del movimento non è mai stata accolta con benevolenza dalle autorità, e prova ne sono stati, sin dai primissimi giorni, i continui episodi di provocazione della polizia, lo scorso sabato, la temperatura del freddo autunno newyorkese si è decisamente innalzata marcando l’evidente senso di insofferenza delle forze dell’ordine e confermando il ruolo scomodo della protesta degli indignati.
Durante l’annunciata marcia verso Brooklyn, la polizia ha proceduto all’arresto di parecchi manifestanti per avere occupato e bloccato il ponte. Come da copione, si registrano le due versioni contrapposte, quelle degli indignati che dichiarano di essere stati costretti brutalmente ad occupare le corsie del ponte bloccando in questo modo il traffico e quelle della polizia che riferisce che, prima di intervenire, avrebbe più volte richiesto ai manifestanti di rimanere sui marciapiedi. Da quel momento sono iniziati i disordini terminati con l’arresto di centinaia di persone, in gran parte rilasciate nelle ore successive.
manifestazione occupy wall street
Durante l’annunciata marcia verso Brooklyn, la polizia ha proceduto all’arresto di parecchi manifestanti
È difficile non stare e non schierarsi dalla parte degli indignati, gente semplice e comune della società civile che vuole vivere un futuro migliore e che, proprio per quello, si è organizzata per portare avanti una lotta civile e pacifica contro lo status quo del sistema, contro la corruzione della politica e contro l’intero modello 'sanguisuga' ed opportunista trainato dalla finanza.
Se le nostre possono sembrare congetture banali e pensieri ingenui di chi vive lontano dalla Grande Mela, c’è qualcuno oltreoceano, Lawrence O’Donnell, giornalista del canale televisivo MSNBC, che denuncia con forza e che mostra nei dettagli l’agire sovversivo, criminoso ed organizzato della polizia newyorkese.
Anche questa è una maniera di disapprovare contro un intero sistema e di affiancarsi al movimento degli indignati americani. Giungono così altre urla e altre grida, quelle di chi ha deciso di non essere servo dell’informazione e dei poteri che la manovrano. Sin dalla scorsa settimana, O’ Donnell ha mostrato senza indugi, le provocazioni gratuite e gli abusi dei 'cops' davanti a dei manifestanti pacifici svelandone tecniche, strategie e strumenti di istigazione e fomento delle masse.
Nel video potrete vedere la veemente denuncia della police brutality statunitense.
Un esempio di giornalismo di altri tempi, quello di O’Donnell, un giornalismo svincolato e non succube che ci fa riflettere a lungo se riportato per un istante alla realtà del nostro paese.
La repressione e la brutalità della polizia non sembrano avere intimorito gli indignati che intendono protestare ad oltranza. Autofinanziandosi, il movimento ha anche creato Occupied Wall Street Journal, il giornale ufficiale del movimento che mira ad informare l’opinione pubblica circa le motivazioni e gli obiettivi della protesta e le sue prossime azioni.
manifestanti occupy ws
Manifestanti di Occupy Wall Street in piazza truccati da zombie con viso dipinto di bianco, labbra rosso sangue e dollari in mano
Nonostante i recenti arresti e il clima di evidente tensione delle forze dell’ordine e delle autorità, gli indignati sono nuovamente in piazza per sfilare truccati da zombie con viso dipinto di bianco, labbra rosso sangue e dollari in mano. Un originale e sarcastico modo di contestare, ancora una volta pacificamente, contro lo strapotere del mondo finanziario che, sostengono, con la sua avidità e la sua logica manipolatrice agisce a scapito delle fasce deboli della società.
Occupy Wall Street va avanti dunque e comincia ad attrarre le speranze di tanti statunitensi che vivono l’indigenza, la disoccupazione e la povertà ma anche le simpatie di volti noti di vari ambiti professionali.
In questo contesto 'caliente', quasi per caso, d’istinto, viene in mente una domanda, ma non sarebbe dovuta essere l’epoca del cambiamento e della rinascita di Obama? Ah, già, Obama, ma dove è finito in questo inizio d’autunno americano?
"La forza non viene dal vigore fisico. Viene da una volontà indomabile"
(Gandhi)

CRISI: UE: DA SABATO GLI INDIGNADOS INVADONO BRUXELLES


CRISI: UE: DA SABATO GLI INDIGNADOS INVADONO BRUXELLES 

PROBLEMI CON IL COMUNE, EURODEPUTATI A SOSTEGNO PROTESTA

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(ANSA) - BRUXELLES, 5 OTT - La protesta degli indignados sbarca nel cuore dell'Europa per una settimana di assemblee e dibattiti che animeranno la capitale comunitaria da sabato 8 ottobre. Nel centro della Ue confluiranno le marce che sono partite da Spagna, Francia Olanda, Germania e Regno unito dalla fine di luglio in poi (la prima da Tolosa il 24 luglio). In totale circa 400 persone e cui si aggiungeranno indignados da tutto il continente e dal Belgio, per un happening che conta di raccogliere più di 2.000 attivisti. «Arriviamo a Bruxelles - spiega Hector Gonzalez, membro del Mediacenter di Bruxelles - perchè rappresenta il centro finanziario e politico dell'Europa». Ma la città di Bruxelles non sembra aver preso di buon occhio la protesta. Il Comune ha ritirato il permesso di accampamento nel parco Elisabeth, inizialmente concesso. «Con le marce religiose non succede nulla - è il commento dell'attivista -. Con questa, che è una marcia di persone che svolgono un lavoro sociale di base, pongono dei problemi. Probabilmente non si saprà nulla fino all'ultimo momento, ma dubito che alla fine, quando arriveranno persone che camminano da mesi, senza aver mai creato alcun disturbo, il comune possa dirci di andar via». A sostegno delle richieste degli indignados si è attivata l'eurodeputata tedesca Gabriele Zimmer del gruppo Gue della sinistra unitaria. La Zimmer ha scritto oggi una lettera di protesta al Comune, una missiva che in appena due ore è stata sottoscritta da altri 37 colleghi, tra cui il vicepresidente del Parlamento Gianni Pittella, Pd, per ora unico firmatario italiano.

La macabra danza dell'usura


La macabra danza di usura sulla pelle dei popoli
di Ugo Gaudenzi - 05/10/2011

Fonte: Rinascita




Breve compendio quotidiano sulla crisi e sull’eurocrazia 

In Grecia, teatro di disoccupazione forzata e di terapie usuraie intensive lacrime e sangue, è calata la produzione industriale, la recessione più dura è dietro l’angolo e i mercati finanziari non credono che potrà far fronte agli impegni di risanamento. 

In Gran Bretagna, l’ipotesi del grand commis di Bruxelles, Barroso, di tassare le transazioni finanziarie per salvare le economie europee raccogliendo un “fondo di garanzia” di circa 60 miliardi di euro, ha fatto saltare i nervi a Mr. Osborne che ha subito annunciato il veto di Londra. Visto che il 72 per cento delle manovre finanziarie “europee” passa dalla City, infatti, questo significherebbe che gli “investitori” britannici dovrebbero contribuire a questa tassa per almeno 43 miliardi di euro. La stessa City dovrebbe chiudere. 

E a Roma, l’organo degli “azionisti” d’opposizione (ogni riferimento all’ing. De Benedetti e a “Giustizia e libertà” è voluto) non si smentisce: accetta ed elogia le ricette di fuoriuscita dalla crisi elargite, bontà sua, da Mr. Georges Soros. Già proprio quel Soros compagno di viaggio di Mr. Draghi e degli altri sul “Britannia” nel ‘92, quando si trattò di programmare la svendita dell’Italia pubblica agli interessi privati. Sempre quel Soros che speculò sulla lira portando alla svalutazione la moneta nazionale e innescando l’era delle “grandi stangate” (o manovre lacrime e sangue) delle quali una banda di camerieri delle banche va ancora in giro a vantarsi. E questo mentre i vari Brunetta di turno gli fanno il controcanto scalpitando i tacchi parossisticamente e indicando in ulteriori svendite dell’ormai misero patrimonio pubblico la propria suicida ricetta salvacrisi. 
Tre scampanellate, dunque, ma nessuno che si svegli, inchiodati come sono sui loro privilegi e sulle loro poltrone. 
Pensiamoci noi, allora. 

L’equazione è semplice-semplice: No euro eguale No debito. 

Riprendiamci le aziende, la produzione, il lavoro. Riprendiamoci soprattutto il diritto di stampare moneta secondo il valore dei beni prodotti e scambiati. 
Gli usurai mandiamoli in fallimento. 

Occupy Piazza Affari - 17 settembre (video)


Debito pubblico e Germania. Ovvero, i trucchi dei crucchi


Si sa:la reputazione è tutto.Quando dici Germania, dici precisione ,affidabilità,tecnologia e serietà.E questo lo applichiamo a qualsiasi cosa che venga dal quel Paese,o che si faccia in quel Paese.
Anche la politica è migliore.E di conseguenza anche la finanza è migliore.
Negli ultimi tempi gli italiani hanno scoperto un paio di cose di cui hanno ignorato per decenni l'esistenza:lo Spread ed i Bund.Ed hanno imparato che la bontà dei nostri Titoli di Stato si misura col metro degli omologhi made in Germany:i Bund.
E cosa determina il valore e l'appetibilità di un titolo del debito?Il debito pubblico,ovviamente.Ormai siamo tutti diventati esperti della materia,e sappiamo che il nostro debito pubblico ha dimensioni sconce;ragion per cui i mercati,vista la congiuntura economica globale sfavorevole,temono che l'Italia possa non essere in grado di essere più un "buon pagatore" del suo debito.E per converso,siccome la Germania è un Paese con un debito pubblico di molto inferiore al nostro(e quindi più solido),il mercato misura la nostra affidabiltà con un indice che relaziona il rendimento dei nostri titoli nei confronti degli omologhi tedeschi:e questo è il famigerato Spread(o differenziale)Btp-Bund.
Più è basso il differenziale è più i nostri titoli sono ritenuti affidabili e coperti;il che significa meno interessi da pagare ai sottoscrittori,in quanto investimento a basso rischio.Al contrario,quando il differenziale cresce,aumentano anche gli interessi,e con loro il costo del debito che lo Stato contrae.Fin qui tutto normale...

Negli ultimi tempi questo differenziale è schizzato in alto,perchè "improvvisamente" i mercati scoprono che il debito pubblico italiano è un mare magnum di 1890 miliardi di euro,e rappresenta circa il 120% del nostro Pil : maglia nera europea...Ok.

La Germania invece è una nazione virtuosa,precisa,seria e con i conti migliori.Dicono.Ma è tutto vero?Hmm,parrebbe di no!

Ricordate il caso clamoroso dei conti pubblici della Grecia,truccati bellamente per poter entrare nell'Euro(con l'aiuto di Goldman Sachs)?Orrore e sconcerto assalirono tutti gli Stati virtuosi,Germania e Merkel in testa.
Ebbene anche i crucchi,pardòn...tedeschi,fanno i loro sporchi giochini contabili."Possibile?!" direte voi.Possibile,possibile vi dico io.

Sappiate che sono 16 anni che l'impeccabile Germania bara sui suoi conti pubblici,non includendo tra le passività quelle generate dalla Kreditanstalt für Wiederaufbau(KfW),e che ammontano alla bellezza di 428 miliardi di euro.Ma cos'è questo KfW?Si tratta di una sorta di nostra Cassa Depositi e Prestiti,posseduta per l'80% dallo Stato e per il restante 20% dai Länder.La KfW fa mutui a enti locali e piccole e medie imprese. E detiene partecipazioni cruciali in colossi come Deutsche Post e Deutsche Telekom.Mica male,vero?


È vigilata dai ministeri delle Finanze e dell'Industria,e non dalla Bundesbank. Grazie al legame di ferro con lo Stato, la KfW conquista la medaglia d'oro nella classifica mondiale dell'affidabilità, stilata da Global Finance, e il massimo rating da parte di Moody's, Standard Poor's e Fitch:lo stesso della Repubblica federale.
Le sue obbligazioni sono dunque uguali ai Bund. Ma a differenza dei Bund, magicamente non entrano nel conto del debito pubblico. Se vi entrassero,come la logica del Trattato di Maastricht vorrebbe, il debito pubblico tedesco salirebbe da 2.076 miliardi a 2.504 miliardi(di gran lunga il più alto debito pubblico europeo),e la sua incidenza sul prodotto interno lordo 2011 balzerebbe dall'80,7% al 97,4%.Bella differenza,eh?

L'escamotage utilizzato per quest'imbroglio contabile bello e buono,si chiama Esa 95.Si tratta del manuale contabile che esclude dal debito pubblico, a integrazione dei criteri di Maastricht, le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie;ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi.
Per farla più semplice,è pressappoco la stesso schema usato dalla Lehman Brothers per mascherare le passività...Insomma,se KfW si trovasse in crisi di liquidità,alla fine dovrebbe essere sempre lo Stato a dover rispondere del debito.

Ora,come detto in precedenza,la nostra Cassa depositi e prestiti è simile alla KfW,ed è per il 70% del Ministero del Tesoro e per il restante 30% di fondazioni bancarie(quindi privati).La Cdp emette anno dopo anno obbligazioni che godono della garanzia statale e sono collocate dalle Poste sotto forma di buoni e di libretti. Per approssimazione sono almeno 300 miliardi,due terzi reinvestiti in titoli di Stato e un terzo in mutui agli enti locali.
La Cdp emette anche obbligazioni non garantite per una ventina di miliardi destinate alle iniziative per le imprese e detiene partecipazioni rilevanti. Ma il suo debito è per tutta la parte coperta da garanzia pubblica conteggiato nel debito pubblico.

E allora,alla luce di quanto sopra bisognerebbe mettersi d'accordo.Le regole sui bilanci devono essere rigide ed uguali per tutti.Quindi,o anche la Germania conteggia tutte le passività,oppure a Paesi come l'Italia andiamo a scorporare quelle che per la Germania non vengono fatte valere.
Fatto ciò il quadro cambia di parecchio,ed alla speculazione internazionale mancherebbero parecchie scuse per azzannarci come sta facendo da un paio di mesi.

Ma qui torniamo sempre sul solito punto dolente:abbiamo una classe politica capace di far valere queste ragioni?Non rispondo perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa...

In ogni caso siamo vittime di un'Europa e di una moneta che sono cucite addosso al corpo robusto e muscoloso della Germania.Dalla parificazione del valore dell'Euro con quello del Marco a scendere giù,tutto il vecchio continente è stato reso nei fatti un mercato privilegiato della Germania.Mercato in cui hanno sbaragliato la concorrenza prima a livello produttivo-industriale,poi a livello finanziario.

Questo però non può essere detto nè dai politici nè dai media:pena l'accusa infamante di essere anti-europeisti(che vale una scomunica laica).

Deutchland uber alles:appunto...

Stay tuned

L'esempio islandese è l'unica via d'uscita ?


Islanda: stato d'eccezione?
di Giacomo Gabellini - 05/10/2011

Fonte: eurasia
 http://internet.liquida.it/getfocusimg/b/1/6/2/23261/fm/l-islanda-sara-il-primo-paese-che-scrivera-la-propria-costituzione-sul-web-in.jpg
“Sovrano è chi decide lo stato di eccezione”, scrive Carl Schmitt.
Applicando tale enunciato all’isolato caso islandese emerge che il governo di Reykjavik è titolare di reale sovranità, specialmente in relazione alla ricetta adottata per superare il totale dissesto finanziario che aveva provocato il fallimento nazionale del 2008.
Durante i periodi di crisi “la normatività – afferma Schmitt – è impotente” e dal momento che nel caso specifico tale “normatività” è eminentemente rappresentata dal Fondo Monetario Internazionale essa è stata sospesa dal governo islandese, che ha abbandonato la tutela dei creditori esteri – inesaustamente raccomandata dal Fondo – per il bene della comunità islandese.
Qualcosa di affine era accaduto durante la Repubblica di Weimar, quando il popolo tedesco richiese l’apertura di uno stato d’eccezione che soppiantasse un ordinamento giuridico finalizzato esclusivamente ad arricchire le grandi oligarchie finanziarie e ad alimentare un circuito falsato di corruzione funzionale al mantenimento di alcuni privilegi di determinati strati sociali a scapito della comunità.
Si tratta quindi di un raro atto di audacia politica, specialmente in relazione alla stagnante realtà europea.
Al momento del crac il debito pubblico accumulato da ogni cittadino islandese ammontava a circa 500.000 euro (a fronte di una popolazione composta da 320.000 persone circa), le principali banche nazionali erano fallite nel giro di poche settimane, l’inflazione aveva superato la soglia del 18% e la recessione aveva toccato la doppia cifra percentuale.
Il debito greco lambisce il 150% del Prodotto Interno Lordo, quello islandese raggiunse nel 2008 il 1.100%.
I primi a fornire assistenza al governo di Reykjavik impegnato a raccogliere le macerie finanziare cui era stata ridotta la nazione furono gli inviati del Fondo Monetario Internazionale, che impartirono direttive affini a quelle attualmente adottate dall’Unione Europea per “salvare” la Grecia; tagli delle pensioni, erosione del Welfare, privatizzazione dei beni statali.
Stessa cosa era accaduta in Argentina.
Buenos Aires aveva iniziato nel lontano 1989 a seguire pedissequamente le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, privatizzando l’intero patrimonio pubblico (petrolio, acqua, ferrovie, telecomunicazioni, poste, autostrade, elettricità, miniere, compagnie aeree), liberalizzando il commercio estero, riducendo stipendi e pensioni, eliminando il controllo dei cambi e tagliando il personale per contenere il debito pubblico.
La Costituzione venne modificata per fissare la parità tra peso e dollaro onde evitare che moneta potesse essere svalutata.
Parte dei proventi ottenuti per mezzo della dismissione dell’immenso patrimonio pubblico fu dilapidata dalla corrotta e inefficiente classe politica argentina e ciò che restava non fu sufficiente nemmeno a estinguere gli 8 miliardi di dollari di debito pubblico.
Nonostante il debito pubblico del paese crebbe esponenzialmente fino a lambire l’incredibile soglia di 132 miliardi di dollari nell’arco di pochi mesi, il Ministro dell’Economia Domingo Cavallo, molto vicino al Fondo Monetario Internazionale e pianificatore di tutte le manovre finanziarie argentine, fu nominato “eroe liberale dell’anno” dal New York Times.
La ricetta dell’”eroe liberale dell’anno” provocò una recessione economica che si protrasse ininterrottamente per quattro lunghi anni, portando al fallimento nazionale proclamato nel dicembre del 2001.
La lezione argentina è stata evidentemente imparata dall’Islanda, che ha scelto di ignorare i precetti del Fondo Monetario Internazionale svalutando la moneta, trasferendo i risparmi della popolazione sui conti correnti delle tre banche nazionali e congelando i fondi dei creditori stranieri depositati negli istituti di credito in fase di liquidazione.
Sullo sfondo di un’Eurozona che sforna manovre finanziarie “lacrime e sangue” imponendo enormi privazioni alla popolazione, si staglia quindi l’eccezione rappresentata dall’Islanda, che ha ridotto l’inflazione al 5% e che il prossimo anno riuscirà, secondo le stime, a incrementare il proprio Prodotto Interno Lordo del 2,8% rigettando le direttive del Fondo Monetario Internazionale

Segreti di Stati Cap.16 - L'agente Chip Tatum

(Segreti di Stati - torna all'indice)

Capitolo XVI - L'agente americano Gene "Chip" Tatum

"DICHIARAZIONE: Io, William J. Casey, dichiaro: ho scoperto che la libertà è un bene senza prezzo che richiede una continua vigilanza per garantirne la longevità. Sono stato assegnato all'Ufficio dei Servizi Strategici (OSS - Office of Strategic Services) a Londra, in Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale. In quel periodo feci amicizia con un giovane soldato tedesco di nome Gunther. Usai Gunther e molti altri prigionieri di guerra antinazisti, in operazioni dell'OSS nella Germania nazista. Sapevo che questo violava la Convenzione di Ginevra. Ma non m'importava. La Convenzione di Ginevra non è altro che un insieme di regole che governano atrocità umane commesse in nome di un'ideologia politica. Gestire la guerra attraverso delle regole non fa che prolungare le sofferenze umane. Una guerra piena è l'ultima risorsa di una nazione civilizzata e va usata con parsimonia. Le guerre vanno combattute selvaggiamente usando tutti gli strumenti e trucchi che si hanno a portata di mano. Gunther era uno strumento. Il trucco fu di ignorare la Convenzione di Ginevra. Dopo esser diventato Direttore della CIA (DCI - Director of Central Intelligence), il 28 gennaio 1981, venni avvicinato e informato da William Colby, ex DCI. La mia storia con Bill Colby è cosa nota. Colby mi notificò a voce l'esistenza di due operazioni che stava ancora conducendo in America latina. Le due operazioni erano al di fuori della conoscenza e approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti, del presidente Ronald Reagan ed addirittura dello stesso apparato di intelligence americano. Colby identificò le due operazioni con la sigla A-6 ("Red Mist") e A-7 ("Project Sandman"). L'operazione A-7 comprendeva delle sottooperazioni. Mi venne detto che l'operazione A-6 riguardava delle persone e la creazione della minaccia comunista in America latina. Alcune informazioni raccolte con la A-6 venivano usate dalla Task Force - 157. Mi venne detto che la A-7 era "Il programma Phoenix" per l'America latina, riguardava l'assassinio dei membri dell'infrastruttura comunista attraverso l'America latina. Mi venne detto che Colby autorizzava che i mezzi coinvolti nella A-6 e nella A-7, fossero impiegati in traffici di droga per finanziare le due operazioni. Colby si occupava di operazioni che sapevo erano state svolte allo stesso modo in Vietnam, per la stessa ragione. Colby mi informò candidamente del fatto che aveva predisposto più di un milione di libbre di cocaina, a Panama, tra il primo dicembre 1975 ed il primo aprile 1976. Questo venne compiuto con l'aiuto del nostro gentile alleato, il generale Manuel Noriega. La cocaina venne trasportata in Salvador, nel Costa Rica e nell'Honduras, tra il 1976 ed il 1981. Colby sta ora davanti a me, con il suo cappello in mano, e mi chiede aiuto per la consegna della cocaina sul mercato americano. Mi è stato riferito che Colby stava usando un nostro comune amico, il colonnello Albert Vincent Carone, militare americano ed ufficiale dei servizi americani, per portare a termine la A-6 e la A-7. Al Carone è un patriota carismatico che ci venne presentato dal generale Joseph W. Stilwell, alla fine del 1945. A parte le consuete qualifiche, Al Carone poteva contribuire alla guerra contro il comunismo grazie alle connessioni col suo amico di lunga data, Vito Genovese. Genovese era il capo dei traffici di droga e del gioco d'azzardo, per conto della famiglia di cui faceva parte, a New York. Carone è un amico del latitante internazionale Robert Vesco. Carone ha molti contatti con informatori anticomunisti come Maurita Lorenz, amica di Fidel Castro. Al Carone è il fratello più giovane del Dottor Pasquale Carone. Il Dr. Carone aveva lavorato per la CIA in ambiti differenti. Colby mi disse che i proventi del traffico di cocaina sarebbero stati riciclati attraverso Al Carone, la mafia di New York e Robert Vesco, che era stato reimpostato in funzione anticomunista dallo stesso Colby. Dopo alcune discussioni con Al Carone, decisi di portare la cocaina nell'aeroporto Mena, a Mena, in Arkansas. La CIA aveva già usato quell'aeroporto in precedenti occasioni. Questa volta lo strumento era la cocaina. Il trucco consisteva nell'ignorare la legge ed evitare il giudizio del pubblico. Venimmo aiutati, nei nostri sforzi, da William J. Clinton e da William F. Weld. Al 1984, tutta la cocaina era stata trasportata nell'aeroporto Mena e ci eravamo già procurati altri fornitori. La cocaina veniva trasportata, attraverso l'hangar quattro e l'hangar cinque, nella base aerea di Ilapango, nel Salvador. Il mio uomo a Mena era Adler Barriman Seal (Berry Seal). Bill Clinton si rivelò prezioso per impedire le indagini della polizia locale sulle attività segrete condotte a Mena. Bill Weld, sostituto procuratore, venne incaricato della Divisione Criminale del Ministero della Giustizia. Questo venne deciso in modo che Bill Weld potesse controllare le indagini su Mena condotte dalle agenzie federali d'indagine. Questa carica di Weld si dimostra tutt'oggi molto preziosa. Ho ordinato a John Poindexter, a Robert McFarland e a Oliver North, di utilizzare tutti i canali al di fuori di quelli normali, inclusa la mafia, per assicurare le consegne di droga all'aeroporto Mena. Le consegne avvenivano in grandi quantità attraverso l'impiego di personale della National Security Agency (NSA) e della Army Security Agency (ASA). Gli uomini e le donne della NSA e dell'ASA, accecavano i satelliti ed i radar per permettere che non fossero scoperti gli atterraggi all'aeroporto di Mena. I nomi in codice di queste operazioni della NSA e dell'ASA erano: "Sea Spray" e "Jade Bridge". Ho appreso che il corso della lotta democratica, in Nicaragua ed in America latina, sta volgendo dalla nostra parte. Attribuisco questo successo alle operazioni A-6 e A-7, delle quali Bill Colby possiede la lungimiranza, la precisione e la spina dorsale per portarle avanti. Ho preso nota degli sforzi eroici di Al Carone, Bill Clinton, Bill Weld, John Poindexter, Bud McFarland ed Oliver North. Senza di loro, le operazioni A-6 ed A-7 non avrebbero visto la luce. La libertà è un bene impagabile. La quantità di libertà che godiamo dipende dalla quantità di vigilanza che investiamo. Le mie azioni potranno essere qualificate come criminali condannando un numero inimmaginabile di americani alla dipendenza dalla droga. Non m'importa. Tutte le guerre producono vittime. Generalmente, più una guerra è violenta e meno dura. La mia scelta era tra il rimanere ad osservare passivamente una guerriglia insorgente in America latina o l'usare i mezzi a disposizione per finanziare e promuovere una guerra violenta, di corta durata, per la democrazia. Difendo la mia scelta. Lo strumento è la cocaina. Il trucco sta nel capire che i drogati hanno la libertà di scegliere. Loro scelgono la droga. Io ho scelto di usare il loro vizio per finanziare la democrazia di cui l'America tutta gode. Per mantenere gli americani al riparo dalla minaccia comunista che bussa alla nostra porta di servizio in America latina. Per una volta, i drogati serviranno alla società. Dichiaro, sotto pena di spergiuro, che i fatti sopradescritti corrispondono a verità e sono veri per quanto di mia conoscenza. Scritto il giorno 8 dicembre 1986 a McLean, in Virginia. Firmato: William J. Colby. Controfirmato, come testimone: Richard Nixon. "

Gene "Chip" Tatum venne impiegato per anni come operativo dei servizi USA. Il suo lavoro principale consisteva nell'effettuare consegne di cocaina dal Sud America nel Nord America. Ufficialmente pensava di consegnare frigoriferi. Poi, durante un trasporto, se ne ruppe uno ed allora uscirono decine di panetti di droga. Dal 1985, quando per la prima volta si accorse che la CIA trafficava droga, cominciò a collezionare documenti, registrazioni audio e videocassette, pensando al suo "pensionamento". Si rendeva conto che gli agenti segreti maggiormente "coperti" non sopravvivevano a lungo in questo sporco gioco di poker di alto livello. Quando nel 1992 il presidente Bush gli chiese di "neutralizzare" il candidato alla presidenza Ross Perot, Tatum si rifiutò. Disse che aveva documenti compromettenti nascosti in varie parti del mondo e che se gli fosse successo "qualcosa", a lui o alla sua famiglia, questi documenti sarebbero stati resi di pubblico dominio.

Durante la sua ultraventennale carriera come agente segretissimo della CIA e della DIA, Gene "Chip" Tatum vide o partecipò in una serie notevole di operazioni sporche. Il periodo più rimarchevole fu quello dal 1986 al 1992 quando lavorava per una squadra denominata "Pegasus". Questo gruppo operava per conto degli USA e di altri paesi alleati con compiti che andavano dal traffico di droga all'eleminazione fisica di persone. Il nome "Pegasus" è un nome di copertura usato da Tatum per evitare di essere citato in tribunale per rivelazione di segreti di stato, ovviamente. Oggi i particolari vengono fuori poiché sono passati gli anni necessari previsti dall'accordo di non rivelazione che aveva fatto il 21 gennaio 1992, nella Jupiter Island. Pochi conoscono quest'isola, situata sulla costa Atlantica della Florida, a pochi chilometri da Palm Beach. L'isola è larga circa 800 metri e lunga 15 chilometri. Gli abitanti che vi abitano sono la crema dell'establishment americano. Molti hanno stretti legami con le agenzie d'intelligence e non pochi fanno parte della società segreta "Skull and Bones", una specie di loggia massonica nata nella facoltà di legge di Yale ("George Bush - The Unauthorised Biography", di Webster Griffin e Anton Chaitkin). Molti dei primi residenti - inclusi Averall Harriman e Prescot Bush (il padre di Bush Senior) - erano dei grandi fanatici di Hitler e del suo partito nazionalsocialista, prima della seconda guerra mondiale. Secondo Tatum, anche recentemente Bush padre continua a fare affari con dei nazisti che stanno in Sud America. Specialmente nel periodo della Prima Guerra del Golfo, quando gli occhi del mondo erano voltati dall'altra parte. La Jupiter Island è un ambiente super sicuro. Tutti i veicoli sono seguiti da sensori posti nella strada e a tutti i dipendenti esterni che vi lavorano vengono prese le impronte digitali. Gli stessi residenti vengono filtrati prima di essere ammessi a comprarvi proprietà immobiliari ed uno dei loro doveri, una volta accettati, è di svolgere una sorveglianza attiva per garantire la sicurezza dell'isola. E' proprio qui che Tatum discuteva operazioni "sensibili" con l'allora vice presidente ed attuale presidente Bush, nella casa della di lui madre Rose Bush. La struttura organizzativa del cosiddetto gruppo "Pegasus" merita di essere approfondita. Il significato dei vari ordini presidenziali che portarono alla formazione ed operatività delle attività coperte, nelle quali partecipava Tatum, crea un governo segreto all'interno del governo. Gli ordini esecutivi presidenziali (EO, Executive Orders) non sono sottoposti allo scrutinio del Congresso USA e diventano immediatamente esecutivi alla pubblicazione sul Registro Federale. Questo rappresenta quel potere, nascosto dietro la facciata di un governo democratico, che qualcuno chiama "La Piovra" o "Octopus". Le attività includono il traffico di droga ad alto livello, il trasferimento illegale di armi ultratecnologiche come quelle all'uranio impoverito, il riciclaggio di denaro su scala planetaria ed il raddrizzamento e/o riallineamento di singoli individui sulla "retta via". Nel 1981 il Presidente Reagan firmò la Direttiva di decisione sulla sicurezza nazionale numero 3 (National Security Decision Directive Number 3, NSDD-3) che autorizzava il vice presidente a presiedere il Gruppo sulla Situazione Speciale (Special Situation Group, SSG). Questo SSG rappresentava una divisione al di sotto del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (National Security Council, NSC). Una delle entità create per supportare lo SSG era il Gruppo di Lavoro sugli Eventi Terroristici (Terrorist Incident Working Group, TIWG). Questo gruppo venne formato nell'aprile 1982, dal presidente Reagan, con la direttiva NSDD-30. I componenti il gruppo erano i rappresentanti del Direttore della CIA, del Dipartimento della Difesa, dell'FBI, del NSC e altri, a seconda delle necessità. Altri membri erano il Dipartimento di Stato e la Federal Emergency Management Agency (FEMA). La direttiva NSDD-30 era classificata "segreto". Ora è stata parzialmente declassificata nelle parti emendate e vi si nomina Oliver North come responsabile per le azioni di antiterrorismo. Queste azioni includevano "misure attive" per "impedire o prevenire un attacco terroristico" e vi si stabiliva la struttura per "progetti della CIA volti ad eliminare capi di organizzazioni islamiche fondamentaliste". Di tal fatta, si trattava di una direttiva presidenziale illegale. Lo scopo del TIWG era di fornire all'SSG un supporto operativo diretto. Il TIWG, allora, raccomandò al presidente di formare una task force sul terrorismo con a capo l'SSG (il vicepresidente). Reagan approvò la direttiva NSDD-138, nell'aprile 1984, che dava il potere al TIWG di formare delle sottounità. Come risultato, venne formato un sottogruppo operativo (Operation Sub-Group, OSG). Questa struttura era composta da personale della NSC, del DOD (Dipartimento Difesa), della CIA, dell'FBI e dell'agenzia estera di intelligence (FIA, Foreign Intelligence Agency) che operava in modo da scavalcare le operazioni normalmente permesse alle agenzie di intelligence, militari e di polizia. L'OSG venne formato nel febbraio 1986. Specificata così la ragnatela di direttive presidenziali necessarie per condurre operazioni sporche, Tatum fornisce i dettagli dell'operato dell'OSG: "Fui un operativo dell'OSG dall'aprile 1986 fino al gennaio 1992. Quando operavo sotto l'autorità del'OSG, riportavo direttamente a loro, non alla CIA o alla DIA. Questo apparato segreto del governo, creato da Bush dal 1981 al 1986, era capace di ricavare risorse dalla CIA, dalle unità operative speciali del Dipartimento della Difesa (DOD-SOU) e dal settore privato. Usando la clausola del settore privato, Don Gregg, il consigliere sulla sicurezza nazionale di Bush, incluse rappresentanze dell'intelligence britannica ed israeliana". Alla fine vennero creati tre OSG. L'OSG-1 era comandato da Ted Shackley (vedi la fine del cap.IX) ed era il gruppo anti-narcotici. Il coinvolgimento di Shackley nell'industria della droga è pesante. Non ultimo, il Colonnello Bo Gritz - il più decorato ufficiale delle forze speciali nella Storia - ha parlato del suo incontro con il signore della guerra di Burma Khun Sa. Abitando nel centro del "triangolo d'oro", Khun Sa è uno dei principali esportatori di oppio grezzo del mondo. In una intervista videoregistrata, il Signore della guerra afferma che il suo più importante contatto nel business dell'eroina era il Ted Shackley della CIA. Shackley lavorò contiguamente con il capo mafia Santos Trafficante, secondo Khun Sa. Ma torniamo agli OSG. L'OSG-2 era comandato dal Colonnello Oliver North, era il gruppo "antiterrorismo" dove lavorava Tatum. L'OSG-3, comandato da Richard Secord, era il gruppo di "riallineamento". A seguito del ruolo di Oliver North nel Contragate nel 1987, egli dette le dimissioni dall'OSG-2 ed il suo posto venne preso da Secord. Il comando dell'OSG-3 passò a Tatum. Tutti e tre questi OSG rispondevano al TIWG al cui interno il Generale Colin Powell rappresentava la Difesa, William Casey la CIA, Donald Gregg il National Security Council. "Quelli dell'FBI giravano a vuoto...", prosegue Tatum. "Sembrava che non riuscissero a prendere nessuno", conclude. A rappresentare i servizi inglesi c'era Sir Colin Figure, ex capo dell'MI6. Colin Figure venne destinato nel 1986 alla funzione di "coordinatore della Sicurezza" sotto il premierato di Margareth Thatcher (Notate? Anche lei coinvolta nell'insabbiamento del caso Ambrosiano...). Figure andò in pensione nel 1989. Amiram Nir rappresentava i servizi israeliani finché non venne assassinato da una squadra capitanata da Tatum - su richiesta di israeliani di alto livello - nel 1988. Ognuno di questi sei rappresentanti aveva il potere di ordinare una "missione". Stessa cosa poteva fare George H. W. Bush. Di particolare interesse era la rappresentanza occasionale da parte di Lord Chalfont all'interno del TIWG. Il Lord inglese era un consigliere per gli affari mediorientali tra il 1986 ed il 1990. Dal momento che Tatum venne reclutato nell'OSG, venne destinato allo stato di New York dove aprì delle attività di copertura (in un testo pubblicato in Italia, su Gladio, Francesco Gironda risulta a vario titolo in una trentina circa di società: come amministratore, socio, etc. La maggior parte delle società avevano sede a Milano, in via Solferino, dove si trova anche la sede del Corriere della Sera. Su Gladio vedi cap.I). Tatum diceva che era normale per gli operativi degli OSG di attivare i loro business come "coperture". Il finanziamento veniva fornito attraverso una linea di credito della Key Bank of Central New York, Watertown, Stato di New York, attivata da parte del Repubblicano Harry Hyde. Una delle società create da Tatum era la Cedar Shores Estates Inc. Venne creata dall'avvocato Ben Whitaker. La rappresentanza legale era curata da "O’Hara and Crough", in Syracuse, NY. Questa fu la sua base operativa per sei anni. Potrà sembrare una coincidenza che il nome di questa società assomigli a quello della Cedar Holdings, una società inglese collegata all'ex tesoriere del partito conservatore inglese Lord Alister McAlpine. Un'altra coincidenza potrebbe essere rappresentata dall'esistenza di due conti "Cedar Street Ltd" aperti presso una chiacchierata società di clearing interbancario, Clearstream, il 31 ottobre 1994. Si tratta dei conti numero 97094 e 30643, residenti a Londra, con abbreviazione "CEDAR". In un testo non pubblicato di Peter Jones, "The Obedience of Australia", l'autore cerca di far luce sugli affari di McAlpine, eminenza grigia del Partito Conservatore e capo massone. L'autore descrive le connessioni di varie società che egli crede siano coinvolte in tutti i tipi di attività sporche. Vi troviamo ad esempio una società, la "Leisure Circle", che ha contorte connessioni con Sir John Cuckey, una delle figure centrali dell'indagine investigativa di Scott nel traffico d'armi con l'Iraq. Nonostante queste connessioni siano fragili, a dir poco, è da notare che Tatum da New York era impegnato nella consegna delle armi più sofisticate attraverso la frontiera Canadese. Altre società impiegate da Tatum erano: la "Progressive Structures Inc.", la "Irving Place Capital & Development" e la "American National Home Builders". Da notare anche che Oliver North conduceva traffici di armi il cui ricavato veniva riciclato attraverso le isole del Canale britanniche e la sede di Londra della banca BCCI. Ci credereste? Nonostante sia ufficialmente chiusa da anni, anche la BCCI ha un conto su Clearstream. Si tratta del conto numero 52353, intestato "Bank of Credit and Commerce Intl SA", abbreviazione "BCCILDN", data d'apertura 31/10/1994, indirizzo "100, Leadenhall Street, GB-EC3A 3AD Londra". Nel 1995, il referente del conto era un certo signor Humphrey Hatton. Il riciclaggio di denaro sporco era una delle attività principali di Oliver North.

Superbanconote
Una delle operazioni a conoscenza di Tatum, riguarda la stangata delle cosiddette "superbanconote". Anni prima, fine anni sessanta-inizio anni settanta, la CIA (vedi anche capitolo XV) aveva segretamente fornito allo Scià di Persia delle matrici perfette per stampare inappuntabili biglietti da 100 dollari. Venne fornita anche una macchina da stampa speciale capace di imprimere una forza enorme sulla carta per riprodurre perfettamente la filigrana della banconota. Ovviamente venne fornita anche la carta e l'inchiostro per produrre imitazioni perfette. Lo Scià in seguito lasciò l'Iran e dimenticò, nella confusione, tutto questo armamentario. Questo materiale sarebbe ancora a Teheran, secondo alcuni esperti (vedasi un articolo pubblicato sul The New Yorker del 23 ottobre 1995, a firma Fredric Dannen e Ira Silverman). Secondo Tatum, venne raggiunto un accordo tra l'allora vicepresidente Bush, Manuel Noriega di Panama e la leadership iraniana. Una somma di 8 miliardi di dollari, depositata nel Banco Nacional de Panama (che ha un conto su Clearstream, il numero 83324, sigla BCONACPA) per conto del re del cartello colombiano della droga Pablo Escobar, venne "affittata" a George H.W. Bush. Di questa somma, 4 miliardi di dollari vennero spediti in aereo in Iran dove vennero scambiati uno-contro-due con le banconote false. Nel viaggio di ritorno, effettuato con un cargo 707, un container conteneva due pallet pieni zeppi ognuno con 4 miliardi di dollari. L'aereo arrivò nella base Howard/Albrook Air Force di Panama dove i pallet vennero scaricati sotto la sorveglianza della guardia armata militare panamense. I soldi contraffatti vennero di nuovo depositati sul conto di Escobar nella Banca Centrale panamense. Per nessun motivo questi soldi avrebbero potuto lasciare la cassaforte, al fine di evitare di svalutare la moneta americana, e successivamente verranno prese azioni per impedirlo. L'altra metà dei soldi "buoni", di Escobar, venne consegnata a Nana DeBusia, il nipote del primo leader democratico del Guyana. DeBusia venne scelto personalmente dal capo della CIA William Casey per riciclare la grande somma di denaro in vari conti cointestati Casey-Bush. L'ultima parte dell'operazione consisteva nel recuperare i 4 miliardi scambiati con le superbanconote in Iran. Questo venne facilitato attraverso la consegna di equipaggiamento militare - armi, munizioni e parti di ricambio per sistemi d'arma. Questa parte dell'accordo venne curata dal Colonnello Oliver North per conto di William Casey. Il risultato di queste manovre complesse era duplice. Da una parte la CIA acquisiva 4 miliardi di dollari - attraverso la vendita di armi - per usarli in futuro in operazioni sporche senza bisogno che queste fossero approvate dal Congresso statunitense. Tatum spiega che, se in seguito fossero stati beccati, alla CIA avrebbero potuto dire che i soldi provenivano da un traffico d'armi con l'Iran. Parte di questi fondi vennero usati per finanziare i Contra, mentre il resto finì nel buco nero gigante del bilancio segreto della CIA. Nel frattempo, Nana DeBusia aveva cominciato a riciclare i rimanenti 4 miliardi di dollari attraverso varie banche, inclusa quella del Vaticano (anche lo IOR, Istituto per le Opere di Religione, ha decine di conti presso Clearstream). Tatum afferma che DeBusia riciclò questa somma attraverso banche londinesi. In questa storia, le coincidenze abbondano.Vale la pena citare Gerald James, ex presidente della Astra plc ed uno dei personaggi principali dell'inchiesta Scott implicati nella vendita di armi all'Iraq. Gerald cita un memorandum interno della società, che si riferisce ad un grande traffico di armi dell'anglo-saudita Al Yamamah, nel quale viene citata la somma di 4 miliardi di dollari in congiunzione ad una tangente per il principe saudita Bandar, un nipote di Re Fahd. Il memorandum recita: "Questi 4 miliardi di dollari vennero menzionati assieme al nome del figlio della Thatcher". La somma di 3,8 miliardi di dollari la troviamo anche nel rapporto Kerry a proposito dello scandalo IranContra. Per il suo disturbo, DeBusia prese una commissione di 200 milioni di dollari. I rimanenti 3,8 miliardi di dollari vennero messi in conti segreti sparsi per il mondo e cointestati Bush-Casey. L'operazione venne definita ulteriormente anni dopo: 1) Nel 1989 Pablo Escobar venne colpito da un'intensa campagna antidroga statunitense-colombiana. Si dette alla latitanza, temendo per la vita, ma venne rintracciato nel 1993 ed ucciso dalla polizia. Un documentario televisivo inglese rivela che Escobar era disarmato al momento della fuga. La campagna anti-Escobar serviva per assicurarsi che non ritirasse gli 8 miliardi di dollari falsi. A seguito della sua morte, la quantità di cocaina colombiana sul mercato decuplicò - nonostante la propaganda sulla "guerra alla droga". 2) Sempre nel 1989, il generale panamense Noriega venne catturato durante l'invasione USA di Panama. Noriega venne in seguito condannato e messo sotto controllo continuo in un carcere federale per assicurarsi che non parlasse. Il teste principale contro Noriega, durante il processo, venne manipolato dalla giuria al fine di NON dire tutta la verità. 3) Nana DeBusia venne incriminato di 32 reati inclusa la frode bancaria e così silenziato. Infatti, a seguito dell'intervento della CIA, DeBusia venne poi assolto da tutte le imputazioni e da allora sta zitto. 4) Precedentemente, nel 1987, il direttore della CIA William Casey era morto di tumore al cervello - proprio pochi giorni prima di essere sentito dal Senato americano sullo scandalo Contragate. Secondo Tatum, solo una persona si salvò - George H.W. Bush, che da solo ora controlla i 3,8 miliardi di dollari riciclati. Ovviamente la CIA controlla i 4 miliardi di dollari rimanenti, la sua parte nella Grande Stangata. E' interessante notare che questa versione è confortata da un'altra fonte la cui credibilità è fuori discussione. Questa persona era a Teheran, durante lo svolgersi degli eventi, ed in seguito venne dislocata in un'altro punto cruciale dell'operazione. Inoltre è stato anche rivelato che la BNL, la Banca Nazionale del Lavoro, era pesantemente coinvolta nella stangata delle banconote false. Che la BNL fosse parte intrinseca della cosiddetta "impresa" di Oliver North - in realtà gli OSG del TIWG (Terrorist Incident Working Group) - è fuor di dubbio. Per altri dettagli sul ruolo della BNL, leggere "The Spider's Web", di Alan Friedman, Faber & Faber 1993. Ecco che emergerebbe un nuovo interessante filone di indagini: gli allora scarsi risultati delle due Commissioni parlamentari d'inchiesta sullo scandalo BNL-Atlanta, i controlli distratti da parte dell'allora Governatore della Banca d'Italia... (uno dei vari conti Bankitalia su Clearstream è il n.C1003. Quello subito dopo nella lista è il C1005... della BNL) Rimane la domanda: che ci vuol fare Bush Senior con questi 3,8 miliardi di dollari neri? Qual'era lo scopo finale dell'operazione? Forse una parte servì per comprarsi la campagna elettorale dopo la presidenza Reagan? O forse, chissà, per altre opere pie. O forse per quel progetto che Tatum chiama: il Nuovo Ordine Mondiale Personale dei Bush e compagnia cantante. Una copia del business plan, per quest'ultima operazione, venne consegnata da Bush Senior proprio nelle mani di Tatum. Vi si legge la descrizione della formazione di una Corporation il cui scopo è: "...fornire un sistema centrale di informazione, analisi e strategia su base internazionale per ottenere l'ordine mondiale e la stabilità economica (la "loro", si presuppone)". Si tratta di una super CIA con il compito di decidere come si svilupperà il mondo e deciderne l'economia e la distribuzione delle risorse. Il problema è che il Consiglio d'amministrazione, formato da dodici membri, viene eletto annualmente da azionisti privati... Potremmo migliorare questo progetto prevedendo che le azioni siano pari al numero delle persone del pianeta ed ad esse vengano distribuite equamente. Ma la "loro" idea non era proprio questa... Il documento comunque è impossibile da certificare come genuino poiché appare battuto a macchina su tre fogli A4 senza intestazione. Giudichi il lettore. Nel marzo 1996 Tatum scrisse una lettera all'ex direttore della CIA, William Colby, lo stesso che l'aveva reclutato la prima volta nel 1971. Nella lettera Tatum chiede a Colby di uscire dal progetto di cui al documento citato, lo implora presagendo che Colby sarebbe comunque stato scaricato (come altri personaggi di questo libro). Gli dice anche che aveva intenzione di scrivere un libro sulle sue azioni compiute dal 1980. Dice: "Non scriverò solo delle missioni, ma parlerò anche del progetto NWO (Nuovo Ordine Mondiale), fornirò dei nomi ed una esatta cronologia". Tatum a questo punto parla di terroristi, alludendo ai personaggi che aiuterebbero lo svolgersi del progetto. Ancora, nella lettera, chiede a Colby di uscirne. Nella chiusura si legge: "Signor Colby - avete fatto troppo per il Nostro paese per uscirne in disgrazia come finirà quella gente!" Meno di due mesi dopo, Colby viene dato per disperso. Lunedì 6 maggio 1996, viene ritrovato il corpo di Colby. Si tratterebbe di un incidente in canoa nel fiume Wicomico, nel Maryland. Sono in molti a dubitarne, Colby aveva il terrore dell'acqua. Avrebbe dovuto essere completamente impazzito per andarsene in escursione in canoa. Nonostante ciò, la sua morte ufficialmente venne archiviata come incidente. Questo non stupisce Tatum più di tanto: "Sapevo che la nostra squadra (OSG) era a prova di bomba: la morte di uno dei nostri obiettivi, di 25 anni, venne classificata come attacco di cuore. Il suo nome era Al-Jarrah". Ma questa è un'altra storia.  

L'archivio libico rivela che furono i francesi ad abbattere il Dc-9 su Ustica

Fonte: http://ilupidieinstein.blogspot.com/2011/10/documenti-segreti-sulla-tragedia-di.html

Fonte originale in inglese: AlFatah69
Traduzione italiana di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


Documenti segreti libici svelano la tragedia di Ustica e come Gheddafi si salvò riparando a Malta

Secondo i resoconti dei media italiani, i documenti riservati trovati negli archivi del servizio segreto libico, dopo la caduta di Tripoli, che sono ora nelle mani di Human Rights Watch, dimostrano ciò che ha provocato l’abbattimento del Dc-9 Itavia sul Mediterraneo, presso l’isola di Ustica, il 27 giugno 1980. Ottantuno persone a bordo del volo, sulla rotta da Bologna a Palermo, sono morte.

Come si è a lungo sospettato, i documenti confermano che un missile aveva colpito l’aereo, dopo che era stato scambiato per un aereo che trasportava il leader libico Muammar Gheddafi.

Secondo i documenti, due jet francesi all’inizio attaccarono l’aereo, e poi s’impegnarono in un duello con un solitario caccia MiG, che portava le insegne della Jamahiriya, e che si pensava scortasse il colonnello Gheddafi, fino a quando non impattò nella regione montuosa della Sila, nel sud d’Italia. Il colonnello Gheddafi, informato in tempo dell’attacco, riparò a Malta, dove atterrò col suo Tupolev, secondo i documenti.

Sembrerebbe, dalle carte dei servizi segreti trovate, che Gheddafi sia stato informato dai servizi segreti italiani (SISMI), che stava per essere attaccato, e aveva cercato rifugio a Malta.

Le autorità italiane hanno isolato l’area in cui il MiG cadde, e un giornalista e un fotografo, che cercavano di scoprirne la vicenda, al momento, furono arrestati e trattenuti per ore dalla polizia, fino a che non svelarono ciò che avevano documentato. Più tardi, le autorità libiche affermarono che il pilota del MiG era in volo di addestramento, quando avrebbe perso la rotta. Il suo cadavere, che era già stato sepolto, fu riesumato; l’autopsia venne effettuata e il cadavere fu poi rimpatriato in Libia. Pochi giorni dopo, il 7 luglio 1980, una bomba distrusse gli uffici della Libyan Arab Airlines, a Freedom Square, a La Valletta, e ci fu anche un tentativo di incendio doloso dell’Istituto libico di Cultura, a Palace Square, in quel periodo.

Secondo un libro del giornalista e storico francese, Henri Weill, la bomba e l’incendio doloso furono opera dei servizi segreti francesi, lo SDECE, come anche un attacco a una nave libica, a Genova. Poi, meno di un mese dopo, il 2 agosto 1980, un’enorme bomba distrusse la maggior parte della stazione ferroviaria di Bologna, e 80 persone furono uccise. La responsabilità dell’attacco terroristico non è mai stata stabilita con certezza. Proprio questa settimana, un tribunale italiano ha ordinato al governo di pagare 100 milioni di euro di danni civili ai parenti delle 81 persone uccise nel disastro aereo del 1980, che tuttora rimane ancora uno dei misteri più duraturi dell’Italia, almeno fino a quando i documenti scoperti questa settimana, saranno studiati a fondo.

Il governo italiano ha dichiarato che avrebbe fatto ricorso contro la decisione del tribunale civile di Palermo, che ritiene i ministeri della difesa e dei trasporti responsabili di aver omesso di garantire la sicurezza del volo. Tra le altre teorie sulle cause dell’incidente, vi era quella di una bomba a bordo o che l’aereo fosse stato accidentalmente preso in mezzo a un duello aereo.

L’avvocato Daniele Osnato, che insieme a un manipolo di avvocati rappresentati i parenti delle 81 vittime, ha detto che la giustizia è stata finalmente fatta. Oltre a determinare che i ministeri competenti non erano riusciti a proteggere il volo, ha detto, il tribunale ha anche concluso che erano colpevoli di aver nascosto la verità e di aver distrutto le prove.

Un’altra teoria sul dogfight aereo, aveva avuto credito dal giudice Rosario Priore, il quale aveva inizialmente accusato dei generali di esserne i responsabili. Il giudice Priore aveva teorizzato che un missile, lanciato da un caccia statunitense o da un altro aereo della NATO, avesse accidentalmente colpito il jet di linea interna italiano, durante il tentativo di abbattere un aereo libico.

Funzionari francesi, statunitensi e della NATO, hanno a lungo negato qualsiasi attività militare nei cieli, quella notte.