martedì 14 maggio 2013
Come vi uccide il labirinto del finto welfare
Via Ascoli Piceno: si uccide per far avere la casa popolare al figlio
Le ragioni del gesto estremo riassunte in quella che si rivelerà essere l'ultima frase detta al figlio sabato, la sera prima del decesso: "Stai tranquillo che la casa tu l'avrai"
Redazione13 Maggio 2013
Si uccide nella disperata speranza di poter garantire l’alloggio popolare al figlio, alla nuora e al nipotino; le ragioni del gesto estremo riassunte in quella che si rivelerà essere l’ultima frasedetta al figlio sabato, la sera prima del decesso: “Stai tranquillo che la casa tu l’avrai”.
La vicenda, ricostruita sulle pagine del Messaggero, ha come protagonista J. M. F., una donna di 49 anni di origine polacca ma residente ad Ancona da quasi dieci anni, madre di P.F., un ragazzo al momento senza lavoro ma impegnato nel sociale (è volontario della Croce Gialla), fidanzato con una ragazza con la quale ha anche avuto una bambina. E i problemi iniziano proprio qui, perché secondo le regole del Comune – come racconta lo stesso giovane al quotidiano – la sua nuova famiglia non ha i requisiti per l’alloggio popolare perché i quattro risiedono tutti allo stesso indirizzo assieme alla madre formando un unico reddito, e sforando così i limiti economici necessari per fare richiesta della casa.
La donna, allora, prende la decisione di compiere l’estremo sacrificio nella speranza di far raggiungere al figlio i requisiti necessari, e si toglie la vita impiccandosi nell’abitazione del compagno in via Ascoli Piceno, nella quale si era trasferita da qualche giorno. L’uomo, che aveva salutato la compagna alle 14 e 30, la trova senza vita alle 17 e 30. Immediata la chiamata ai soccorsi del 118, ma purtroppo la donna era deceduta già da alcune ore. Due famiglie distrutte dal dolore.
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