mercoledì 15 maggio 2013

NO-EURO: cosa rappresenta il “signoraggio” del sistema bancario

INTERVISTA CON NINO GERVASIO, PRESIDENTE NAZIONALE DEL MOVIMENTO POLITICO "NO EURO" IN VACANZA A MILAZZO PER QUALCHE GIORNO
Sabato 04 Maggio 2013 14:42
 foto di Nino Gervasio.
(Foto: Nino Gervasio)
 Ag. Agim - Contenuti per i media
Umberto Strianese - No Euro è un movimento politico italiano fondato a Torino il 28 ottobre 2003 da un gruppo di persone convinte che, a diversi anni di distanza dalla sua introduzione, la moneta unica europea non avesse prodotto effetti benefici per l'economia e per le famiglie italiane.  “NO EURO – dice in premessa Gervasio – in linea di massima non è contro l’Ue, se l’adesione fosse scaturita da un referendum popolare. Siamo contrari a questa Unione in quanto gestita da banchieri e massoni per l’esclusivo fine di lucro ad uso personale a discapito di alcune centinaia di milioni di cittadini europei. NO EURO non condivide l’uso dell’euro per ovvi motivi: cambio iniziale di 1,00= a £ 1936,27 quando in realtà il rapporto giusto doveva essere di 1, 00 euro= £ 1350. Fatta l’iniziale frittata, le conseguenze ora sono sotto gli occhi di tutti: aumenti indiscriminati di prezzi su beni di prima necessità, calo dell’esportazione dei nostri prodotti perché non più competitivi ecc…ecc…; l’argomento però non può essere trattato in poche righe e mi riservo di approfondirlo in un eventuale incontro con i cittadini di Milazzo che spero avverrà quanto prima”.
D.: quanti eravate all’incirca quando venne fondato il movimento? R.: 18 persone
D.: il Segretario nazionale è sempre Renzo Rabellino?  R.: sì è stato rieletto al Congresso del 2011 ed è tuttora in carica.
D.: siete presenti in tutte le Regioni italiane?  R.: Come Istituzioni in 3 Regioni grosse: Piemonte, Lombardia e Veneto; poi abbiamo punti di riferimento in 300 località della Penisola.
D. : su quali basi fondate la convinzione che la moneta europea sia completamente privata?
R.: che sia in mano ai privati è un dato di fatto. Non si può lasciare a costoro la gestione della moneta, strumento vitale per la sopravvivenza umana e la crescita dell’economia. Secondo noi deve essere lo Stato il coniatore e il programmatore del destino dei propri cittadini.
D.: cosa rappresenta il “signoraggio” del sistema bancario e perché secondo voi va abolito?
R.: il signoraggio è il cappio al collo di tutti i cittadini bisognosi di liquidità. Il conio da parte dello Stato l’abolirebbe automaticamente.
D.: alle ultime elezioni politiche eravate coalizzati o avete corso da soli?
R.: non abbiamo partecipato per mancanza di autenticatori necessari alla raccolta delle firme.
D.: quanti voti avete totalizzato alle ultime elezioni in cui eravate presenti?
R.: abbiamo preso circa 300 mila voti, lo 0,7% in 12 circoscrizioni.  
D.: da ciò che risulta la vostra idea è quella di far circolare la vecchia lira in Italia e l’euro a livello europeo? O ambedue potrebbero essere utilizzate da noi e ovunque?
R.: la doppia circolazione è già in atto in Romania. La nostra intenzione e proposta è far circolare la vecchia lira come moneta interna complementare e l’euro per scambi internazionali.

D.: pensa davvero che utilizzando due monete nel nostro Paese possa essere conveniente per i cittadini?
R.: la convenienza si noterebbe al primo acchitto con l’abolizione del signoraggio, e questo è già un ottimo inizio per risolvere i problemi del nostro Paese.

 - Il programma di NO EURO è fondato, come si evince dall’intervista, dall’abolizione del signoraggio del sistema bancario privato e avere una moneta di proprietà pubblica nazionale.
Il movimento si presenta per la prima volta agli elettori in occasione delle elezioni europee del 2004 soltanto nella circoscrizione nord-ovest, raccogliendo 70.179 voti (lo 0,8% a livello circoscrizionale). Intanto cercando di consolidarsi, convoca il suo primo congresso nazionale l’1 e il 2 ottobre 2005 a Milano, dove viene eletto Renzo Rabellino come segretario nazionale.
Presenta il suo simbolo anche per le elezioni politiche del 2006, alleandosi con la Casa delle Libertà e modificando lo slogan in: "No Euro Iniquo". A queste elezioni raccoglie 58.757 voti (pari allo 0,15%) alla Camera e 30.515 voti (pari allo 0,09%) al Senato. Sempre nel 2006 alle Elezioni Amministrative ottiene 8 Consiglieri di Circoscrizione a Torino ed 1 Consigliere Comunale ad Odalengo Grande, in provincia di Alessandria.
Alle Elezioni amministrative 2007 il movimento si presenta al di fuori delle due coalizioni principali e all'interno della lista No Euro - Alternativa dei cittadini, esso presenta candidati sindaco in 18 comuni tra cui Cuneo, e alla fine, oltre a vari consiglieri comunali riesce a insediare il suo primo sindaco, Massimo Calleri, nel comune di Sambuco.
Per le Elezioni politiche italiane del 2008 il movimento si presenta nella lista No Euro - Lista dei grilli parlanti, la quale accorpa anche i seguenti movimenti:
Alle elezioni europee del 2009, il movimento propone una consultazione on-line promuovendo candidature di singoli cittadini che si riconoscano nel programma di "No euro" ed abbiano un certificato penale pulito. Non si presenta, tuttavia, con una propria lista ma a sostegno della Fiamma Tricolore - Destra Sociale.
Alle elezioni regionali del 2010, in Piemonte, il candidato Renzo Rabellino ottenne 36.999 voti, pari all'1,68% delle preferenze, mentre la lista Grilli Parlanti-No Euroraccolse 13.186 voti, pari allo 0,70% delle preferenze. In quell'occasione il candidato presidente si presentò con una coalizione formata da 9 liste tra cui Forza Nuova,Popolari UdeurFiamma TricoloreLega Padana e altre formazioni minori. La listaNadia Cota - Liberali venne esclusa dalla competizione elettorale piemontese in quanto il nome appariva troppo confondibile con quello del candidato presidente dellaLega Nord Roberto Cota.
Nel 2011, la lista No Euro si presentò alle elezioni comunali di Torino, ottenendo l'1,01%, pari a 4.033 voti, all'interno di una coalizione di 6 liste a sostegno del candidato Domenico Coppola, omonimo di Michele Coppola, candidato sindaco delPdL. Allora fece la sua comparsa anche un'altra lista dal nome analogo, la lista "Cosima Coppola", a sostegno del candidato sindaco del Terzo Polo Alberto Musy. Domenico Coppola, ottenendo il 3,57 % delle preferenze, pari a 16.089 voti, venne eletto consigliere comunale, ma purtroppo morì quattro giorni dopo l'elezione e venne sostituito da Denis Stefano Martucci detto Coppola.
 Fonti: informazioni tratte da Wikipedia

Strategia della tensione economica


Le santarelline dei Bankster e la strategia della tensione

http://felicitaannozero.altervista.org/bankster/le-santarelline-dei-bankster-e-la-strategia-della-tensione#.UZOvdqAdHFJ
 Ognuno di noi principalmente dovrebbe chiedersi: "Per quale motivo degli esseri umani, che hanno vissuto per migliaia di anni nei loro paesi, oggi dovrebbero abbandonarli per venire a vivere in Italia? A chi fra voi piacerebbe andare a vivere per necessità in un altro paese?"
Ebbene se veramente queste donne fossero cosi sensibili nei confronti degli stranieri, lotterebbero per far cancellare i debiti truffa dei loro paesi di origine e ne denuncerebbero l'illegittimità.
Denuncerebbero i meccanismi con cui le banche e le multinazionali hanno letteralmente rubato loro i terreni agricoli, le risorse minerarie, quelle petrolifere, etc.
Se fossero donne intellettualmente oneste e sensibili, come vorrebbero farci credere, denuncerebbero quelle industrie farmaceutiche che hanno sfruttato migliaia di bambini in Africa per per testare farmaci (tra cui vaccini altamente tossici) e gli altri affari sporchi delle fabbriche di armi (tra cui la Beretta) che sono causa di morte e distruzione.
Queste donne cosi attive nel sociale, hanno mai, per esempio,  reso noto il discorso di Thomas Sankara che fece all'ONU e per il quale è stato ucciso? 
Vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=ZV9O4xoPvUE

Certamente una piccola percentuale di stupidi razzisti ci saranno pure, ma sono convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini nutre un ragionevole sentimento di rabbia e non di razzismo nei confronti degli immigrati, ma ciò accade soprattutto per i disagi economici che viviamo attualmente.
Sono sicuro che se tutti avessimo un reddito minimo garantito, non si lamenterebbe nessuno della presenza degli stranieri, anzi, sarebbe l'opportunità di condividere culture diverse.

Queste donne dicono di essere contro il razzismo e per le pari opportunità, ma sono state messe al governo per favorire gli obiettivi illuminati dei nuovi architetti del sociale, per istigare il popolo all'odio e alla violenza, con lo scopo di condurci alla realizzazione degli Stati Uniti d'Europa, quindi al NWO.

Se cosi non fosse, non dovrebbero farsi complici di quei governi che consentono:
- l'immigrazione di stranieri e l'emigrazione dei ricercatori italiani;
- l'importazione di quei beni a basso costo dai paesi poveri che sfruttano mano d'opera infantile degradando il nostro made in Italy;
- di dare 3 €uro al giorno ai terremotati per sopravvivere di stenti e di darne 35 agli immigrati, più vitto e alloggio;
- di dare le case popolari agli zingari e contemporaneamente sfrattare gli italiani;
- di privare gli operai della cassa integrazione e contemporaneamente dare un reddito mensile agli extracomunitari;
- di togliere il crocifisso dalle scuole perché ritenuto (da alcuni esponenti musulmani) pornografia ;
- di definire disagio sociale quando uno straniero accoltella un italiano, al contrario diventa odio razzista;
- di vietare agli uomini l'ingresso negli ospedali se nella stanza ci sono donne musulmane ricoverate;
- e cosi via, la lista continua.

Tutto questo genera rabbia, tanta rabbia, che ha poco a che fare con il razzismo ma molto con la strategia della tensione che è una tattica che mira a dividere, manipolare e controllare la pubblica opinione usando paura, propaganda, disinformazione, guerra psicologica, agenti provocatori ed azioni terroristiche di tipo false flag!
Angelo Tirone

INCREDIBILE: Olli Rehn spiega il signoraggio ma nessuno lo capisce!




INCREDIBILE: Olli Rehn spiega il signoraggio ma nessuno lo capisce!

- di Maurizio Elia Spezia - http://www.losai.eu/incredibile-olli-rehn-spiega-il-signoraggio-ma-nessuno-lo-capisce/ 15 maggio 2013

La notizia sta già cominciando a girare per il web ma nessuno la sta trattando nella maniera corretta, ovvero Olli Rehn vuole eliminare ulteriore sovranità agli Stati membri attraverso l’eliminazione delle monetine da 1 e 2 centesimi.
Cosa significa?
Come abbiamo già ampiamente specificato nell’articolo: “Moneta: convenzione o valore? [2]”   la proprietà della rendita da signoraggio (ovvero la differenza tra il valore di produzione e il valore nominale) sulle monete appartiene allo Stato che le EMETTE, già perchè, per chi ancora non ne è a conoscenza le monete Euro appartengono agli Stati che le emettono, infatti ogni stato ha la propria monetina mentre le banconote sono di proprietàESCLUSIVA della BCE che le emette e le PRESTA agli stati membri.
Ci siamo già tolti un interrogativo quindi, quello sulla sovranità economica nazionale che dovrebbe venire meno togliendo  dalla circolazione le monetine da 1 e 2 centesimi.
Ma a cosa serve questa mossa?
Già questa mossa ci lascia un pochino stupefatti perchè l’elevato costo di produzione della moneta (che non è carta e quindi la materia prima è più costosa) non è solo sui centesimi ma possiamo azzardarci a dire  che lo Stato guadagna dai 50 centesimi in su, quindi le monete non erano un ricavo per gli Stati ma un COSTO.
Dopo più di 10 anni Olli Rehn se ne accorge?
E’ evidente che questo passo può solo farci pensare che la BCE insieme alla Commissione europea responsabile per gli Affari economici e monetari  stanno mettendo in atto della mosse  per eliminare l’ultimo spiraglio di sovranità che appartiene agli Stati, la moneta in ferro.
Dopo le nuove 5 Euro ci regaleranno dei biglietti da 50 centesimi o elimineranno tutte le monete per dare spazio alla moneta elettronica [3]?
Ricordiamo infine a tutti la vicenda “Cosentino” riportata in questo articolo: “Cosentino si dimette. Il signoraggio colpisce ancora? [4]”  e vi alleghiamo anche la risposta scritta: “ Interrogazione a risposta scritta 4/00932 [5]“.
Buona lettura.

Alla ricerca della liquidità perduta

Marco Della Luna: "Alla ricerca della liquidità perduta"


Il sistema-paese soffre di arretratezza tecnologica e infrastrutturale, di inefficienza e dispendiosità della macchina amministrativa, di lentezza e corruzione di quella giudiziaria, di costi elevati di una politica e di una burocrazia ampiamente parassitarie, per non parlare dell’influenza istituzionale della criminalità organizzata e, ovviamente, della insostenibile pressione fiscale.

Il male di fondo, quello che toglie i mezzi anche per affrontare gli altri mali, e da cui direttamente dipendono insolvenze, fallimenti, licenziamenti, crollo di speranza, investimenti e consumi, è però un altro, ossia la carenza di mezzi monetari, il costo eccessivo (rispetto ai paesi competitori) del denaro, le difficoltà ad ottenere credito. Una carenza crescente, sempre crescente, che, attraverso la deflazione, rende sempre più oneroso, difficile o impossibile, il pagamento degli interessi e dei debiti. E delle imposte. E dei contributi. Non dimenticate che la Corte dei Conti ha rilevato che molti enti pubblici sono morosi di parecchi miliardi di versamenti contributivi all’Inpdap-Inps. Corre voce, probabilmente gonfiata, che questa mina esploderà presto.

Immaginiamo una pozza in cui l’acqua stia calando lentamente progressivamente. I pesci rossi, gialli e verdi boccheggiano. Perché cala l’acqua nella pozza? In parte evapora, in parte defluisce seguendo rigagnoli, in parte – la parte maggiore – si raccoglie in una cavità nascosta sotto il fondo dello stagno.


I pesci non hanno più lo strumento della creazione di liquido e non possono usarlo per compensare l’acqua che se ne va. Hanno ancora lo strumento fiscale, con cui possono distribuire l’acqua diversamente tra pesci rossi, gialli, verdi – ossia, tra settore pubblico e privato, tra nord e sud – ma non possono trattenerla né rabboccarla. Anzi, le misure fiscali tendono a far aumentare la fuga dei liquidi e scoraggiano gli investimenti stranieri. La gente comune non ha ben chiaro che i soldi che lo Stato prende con imposte e con la lotta all’evasione sono soldi che semplicemente si spostano all’interno della pozza, ma non aumentano la quantità di liquidi disponibile, quindi non alzano il livello dell’acqua nella pozza, ma semmai accelerano il suo deflusso.

L’acqua che evapora sono quei capitali – miliardi di Euro – che si spostano all’estero e vengono investiti in modi tali da sottrarsi al fisco nazionale (vedi scandalo Offshore-Leaks: 32.000 miliardi di dollari scoperti sinora, ovviamente in ambito globale). L’acqua che defluisce nei rigagnoli sono i liquidi che vanno all’estero come pagamenti di interessi e capitali (disavanzo commerciale), come rimesse degli immigrati (pensiamo particolarmente ai cinesi), come trasferimenti netti a favore di UE, MES, etc.

Su queste perdite di liquidi si può intervenire, ma solo marginalmente e non certo risolutivamente, anche perché per attrarre liquidità dall’estero mediante saldi attivi della bilancia commerciale, turismo e investimenti, dovremmo svalutare rispetto ai partners, ma questa opzione è preclusa dall’Euro, dalla cessone del controllo sui cambi. Il calo del livello dell’acqua continuerà inevitabilmente e mortalmente. Possiamo ritardare il calo, guadagnare qualche mese, ma non fermarlo, non cambiare l’esito, e l’esito è che i pesci moriranno uno dopo l’altro, sempre più velocemente. Lo stanno già facendo.

Diversamente dai pesci della pozza USA e della pozza del Sol Levante, noi non possiamo creare acqua per ristabilire il livello vitale, poiché anche questo potere l’abbiamo trasferito alla BCE, la quale, per statuto, non può fare interventi di questo tipo, che invece fanno la Fed con Obama e la BoJ con Shinzo Abe. La BCE e altri istituti internazionali ed esteri intervengono abbassando i tassi e dando denaro fresco alle banche e al settore finanziario, però questa liquidità non arriva, sostanzialmente alla pozza, ai pesci, all’economia reale – rimane dei circuiti finanziari, in impieghi che non pagano tasse nel Paese, perché le banche usano quei soldi non per prestiti all’economia reale, ma per chiudere buchi di bilancio (contenzioso sommerso) e per investimenti speculativi, più redditizi e sicuri in un’epoca di depressione con outlook sfavorevole. Anche i tassi rimangono alti e handicappanti nella competizione internazionale.

In conclusione, le possibilità di intervento sono scarse, marginali e nessuna è idonea a risanare la situazione e a rilanciare l’economia. Il dibattito attuale è quindi improduttivo.

Rimane l’acqua nascosta nella caverna sotto il fondo dello stagno. E la falla attraverso cui quell’acqua è finita nella caverna. E’ una falla causata da principi contabili errati, cioè non corrispondenti alla realtà economica, in materia monetaria e creditizia. Il concetto è estremamente semplice – così semplice, da risultare sfuggente, ma è oggettivo e verificabile. Si tratta di riuscire a riflettere sull’ovvio. Se si chiude la falla, migliorano drasticamente i bilanci delle banche commerciali, sia come conto economico, sia come stato patrimoniale; inoltre la erogazione dei crediti diventa molto più leggera patrimonialmente. Do per scontato che tutti sia noto che il sistema bancario opera attraverso un moltiplicatore, che gli consente di prestare un multiplo della raccolta – le banche non sono soltanto intermediari del credito, non si limitano a prestare la raccolta applicando una forbice sui tassi, ma creano liquidità – ecco perché il credit crunch è anche un liquidity crunch.

La falla consiste nel mancato rilevamento contabile, in conto di ricavo della banca, di una realtà economica oggettiva e fondamentale, ossia dell’acquisizione di potere d’acquisto (valore) da parte dei mezzi monetari – denaro primario e denaro creditizio, come assegni circolari, bonifici, lettere di credito, saldi attivi di conti correnti. I mezzi monetari non hanno un valore intrinseco non essendo fatti di metalli pregiati, né sono convertibili in metalli pregiati. Il loro valore, cioè il potere d’acquisto, non è prodotto dalla banca, ovviamente, la quale non produce beni reali; esso deriva dalla loro accettazione da parte del mercato, dal fatto che il mercato è disponibile a dare beni o servizi reali in cambio di essi, sebbene essi non siano beni reali. Essi quindi, nel momento in cui la banca li emette sotto forma di erogazione di credito o di acquisto diretto di titoli finanziari, assorbono o ricevono dall’esterno il valore, il potere di acquisto, e cessano di essere meri pezzi di carta o impulsi elettronici per divenire moneta. La banca preleva dal mercato, dalla generalità dei soggetti, un potere d’acquisto che essa non crea, e lo presta a un soggetto determinato, percependo da questo soggetto un interesse. 

Orbene, questa trasformazione, questa acquisizione di valore, è un fatto economico reale, esattamente un ricavo della banca che emette la moneta primaria o quella creditizia. Un ricavo che, con i principi contabili vigenti, non viene contabilizzato. Conseguentemente abbiamo che la banca, quando eroga 100, dovrebbe, nel conto economico, registrare, a scalare:

ricavo da acquisizione di potere d’acquisto: + 100

costo da erogazione di potere d’acquisto: – 100

ricavo da acquisizione di credito: + 100

SALDO OPERAZIONE: + 100

Sotto gli attuali principi contabili, la prima registrazione non avviene, quindi il ricavo di 100 “sparisce” nella caverna sotterranea, non viene tassato, non si traduce in attivo patrimoniale, in possibilità di credito. Le sorti di questi ricavi non contabilizzati dovrebbero essere indagati. Probabilmente prendono la via di paradisi fiscali, dove riaffiorano, carsicamente, e sono impiegabili in operazioni speculative o in vantaggiosi investimenti reali.

Con questo concludo, ritenendo di aver perlomeno indicato in linee generali dove bisogna metter mano, se non si vuole sprofondare domani o fra una settimana nel buco nero dell’indebitamento. E di aver anche dimostrato la sostanziale impotenza, o il valore meramente dilatorio, delle altre opzioni sul tavolo. Da politici che non hanno le leve macroeconomiche non ha senso aspettarsi soluzioni.

Un’ultima osservazione: nel mondo l’aggregato del debito soggetto a interesse è di almeno 2 milioni di miliardi di Dollari, e l’aggregato degli interessi da pagare sicuramente supera i 100.000 miliardi, mentre il prodotto lordo globale arriva a 74.000 miliardi. Il servizio del debito esistente viene quindi pagato contraendo nuovo debito. Il mondo è un grande schema Ponzi, e non vedo altre vie che la riforma contabile suddetta, per prevenire che questo schema Ponzi scoppi in un global meltdown.


Marco Della Luna 

Fonte: http://marcodellaluna.info/sito/2013/05/12/alla-ricerca-della-liquidita-perduta/