Quando il professor Giacinto Auriti iniziò a parlare di signoraggio
bancario, di moneta, di sistema bancario, erano gli anni Settanta,
nessuno ne parlava, nessuno sapeva cos’erano. Oggi che l’argomento è
diventato di pubblico dominio, grazie alla destra, alla Lega e anche a Beppe Grillo,
le teorie economiche del missino Auriti vengono rivalutate. Giacinto
Auriti, abruzzese doc, professore universitario (fu cofondatore
dell’università di Teramo), economista, scrittore,
saggista, imprenditore e molto altro ancora, è un poundiano di ritorno,
perché partendo dalle considerazioni del grande economista e poeta Ezra Pound
ha elaborato una teoria tesa a privare le banche centrali della
proprietà della moneta che – secondo Auriti – andrebbe restituita ai
cittadini. Ma negli anni Settanta e Ottanta l’Europa andava a gonfie
vele, l’economia tirava, e Auriti era considerato solo un eccentrico
professore che diceva fastidiose cose alternative; in più, era missino
convinto, e pertanto a priori non andava ascoltato né valorizzato: su di lui c’era l’anatema dell’intellighenzia
antifascista, da lui non poteva venire nulla di buono. Se Auriti fosse
stato un economista e docente universitario schierato a sinistra, nel
gregge, sicuramente oggi le sue idee sarebbero state messe in pratica,
probabilmente l’Italia e la Ue
sarebbero in condizioni diverse. Ma così non è andata: la miopia del
pensiero omogeneo unico e del politicamente corretto l’hanno avuta vinta
sulle idee vincenti e rivoluzionarie di Auriti, e gli unici a ricordare
le sue battaglie ei suoi ammonimenti sono la Lega e Casapound, peraltro inascoltati dal sistema come lo fu lui ai suoi tempi.
Auriti fu docente universitario e scrittore
Eppure in un’intervista del 1999 Auriti dichiarò che un giovane
comico, Beppe Grillo, lesse i suoi libri sulla moneta, se ne innamorò,
andò a conoscerlo e strinsero un ottimo rapporto: vero o non vero, è
però una realtà che da allora in poi Beppe Grillo nei suoi seguitissimi
spettacoli iniziò a parlare di signoraggio bancario, di truffa delle
banche centrali nei confronti degli Stati sovrani, di moneta e
quant’altro, peraltro riscuotendo sempre grandissimi successi. Non
sappiamo in realtà se Beppe Grillo fu un vero e proprio discepolo di
Giacinto Auriti, come il professore dichiarò, però è certo che il comico
genovese ha fatto delle teorie di Auriti il suo cavallo – vincente –
di battaglia, e si potrebbe addirittura pensare che la discesa in campo
di Grillo sia l’onda lunga del desiderio di combattere il sistema
bancario così come teorizzava il professore di Guardiagrele. Auriti era
nato infatti in quel comune abruzzese in provincia di Chieti nel 1923, e scomparve a Roma l’11 agosto del 2006. Elaborò la sua famosa Teoria del valore indotto della moneta negli anni Settanta: nel 1977 diede alle stampe il libretto Principi e orientamenti per una moneta europea,
in cui descriveva le linee guida per una eventuale adesione a una
valuta comune europea, e si tenga presente che allora di euro non si
parlava, al massimo si pensava all’Ecu, che però non fu mai realizzato.
Nel 1993 fondò, e ne diventò preside, l’università di Teramo, dove
organizzava convegni anche internazionali sulla moneta; successivamente
fondò la scuola di Teramo di diritto monetario. Secondo Auriti, in
definitiva, le banche centrali ricaverebbero profitti indebiti dal
signoraggio sulla emissione di cartamoneta, cosa che influisce non poco
anche sul vertiginoso aumento del debito pubblico. Auriti fu
protagonista di denunce contro la Banca d’Italia per una serie di
accuse, portò davanti al giudice la questione del signoreggio bancario,
avviò l’esperimento rivoluzionario del Simec nel suo paese natale, con
l’emissione di moneta, esperimento che fu interrotto dalla Guardia di Finanza.
Oggi però, le sue idee sono germogliate: il web è pieno di articoli e
tesi riguardanti il signoraggio, il sistema bancario, la truffa della
moneta, insomma tutte quelle teorie che Auriti aveva elaborato
denunciando le storture dell’intero sistema economico mondiale. Se ne
parla sui giornali, in internet, nei partiti, ne discutono gli
economisti, sono studiate dai giovani. Le idee di Pound e di Giacinto
Auriti, insomma, oggi camminano con altre gambe. Ma camminano.