giovedì 20 ottobre 2011

Domenico De Simone presenta CRAC !

Berneschi: 'indagati' 'indignati' e ...'censurati'...?

Il 18 ottobre Berneschi, presidente della Carige, dichiarava al convegno Confindustria per l’internalizzazione delle PMI che la valutazione delle agenzie di rating è “solo politica”. Si noti una cosa, il giorno dopo puntuale arrivava il declassamento dell’agenzia Standard & Poors da A- a BBB+, intervenuto appena dodici giorni dopo quello di su’ sore’ Moody’s da A2/P-1 a Baa1/P-2.
Si noti un’altra cosa: mentre in Italia si internazionalizzano le PMI, volenti o nolenti, dedicando a tale azione massificata convegni e fondi, imponendo l’out out “o internazionalizzazione o fallire”, per fare posto alla grande distribuzione e alle big corporations straniere, in Francia le associazioni industriali e patronali si studiano il modello italiano (e svedese) di sviluppo delle PMI, e lo fanno finanziando un think tank o gruppo di studio chiamato Fabrique de l’Industrie, presieduto dal numero uno di Eads, per delineare una nuova politica industriale in modo da supplire alla carenza in Francia di PMI (http://www.la-fabrique.fr/4-questions-a-Louis-Gallois-president-de-La-Fabrique-de-l-industrie.htm - (http://www.linkiesta.it/sorpresa-ripartire-francia-studiano-le-nostre-pmi). Apparentemente il modello PMI italiano era buono, e anche quello dell’IRI, o meglio sarebbe stato buonissimo se non fossero stati attaccati dagli usurocratici internazionali.

Si noti anche che il metodo PMI in Italia, da sempre fiore all’occhiello dello stimatissimo Made in Italy, oltre a non essere né incoraggiato, né incentivato né tanto meno finanziato – pena la scure dell’antitrust, della Commissione europea e di tutti quanti - sta subendo un massacro generalizzato mediante appositi strumenti burocratici, fiscali, creditizi, studi di settore truffaldini. Si pensi che ad esempio Artigiancassa (cfr. http://www.artigiancassa.it/Pagine/default.aspx ), deputata a erogare crediti agli artigiani, è stata acquisita da BNP PARIBAS, creditrice al 30% del nostro debito pubblico, parzialmente proprietà dello Stato francese, banca dealer dei nostri titoli di Stato, socia in affari dell’azionista di riferimento (Albert Frère) di Gaz de France Suez, Total(FinaElf), Suez Environnement, Lafarge, Imerys, e controllante totalitaria della BNL… quella BNL che Fiorani e Berneschi volevano scalare in tutta fretta magari per evitare quest’ondata di occupazioni finanziarie del nostro paese. Stanno andando avanti nell’indifferenza della magistratura anche vere e proprie frodi generalizzate: molti sono infatti i casi d’iscrizione illegale delle PMI nel registro delle centrali di rischi delle banche con esposizioni debitorie fasulle, in modo da costringerle a ‘rientrare’ improvvisamente dai fidi e così facendo, fallire.

Si noti anche che quello che era apparso come uno sfogo particolarmente sincero di un presidente di una banca, Berneschi, non è stato più rintracciabile in alcun sito internet. Nel suo sfogo davanti a Confindustria, Berneschi si era infatti lamentato (vado a memoria) che con le regole contabili “imposte” – sottinteso dalla Banca internazionale dei regolamenti (?) - era diventato particolarmente difficile operare ed erogare credito  al pubblico e alle imprese e che Draghi non li aveva difesi, “pensava ad altro”. E che le banche del paese sono sane, vengono valutate dalle agenzie di rating senza esame dei fondamentali. Tale articolo “al veleno” è sparito da tutto il net, e a meno di abbonarsi o richiedere una copia all’archivio del Secolo, lo sfogo di Berneschi è introvabile.

Ora tale articolo è importante perché è un indizio di quel complotto della cupola finanziaria internazionale contro il nostro paese – uno dei tanti, vedasi i PIIGS, vedasi Siria e Libia, Polonia, Iraq, Afghanistan e Iran ecc. – una cupola invisibile, un governo ombra che ricatta, minaccia, censura, oscura, manipola dati e informazioni continuamente, manda i sicari, se del caso, fa paracadutare i suoi uomini in posti di alta responsabilità e su di essi preme al minimo sgarro, virgola di traverso, sospetto di non conformità. Basti pensare che Berneschi è uno di quei banchieri processati per la tentata scalata a BNL (http://www.corriere.it/economia/11_aprile_20/unipol-consorte-fazio_fb0f719e-6b65-11e0-b852-b4a6122a06f0.shtml ) che se non altro aveva il merito di essere ‘patriottica’ nel senso che avrebbe drenato meno crediti e capitali all’estero che non attualmente che è passata di mano a BNP Paribas – quella stessa BNP PARIBAS che ha chiuso completamente i rubinetti del credito agli artigiani mentre le nostre rendite e i nostri utili vanno direttamente ai suoi interessi franco-rotti (‘rossoscudi’), quelli della maggiore creditrice del nostro debito pubblico ‘sovrano’, a vantaggio della quale probabilmente è stata fatta fallire DEXIA..

Molte di queste alte cariche hanno, apertamente o discretamente, simpatizzato con la rivolta degli indignados, chi per strumentalizzare il movimento, ma altri per sincera e genuina simpatia. In fin dei conti anche loro hanno dei figli, e a giusto titolo si sentono preoccupati per la sorte che toccherà loro, che rischierà di essere sicuramente meno buona dal punto di vista economico della loro. Una sorte che i primi a non volere sono proprio loro, i figli, che a 20 anni sono indignati e si sentono facenti parte di quel 99% che contesta l’1% dei ricchi criminali del pianeta. Chi è intelligente, e non furbo, si rende conto che in tale contesto socioeconomico si storpia tutto, ivi comprese le relazioni amorose e la realizzazione personale e professionale.

Contro le agenzie di rating è stata inoltrata in data 13 ottobre una denuncia querela : contro le agenzie di rating, eventuali legali di dette e altre agenzie di rating, il governatore Draghi e il direttore generale Saccomanni della Banca d’Italia SPA per le seguenti ipotesi di reato seguenti (http://seigneuriage.blogspot.com/2011/10/denunciaquerela-contro-agenzie-di.html ):

1)Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
2) Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
3) Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
4) Corruzione del cittadino da parte dello straniero (art. 246);
5) Disfattismo politico (art.265 cp);
6) Disfattismo economico in periodo di guerra contro Serbia, Iraq, Libia, etc., etc., (art.267 c.p.);
7) Devastazione, saccheggio e strage (art.285 c.p.);
8) Corruzione per un atto d’ufficio (art.. 318 c.p.);
9) Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.);
10) Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art.320 c.p.);
11) Rifiuto di atti d’ufficio (art.328 c.p.);
12) Abusivo esercizio di professione (art. 348 c.p.);
13) Turbata libertà degli incanti (art.353 c.p.);
14) Omessa denuncia di reato da parte del cittadino (art. 364 c.p.);.);
15) Associazione a delinquere (art.416 bis);
16) Devastazione e saccheggio )art.419 c.p.);
17) Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di produzione
(art.499 c.p.);
18) Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio
(art.501 c.p.);
19) Manovre speculative su merci (art.501 bis c.p.);
20) Turbata libertà dell’industria o del commercio (art.513 c.p.);
21) Istigazione o aiuto al suicidio (art.580 c.p.);
22) Furto (art.624 c.p.);
23) Truffa (art.640 c.p.);
24) Frode informatica (art.640 ter c.p.);
25) Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate, o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico (art. 656 c.p.);
27) Procurato allarme presso l'autorità (art. 658 c.p.)
28) Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
29) Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-

Nicoletta Forcheri
20 ottobre 2011

Il signoraggio non è un' opinione


Il signoraggio non è un' opinione

Paperblog, 20 ottobre 2011 da Bruno


Troppi sedicenti attivisti, soprattutto di "sinistra" ( qualunque cosa significhi oggi, ma loro ci tengono a specificarlo e quindi vabbeh ), somigliano a quelle donne che, rese edotte sulla funzione del carburante per la locomozione della loro macchina, all' accendersi della spia di riserva pensano, essendo rossa, di riuscire a convincerla a spegnersi semplicemente mettendosi a parlarle di Marx.

Questi COGLIONI IPERURANI confondono ancora ( in buona o cattiva fede ) il calcolo matematico e la legge strutturale con l' ideologia e l' opinione concettuale; considerano la fisica una filosofia discutibile da interpretare col "Capitale", il primo principio della termodinamica un' idea astratta priva di qualsiasi risvolto pratico,  e Newton un "filosofo" ( ovviamente di destra ): per questo essi galleggiano nell' aere lieti come i loro colorati palloncini, immuni dalla forza di gravità.

A loro dedico questi due filmati: il primo perchè prendano l' esempio Islandese ad ispirazione concreta delle loro astratte rivendicazioni; il secondo perchè facciano delle loro mille bandiere, delle relative duemila correnti ideologiche ( che si piccano di differenziarsi sulla sfumatura del fuxia ), delle loro logorroiche dispute ideologiche sui massimi sistemi un uso molto più pragmatico, che non posso apertamente enunciare in questo contesto.



Il signoraggio non è un' opinione 
Non starò quindi ad entrare in merito alla questione tecnica del "signoraggio" ( brutto termine onnicomprensivo di diverse e svariate tecniche monetarie DEBITORIE qui sostituito con il concetto più consono di "Moneta Debito" ); chi ancora non sa o non vuol sapere a quale tecnica di dominio ci si riferisca esattamente con tale termine vada a spiluccare alla categoria specifica.

A chi invece, talmente IDIOTA da non fidarsi del proprio cervello che, se fatto girare appena al minimo percettibile, gli mostrerebbe con lampante evidenza il motivo delle "crisi" che oggi si palesano con tanta violenza; a chi, ben edotto dalle logorroiche dispute della sinistra, pretenda a gran voce la "fonte ufficiale" anche delle proprie scorregge non fidandosi del proprio naso, consiglio di andarsi a consultare questa tesi di laurea dove troverà ampia citazione di fonti.
A chi infine "No guarda che non è proprio così" rispondo semplicemente che "o ci fa, o ci è", in quanto il meccanismo semplicissimo dell' induzione del debito sta tutto in un solo, chiaro, banale concetto: la PROPRIETA' PRIVATA DELLA MONETA ( ossia di una mera funzione astratta di scambio, "funzione" che, anzichè essere giuridicamente intrinseca ai contraenti stessi, viene in questo modo criminalmente prima "privatizzata", poi capitalizzata e ri-capitalizzata in vario modo, e infine si richiede la "pubblica restituzione" del capitale virtuale così generato ).

Non c'è molto da capire, n' est-ce pas ?? ... ma come dice il proverbio, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire ... 


Quel che mi preme maggiormente in tale contesto ( convincere i sordi di professione non è mia ambizione ) è invece mettere in guardia chi queste cose le conosce già a menadito dalle molte sirene che, come già anticipato, si metteranno in questo delicato momento a cinguettare suadenti assumendo tale argomento a loro "movente politico" ( sì, col cazzo che il sistema te lo lascerebbe fare ), da chi dice di "voler combattere il sistema dall' interno" ( ossia come chiedere che ne so, a Hitler di impiccarsi da solo perchè ti sta antipatico ), e amenità varie del genere: il cosiddetto "signoraggio", purtroppo, non è un' opinione, ma "IL" sistema stesso occidentale.  A buon intenditor ...

La cosa più odiosa è infatti quella di aizzare giacobinamente l’odio sociale ad indirizzarsi verso i soliti demoni del "capitalismo", della "politica", della "speculazione", del "governo", o sul web verso il solo tema caro ai sinistri dell' "imperialismo Usa" ( che c'è, ma come le altre è una componente secondaria, il braccio armato dell' intero sistema che è del tutto trasversale e sovranazionale ), ecc ...

Comportamento giacobino e infido che questo nostro coeso e bastardo sistema corporativo occidentale padroneggia in sommo grado e con gran maestria.




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Marra da Selvaggia Lucarelli, circa il signoraggio bancario

19/10/2011
Marra da Selvaggia Lucarelli, circa il signoraggio bancario e la collusione dei media, della politica e della magistratura, che fanno di tutto per occultarlo.

Grecia: via il governo e i partiti della plutocrazia

www.resistenze.org - popoli resistenti - grecia - 16-10-11 - n. 381

da Partito Comunista di Grecia - http://inter.kke.gr/News/news2011/2011-10-17-pb/
Traduzione dall'inglese per 
www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Dichiarazione dell'Ufficio Politico del CC del KKE
 
13/10/2011
 
Bloccare e rovesciare le politiche che massacrano il popolo
 
Via il governo e i partiti della plutocrazia
 
Radicale capovolgimento dei rapporti di forze a favore del KKE
 
Organizzazione e alleanza della classe lavoratrice e degli strati popolari ovunque
 
C'è una soluzione per il popolo con il potere popolare e dei lavoratori, disimpegno dall'UE - cancellazione del debito
 
La guerra contro i diritti e la vita del popolo, che il KKE aveva previsto e da cui aveva messo in guardia in modo tempestivo, è in pieno svolgimento e si intensifica. Non c'è tempo da perdere.
 
Il KKE chiama il popolo a un'alleanza militante per bloccare e rovesciare le politiche che ci condurranno, con i nostri figli, a vivere per decenni nella miseria più cupa, con salari da fame, disoccupazione, precarietà, senza diritti fondamentali, tutto allo scopo di proteggere i profitti e gli interessi dei gruppi affaristici dalla loro crisi e che condannano lo Stato alla bancarotta a loro necessaria.
 
Ora serve l'emancipazione popolare, il risveglio e l'organizzazione contro i nostri comuni e implacabili nemici: la plutocrazia al governo, i suoi altri partiti e i loro alleati internazionali, l'UE e il FMI. L'organizzazione popolare, il contrattacco e le forme di lotta devono corrispondere alla ferocia della spietata offensiva del capitale.
 
Per impedire le barbariche misure e per un imminente rovesciamento e la vittoria popolare, deve essere sollevato ora un forte movimento dei lavoratori e popolare in ogni posto di lavoro, settore e quartiere, un fronte popolare che ponga le seguenti questioni qui e ora:
 
- La fine dei sacrifici per la crisi e i profitti della plutocrazia.
- Il ritiro del governo e dei partiti che sacrificano il popolo per salvare il capitale e l'Unione europea.
- Il soddisfacimento dei diritti attuali dei lavoratori e del popolo. La classe lavoratrice e il popolo devono possedere la ricchezza che producono, con il potere popolare, il ritiro dall'Unione europea e la cancellazione del debito.
 
Nessun referendum deve essere accettato ora. Sarà una trappola, qualsiasi scusa e pretesto accampi il governo per realizzarlo. Il suo obiettivo è quello di dimostrare che il popolo sostiene o tollera le politiche governative. No al referendum, elezioni subito.
 
In questo momento, nulla dovrebbe impedire il risveglio delle coscienze, lo sviluppo impetuoso del movimento del lavoro e popolare e il conseguente rovesciamento del governo. Ciò danneggerà seriamente ND e gli altri partiti borghesi di Karatzaferis e Bakogianni, che concordano con gli obiettivi e l'essenza delle riforme per la perpetuazione del capitale e l'immiserimento del popolo. Attraverso le lotte e le elezioni la loro forza verrà drasticamente ridotta, spezzata l'influenza tra la gente.
 
Nelle elezioni - perché il popolo consegua dei vantaggi, guadagni tempo e si rafforzi - il PASOK [socialdemocratici al governo], ND [conservatori] e gli altri partiti desiderosi di promuovere coalizioni di governo per continuare e completare il crimine antipopolare, devono ricevere una sonora sconfitta. I partiti borghesi devono uscire danneggiati e indeboliti, cosicché qualsiasi coalizione sarà incapace di far passare le sue politiche. Una fondamentale precondizione è che la rabbia della gente e l'indignazione si trasformi in una forza militante organizzata, una forza di cambiamento in alleanza con il KKE. Le persone hanno motivi concreti per fidarsi del KKE e hanno il dovere di rafforzare il Partito Comunista di Grecia che da subito ha detto la verità, ha esperienza, è capace e provato, non ha obblighi verso i monopoli, né verso il sistema o l'UE, che non teme.
 
L'esperienza della Grecia e in Europa devono essere utilizzate dal popolo per trarre conclusioni utili, per capire che è suo interesse indebolire i partiti borghesi e il sistema politico e invece rafforzare il KKE e il movimento popolare organizzato. In questo modo il popolo può tener testa e vanificare gli sviluppi reazionari, mettere un freno all'annientamento dei suoi diritti, all'autoritarismo e alla repressione (strumenti utilizzati sempre dal sistema politico borghese per bloccare l'intervento del popolo) ed evitare il coinvolgimento del paese nelle guerre imperialiste.
 
La rivendicazione popolare di elezioni immediate deve essere coniugata alla disobbedienza militante, al rifiuto di pagare le nuove micidiali tasse, generalizzando tale comportamento ai campi dell'istruzione, della salute, della sicurezza sociale, in ogni ambito in cui il governo e lo Stato impongono alle famiglie degli strati popolari di pagare più e più volte per i loro diritti.
 
L'alleanza popolare per impedire le riforme e per il contrattacco può costituirsi con la partecipazione e l'attivismo dei lavoratori e dei giovani dal basso, allontanando quella dirigenza politica e sindacale ostile e bancarottiera che alimenta il compromesso e il fatalismo o le illusioni che il popolo possa essere salvato senza conflitto e senza lo scontro con i gruppi affaristici, i loro partiti, l'Unione europea.
 
La classe lavoratrice e gli strati popolari devono qui e ora liberarsi dai costrutti ideologici e reazionari della borghesia, dalle vecchie e nuove illusioni promosse dai partiti opportunisti provenienti dagli strati medio alti e dalla svenduta aristocrazia operaia, ossia quelli che sanno che i monopoli non ammetteranno più le concessioni fatte in passato per salvaguardare l'alleanza e il sostegno al sistema capitalista. Il capitalismo è così obsoleto e reazionario che non può più tollerare le conquiste operaie-popolari, ottenute nei decenni passati. A dispetto dei partiti borghesi e opportunisti l'Unione europea ha dimostrato di essere un'alleanza predatoria, al servizio della plutocrazia greca, disastrosa non solo per i lavoratori dipendenti e autonomi, ma anche per i ceti medi e la loro capacità produttiva per lo sviluppo del paese.
 
Lotte difensive e parziali oggi non sono sufficienti, non possono conseguire le conquiste del passato, né possono garantire una tutela minima contro l'aggressività dei monopoli e del loro potere. Nessun settore, nessuna categoria di lavoratori può salvarsi da sola.
 
Il cambiamento del PASOK non è di questi giorni: il partito socialdemocratico ha venduto l'anima al capitale molto tempo fa quando ha sostenuto il Trattato di Maastricht. PASOK e ND [Nuova Democrazia, conservatori] non possono cambiare, sono corrotti e reazionari, come il sistema che servono. Le brutali riforme in atto, erano contenute in entrambi i programmi di PASOK e ND, coerenti con il loro sostegno all'UE prima della crisi. Di conseguenza è una menzogna che gli stranieri abbiano imposto queste misure ai partiti di governo che si sono alternati nel paese.
 
Il memorandum, con la sua riduzione generalizzata dei redditi della classe operaia e degli strati popolari, rappresenta l'essenza della troika [UE, BCE, FMI], e nasce con l'approvazione del governo greco alle rivendicazioni della plutocrazia greca. ND e gli altri partiti, che fingono di essere all'opposizione, sono alla ricerca di una sua più veloce ed efficace attuazione. Le riforme del memorandum non sono temporanee. Conseguiranno misure ancora peggiori di fronte al fallimento programmato dal governo e dall'Unione europea.
 
La trappola più pericolosa per il popolo è credere che una soluzione a suo favore possa trovarsi nell'avvicendarsi di nuovi governi, variamente denominati: "di salvezza", di "centro-sinistra", "patriottici" o "di sinistra". Questi governi, proposti da varie forze, come SYN / SYRIZA [opportunisti], non daranno respiro al popolo, ma al sistema. Tali governi potranno trovare il sostegno di alcune sezioni della plutocrazia, perché non rappresentano un pericolo per il capitale, dal momento che non mirano a rovesciare il potere e il dominio dei monopoli. Al contrario, potrebbero rivelarsi utili, perché possono prevenire positivi processi di radicalizzazione della coscienza del popolo e portare alla disillusione. Le previsioni delle forze opportuniste in Grecia e nell'UE di qualsiasi sfumatura, si sono dimostrate fallimentari o utili al governo borghese. Per gli opportunisti è impossibile trovare e ancora più difficile essere d'accordo sulle cause della crisi e al di là di alcune rivendicazioni comuni non sanno formare una proposta alternativa per una via d'uscita e per il potere, perché la loro linea politica inizia e finisce con l'umanizzazione del capitalismo e la trasformazione dell'Unione europea.
 
Se nascesse oggi un "fronte comune" tra la classe operaia, il popolo e le sezioni della plutocrazia greca, alla ricerca di nuovi alleati imperialisti per sostituire quelli attuali, non avrà un carattere patriottico, ma costituirà semplicemente un cambio a livello di alleanze imperialiste, comunque ostili agli interessi del popolo.
 
Il patriottismo è giusto per il popolo, perché significa emancipazione popolare e alleanza contro il capitale, nazionale ed estero, disimpegno da tutte le organizzazioni imperialiste. Solo il potere e l'economia popolare possono salvaguardare la sovranità nazionale, la protezione del paese dai regimi imperialisti, a favore degli interessi del popolo.
 
La classe lavoratrice e gli altri strati popolari poveri non hanno ancora usato la loro grande forza. Non hanno ancora detto la loro ultima parola. Se alzano la testa, fiduciosi della loro potenza e della giustezza della loro causa, capiranno che sono una forza immensa che produce la ricchezza, che può diventare una forza di potere e creare un'organizzazione del tutto nuova di società e produzione, dove saranno padroni.
 
Atene, 13 ottobre 2011
 
Ufficio Politico del CC del KKE

Premio Wolfson per l’economia da 250.000 sterline


Comunicato diffuso martedì 18 ottobre alle 23:59
Lancio del premio Wolfson per l’economia da 250.000 sterline

Gli economisti di tutto il mondo sono stati invitati a dare una risposta sulla eventuale gestione dell’uscita ordinata di uno o più stati membri dall’Unione Monetaria Europea tramite un nuovo premio per l’economia del valore di 250.000 sterline (286.000 euro) lanciato in data odierna (19 ottobre 2011).

Il premio è indirizzato ai principali economisti accademici di tutto il mondo ed è stato istituito da Policy Exchange, la think-tank con base a Londra. Il direttore di Policy Exchange, Neil O’Brien, ha detto:
“Il premio Wolfson per l’economia è un progetto accademico emozionante e importante.

Il premio contribuirà a dare risposta ad alcune delle importanti questioni ancora irrisolte risalenti a oltre un decennio fa, quando l’Unione Economica Europea fu istituita.
Sebbene ci siano state numerose speculazioni su Paesi che potrebbero abbandonare l’euro, non c’è stata una sufficiente ricerca dettagliata sulle numerose e complesse domande che si porrebbero”.

Il premio è finanziato da Lord Wolfson di Aspley Guise, il quale ne è anche lo sponsor. Lord Wolfson ha spiegato i motivi dietro l’iniziativa.
In questo momento c’è davvero la possibilità che la pressione economica o politica possano costringere uno o più Paesi ad abbandonare l’euro. Se il processo non viene gestito correttamente, potrebbe mettere a rischio i risparmi europei, l’occupazione e la stabilità del sistema bancario internazionale. Il premio mira ad assicurare che venga dedicato un pensiero economico di alto livello su come l’euro potrebbe essere ristrutturato in valute più stabili.
Sarà necessario formulare considerazioni su come si presenterebbe una Eurozona post-euro, su come si potrebbe ottenere la transizione e come sarebbero equilibrati gli interessi occupazionali, dei risparmiatori e dei debitori. Sarà inoltre molto importante dare un’attenta considerazione alla gestione del potenziale impatto sul sistema bancario internazionale.”

Il premio Wolfson per l’economia, istituito una tantum, sarà il secondo premio per consistenza economica ad essere riconosciuto a un economista accademico, dopo il premio Nobel. Il premio sarà sponsorizzato dal Charles Wolfson Charitable Trust, un ente di beneficienza familiare. Il processo di assegnazione del premio verrà gestito da Policy Exchange, la think-tank indipendente con base a Westminster, a Londra.

La scadenza per la presentazione è fissata al 31 gennaio 2012. I partecipanti saranno giudicati da una commissione di eminenti economisti accademici.

Sin dal suo lancio nel 1999, l’Unione Monetaria Europea è diventata la seconda valuta più importante al mondo, con il 15-20% in più di euro rispetto ai dollari in circolazione in tutto il mondo. L’euro riveste grande importanza in transazioni di mercato, patrimoni bancari, fondi pensionistici, compagnie assicurative ed enti governativi in tutto il mondo.

Lord Wolfson ha dichiarato:
“La posta in gioco è enorme. Il futuro dell’economia mondiale sarà in gran parte guidato da ciò che succederà in Europa nei prossimi anni. Io, insieme ad altri uomini d’affari europei, spero che l’Eurozona si stabilizzi, ma qualora ciò non avvenga, l’Europa non deve avventurarsi a occhi chiusi all’interno di un vuoto politico. Il premio aspira a incentivare le menti più brillanti dell’economia a colmare questa mancanza politica: i loro sforzi potrebbero evitare che l’Europa precipiti in un caos finanziario che distruggerebbe risparmi, occupazione e coesione sociale.”

Contatti
Per ulteriori commenti, contattare James Bethell al numero 020 3397 0104, 07802 895 300 o all’indirizzo e-mail james.bethell@westbournecoms.com, oppure Emily Hamilton al numero 020 3397 0100, 07828 501 877 o all’indirizzo e-mail emily.hamilton@westbournecoms.com.

Note:

Lord Wolfson di Aspley Guise

Lord Wolfson ha studiato al Radley and Trinity College di Cambridge, dove si è laureato in legge. Ha iniziato a lavorare per Next nel 1991 come assistente alle vendite, ed entrato nel Consiglio di amministrazione nel 1997 in qualità di Direttore vendite e marketing. Nel 1999 è stato nominato Direttore Generale ed è stato nominato Amministratore Delegato nell’agosto 2001. Dalla sua nomina come Amministratore Delegato, i profitti dell’azienda sono raddoppiati superando i 500 milioni di sterline, gli utili delle azioni sono cresciuti a un ritmo pari al [16%] annuo, il valore delle azioni è più che raddoppiato passando da £10 a oltre £25, superando il FTSE 100 di oltre il [125%]. Next conta oltre 500 negozi e oltre 40.000 dipendenti.
Lord Wolfson è stato nominato Pari (membro della camera dei Lord) dal governo inglese nel giugno 2010. È un fiduciario di Policy Exchange e del Charles Wolfson Charitable Trust.

Policy Exchange

Policy Exchange è una istituzione di beneficenza indipendente e non partitica.
Collabora con accademici e policy maker di ogni provenienza politica e produce lavori di ricerca su un'ampia gamma di argomenti economici e finanziari. Policy Exchange fungerà da segreteria per il Premio Wolfson per l’economia.

Argomenti che i partecipanti dovranno affrontare

Ai partecipanti sarà richiesto di affrontare dettagliatamente le questioni sollevate da una eventuale uscita dall’Unione Economica Europea. Fra questi sono compresi:-

Se e in che modo ridenominare il debito di stato sovrano, i risparmi privati e i mutui domestici nei Paesi uscenti.

Se e come i contratti internazionali espressi in euro potrebbero essere modificati se una parte contraente si trovasse in uno stato membro uscente dall’Unione Monetaria Europea.

Gli effetti sulla stabilità del sistema bancario.

Il collegamento tra l’uscita dall’Unione Monetaria Europea e la ristrutturazione del debito di stato sovrano.

Come gestire gli effetti macroeconomici dell’uscita, compresi svalutazione, inflazione, fiducia ed effetti sui debiti.

Differenti tempistiche e approcci alla transizione (ad es. ridenominazione “a sorpresa” contro transizioni annunciate).

Come meglio gestire le implicazioni legali e istituzionali.

Una valutazione dell’evidenza basata su esempi storici rilevanti (ad es. il termine di vari regimi di cambio fisso e precedenti unioni monetarie).

Grecia, migliaia in piazza, scontri ad Atene

Cronaca Europa
Grecia, sciopero contro i tagli. Migliaia in piazza, scontri ad Atene

Blitz


ATENE – La Grecia sciopera per due giorni contro i tagli del governo: in migliaia sono scesi nelle piazze delle principali città, tutti gli esercizi commerciali e gli uffici sono chiusi. Il Paese è paralizzato per 48 ore, tutto per protestare contro il pacchetto di austerità che verrà votato giovedì in Parlamento. Non mancano gli scontri, soprattutto nel centro di Atene, dove ci sono stati lanci di molotov contro la polizia davanti al Parlamento.
Dalla mattina di mercoledì circa 125.000 persone sono scese in piazza in tutto il Paese, ad Atene, Salonicco, Patrasso e sull’isola di Creta. Una cifra record dall’inizio della crisi del debito greco nel 2010. Il centro di Atene è paralizzato, nella sola capitale si stima ci siano 70mila persone. Questo sciopero generale – il quinto dall’inizio dell’anno e il secondo di 48 ore da giugno – è considerato il più vasto dopo la caduta del regime dei colonnelli (1974) ed arriva a paralizzare completamente il Paese dopo due settimane in cui si sono succeduti già decine di scioperi settoriali.
Tutto è fermo: scuole, ministeri, banche, uffici postali, ospedali, studi professionistici, supermercati, panetterie mentre sono tornati a lavorare i giornalisti di radio, tv e quotidiani. Il consiglio direttivo della Confederazione Nazionale del Commercio di Grecia (Esee) ha deciso la chiusura, per oggi, di tutti i negozi del Paese. Anche i distributori di benzina resteranno chiusi in segno di protesta per le misure economiche del governo. Fermi anche i traghetti da e per le isole, i voli nazionali e internazionali e i controllori di volo che però si sono astenuti dal lavoro solo per 12 ore, dalla mezzanotte di martedì fino a mezzogiorno di mercoledì. Come già altre dicasteri nei giorno scorsi, anche il ministero della Giustizia è stato occupato, dalla mattina di mercoledì, dagli impiegati del sistema carcerario. In un comunicato sostengono che ”la situazione nelle carceri ha raggiunto livelli molto pericolosi perché manca il personale in tutti i reparti che in certi casi raggiunge il 60% del necessario”.
Ad Atene, in piazza Syntagma, i primi incidenti: i manifestanti cercano di raggiungere il Parlamento, scontrandosi con la polizia. Aalcune centinaia di giovani hanno lanciando bottiglie molotov, pietre e vernice rossa contro i cordoni di polizia schierati per impedire l’accesso al Parlamento. Le forze dell’ordine hanno risposto con i lacrimogeni. Anche un gruppo di tassisti, circa trecento secondo i testimoni, si è scagliato contro le forze dell’ordine con pietre e sacchi di spazzatura. I proprietari di taxi stanno protestando contro la liberalizzazione delle licenze.
Gli agenti in tenuta anti-sommossa si sono schierati a protezione del monumento del milite ignoto, che sorge sul lato frontale del Parlamento. Su di loro continua un fitto lancio di pietre e vernice da parte di decine di giovani incappucciati.
Altri gruppi di ragazzi hanno attaccato un gabbiotto della polizia a colpi di mazze di ferro, di fronte al ministero degli Esteri. Il resto della manifestazione prosegue con calma. Migliaia di persone arrivano in piazza Syntagma. “Stiamo mandando un messaggio forte al governo e al sistema politico – ha affermato Costas Tsikrikas, numero uno dell’Adedy, il maggiore sindacato ellenico del pubblico impiego – siamo convinti che la partecipazione nei due giorni sarà enorme”.
Anche a Salonicco dei manifestanti hanno distrutto le vetrine di più di dieci negozi rimasti aperti, oltre a numerosi bancomat e sedi bancarie. La polizia ha lanciato per disperderli gas lacrimogeni.
Anche le guardie carcerarie hanno annunciato la loro adesione allo sciopero generale indetto dai due principali sindacati greci – Gsee e Adedy – e nello stesso tempo hanno proclamato una agitazione di 24 ore per venerdì 21 ottobre. Durante lo sciopero non saranno permesse le visite ai detenuti da parte dei parenti o dei loro avvocati. Allo sciopero di oggi e domani, oltre i dipendenti del settore dei trasporti pubblici, partecipano anche i proprietari di taxi perché il nuovo disegno di legge presentato dal ministero dei Trasporti non li soddisfa e chiedono al governo di ripristinare le legge precedente che prevedeva che il numero delle licenze per i taxi fosse collegato al numero degli abitanti di una determinata area geografica.
19 ottobre 2011 | 15:00

La Via del Denaro e il Nuovo Ordine Mondiale


La Via del Denaro e il Nuovo Ordine Mondiale nel libro di Tamburro

adamellonews.com. Sabato 22 ottobre a Rogno si terrà la presentazione del libro di Salvatore Tamburro “LA VIA DEL DENARO – La Banca d’Italia, il Signoraggio e il Nuovo Ordine Mondiale”, alle ore 16,00 presso la saletta conferenze di AT S.r.l. in Via C. Golgi n. 10 a Rogno (BG).
Nato dall’esigenza di comprendere e divulgare gli aspetti economici della Banca d’Italia, del sistema bancario in generale e delle principali istituzioni del libero commercio, questo illuminante volume espone tutte le anomalie e i veri e propri “conflitti di interesse” che ruotano intorno a queste istituzioni, dalle maggiori banche italiane a quelle internazionali. Affronta e spiega il grave problema del “signoraggio”, del quale illustra le origini, i beneficiari e gli svantaggiati nell’attuale sistema economico, soffermandosi particolarmente sulla perdita di sovranità monetaria, sul concetto di valore indotto della moneta e sul metodo della riserva frazionaria utilizzato dalle banche.
Una èlite globale sta esercitando il suo immenso potere finanziario per manipolare le politiche dei singoli Stati allo scopo di realizzare un’economia globale, sotto una specie di dittatura globale, con un unico esercito e un’unica moneta. Lo scenario preconizzato da Orwell in “1984″ è più vicino e reale di quanto si pensi.
Come raggiungerci:
dalla S.S. 42 (“superstrada”) uscita Rogno (quella del Centro Commerciale Adamello), proseguire in direzione Lovere per circa 1 km e svoltare a sinistra in Via G. Leopardi (la via che da Bessimo porta al laghetto di Rogno); proseguire per altri 500 metri e svoltare a destra, arrivando fino in fondo alla strada. Sulla sinistra trovate un capannone nero, e siete giunti a destinazione! J – Saranno comunque presenti cartelli segnaletici!

Indignati, ma non vogliono parlare di moneta


Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso

Paperblog, 19 ottobre 2011 da Corradopenna
Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso
Gli indignati di Roma o meglio i loro autonominatisi leader, hanno impedito che in occasione della manifestazione del 15 ottobre si discutesse di signoraggio.

Ma è ovvia, visto che loro sono un movimento creato dal potere globalizzatore, che sta cercando di cancellare le prove del complotto. Avevamo infatti appena due giorni fa visto chi aveva registrato il dominio del sito che propagandava la manifestazione e fatto uno screenshot da allegare all'articolo. Ecco lo screenshot in questione (quello di due giorni fa).

Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso

Oggi invece si è compiuto un miracolo! Il dominio che due giorni fa era trgistrato a nome di tale Paulina Arcos si è trasformato, transustanziato, è mutato completamente e adesso risulta a nome di:

Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stessoDomains by Proxy, Inc.
   DomainsByProxy.com
   15111 N. Hayden Rd., Ste 160, PMB 353
   Scottsdale, Arizona 85260
   United States

Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso
Altro che San Gennaro, la potenza del Nuovo Ordine Mondiale riesce a fare molto di più!

Ma ecco in un video raccontata l'esperienza di Albamediterrana al presidio degli indignatos di via Nazionale. Etichettati come fascisti solo per aver tentato di parlare e spiegare il signoraggio e la moneta debito.
 
E così mentre i sedicenti black block mettevano a ferro e fuoco la città eterna la manifestazione è stata politicizzata da partiti che prima leccano il culo alle banche e poi hanno il coraggio di portare le loro bandiere in una manifestazione nata contro il debito e le banche private.
 
E cosi' a causa dei soliti violenti infiltrati (hanno usato le stesse tecniche del G8 di Genova, basta guardare le immagini TV) il problema, LA CAUSA DI TUTTI I MALI è stato strumentalizzato e messo nuovamente a tacere, grazie anche ai media prezzolati che nei prossimi giorni faranno il resto.





C'era una volta la moneta che costituiva un titolo di credito da parte di chi la possedeva, era la moneta "pagabile a vista al portatore" (o ancor prima altri titoli di credito equivalenti, che garantivano il fatto che il loro possessore aveva in giacenza dell'oro o dell'argento presso delle banche o degli orafi). Almeno in teoria possedere una banconota con scritto sopra pagabile a vista al portatore significa che l'istituzione che la emette dovrebbe scambiarla (su richiesta) in una equivalente quantità di metallo prezioso.

Poi ci furono gli accordi di Bretton Woods nel 1944 (quando il dollaro divenne a livello mondiale una specie di duplicato dell'oro, anche se non per i cittadini privati) mentre  nel 1971 l'amministrazione Nixon soppresse la convertibilità tra dollaro e oro, facendo così crollare uno dei pilastri del sistema di Bretton Woods.
Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso
Aggiungiamo adesso che, a differenza di lontane epoche passate adesso il denaro non è stampato dallo Stato, ma da una banca privata (il che in Italia non è nemmeno legale, dato che la banca d'Italia - adesso conferita nella Banca Centrale Europea - dovrebbe essere di proprietà almeno per il 50% dello stato, mentre attualmente è per il 95% in mano ai privati).
Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso
Come giustamente notano ironicamente alcuni utenti del web :

La scritta sulle banconote "Pagabili a vista al portatore" garantiva il cittadino del SUO oro. Con l'abolizione delle riserve auree (1971), le banche centrali, pur emettendo mero denaro tipografico, lo prestano, in virtù di un possesso che non hanno.

La scritta "pagabile al portatore" vuol dire che le banconote sono dei certificati,come se io ti dessi un biglietto con scritto 1 kg di farina,e ti dicessi con questo tu vieni da me quando vuoi e io ti do 1 kg di farina. Ma cosa succede se vai alla Bce (Banca Centrale Europea) e gli chiedi, pagatemi questi 100 euro?
Cosa ti danno? Un calcio nel culo! Il denaro infatti dopo il 1971 non ha più alcun valore
.

Insomma, come giustamente trovo scritto su un altro sitoquando lo Stato chiede soldi alla Banca Centrale, egli paga il costo del valore nominale con titoli e beni del debito pubblico (e non solo i costi tipografici), in pratica commissionando a se stesso il bisogno di imporre tasse sempre più crescenti a cittadini e aziendeTutto accade attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro giuridico creato dal Trattato diMaastricht, esente da qualsiasi controllo democratico, uno stato sovrano sopra qualsiasi persona.

Ciò vuol dire che la moneta che adesso utilizziamo per fare acquisti è una moneta con l'emissione della quale lo stato (e quindi noi) si è indebitato nei confronti della Banca Centrale. O forse dovremmo dire che è una moneta con l'emissione della quale lo stato ci ha indebitatiDalla  moneta credito siamo passati alla moneta debito, fonte di ogni male, che ci sta riducendo sul lastrico, che ci porterà di questo passo a fare compagnia alla Grecia,

Alcuni tribunali hanno condannato la banca d'italia per signoraggio, ma la cassazione ha annullato la sentenza con la farseca scusa che un tribunale non può emettere sentenze su argomenti di natura monetaria e quindi politica (insomma la cassazione non nega l'esistenza del reato in sé ma tramite i soliti sofismi fa un favore dovuto al potere supremo quello bancario)

Una delle più simpatica maniere di comprendere come funziona il signoraggio bancario l'ho trovata sul libro euroschiavi di Marco Della Luna e Antonio Miclavez


È come se il tipografo, incaricato dagli amministratori della società calcistica organizzatrice di una partita di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le partite del campionato, col prezzo di € 20 stampato su ogni biglietto, chiedesse come compenso per il suo lavoro di stampa € 600.000, in base al fatto che i biglietti che ha prodotto “valgono” € 20 cadauno.
È vero che essi “valgono” € 20 caduno, ma che essi abbiano un valore non dipende dal tipografo, bensì dall’associazione sportiva che ha formato la squadra, procurato il campo da gioco e organizzato la partita, sostenendo i relativi costi e producendo la domanda di quei biglietti, senza la quali questi niente varrebbero.
Gli amministratori della società sportiva lo sanno bene, ma il tipografo in parte li ricatta e in parte li lusinga perché promette loro che, se gli pagheranno l’ingiusto compenso richiesto, egli darà loro un lauto regalo e i fondi per farsi rieleggere alle prossime elezioni del consiglio di amministrazione. Altrimenti, finanzierà altri candidati e una campagna di stampa contro i consiglieri onesti.
Il potere bancario si comporta come quel tipografo, e i governanti si comportano come i consiglieri ricattati e lusingati dell’associazione sportiva, riconoscendo alla Banca Centrale la proprietà o titolarità del valore del denaro che emette, stampato o scritturale che sia, e in cambio di esso indebitano ingiustamente e illogicamente proprio il popolo, che è il soggetto che, col suo lavoro e con la sua domanda, ossia col mercato, conferisce valore al denaro.
Per questa ragione, oltre che in base al principio costituzionale della sovranità popolare, al momento in cui viene emesso, il denaro, il suo valore, dovrebbe logicamente essere ed essere trattato come proprietà del popolo e, per esso, dello Stato. Assolutamente lo Stato non dovrebbe indebitare se stesso e il popolo verso una Banca Centrale, pubblica o privata che sia, per ottenere denaro.
Al contrario, questo succede su base regolare.
Ma vi è di peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei suoi propri conti segna questo valore non all’attivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando, così, di pagare le tasse su quello che è un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere interamente tassato.
L’ovvio ragionamento che abbiamo testé svolto è stato già sottoposto al Parlamento, attraverso interrogazioni parlamentari, nel 1994 e nel 1995.
Entrambe le risposte elusero il problema, affermando che la Banca Centrale (allora, cioè, la Banca d’Italia) non sarebbe proprietaria dei valori monetari, ossia del valore del denaro emesso, perché il denaro emesso costituirebbe sempre un passivo, un debito; e che, perciò, giustamente la Banca d’Italia lo iscriveva come posta passiva nel proprio bilancio.
Come i membri competenti dei due governi interessati non potevano ignorare, queste risposte sono del tutto contrarie alla verità. Innanzitutto, la risposta fornita è contraddetta dal comportamento dei governi medesimi – di tutti i governi. Infatti, se i governi fossero coerenti con l’affermazione che il denaro, il valore monetario, non appartiene alla Banca emittente, perché lo Stato continua a dare qualcosa (i titoli del debito pubblico) in cambio di Lire o Euro?
E se il denaro emesso costituisse una passività, un debito, perché mai lo Stato dovrebbe comperarlo pagandolo con titoli del debito pubblico, che costituiscono un credito per chi li riceve?
Si è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito?
Ma le risposte del governo sono anche false giuridicamente, perché il denaro non è affatto un debito per la Banca che lo emette. Se fosse un debito, dovrebbe poter essere incassato dal portatore presso la Banca medesima, mediante conversione in oro, e il portatore della banconota aveva il diritto di farsela cambiare in oro dalla Banca Centrale che l'aveva emessa, come avveniva una volta, fino al 1929 circa, quando il denaro era convertibile in oro.
Anche in tempi successivi al 1929, molte banconote portavano la scritta “Pagabile a vista al portatore”. Ma pagabile in che cosa, dato che esse non erano convertibili in oro? In realtà, quei biglietti non erano pagabili in alcun modo e quella scritta era una menzogna per ingannare il pubblico e fargli credere che i biglietti di banca fossero convertibili in qualcosa avente valore proprio o che la banca si fosse indebitata per emetterli, il che è falso (mentre era vero in un ormai lontano passato).
Del resto, è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veridiche a simili questioni, perché ammetterebbe che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire un’élite finanziaria che detiene il vero potere.Ma quanto sopra costituisce solo la punta dell’iceberg. Perché il grosso, circa l’85%, del denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio, ossia aperture di credito e disponibilità di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere d’acquisto complessivo della popolazione mondiale.Gli indignati non vogliono sentire parlare di moneta debito (MA COME MAI?), ma noi ne parliamo lo stesso